La Valcar ha già pronta la prossima regina: Eleonora Gasparrini

21.07.2021
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L’anno scorso agli europei di Plouay si fece un gran parlare della vittoria di Nizzolo e solo in seconda battuta si raccontò del successo di Elisa Balsamo. Poco o quasi nulla fu scritto del successo fra le junior di Eleonora Gasparrini, che nell’anno balordo del Covid sarebbe stato da salutare come un germoglio prezioso. Così quando al Giro d’Italia Donne Davide Arzeni, direttore sportivo della Valcar, ci ha detto che per i prossimi anni punterà forte sulla piemontese, abbiamo riaperto il file. Perciò, per chi non la conoscesse ancora, ecco qui Eleonora Camilla Gasparrini nata a Torino, classe 2002, residente a San Dalmazzo di None.

Ritiro sul lago

Le ragazze del team sono in ritiro a Ispra, sul lago Maggiore, vicino casa del loro tecnico, preparando la seconda parte di stagione. Nel gruppo c’è anche Chiara Consonni, che ha rinnovato il contratto per il prossimo anno e si sta riprendendo dal brutto schiaffo dell’esclusione olimpica. Più che la cosa in sé, non sono andati giù i modi e il fatto di averlo saputo alla fine, quando era ormai tardi per preparare il Giro d’Italia. Al fresco del lago, si gettano le basi per il resto della stagione.

«In realtà è caldo come in tutta Italia – dice Eleonora – non cambia molto. Saremo qui fino a venerdì, poi andremo al Giro di Norvegia, con qualche gara open per riprendere il ritmo. Prendo un attimo fiato, perché forse farò gli europei under 23 su pista e poi sicuramente andrò al Boels. Farò tutto d’un fiato, senza tornare a casa, quasi un mesetto in giro».

Eleonora Gasparrini riprenderà a correre dalla Giro di Norvegia
Eleonora Gasparrini riprenderà a correre dalla Giro di Norvegia
Come sta andando questo primo anno fra le grandi?

Molto bene, sono contenta. A inizio stagione ho fatto tante belle corse, da subito. Praticamente ho fatto tutta la campagna del Belgio e quella sicuramente è stata una grande esperienza, che da primo anno è un valore aggiunto. La partecipazione al Giro è stata inaspettata, ma l’ho finito in crescendo, sopra le aspettative.

L’anno scorso eri alla VO2, come mai sei passata alla Valcar?

Vo2 ha fatto la squadra, ma con un’attività prettamente italiana. La Valcar è la squadra giusta per crescere. Ci seguono anche al livello personale, non sei solo un numero come in squadre più grosse e ti accompagnano in un percorso di crescita. E’ una squadra più contenuta, ho un po’ più di spazio e infatti sono riuscita a fare anche belle gare. In altre squadre, forse non avrei la possibilità. E poi c’è tanto da imparare dalle altre ragazze. Sono giovani, ma hanno già 3-4 anni di esperienza in più e sono tanti. In corsa sono dei riferimenti e mi serve tanto. Vedo come muovermi, dove stare e… tutto. Anche fuori corsa negli allenamenti.

Quanto è durata la… sbornia dopo la vittoria degli europei?

Ho rimesso subito i piedi per terra. Diciamo che ho festeggiato senza esagerare. Era il campionato europeo juniores, perciò finiti i festeggiamenti, sono ripartita come prima. Come non avessi fatto niente.

Alcune ragazze dicono che sarebbe utile la categoria under 23 anche per le ragazze.

Potrebbe aiutare un po’ nel passaggio, che è duro. Si sente tanto la differenza e a parte qualche caso particolare, all’inizio si farebbe meno fatica. Quest’anno mi è capitato di non finire qualche corsa, perché ti trovi a correre con le grandi, che magari hanno il doppio dei tuoi anni e dell’esperienza e magari si allenano con gli uomini. E tu arrivi da una categoria juniores, in cui sei abitata a fare 80 chilometri di gara a un altro ritmo, e ti trovi catapultata in questo mondo. Sarebbe un aiuto per il passaggio. D’altro canto però, buttarsi subito nel mezzo ti fa crescere più in fretta.

