Tre vittorie, le ultime due in gare WorldTour. Il 2022 di Elisa Balsamo è iniziato nel segno della grande condizione e probabilmente di un’ancora più grande convinzione. La piemontese al momento è in Belgio, alla vigilia di una delle sue gare preferite, la Gand-Wevelgem, a una settimana dal Fiandre, altra corsa che la fa sognare.
«Rispetto allo scorso anno – dice – credo di aver avuto una crescita fisica e anche mentale, di questo sono contenta. Continuo ad allenarmi in pista, questa è la sola settimana che non ci sono andata. Sono convinta che sia sempre utile, ma è un fatto che quest’anno io abbia voluto investire di più sulla strada. Bisogna essere realisti e non porsi degli obiettivi troppo alti. Posso lavorare per essere un’atleta da classiche, ma le salite lunghe non saranno mai adatte a me. Credo di essere abbastanza completa».
La più forte del mondo
Sta di fatto che la maglia iridata sta brillando di luce propria, al punto che prima il suo preparatore Arzeni e poi una rivale come Marta Bastianelli (ieri terza, dietro Elisa e la Wiebes), l’abbiano definita la più forte al mondo. Lei che è sempre incline a restare dietro le quinte, davanti all’affermazione scoppia a ridere.
«Nel ciclismo è difficile fare certe affermazioni – spiega – non è come nel nuoto in cui la più forte nei 200 metri stile libero è quella che fa il tempo più basso. Diciamo che nelle gare adatte me la posso giocare e già questa è una bella consapevolezza. La maglia iridata mi sta dando molta fiducia. Ha i suoi lati negativi e anche quelli positivi. Aver vinto ancora dà la convinzione che il mondiale non sia venuto per caso».
Studiare la Wiebes
Il primo che lo dice farà i conti con noi! Nel frattempo il livello della sfida si è alzato. E se nei giorni scorsi abbiamo ragionato con Capo Arzeni sulle qualità della rivale Wiebes, c’è da supporre che la stessa Balsamo sia concentratissima sulla rivale più pericolosa.
«Conoscere un’avversaria – conferma – è necessario. Riguardare le volate è una parte importante di questo lavoro. Alla fine è l’unico modo per cercare di batterle. Puoi partire con un’idea di tattica, anche se poi la corsa è capace di riscrivere tutto».
Prima corsa e prima vittoria: Gandia, Vuelta Valenciana A Cittiglio, la vittoria è dedicata al cugino scomparso lo scorso autunno Nella volata di De Panne, per Elisa una superiorità da non discutere
Prima corsa e prima vittoria: Gandia, Vuelta Valenciana A Cittiglio, la vittoria è dedicata al cugino scomparso in autunno Nella volata di De Panne, per Elisa una superiorità da non discutere
Dimensione WorldTour
Di sicuro è tutto più facile o se non altro meno difficile, avendo al proprio fianco uno squadrone come la Trek-Segafredo che, avendo perso per maternità Lizzie Deignan, si sta stringendo attorno a Elisa, avendone riconosciuto la solidità. Con i leader veri succede così.
«La differenza fra una squadra WorldTour e le altre – dice – si vede innanzitutto nell’organizzazione e nel numero delle persone che ci lavorano. Ognuno cura i dettagli del suo sapere, dall’alimentazione ai materiali. In gara poi, con le compagne che ho, mi rendo conto che siamo noi che possiamo decidere come far andare la gara. Non la subiamo, come capita se hai un organico meno forte. E’ difficile gestire il gruppo, ma a volte succede ed è molto bello.
Tempo di esami
E così, in attesa che l’ultimo esame le permetta di arrivare alla laurea, le prossime due domeniche la vedranno impegnata in due test molto severi.
«Gand e Fiandre – conferma – sono le mie due corse preferite, anche se tecnicamente molto diverse. Il Fiandre è più duro e c’è meno spazio tra l’ultimo muro e l’arrivo. La Gand parte piatta, poi ha un settore centrale con i muri e poi ci sono 30 chilometri fino al traguardo. Spero che in quel drittone domenica ci sia vento, che renderebbe tutto più… interessante. E poi si penserà anche all’università. In questo momento non c’è tanto tempo per studiare. Conto di finire, ma non voglio sbilanciarmi».