Per Villa mondiale da 10, ma quell’argento non va giù…

21.10.2022
4 min
Salva

Spesso non è tutt’oro quel che riluce. Agli ultimi mondiali su pista l’Italia ha chiuso seconda nel medagliere, a pari numero di ori con l’Olanda, eppure su molti media il giudizio finale sulla spedizione italiana non è stato sempre positivo, rimarcando come nelle specialità olimpiche siano arrivati solo un oro e un argento. Nella sua analisi il cittì Marco Villa, arrivato ai mondiali dopo il record dell’Ora di Ganna, tiene innanzitutto a difendere l’operato dei suoi ragazzi: «Se dovessi dare un voto alla squadra darei 10. Per la lode è mancato l’oro del quartetto maschile, per questione di qualche decimo».

Villa con i ragazzi del quartetto. Dopo lo stellare 2021 un argento con un po’ d’amaro in bocca
Villa con i ragazzi del quartetto. Dopo lo stellare 2021 un argento con un po’ d’amaro in bocca
Agli europei la debacle dell’inseguimento a squadre ti aveva fatto molto arrabbiare. Questa volta come l’hai presa?

Allora avevamo sbagliato pesantemente e ad essere sinceri ero ancora preoccupato che qualcosa non andasse per il verso giusto. Anche i ragazzi hanno psicologicamente corso con un po’ di paura, si sono trattenuti per non disfare l’assetto e quindi hanno chiuso senza aver dato realmente tutto. Manlio Moro ad esempio mi ha detto all’arrivo che poteva ancora spingere, lo stesso dicasi per Milan chiamato a lanciare il quartetto, un ruolo che ancora non sente suo.

Quanto c’è nel risultato di questo trattenersi degli azzurri e quanto invece di merito degli inglesi?

In egual misura. Il quartetto britannico mi ha stupito, ma d’altronde avevano un Hayter in una forma spaziale, che ha portato a casa due ori e un argento. Ha portato il quartetto molto in alto.

Milan con Ganna: il regolamento olimpico potrebbe portarli ad altre gare per loro inedite
Milan con Ganna: il regolamento olimpico potrebbe portarli ad altre gare per loro inedite
Molti hanno sottolineato come le ragazze, dopo il bellissimo oro nel quartetto, si siano un po’ afflosciate…

Un rilassamento c’è stato, l’ho visto anch’io, ma bisogna capire che la stagione per tutte loro è stata lunghissima e atipica. Molte erano nuove nel WorldTour, hanno disputato un numero enorme di gare. Un plauso particolare va alla Balsamo, che pur dopo una stagione stressante ha onorato l’impegno. Nell’omnium non era la solita Elisa. Nella madison poi c’era poco sincronismo tra le ragazze, ma questo lo sappiamo, è una specialità che si corre poco e questo lo paghiamo.

C’è un’immagine della Balsamo che è rimasta impressa: lo sprint con la Kopecky che l’ha portata al secondo posto nell’eliminazione dell’omnium, ma poi era davvero spompata.

La belga aveva fatto il giochetto per farla perdere, Elisa è stata bravissima, poi non aveva senso lottare per la vittoria, 2 punti non cambiano nulla. Anche Viviani nell’eliminazione dell’omnium aveva speso tanto nei primi giri e si è accontentato del quarto posto. Poi, nella gara secca, è stato tutto un altro discorso.

Per la Balsamo l’oro con il quartetto, ma si vedeva che le energie erano ormai quasi finite
Per la Balsamo l’oro con il quartetto, ma si vedeva che le energie erano ormai quasi finite
Si è parlato molto di un impiego di Milan anche in altre specialità, non solo nell’inseguimento. Tu che cosa ne pensi?

Mi piacerebbe, ma devo tener conto che l’attività su strada, grazie ai suoi risultati, lo sta assorbendo sempre di più. Questo va a scapito del tempo da dedicare alla pista e non possiamo prescindere dal quartetto. Le altre specialità, quelle olimpiche, non le ha mai fatte e non s’inventano dall’oggi al domani. Per me è già abbastanza quello che fa, io prendo ogni atleta in base a quel che può garantirmi.

I prossimi mondiali saranno ad agosto, in una kermesse che prevede nello stesso luogo e periodo anche le prove su strada. Questo costituisce un problema e in che misura?

Nel corso degli anni credo che abbiamo dimostrato di saperci sempre adattare, in base al tempo di effettuazione di ogni manifestazione. La nuova manifestazione è all’insegna della multidisciplina, in base alla situazione studieremo come schierarci al via, quel che è sicuro è che porteremo una squadra attrezzata in grado di fare il meglio possibile.

Secondo Villa, nella madison Barbieri e Consonni hanno pagato la poca consuetudine con questo tipo di prove
Secondo Villa, nella madison Barbieri e Consonni hanno pagato la poca consuetudine con questo tipo di prove
Il prossimo anno inizia la rincorsa alle qualificazioni olimpiche. Ti preoccupa?

Non userei questo termine, diciamo che mi tiene al massimo dell’attenzione. Il cammino è lungo e difficile, ma so che ho dalla mia un gruppo ampio, un’abbondanza di talenti nella quale scegliere per affrontare ogni impegno, ma bisognerà stare attenti a non compiere passi falsi. Intanto però non guardo solo al comparto endurance: vedremo di provare a conquistare una difficilissima qualifica anche nella velocità. Intanto nel 2023, d’accordo con Quaranta che sta lavorando benissimo, cominceremo a vedere Predomo anche alle prese con i più grandi, per acquisire esperienza.

Serata magica a Parigi: il quartetto delle donne è d’oro

14.10.2022
7 min
Salva

Mentre i maschi masticano a fatica la vendetta di Bigham e dei suoi compagni, il quartetto delle donne scintilla dalla vetta del podio ai mondiali di Saint Quentin en Yvelines. Alzini non ce la fa a smettere di piangere. Balsamo ha i brividi e trema. Martina Fidanza canta l’inno a meno di 24 ore dalla vittoria nello scratch. Guazzini ha preso il tricolore e Chiara Consonni fa la linguaccia a suo fratello che al collo ha invece l’argento. Dopo due false partenze per la stessa giudice incapace del tempo giusto con le atlete allineate, il trenino azzurro ha stritolato le rivali britanniche.

Elisa Balsamo tira il quartetto, dietro Guazzini, Fidanza e Consonni: si va per l’oro!
Elisa Balsamo tira il quartetto, dietro Guazzini, Fidanza e Consonni: si va per l’oro!

Buona la prima

Le ragazze del quartetto sono entrate nella storia della pista, conquistando l’oro che hanno costruito negli ultimi anni: chiusura del cammino iniziato con Salvoldi (cui tanto si deve in questo momento) e punto d’inizio della rincorsa verso Parigi 2024 nel gruppo di Villa.