C’è mai stato un giorno in cui ti sei chiesta chi te l’abbia fatto fare?

Al Giro ci sono stati tanti momenti in cui l’ho un po’ pensato (ride, ndr), come è normale che sia. Dici: ma perché? Però quando ci ripensi a mente fredda, capisci che è stato bello, tutta esperienza. Il Fiandre è stato davvero brutale, perché è stata una gara molto più nervosa, senza tempo per respirare. Poi era molto lunga e praticamente ad inizio di stagione, con pochi chilometri e gare alle spalle, è stata molto dura.

Il ciclismo sarà la tua professione?

Ho finito il liceo quest’anno e in ogni caso continuerò a studiare. Farò Scienze Motorie, perché mi piacerebbe rimanere nel giro dello sport il giorno che smetterò. Finché riuscirò a correre però, vorrei continuare. Dopo la scuola, la vita è cambiata tanto. Riesco a dedicare il 100 per cento alla bici. Ho tempo per il recupero, il riposo, lo stretching. Ho fatto qualche mese a scuola che riuscivo a malapena ad allenarmi e ho dovuto mettere da parte il recupero e tutto il resto. Ora vado in bici e basta.

Stare fuori casa così tanti giorni è pesante?

Ci sono periodi che è impegnativo, perché… casa è casa. Ma se sei nel gruppo giusto, i giorni passano anche in fretta ed è fattibile. Sono abituata a stare fuori casa, quindi non mi pesa tanto. Però quando sono a None, sto coi miei amici, cerco di spassarmela un po’, fare shopping e queste cose qui. Se però non ho voglia di uscire, guardo qualcosa su Netflix. I miei amici capiscono che cosa significhi fare sport ad alto livello. Fino a un certo punto, ma capiscono.

Hai parlato di europei, continuerai anche con la pista?

Non so ancora se andrò, in realtà. In pista non vado da un bel po’, perché da casa mia comunque per andare a Montichiari servono due ore e mezza e la disponibilità di mia mamma, che di solito mi accompagnava. Lo abbiamo fatto fino a gennaio-febbraio e poi l’ho mollata perché non ce la facevo. Andare una volta a settimana, significava perdere ogni volta un giorno di scuola, che aggiunto alle assenze per le gare, era proprio troppo.

Al ritiro della Valcar sul lago c’è anche Chiara Consonni, attesa a un bel rilancio
Al ritiro della Valcar sul lago c’è anche Chiara Consonni, attesa a un bel rilancio
Tua mamma è sempre così disponibile?

Sono stati i miei che andavano già in bici a farmi venire la passione. E in questo sono abbastanza avvantaggiata, perché mi supportano. Quando rientro, cercano di assistermi.  

Davide Arzeni, il tuo direttore sportivo, dice che per il prossimo anno punterà molto su di te, visto che alcune ragazze andranno via. Un peso oppure uno stimolo?

Mi dà fiducia il fatto che mi aspettino e mi fa piacere. E’ bello essere già vista così. Non mi è mai pesato essere quella che ha vinto l’europeo, non sento la pressione. Sono una che la vive abbastanza tranquillamente. Se i risultati vengono, bene, altrimenti non mi metto pressione. So che se sono tranquilla, poi rendo meglio.

Agli ultimi campionati italiani, i corridori del Piemonte hanno fatto incetta di maglie. E’ un caso?

C’è una bella ondata di ragazzi del Piemonte, è vero (ride, ndr). Con la Barale eravamo nella stessa squadra, con il discorso della nazionale, abbiamo passato tanto tempo insieme. Ci conoscevamo da prima, alle gare, venendo dalla stessa regione. Anche se siamo di zone completamente opposte. Chissà come mai… Sarà l’aria che si respira?