Paladin, morale alto in vista delle Ardenne

03.03.2022
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Si è presentata brillante, Soraya Paladin, alla nuova squadra. Due buoni piazzamenti – un sesto e un secondo posto – nelle prime due tappe della Volta Comunitat Valenciana che le sono valse anche un giorno da leader della generale. Giornate che le hanno dato tanto morale. La 28enne trevigiana di Cimadolmo ha iniziato bene la sua decima stagione da elite, la prima con i colori della Canyon Sram Racing, team WT tedesco con cui ha firmato un contratto biennale.

Dicevamo dei suoi risultati. Nella prima frazione della gara a tappe spagnola si è buttata nello sprint dominato dall’iridata Elisa Balsamo. Il giorno successivo, in un finale piuttosto mosso, si è lanciata in una fuga a due con la campionessa europea Ellen Van Dijk. La delusione della piazza d’onore dietro l’olandese della Trek-Segafredo è stata tuttavia mitigata dalla maglia arancio di capoclassifica.

Al termine della terza frazione, l’ha dovuta cedere alla scatenata Van Vleuten (vincitrice di tappa e poi della Volta CV) ma la Paladin guarda alle prossime gare con una bella iniezione di fiducia e ottimismo. L’abbiamo sentita a pochi giorni dall’inizio dell’attività agonistica italiana.

Paladin in fuga con Van Dijk nella seconda tappa della Volta CV. La trevigiana ha mostrato brillantezza alla corsa spagnola.
Paladin in fuga con Van Dijk nella seconda tappa della Volta CV
Soraya, come ti sei trovata con la nuova squadra?

Molto bene sinceramente. Sono professionali ed hanno un’organizzazione al top. Dietro le quinte c’è veramente tanto personale che lavora sodo e non ci fa mancare nulla. I due ritiri, prima a Mallorca e poi a Gandia, vicino a Valencia, sono serviti tanto a conoscerci meglio. Siamo un bel gruppo di persone.

Che impressione hai avuto delle nuove compagne?

Molto buona, andiamo già d’accordo ed è un piacere stare assieme. Ho trovato tante atlete forti che sono ben disponibili sia a dare consigli che ad ascoltare o condividere punti di vista diversi. Sono molto predisposte al confronto e credo che sia davvero una cosa buona. Qua trovo Pauliena Rooijakkers che è stata mia compagna alla Liv nelle ultime due stagioni e sono contenta di essere ancora assieme a lei. C’è Alena Amialiusik, una bravissima ragazza che vive in Italia da tanti anni. Le altre le conoscevo già quasi tutte, perché in gruppo fai sempre una chiacchiera un po’ con tutte le avversarie.

Dopo aver fatto le prime corse, che tipo di squadra siete?

Mi piace il modo che abbiamo di correre. Poco attendista, molto aggressivo. Vogliamo fare la gara, portare fuori la fuga. E’ un approccio mentale che apprezzo, molto simile al mio. Forse dobbiamo ancora trovare l’affiatamento giusto, quello si vedrà col passare del tempo, ma dalle prime corse sembravamo già in sintonia. Eravamo un po’ emozionate prima della prima tappa alla Valenciana, però dopo qualche chilometro ci siamo capite al volo, soprattutto nelle fasi più concitate.

Soraya Paladin ripensa al secondo posto nella seconda tappa della Volta CV che le varrà la maglia di leader della generale.
Soraya Paladin dopo il secondo posto nella 2ª tappa della Volta CV
Che ruolo avrai in questa formazione?

Il bello di questo gruppo è che non abbiamo ruoli definiti. Solo per le volate pure o per gli arrivi in salita c’è una leader. Per le altre gare invece, specialmente le classiche, la squadra punta ad avere più atlete nel finale in modo da poter sfruttare una superiorità numerica. Che poi si giochi la vittoria una ragazza o un’altra non importa. L’importante è avere un obiettivo comune e correre per quello. Il mio ruolo è quello di aiutare le compagne forti nel finale di gara, specialmente quelle con le mie caratteristiche. Sarò in appoggio a Niewiadoma, Chabbey e Barnes, però cercherò di cogliere l’occasione di giocarmi le mie carte quando si presenterà.

In pratica quello che ti è successo nella seconda tappa della Volta CV. Cosa è mancato per centrare la vittoria?

Subito dopo l’arrivo ero abbastanza triste per il secondo posto. Però a mente fredda ho pensato che ho perso dalla campionessa europea che ha dimostrato in questo periodo di essere veramente in forma. Forse nel finale avrei potuto anticiparla, ma credo che sarebbe finita allo stesso modo. Come inizio di stagione non è andato male, mi ha dato morale. Gli appuntamenti a cui tengo sono più avanti.

Come proseguirà il tuo calendario?

Correrò la Strade Bianche e a Cittiglio, poi andrò al Nord. Voglio fare bene le classiche, che sono sempre importanti. Le gare delle Ardenne sono quelle che mi si addicono di più. Vorrò mettermi in mostra alla Freccia Vallone, che forse è quella che soffro di più, alla Liegi e all’Amstel. A fine aprile deciderò con la squadra cosa fare. Se Giro o Tour o entrambi, anche se sarebbe difficile. Poi ci sono le manifestazioni con la nazionale. Ho un dialogo aperto col cittì Sangalli, cercherò di capire anche cosa vorrà lui da me per pianificare quella parte di stagione. Naturalmente indossare la maglia azzurra è sempre un grande onore.

Soraya Paladin, un selfie sul podio olimpico di Tokyo con Longo Borghini (bronzo) e Bastianelli
Soraya Paladin, un selfie sul podio olimpico di Tokyo con Longo Borghini (bronzo) e Bastianelli
Sei elite dal 2012 e sei stata sempre in squadre importanti. Qual è la differenza più grande che hai notato in questo decennio?

Direi la cura dei dettagli. Penso sia dovuto al cambiamento del ciclismo in generale, specialmente il femminile. Il nostro livello si sta alzando tantissimo ed è diventato davvero importante. I team stanno investendo sempre di più. Noi atlete abbiamo sempre più cose a nostra disposizione. Abbiamo figure dello staff o mezzi che prima non avevamo.

Soraya un’ultima domanda. A parte la vittoria, c’è qualcosa che vorresti realizzare da atleta a breve o lungo termine?

Sì. Mi piacerebbe continuare a divertirmi correndo in bici. Negli anni ho visto sempre più atlete smettere di correre perché avevano nausea del ciclismo. Un mio obiettivo sarebbe quello di finire senza arrivare a quel punto. Magari vincendo meno gare di quello che vorrei però continuando ad apprezzare la bicicletta. Mi ritengo fortunata perché sto facendo uno sport che mi piace come lavoro.