«Abbiamo lavorato tanto in questi in questi mesi – dice Marco – e alla prima esperienza col quartetto donne… Buona la prima! Dispiace per gli uomini. Abbiamo lasciato qualcosina durante questi 4.000 metri, ma dall’altra parte abbiamo trovato un quartetto regolarissimo e fortissimo, che non c’ha permesso di fare quel solito recupero. L’importante sarà analizzare e capire».

Due false partenze

La notte di Saint Quentin ha qualcosa di magico. Mentre ad Apeldoorn (la stessa città in cui ai mondiali del 2018 i quartetti azzurri conquistarono il bronzo) le azzurre del volley vengono respinte dal Brasile, in Francia si fa festa per l’oro delle ragazze e ci si scopre incontentabili davanti all’argento dei maschi.

«Siamo partite molto forte – racconta Vittoria Guazzini, al secondo iride di stagione – sapevamo che le inglesi erano difficili da battere, però io non sono mai stata molto preoccupata. Ho cercato di guardare solo il tablet e andare a tutta senza preoccuparmi di loro e alla fine è arrivata la vittoria. Avevamo una tattica ben precisa, ovvero di stare sui tempi di tabella e magari aprire alla fine, se ce ne fosse stato bisogno. Abbiamo corso una prova lineare, più che altro eravamo nervose per le due false partenze con i giudici che ci tenevano. Siamo tutte molto unite, quindi speriamo di continuare così per i prossimi anni. La concorrenza è altissima, dobbiamo solo rimboccarci le maniche e continuare così, ma è un punto di partenza».

Subito dopo la vittoria, Balsamo, Fidanza, Consonni, Alzini e Guazzini erano ancora incredule
Subito dopo la vittoria, Balsamo, Fidanza, Consonni, Alzini e Guazzini erano ancora incredule

Tanti anni da regine

Prendono Villa, lo sollevano e lo fanno volare. Da quando corrono tutti in un solo squadrone, il senso di far parte della stessa famiglia ha compattato il gruppo azzurro e quel colore squillante ed elegante è diventato nuovamente il segno distintivo dei dominatori.

«Le ragazze hanno raggiunto un primo sogno importante – dice Villa – sono contento per loro e anche per il lavoro mio del mio staff. Era la prima esperienza, non era facile. Abituati a lavorare coi maschi, abbiamo dovuto imparare tutto sui diversi rapporti e i diversi carichi di allenamento, però siamo riusciti a trovare la quadra, soprattutto negli ultimi mesi. Il quartetto ha fatto un tempo eccellente e importante per il morale. L’ho sempre detto che questo è un gruppo vincente e può aspirare a fare molto bene da qui ai prossimi due anni».

Chapeau agli inglesi

Sul fronte degli uomini, lo spauracchio britannico è stato più forte del quartetto iridato uscente. Prima della finale, Villa ha anche provato quella che, a detta di molti, potrebbe essere la configurazione per le prossime Olimpiadi. Con Milan in partenza, Consonni, Moro e Ganna.

«E’ stata come al solito una bella finale – commenta Simone Consonniormai da un paio d’anni i quartetti si decidono sul filo dei centesimi. Siamo arrivati in finale anche quest’anno, siamo sempre lì e sicuramente dispiace perché volevamo portare a casa anche questa. Chapeau agli inglesi, che oggi sono stati superiori. Questo era il primo dei grandi obiettivi, ma si lavora in vista di altri anche superiori. Non so se ci siano stati errori, analizzeremo dopo. Sicuramente sia io, sia Ganna e Milan veniamo da una stagione impegnativa su strada. Non ho corso i primi due quartetti perché ho fatto la Parigi-Tours, quindi non sapevo a che livello sarei stato». 

La rimonta sfumata

E proprio il tema della stanchezza potrebbe essere il passaggio da valutare in vista delle prossime due stagioni. Abituati all’accelerazione finale che ci consegnò le Olimpiadi, abbiamo toccato con mano che il cambio di ritmo non c’è stato. Al confronto con le analisi di Tokyo si nota che ieri l’abbassamento dei tempi non si è verificato: allora i nostri chiusero il giro dei 3.000 metri in 13.747 per poi scendere a 13.180 nell’ultimo giro (girando nel mezzo a 13.746 – 13.356 – 13.224). Le analisi di ieri a Parigi dicono che il giro a chiusura del terzo chilometro è stato percorso in 13.940 con l’ultimo in 14.198 (passaggi parziali di 13.962 – 13.869 – 13.770).

«Purtroppo questa volta – ammette Milan – la rimonta non è riuscita. Abbiamo dato tutti noi stessi per cercare di tenere a bada l’Inghilterra, però sono stati più forti loro. Peccato perché ci tenevamo davvero molto. Non si vince sempre, capita di arrivare secondi. Ho anche provato a fare la partenza, sono contento di questa nuova posizione. Devo ringraziare i ragazzi e anche Lamon che mi ha dato tanti consigli su come partire, fare i primi giri e come gestirmi. Nel finale ne avevo ancora un po’. Credevo di arrivare dopo la seconda tirata con un po’ meno energie, invece quando mi sono accodato e mancava un giro e mezzo ne avevo ancora. Forse è stato un mio errore non tirare un po’ più lungo. Invece di fare due giri e mezzo, potevo farne tre, lanciando meglio i ragazzi. Nel finale di stagione ognuno ha avuto i suoi impegni con la squadra. Magari non abbiamo avuto grandi occasioni di stare insieme in pista, però allenamenti ne abbiamo fatti. Gli altri avranno fatto qualche ritiro in più, ma eravamo arrivati pronti anche noi».

Per Rachele Barbieri l’argento nell’eliminazione, alle spalle di Lotte Kopecky
Per Rachele Barbieri l’argento nell’eliminazione, alle spalle di Lotte Kopecky

Argento Barbieri

La serata era già stata arricchita dall’argento di Rachele Barbieri nell’eliminazione. Il secondo posto brucia, ma Lotte Kopecky è stata più forte.

«Ho provato ad attaccare a quattro giri dalla fine – spiega la modenese – per non rischiare di rimanere chiusa in volata. Mi dicono sempre di correre d’istinto, provare a vincere rischiando di perdere e così ho fatto. Tornassi indietro forse non lo rifare o forse sì. Sono contenta che sia andata così, altrimenti avrei rischiato di arrivare quarta. Non ho corso il quartetto e un po’ mi dispiace. Ma è un obiettivo che abbiamo preparato insieme, faccio parte della squadra. Ho tifato tanto per loro, la maglia la meritavamo».

Anche Rachele era visibilmente commossa in tribuna quando le quattro ragazze del quartetto hanno aggiunto alla vittoria i meritati giri in trionfo. I mondiali non sono finiti. Oggi si corrono gli inseguimenti individuali, in cui anche Ganna ha scelto infine di avventurarsi. Abbiamo due ori e due argenti. Eppure la sensazione è che il meglio debba o possa ancora venire.

