Longo Borghini, piedi per terra e sogni importanti

17.12.2021
6 min
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E’ un bel periodo quello che sta vivendo Elisa Longo Borghini, uscita dal periodo del lockdown con un altro punto di vista su se stessa e sulla vita. Con il sorriso e con una serie di nodi finalmente sciolti, che hanno sgomberato il campo. Sono stati mesi difficili per tutti, ma in alcuni casi hanno portato nuova ispirazione. Ad esempio hanno permesso a chi scrive di chiudere una porta e ritagliarsi un’altra dimensione, mentre alla campionessa piemontese hanno donato occhi nuovi sul mondo. E se un’intervista comincia da stima reciproca e basi condivise, per chi legge sarà un viaggio da posizione privilegiata. La stessa in cui ci troviamo su questo divanetto spagnolo durante il primo ritiro della Trek-Segafredo.

Longo Borghini Tokyo 2021
Sul traguardo di Tokyo, Longo Borghini con l’espressione di chi ha dato davvero tutto
Da Elisa Longo Borghini l'unico squillo azzurro nel ciclismo su strada, un bronzo preziosissimo
Sul traguardo di Tokyo con l’espressione di chi ha dato tutto
Che cosa è successo negli ultimi mesi?

C’era una serie di eventi concatenati che mi portavano a essere introversa. Ora invece ho preso coscienza delle mie potenzialità. Non voglio mancare di rispetto alle mie avversarie, ma prima ero insicura, era come se patissi la corsa. Ora invece so di poter dire la mia. Il lockdown è stato una fase in cui ho potuto riflettere molto su quello che volevo e quello che non volevo. Ho tirato le somme e ho capito che potevo essere più determinata e sicura di me.

Un periodo duro, con qualche risvolto positivo…

Ha permesso a tante persone di riflettere sulla propria vita facendogli capire quanto siano fortunate. Prima davamo tutto per scontato, senza capire di essere dei privilegiati. Anche essere qua a parlare è un privilegio. Ci sono persone che non avranno mai interviste. Di più, persone la cui voce nessuno la ascolterà mai

Un cambiamento importantissimo.

Per questo ora non mi voglio porre più limiti. Voglio lavorare sodo e raggiungere buoni risultati, cercando di essere sempre migliore. Non sono quasi mai contenta dei risultati che ottengo e questo a volte è un bene e a volte un male. E’ buono avere accanto persone che te lo facciano notare.

Dopo lo shooting fotografico del mattino, il casco torna dal meccanico
Dopo lo shooting fotografico del mattino, il casco torna dal meccanico
Sai che il percorso del prossimo Tour potrebbe essere molto interessante?

C’è grande voglia di correrlo. Darà prestigio come lo ha dato a tante atlete del passato. Dobbiamo riflettere sul fatto che siamo qui a correre e abbiamo avuto anche la Roubaix, grazie a quelle donne che con la loro passione e la loro fatica ci hanno permesso di rivendicare certe corse.

Credi che in gruppo ci sia questa consapevolezza?

Fra le ragazze più mature, direi proprio di sì. Spero che le giovani non lo diano per scontato, sta a noi fare in modo che ciò non accada. Conoscere il passato è importante per avere un buon futuro.

Professionismo significa anche avere a disposizione figure di riferimento per ogni ambito.

Credo molto nelle persone che mi circondano, è il modo per rendermi un’atleta migliore. Mi piace avere un costante scambio di idee. Devo saper rispondere al nutrizionista o al mental coach. Loro mi danno gli strumenti, sta a me dire cosa penso. Mi piace che si crei sinergia, perché se certe cose, dall’alimentazione all’approccio con le gare, sono imposte, non sei consapevole di te stesso. Più ci si conosce, più si diventa forti.

L’individuo al centro delle operazioni…

I numeri dicono tanto, ma se non sei tu a capire da che parte sei girato, hai poco da fare. Il ciclismo è bello perché è introspezione, scoperta dei propri limiti e la voglia di superarli. A me piace fare fatica in bicicletta. Magari non sono un grande talento, ma lavoro tanto.