Gli europei della pista alla lente di Villa, fra progetti e tradimenti

22.08.2022
6 min
Salva

Il medagliere azzurro degli europei di Monaco su pista parla di 11 medaglie: 3 ori, 6 argenti e 3 bronzi. Si tratta di un bilancio certamente positivo, nella cui lettura tuttavia è possibile fare dei distinguo, su cui Marco Villa ha ragionato a lungo. In altri anni, avremmo preso il fagotto e saremmo scappati dandoci alla pazza gioia, oggi il tecnico azzurro è alle prese con altre considerazioni. Si va a braccio, cercando il varco da cui srotolare la matassa.

Un bel bilancio, anche per il ritorno della velocità e malgrado qualche infortunio di troppo. Ti è piaciuto tutto?

Mi è piaciuto tanto. Bello l’omnium di Consonni, ma se la bilancia la fa il quartetto, allora c’è da fare qualche distinguo. A livello prestazionale, a Montichiari avevamo fatto 3’52” e può capitare che nel giorno della gara non stai bene. Quello che contesto è che potevano dirmi di non avere una grande giornata, avrei sostituito gli elementi meno brillanti. Si dava la possibilità ad altri, non è che mi mancassero i giovani da inserire. Certi quartetti si finiscono in quattro.

Qualcosa che avevamo già visto?

Era già successo a Grenchen, agli europei 2021, ma lì almeno eravamo in finale per il primo e secondo posto. Quello che non mi piace è vedere che il quartetto si è sfaldato. Fare due tirate e poi spostarsi è servito a Tokyo e c’era un motivo tecnico ben preciso, non può diventare una moda. Qua dovevano arrivare in quattro. Chi non se la sentiva doveva chiamarsi fuori, perché se restiamo in due, qualcosa non va. Non mi è piaciuto.

Ne avete parlato?

Certo, immediatamente. Ho parlato subito con Lamon e Bertazzo, ma il risultato è che adesso sulla fiducia non riesco più ad andare avanti, perché mi sono scottato. Bertazzo è uno che in allenamento non dà mai tutto e dice che poi in gara non delude. Stavolta invece è successo. Il fatto che a Montichiari sia stato un po’ al di sotto poteva essere un campanello, ma d’ora in avanti dovranno farmi vedere di andare forte la settimana prima. Ci sono giovani che sono rimasti fuori perché hanno davanti campioni del mondo e campioni olimpici, non è detto che sarà così per sempre.

Hai parlato di Consonni e il suo omnium…

Ha fatto un’ottima prova, persa solo all’ultimo sprint, battuto ancora una volta da un francese. Di fatto Simone si è allenato a Montichiari solo due giorni, mentre noi eravamo già a Monaco. E’ arrivato tardi l’okay della squadra, perché dopo il Giro d’Italia e i campionati italiani si è fermato per una settimana che poi si è prolungata perché non stava tanto bene. A quel punto hanno voluto che facesse il Polonia. Ha sofferto, ma è venuto ugualmente. E spero che questo risultato gli dia fiducia per i prossimi mesi. Non ha vissuto momenti facili quest’anno su strada.

Argento per Consonni nell’omnium degli europei, preceduto dal francese Grondin
Argento per Consonni nell’omnium degli europei, preceduto dal francese Grondin
E intanto cresce la velocità.

Predomo aveva già fatto secondo ai mondiali juniores e ha proseguito nella crescita ad Anadia. Ora va ad aggiungersi a Bianchi, Napolitano e Tugnolo e magari possiamo giocarci un posto a Parigi per la velocità olimpica. Le qualifiche iniziano l’anno prossimo. Siamo lontani da alcune Nazioni, ma possiamo avvicinarci ad altre più alla nostra portata.

E’ un obiettivo raggiungibile?

Ci proviamo. E ci proviamo anche con le donne, dove Miriam Vece non è più da sola. Quaranta ci sta mettendo tanta passione e mi toglie una bella fetta di lavoro. Ora l’impegno deve essere cercare talenti come Tugnolo.

Ecco, parlando di te, riesci a gestire tutto ora che ci sono anche la velocità e le donne?

Direi di sì. C’è comunque una bella struttura con Quaranta, Bragato e Masotti. Il sistema di lavoro è collaudato, si tratta di insegnarlo a tutti. Lo stiamo facendo anche con le ragazze.

Agli europei di Monaco, per Matteo Bianchi l’argento nel chilometro e il record italianio nel keirin
Matteo Bianchi ha preso l’argento nel chilometro e ha fatto il record italianio nel keirin
Cosa state insegnando?

Che non servono tante giornate di lavoro in pista, ma è importante che vengano sistematicamente. Quando qualcuna ha fatto lunghe assenze per la stagione su strada, ci siamo accorti che ha avuto bisogno di più tempo per fare i richiami necessari. Spero che questo modo di lavorare lo apprendano presto.

Che cosa significa venire con regolarità?

Almeno ogni 10 giorni e paga tanto, soprattutto quando prepari gli eventi, sapendo che alla fine farai dei ritiri in cui si finalizzerà il lavoro delle settimane precedenti.

Barbieri e Zanardi hanno raccontato di aver vinto la madison senza essersi mai allenate insieme.

Rachele aveva vinto la corsa a punti in Coppa del mondo, Zanardi aveva vinto l’americana con Vitillo ad Anadia. Faccio le coppie miste anche con gli uomini, perché siano tutti intercambiabili e competitivi, lo faccio anche con le donne. E poi devono perdere l’abitudine che qualcuno prima del via gli dica cosa dovranno fare. Se succede qualcosa di inatteso, sono loro a dover decidere e trovare la soluzione. Come ha fatto bene la Barbieri nell’omnium a 8 giri dalla fine, quando ha osato. Io ero dall’altra parte della pista, non potevo dirle niente.

Il metodo di lavoro da insegnare alle ragazze prevede la capacità di improvvisare, avendo nelle gambe il lavoro giusto
Il metodo di lavoro da insegnare alle ragazze prevede la capacità di improvvisare, avendo nelle gambe il lavoro giusto
Rachele ha raccontato anche del cambio di rapporto suggerito da Consonni, che sarebbe stato decisivo…

Ne avevamo parlato anche prima, ma era stanca. Prima di scendere in pista ha chiesto due gel, doveva recuperare. Poi c’è stata l’interruzione per la caduta in cui è rimasta coinvolta anche Letizia Paternoster e a quel punto c’è stato il cambio di rapporto che è servito per fare quel bell’attacco deciso. Rachele ha corso tanto, ma ha una bella condizione che l’anno scorso non aveva mai raggiunto (ieri l’emiliana ha centrato il bronzo nella prova su strada, ndr).

Uno che ha corso tanto è stato anche Ganna, non pensi che varrebbe la pena di dosarne l’impiego?

Non credo che abbia sofferto troppo a fare la strada e poi la crono. Mentre tornavamo sull’ammiraglia, si è sentito al telefono con Lombardi (Giovanni Lombardi, suo agente, ndr) ed era contento. Se non avesse fatto la crono, avrebbe dovuto riprendere ad allenarsi a casa. Quando giovedì siamo arrivati a Montichiari, si è allenato dalle 10 alle 14,30, lavorando sulla forza come nel primo secondo di carico. Aver fatto la crono il mercoledì, ha sostituito il primo giorno di lavoro.

Quali sono ora i programmi del tuo gruppo?

Fino ai primi di settembre li lascio tranquilli, poi andremo a fare un po’ di altura e di lì andremo a Montichiari cominciando a pensare ai mondiali. Non sarebbe male partecipare a qualche classe 1 e spero che riescano a correre su strada. Ci sarebbe la Tre Sere di Aigle dal 29 agosto al primo settembre, che sarà utile soprattutto per le prove di gruppo. Consonni ad esempio ha bisogno di fare punti per la qualifica ai mondiali. Ha preso 200 punti agli europei, ma ne servono 250. Quindi può farli a Aigle, oppure ai campionati italiani che si fanno a San Vincenzo al Campo. Quelli darebbero 200 punti, ma bisogna farli e soprattutto vincerli.

Dopo il bronzo della crono agli europei, Ganna ha ripreso a lavorare sulla forza a Montichiari
Dopo il bronzo della crono agli europei, Ganna ha ripreso a lavorare sulla forza a Montichiari
Siamo andati via da Monaco con l’infermeria al gran completo…

E questo mi dispiace. Ecco perché facciamo il nostro in bocca al lupo a Paternoster e Consonni, che purtroppo si sono rotte la clavicola e la spalla cadendo. E anche a Martina Alzini, che si è fatta male in ritiro, e a Martina Fidanza, che non è stata tanto bene. Insomma, il gruppo c’è e speriamo che torni presto al completo. Ci sono altre ragazze che si sono fatte vedere, cui vorrei dare spazio. E poi per i mondiali torna la Balsamo. C’è tanto su cui lavorare…

Villa gongola, a Cali successi che valgono tanto

20.07.2022
5 min
Salva

Il bilancio della nazionale italiana alla prova di Nations Cup a Cali (COL) è di quelli da leccarsi i baffi: 5 medaglie d’oro (il quartetto maschile, Milan nell’inseguimento maschile, Donegà nell’omnium, Scartezzini-Lamon nella madison, Paternoster nell’inseguimento femminile) con il contorno di 4 argenti e un bronzo. E’ vero che, rispetto alle altre due prove, la partecipazione era qualitativamente molto meno qualificata (pochissime le presenze di spicco dall’Europa), ma si tratta sempre di risultati importanti soprattutto nell’ottica che più interessa al cittì Marco Villa, quella della costruzione di un gruppo ampio e del recupero di talenti.

E’ quindi sotto questo aspetto che la trasferta va inquadrata e il tecnico olimpionico entra subito nel vivo del discorso.

«Io dovevo onorare questa gara – dice Villa – considerando anche tutte le altre del calendario e gli impegni dei vari atleti su strada, ma soprattutto dovevo pensare a chi non aveva ancora potuto gareggiare in Coppa e quindi non era eleggibile per i mondiali. La presenza della Paternoster era vista soprattutto in questo senso».

Quartetto Cali 2022
Il quartetto azzurro ha conquistato la Coppa del Mondo sia al maschile che al femminile
Quartetto Cali 2022
Il quartetto azzurro ha conquistato la Coppa del Mondo sia al maschile che al femminile
La tappa era già nel novero delle prove valide per il ranking olimpico?

No, ma su questo aspetto bisogna fare attenzione: non basta ottenere risultati nel periodo deputato per le qualificazioni olimpiche. Queste gare, Cali come Glasgow e Milton prima, erano fondamentali per rimanere in alto nel ranking Uci. Significa che puoi partire nelle gare che conteranno dopo gli avversari, conoscendo i loro risultati e questo è un vantaggio non da poco.

Era una delle prime uscite ufficiali di Villa con Paternoster, com l’hai vissuta?

Al di là dei risultati, ho visto Letizia finalmente entusiasta, vogliosa di soffrire, carica di testa. Non avevo avuto ancora molte occasioni per lavorarci insieme, essendo subentrato nell’incarico femminile solo quest’anno, ma avevo notato che aveva perso un po’ di fiducia. La mancanza di risultati (al di là della vittoria mondiale nell’eliminazione) e soprattutto i continui problemi fisici l’avevano un po’ spenta, invece in Colombia ho trovato una ragazza pronta a dare tutta se stessa. C’è un episodio che mi ha fatto pensare molto in positivo.

Selva Paternoster 2022
Le giovani Francesca Selva e Letizia Paternoster, seconde nella madison dietro gli Usa
Selva Paternoster 2022
Le giovani Francesca Selva e Letizia Paternoster, seconde nella madison dietro gli Usa
Quale?

Il giorno della gara dell’inseguimento individuale, dopo aver vinto con tanto di record italiano della specialità in 3’25”310, Letizia si è rimessa subito in sella per gareggiare nell’eliminazione. Poteva chiedere il cambio, invece si è impegnata proprio per mettersi alla prova, capire come aveva recuperato dallo sforzo. E nella gara che correva con la maglia iridata, è stata battuta dall’americana Valente, l’olimpionica di omnium, proprio nello sprint finale. Perché di energie non ne aveva davvero più. E’ questo lo spirito che voglio vedere. Ha ritrovato la voglia di soffrire.

Un altro atleta che abbiamo ritrovato è Plebani, battuto da Milan nella finale dell’inseguimento, ma era dal bronzo mondiale nel 2019 che non era a questi livelli.

Ricordo che Davide, da junior, era al livello di Ganna. Poi si è perso e ripreso, perso e ripreso. E’ un po’ così, a volte va fortissimo e altre lo perdiamo. Un po’ dipende dai problemi fisici, in particolare quelli alla tiroide, un po’ anche dal carattere. Gliel’ho detto sempre: io ho molta fiducia in lui, conosco le sue potenzialità. Ma ho bisogno che sia costante, se lo chiamo in causa devo essere sicuro che ci sia, che mi dia quel che chiedo. Le sue potenzialità sono indiscutibili, ma deve garantirmi continuità.

Milan Cali 2022
Per Milan, oro nel quartetto e anche individuale, con 4’05″373 record della pista. Per Villa una conferma importante
MIlan Cali 2022
Per Milan, oro nel quartetto e anche individuale, con 4’05″373 record della pista. Per Villa una conferma importante
Che valore ha la vittoria del quartetto olimpionico?