Se non avessi un grande talento, non avresti due medaglie olimpiche e tutto il resto…

Per come mi vedo, sento di essere una lavoratrice. Se non dai, non ottieni.

Giorni fa, nel cross di Vermiglio, si parlava con Marianne Vos e il pensiero intanto volava a te, sapendo che ci saremmo incontrati. Hai la stessa forza di Marianne nell’accettare i piazzamenti. Anche questo rende grandi…

Tu vuoi vincere a tuti i costi. Ma se quando stai dando il 110 per cento, qualcuno ti batte, non puoi farci niente. E’ lo sport, ma è anche la vita. E’ lo stimolo per migliorare.

C’è un secondo posto che però ti brucia?

Certo che c’è (dice dopo aver sollevato per qualche instante lo sguardo al cielo, ndr). E’ il secondo posto ai tricolori di Superga nel 2015 dietro Elena Cecchini. Il campionato italiano sembrava una gara maledetta. L’anno prima ero caduta, mentre Superga sembrava l’arrivo perfetto per me. Eravamo solo in due delle Fiamme Oro, mentre le Fiamme Azzurre erano tantissime e portarono via la fuga, arrivando ai piedi di Superga con un minuto e mezzo di vantaggio. Recuperai 1’20” arrivando a 10 secondi da Elena. Glielo dissi…

Che cosa?

Che la detestavo. Ma lei capì lo spirito di quella frase…

La Freccia Vallone è l’obiettivo di Longo Borghini: come cambia senza la Van der Breggen?
La Freccia Vallone è l’obiettivo di Longo Borghini: come cambia senza la Van der Breggen?
Torniamo al professionismo, orgogliosa di esserci arrivata?

E’ una cosa molto bella, ma non dobbiamo pensare che il percorso sia concluso. Finché ci saranno ragazze che guadagnano 300 euro al mese, non potremo dire di essere arrivate dove vogliamo. Non sto puntando il dito contro le piccole squadre, l’argomento è delicato. So benissimo che ci sono piccoli team a conduzione familiare, i cui direttori sportivi cercano di racimolare ogni anno il budget per far correre le ragazze. Ma dobbiamo impegnarci perché anche il loro livello possa crescere.

Come si fa?

A volte guardo Ina Teutenberg, il nostro direttore sportivo. Lei ha avuto una grande carriera (più di 200 vittorie, ndr), gettando le basi per noi che corriamo oggi. In qualche modo ora sta a noi raccoglierne il testimone.

A proposito di direttori sportivi, ti dispiace che Giorgia Bronzini sia andata via?

Mi dispiace molto, ma sono convinta che alla Liv troverà il suo ambiente. Lei è capace di dare grinta e far crescere le giovani. Qui si è trovata in difficoltà in una organizzazione con parecchi schemi. Sono sicura che farà un gran lavoro.

Cosa pensi della stagione con Elisa Balsamo?

La vedo già come una ragazza molto inquadrata, con un entourage che la segue benissimo. Mi piace l’idea di poterla aiutare a crescere ancora.

Il primo ritiro serve per mettere a posto tutti i dettagli, dall’abbigliamento alla bici
Il primo ritiro serve per mettere a posto tutti i dettagli, dall’abbigliamento alla bici
Vabbè, adesso però dichiara un obiettivo.

Se proprio devo dirlo, allora è la Freccia Vallone. Le ho sempre girato attorno e alla fine arrivava Anna Van der Breggen che trovava il modo di vincerla. Ora lei non c’è più e si creeranno tanti scenari e tattiche da capire. Sono davvero curiosa…

Il nostro tempo è scaduto. Paolo Barbieri arriva dalla sala accanto per portarcela via. Si starebbe a parlare ancora a lungo e siate certi che lo faremo. Il sorriso resta negli occhi mentre Elisa si allontana. Grazie per la stima. La stagione si annuncia foriera di grandi racconti.