Il tempo finale, 3’55”01 è molto buono (il record del mondo di 3’42”307 è stato stabilito proprio dagli azzurri a Tokyo, ndr) considerando le condizioni. Si gareggiava su pista scoperta, con fastidiose folate di vento. Quello ottenuto è il record della pista, segno che sono andati molto forte. Avevo bisogno di rivedere Milan nel quartetto e il friulano si è confermato un elemento trainante. Abbiamo portato a casa la classifica di Coppa sia al maschile che al femminile, è un dato importante, ma io guardo ad altro.

A che cosa?

Io voglio avere una rosa sempre più ampia, voglio arrivare ad avere una decina di atleti intercambiabili, in modo da poterli gestire anche in base ai loro impegni con le squadre e nelle altre discipline. Ricordo che solo qualche anno fa, noi neanche ci qualificavamo per le prove titolate, ora siamo un riferimento. So anche che questo comporta una particolare responsabilità, quando mi troverò a scegliere i 5 per Parigi 2024, ma fa parte dei miei compiti.

Madison Cali 2022
Netto successo per Scartezzini e Lamon nella Madison, davanti a Messico e Colombia
Madison Cali 2022
Netto successo per Scartezzini e Lamon nella Madison, davanti a Messico e Colombia
Hai già idea su chi chiamare per gli europei di Monaco?

Alcuni tasselli si stanno posizionando. La Balsamo ad esempio, in base al calendario delle gare, potrà fare sia strada che pista. Viviani invece si concentrerà sulla strada e quindi non potrò chiamarlo. Ganna avrà la cronometro a distanza di due giorni dalla pista, credo che nel quartetto lo rivedremo direttamente ai mondiali, ma aspettiamo di capire come finisce il Tour. E’ proprio per questo che serve una rosa ampia, chi manca deve essere sostituito adeguatamente.

Da Roubaix a Roubaix, Bertazzo iridato (e forse senza squadra)

22.10.2021
5 min
Salva

Al via del quartetto c’erano tre bici e tre caschi d’oro, mentre una bici e un casco erano semplicemente azzurri. Ed erano quelli di Liam Bertazzo. Il veneto ha fatto parte della spedizione per Tokyo, ma come lui stesso ci disse: si è visto passare la storia davanti.

Stavolta invece della storia fa parte anche lui. E ci fa parte di diritto. Per merito, per prestazioni importanti anche in corsa. Magari ci prenderete per matti, pensando che al suo fianco c’era gente come Milan e Ganna, ma quasi, quasi Liam era quello che pedalava più sciolto dei quattro ieri sera. E sì che ci sfrecciavano a due metri, a bordo pista, e certe sensazioni quasi le senti, le vedi, le riconosci se sei andato in bici e magari hai anche provato a fare il corridore!

Il quartetto in azione ieri sera. Liam è riconoscibile in quanto è l’unico con bici e casco azzurro
Il quartetto in azione ieri sera. Liam è riconoscibile in quanto è l’unico con bici e casco azzurro

Da Roubaix a Roubaix

Ieri sera è stata anche la sua serata. Un bel riscatto, una bella storia. E con Liam partiamo proprio dal quel suo casco e da quella sua bici diversa.

«In questi momenti – racconta Bertazzo con la voce quasi strozzata – ovviamente ci si diverte e si gioisce, però proprio due anni fa in questo velodromo, nel 2019 io rientravo dopo una caduta in Colombia. Una caduta rovinosa nella quale mi ero spaccato la faccia. Da lì erano iniziati i mei problemi e si era presentata l’ernia soprattutto.

«Provai a tenere duro perché ci sarebbero stati i mondiali poco dopo e iniziava la qualificazione olimpica. Quindi dovevo impegnarmi. Ma da lì è cominciato il calvario. Tanto tempo lontano, non avevo più certezze, nel frattempo nel quartetto era entrato Milan, il quale ci ha fatto alzare tanto l’asticella… La situazione insomma non era facile. Sono stati due anni in cui ho sofferto e lottato, ci ho creduto. Ho creduto in me stesso. E adesso sono di nuovo qui come campione del mondo».

Da sinistra: Milan, Bertazzo, Ganna e Consonni nella mix zone a fine gara
Da sinistra: Milan, Bertazzo e Ganna nella mix zone a fine gara

Dimostrazione di forza

Liam ha un grande motore, di quelli che spingono forte. Un motore particolare e specifico per certi lavori, è chiaro, ma quando c’è da tirare fuori i cavalli li sa tirare fuori. E anche tanti… Servivano solo l’occasione e l’ambiente giusto per farlo.

«Ringrazio la famiglia perché mi è stata vicinissima – racconta Bertazzo – mi sono preparato al meglio. Sono stato riserva alle Olimpiadi e sono stato felicissimo per il titolo. Tuttavia mi ero promesso che i mondiali sarebbero stati la mia Tokyo. Volevo mostrare a questi ragazzi che potevano tornare a contare su di me, perché prima del mio infortunio comunque ero sempre parte del gruppo. E questa finale ha detto tutto ciò.

«Ieri sera quando sono partito non ero teso perché dentro di me ero sicuro di me stesso. Ci ho messo tutta la rabbia e la tristezza di questi due anni. Credetemi, faccio fatica a crederci però sono felicissimo. Non riuscivo neanche più a camminare e ora sono campione del mondo».

Iridato cerca squadra

Certo però che viene quasi da sorridere, per modo di dire chiaramente, che un campione del mondo rischi di restare a piedi in vista del prossimo anno. La sua Vini Zabù infatti quasi certamente chiuderà i battenti e la situazione è molto complicata, tanto più che siamo ad ottobre inoltrato. Okay che la Federazione di solito aiuta in questi casi, ma un iridato è pur sempre un iridato.

«L’anno prossimo spero di trovare squadra – spiega Bertazzo – Però io quest’anno ho trovato una figura di altissimo livello, molto professionale, che si chiama Francesco Frassi (che tra l’altro Liam stesso è stato tra i primi a chiamare appena dopo la corsa, ndr). Francesco mi ha aiutato tantissimo dal punto di vista umano e tecnico. Mi ha dato l’opportunità di lavorare su me stesso, mi ha dato la forza di buttarmi nella mischia. Mi ricordo ancora alla prima gara che ho fatto quest’anno in Croazia. Pioveva e con l’acqua mi si era bloccata di nuovo la schiena. Facevo fatica. Ho pianto. Ho rivisto il baratro. Frassi mi ha consolato e mi ha detto: vai tranquillo, il nostro cammino è appena iniziato. Gli obiettivi sono più avanti. E passo dopo passo sono arrivato ad oggi, quindi lo devo ringraziare moltissimo. E’ stato un diesse e un papà».

Liam con le braccia al cielo insieme ai compagni del quartetto
Bertazzo esulta, il padovano è campione del mondo!

Il nuovo Bertazzo

Passista potente e veloce, adesso Bertazzo sarà anche più consapevole. Certe vittorie servono anche a questo.

«E adesso? Da oggi c’è un altro Liam perché il mio infortunio lo guardo sempre dal lato positivo. Mi ha fatto capire la fortuna che abbiamo ogni singolo giorno che passiamo stando bene, cosa che diamo per scontata. Dobbiamo sfruttare appieno le opportunità che riceviamo impegnandoci al massimo. Vediamo cosa verrà più avanti. Per adesso ho ripagato anni di sacrifici. Sono felice di essere tornato e meglio di prima».

«Stando vicino a dei campioni olimpici si migliora. Loro sono migliorati nell’alimentazione, nella concentrazione, in tutto… E qualcosa lo apprendi anche tu. Per assurdo ho fatto più fatica nella semifinale che in finale. Perché erano due anni che non correvo in un quartetto di questo livello. La mia pressione in semifinale era tantissima. Avevo paura di non essere all’altezza. E se sbaglio qualcosa? Mi ripetevo… Il mio ultimo quartetto vero era stato nel 2019 in Australia. Ho fatto parte di quello agli europei, ma con gli altri ragazzi. Questo era quello serio… ed ero teso. Ma ieri sera la paura se n’era andata. C’era solo la consapevolezza che c’ero, che ero presente. Dovevo dare tutto per me e per questo fantastico gruppo».

Ultime decisioni per Villa, ma i suoi ragazzi sono pronti

19.10.2021
5 min
Salva

Quelle di ieri sera e quelle di stamattina sono ore decisive per gli azzurri della pista. Marco Villa è chiamato a risolvere alcuni enigmi e a tirare giù un preciso programma di gare: chi correrà cosa. L’ultimo ad aggregarsi alla spedizione azzurra ai mondiali di Roubaix è stato Elia Viviani, che ha corso fino all’ultimo su strada.

«L’aria è buona – dice il cittì Marco Villa – hanno levigato la pista perché avevano problemi con il legno. Me lo ha detto un esponente di Velotrack che la stava trattando, ma quali fossero questi problemi non lo so. Comunque non l’hanno fatto per renderla più veloce: hanno levigato e rimesso l’impregnante. E spero lo abbiano messo per tempo. Ai mondiali in Polonia i ragazzi al secondo giro di prova finirono in terra perché la vernice non si era asciugata!».

I ragazzi di Villa sono pronti a dare battaglia anche a Roubaix
I ragazzi di Villa sono pronti a dare battaglia anche a Roubaix

Ganna e il quartetto

«Pippo – dice il cittì – ha avuto dei problemi al costato e ha perso due mezze giornate di allenamento. Due sedute, poca roba. Piano piano poi ha ripreso. La caduta in allenamento lo ha un po’ penalizzato, ma adesso sta bene».

I “dubbi” maggiori che riguardano Ganna però non sono tanto sui postumi della caduta, ma sulla tenuta, anche mentale, di una stagione per lui lunghissima. E’ riuscito a mantenere alta l’attenzione dopo il tripudio mondiale in Belgio?

«Per me sì – dice Villa – Pippo lo vedo concentrato e anzi, in accordo con la squadra, ha deciso di saltare alcune gare su strada per preparare al meglio questo mondiale su pista. E’ il suo grande finale di stagione. No, no… massima professionalità da parte sua».

Ganna sarà impegnato sia nell’inseguimento a squadre che in quello individuale, una bella mole di sforzi. Anche ieri si parlava della possibilità di risparmiargli qualche turno, ma Villa in tal senso ci è sembrato molto più fermo.

«In queste due giornate di prove sto raccogliendo i dati e le ultime sensazioni dei ragazzi per decidere – spiega Villa – Ho tempo fino ad un’ora dal via per decidere quale quartetto schierare. Ma questo discorso del cambio non riguarda Ganna. Se, facciamo gli scongiuri, dovessimo andare avanti ci sarebbe solo la finale prima dell’individuale. In pratica solo quattro chilometri e per uno che ci è abituato e che ha già fatto due Giri d’Italia non credo sarà un grande problema».

Le scelte poi non sono influenzate dall’eventuale qualificazione olimpica in ottica di Parigi 2024. Tutto partirà dall’anno prossimo. Tuttavia secondo Villa è importante mantenere la leadership del ranking, o giù di lì, per poter partire per ultimi e correre sui tempi degli altri. «Impostare la tabella di marcia secondo i tempi altrui e senza dover andare per forza oltre i limiti».

In ogni caso i tre quarti del team pursuit dovrebbero essere certi: Lamon partente, Milan in terza posizione e Pippo in quarta.

Jonathan Milan ha vinto europei di inseguimento individuale riprendendo il rivale in finale
Jonathan Milan ha vinto europei di inseguimento individuale riprendendo il rivale in finale

Milan e Viviani…

L’altro grande big si chiama Jonathan Milan. Il ragazzotto friulano è fresco di titolo europeo nell’inseguimento. Da lui ci si aspetta tanto. E lui stesso vuole molto. 

«Jonathan sta andando molto forte. Il titolo europeo gli ha dato più sicurezza… e gli serviva. E poi, ragazzi, ha fatto 4’05”, segno che sta bene. Se il podio nell’individuale è alla portata? Vedendo quel tempo non credo che in tanti al mondo riescano a farlo. Sarebbe un’onore una finale tutta italiana. Non è facile, ma come detto quel tempo lo fanno in pochi e non credo che in 4-5 mesi siano arrivati 7-8 atleti in grado di fare 4’05”. Certo, Lambie (l’americano primatista del mondo, ndr) è il favorito. Vedremo se si recupererà».

E poi c’è il capitolo Viviani, cosa farà Elia?

«Elia è arrivato un po’ dopo gli altri. Si presenta con qualche specifico in meno. Ha corso su strada fino a tre giorni fa, ma so che ha un’ottima condizione e comunque si è allenato anche su pista. 

«E’ importante capire cosa vuol fare, su cosa vuol puntare di più: se sull’Omnium o sull’Eliminazione, ma io direi anche lo Scratch, che è uno dei miei crucci. Ma per questo devo capire bene anche cosa passa nella sua testa e in quella degli altri».

Agli ultimi europei Consonni e Viviani (in foto) non hanno corso insieme la Madison
Agli ultimi europei Consonni e Viviani (in foto) non hanno corso insieme la Madison

Un lavoro di squadra

«La mia idea infatti – continua Villa – è di far correre tutti quelli che ho convocato. Nell’inseguimento individuale per esempio ne schieriamo tre: i due convocati, più Ganna che è il campione in carica. E infatti correrà anche il giovane, Manlio Moro che dopo i buoni europei che ha disputato sapeva che lo avrei portato qui a Roubaix. Davide Boscaro, invece farà il chilometro. E anche in base appunto alle scelte che prenderò con Viviani, vedremo cosa fare con Liam Bertazzo e Michele Scartezzini per la Madison».

E qui Villa rilancia come un fiume in piena…

«Perché io in vista di Parigi sulla Madison voglio lavorarci e tanto. E’ una delle specialità preferite e in cui possiamo fare bene. E per questo non basteranno solo due uomini e “Scarte” è uno di quelli. No, no per la Madison c’è da lavorare sin da adesso. Non si diventa specialisti negli ultimi due mesi prima delle Olimpiadi.

«La Madison quindi che schiererò è da valutare. Non è detto che siano per forza Simone Consonni ed Elia Viviani, tanto più pensando che domenica c’è l’Eliminazione alla quale so che Elia tiene molto. Vedremo». 

Villa 2021

Villa è sicuro: «Il quartetto ha un lungo futuro»

14.09.2021
4 min
Salva

Sono passate 5 settimane dalla fantastica vittoria del quartetto a Tokyo, ma l’emozione è ancora lì, forte. Un successo del genere, costruito mattone dopo mattone in anni, è frutto del gruppo, ma ogni gruppo è ancora portatore di cambiamento e questo Marco Villa lo sa. Non ci si può fermare sugli allori, bisogna sempre guardare al futuro. Liam Bertazzo, una delle colonne dell’inseguimento, aveva detto che Milan è un’eccezione, il classico asso estratto dal mazzo che ha dato quel quid in più al gruppo, ma altrimenti gli uomini sono quelli e sarà difficile pensare a nuovi innesti in tempi brevi.

Villa, fatti i dovuti distinguo, deve però anche pensare come detto al futuro, immediato e non: «Il gruppo è quello ma Milan è l’esempio che bisogna sempre guardare oltre i confini del gruppo stesso. E’ stato basilare, ha fatto fare un passo in avanti. Questo principio però rende le mie scelte sempre più difficili, è il fardello che mi porto dietro, comunicare all’uno o all’altro che non potranno esserci. Bertazzo in tal senso è stato esemplare».

Bertazzo, qui in allenamento sullo Stelvio, è stato fondamentale per la costruzione del gruppo
Bertazzo, qui in allenamento sullo Stelvio, è stato fondamentale per la costruzione del gruppo
Spiegaci…

Ci sono tanti modi per fare gruppo. Liam, saputo che non poteva essere del quartetto titolare, si è messo a completa disposizione, ha aiutato tutto lo staff, anche i massaggiatori, addirittura ha portato una delle bici alla partenza della finale accompagnando un suo compagno. E’ stato encomiabile, anche queste piccole cose portano all’oro…

Dietro questo gruppo di alfieri che cosa c’è?

Ci sono i frutti di un lavoro di semina che sta durando da anni e i risultati delle manifestazioni giovanili sono lì a dimostrarlo. Abbiamo un gruppo di Under 23 che ormai viaggia su tempi da 3’55” con 3’50” in proiezione che non ho mai visto a quei livelli, con gente come Boscaro, Umbri, ecc. A livello junior lo stesso, siamo sui 4 minuti netti e mai abbiamo avuto un team così forte, argento agli ultimi Mondiali. Siamo andati sul podio agli Europei e ai Mondiali Juniores nello spazio di un mese, cambiando 2 elementi su 4 e questo dimostra che c’è un team ampio e collaudato.

Quartetto Tokyo 2021
Villa dà le ultime indicazioni alla partenza della finale. Da sinistra Ganna, Milan, Consonni e Lamon
Villa dà le ultime indicazioni alla partenza della finale, davanti a lui Milan e Consonni
Agli ultimi Mondiali junior, Samuele Bonetto ha vinto l’inseguimento individuale non facendo parte del quartetto. Come mai questa scelta?

Bonetto corre su pista da poco tempo, deve ancora acquisire i giusti meccanismi. Ad esempio nella sua prova pedalava sempre sulla linea rossa, il che l’ha portato a percorrere una quindicina di metri in più, perché deve acquisire ancor ala giusta dimestichezza col mezzo e le linee, le inclinazioni della pista. Mi ha sinceramente stupito il suo risultato e dimostra il suo grande valore soprattutto in prospettiva. Se penso a marzo, a come girava allora, a quanto ha imparato in poco tempo è esaltante.

E’ la dimostrazione che il sistema pista funziona…

Sistema è la parola giusta, la difendo a spada tratta ed è tutto il mio lavoro, sorretto in toto dalla Federazione. Ora abbiamo un giusto rapporto con la strada, i campioni come Ganna e Viviani hanno un’attività strutturata che contempla ambedue le specialità, poi abbiamo giovani che stanno crescendo alla stessa stregua. Prendere un pro a 30 anni e chiedergli di fare la pista come si faceva una volta non serve a nulla, non paga. Dobbiamo continuare su questo canale, lavorando con i giovani.

Da sinistra Andrea Violato, terzo (e argento a squadre) e Samuele Bonetto, neo campione mondiale junior d’inseguimento
Da sinistra Andrea Violato, terzo (e argento a squadre) e Samuele Bonetto, neo campione mondiale junior d’inseguimento
Tornando ai Mondiali Juniores, ti ha sorpreso il successo della Russia? Oltretutto ha dominato in molte specialità…

Non dobbiamo dimenticare che la Russia era stata esclusa da Rio favorendo il nostro ingresso, quell’Olimpiade corsa in extremis è stata per noi una tappa importante, ma i russi si erano guadagnati la qualifica sul campo. Sappiamo che sono fortissimi e stanno tornando ai vertici, li ritroveremo avversari di peso in questo quadriennio. Ma non solo loro…

Chi temi anche?

C’è ad esempio il Belgio che pur non avendo mai finalizzato il quartetto ha tutto per emergere, ma soprattutto la Francia, che ha perso la qualifica solo perché nel primo anno di raccolta dei punti necessari non era ancora pronta, ma nel finale era al livello dei migliori e nelle prossime gare titolate ce ne accorgeremo. Io però sono convinto che noi italiani quell’oro ce lo siamo meritato non solo per i 4 cavalieri in pista, ma per tutto quello che c’è dietro, so che la dispensa è piena, i giovani ci sono. Non è stato un caso episodico.

“Tu chiamale se vuoi, emozioni”. Il racconto di Jonathan Milan

27.08.2021
7 min
Salva

Le emozioni che ci ha regalato il quartetto dell’inseguimento sono ancora forti. Forse per chi come noi ama il ciclismo questa è stata la medaglia più bella ed intensa di tutta l’Olimpiade di Tokyo. Ma l’emozione è ancora intensa anche nei suoi quattro protagonisti tra cui Jonathan Milan. E il titolo della canzone di Battisti è perfetto per questo articolo.

In Sardegna, la rifinitura prima di volare a Tokyo. Milan (maglia rossa) ha colto un secondo posto
In Sardegna, la rifinitura prima di volare a Tokyo. Milan (maglia rossa) ha colto un secondo posto

Pressione in crescita

«Se la mettiamo sulle emozioni, allora partirei da ancora prima di Tokyo – dice un Milan con un tono mai così squillante – abbiamo fatto molti ritiri, tantissime giornate lontani da casa, un lavoro immenso. Io ho sentito un po’ la pressione dalla Settimana Internazionale Italiana, perché da quel momento l’Olimpiade si è fatta davvero vicina. E ogni cosa che facevamo era per affinare la gamba e cercare la prestazione. Ogni allenamento pertanto richiedeva un grande sforzo mentale oltre che fisico. Dovevamo essere concentratissimi: sui cambi, sulla posizione, dovevamo vedere cosa faceva l’altro… E devo dire un grazie ai ragazzi che mi hanno aiutato tanto».

La festa e l’abbraccio della spedizione azzurra al Velodromo di Izu. Per Milan il supporto dei ragazzi è stato fondamentale
L’abbraccio della spedizione azzurra al Velodromo di Izu. Per Milan il supporto dei ragazzi è stato fondamentale

Il supporto dei compagni

In effetti i giorni prima di partire per l’Asia sono stati molto delicati. In particolare si è fatto un allenamento di simulazione per il quale Marco Villa ha chiesto la massima concentrazione da parte tutti: una prova generale (che sembra sia andata molto bene con un tempo ai limiti del record del mondo, ndr). Era un po’ il momento della verità.

«Sono il più giovane di questo gruppo e i ragazzi mi hanno aiutato dentro e fuori la pista. Come gestirmi con i media, come comportarmi in gara, come comportarmi prima della gara per tenere sotto controllo l’ansia. Io tendo ad isolarmi molto per concentrarmi. Gli eventi li sento eccome. Mi è successo ai mondiali l’anno scorso, magari non si vedeva ma ero abbastanza stressato. Per questo dico che il loro supporto è stato fondamentale».

Il supporto non gliel’hanno dato solo i suoi tre compagni in pista, ma tutto lo staff e anche Liam Bertazzo con il quale Milan condivideva la camera. 

«Con Liam ho parlato molto al di fuori della bici, mi vedeva che magari ero agitato. Per esempio nell’ultima prova fatta a Montichiari in pista ero molto teso. Pippo ma anche Lamon mi hanno detto di stare tranquillo, che la pressione c’era ma che non dovevamo dimostrare nulla a nessuno. Quella prova mi ha fatto bene, siamo andati forte e da lì ho iniziato davvero a credere in me».

Ganna nel finale ha fatto la differenza e le sue trenate si sono fatte sentire
Ganna nel finale ha fatto la differenza e le sue trenate si sono fatte sentire

Tokyo come Montichiari

Milan racconta poi anche della gara, dei giorni in velodromo a Tokyo.

«È stato un po’ strano laggiù. Io ho corso poche gare con il pubblico e l’aspetto di questo stadio mezzo vuoto mi faceva sembrare di essere a Montichiari e per certi aspetti l’ho sentita un po’ meno. Ero sempre concentrato, pensavo solo a fare il mio, a dare tutto in quei tre minuti e 40 secondi e qualcosina di più e non è facile.

«Ci credete che ero più agitato nelle qualifiche che in semifinale e finale? Non so perché! Ho tutta una mia procedura prima delle gare. Mi piace arrivare molto prima. Se gli altri arrivano un’ora e mezza in anticipo io devo arrivare due ore e mezza. Devo ambientarmi. Non mi piace fare le cose di fretta. Se magari c’è un intoppo devo sapere di poterlo risolvere con tranquillità. Perché una scintilla di ansia mi diventa un rogo».

Marco Villa e le sue indicazioni a bordo pista. Emozioni forti anche per il cittì
Marco Villa e le sue indicazioni a bordo pista. Emozioni forti anche per il cittì

Quella trenata di Ganna

«In gara poi – riprende Milan – ero super concentrato, ma con la coda dell’occhio all’uscita delle curve guardavo i neozelandesi in semifinale e i danesi in finale. Li ho visti due o tre volte, non di più, perché dopo il secondo cambio… ciao! Sei troppo a tutta.

«Mi ripetevo pedala, stai giù, non strappare e guardavamo i segnali di Marco (Villa, ndr). Se c’era il pollice in su, stavamo andando bene. Se invece ci chiamava con le mani significava che eravamo in svantaggio. E quando vedi che ai tre giri tu sei a tutta, che Ganna continua ad aumentare e che Villa continua chiamarti diventa… “duretta”! E vi assicuro che la trenata di Pippo si è sentita, ma chiaramente in quel momento non gli dici mica di rallentare».

Gara finita, Milan (tutto a destra) è rimasto in posizione ancora una tornata. Poco dopo lo sguardo con Consonni (al centro)
Gara finita, Milan (a destra) è rimasto in posizione ancora una tornata, poco dopo lo sguardo con Consonni

Lo sparo e l’urlo di Consonni

Milan ci riporta praticamente in bici con lui. Anche a noi in questo momento salgono i battiti e le gambe diventano dure. Ma anche noi esplodiamo di gioia alla fine.

«Quando ho capito che avevamo vinto le Olimpiadi? Ho questo flash. Ricordo che ho sentito il nostro sparo e subito dopo il loro. Ma non sapevo ancora nulla. Non so perché, ma ho fatto un altro giro in posizione. Ho alzato lo sguardo, ho visto sul tabellone la bandierina dell’Italia, ho incrociato lo sguardo di Consonni affianco a me e l’ho visto gridare. A quel punto ho capito ed è stata un’esplosione di emozioni assurda, allucinante, indescrivibili tutti i pensieri che mi sono venuti in testa».

«Sul podio poi, quando ci hanno dato la medaglia e l’ho presa in mano ho detto: “ostia”, quanto pesa! E’ sui 500 grammi, come un pacco di pasta!».

Il ritorno dell’eroe

Finita la gara chiaramente è esplosa la festa già in pista, con gli altri ragazzi e tutto lo staff.

«Poi in aeroporto ho trovato ad accogliermi i miei parenti e al di fuori c’era un autobus con il mio fans club. Saranno state 40 persone, ma quello è stato solo un primo assaggio. La sera dopo infatti in piazza Buja hanno organizzato un evento, ci tengo a dirlo tutto nelle normative anticovid, con tante personalità tra Comune, Provincia, Regione. Avevano preso uno di quei grossi camion che utilizzano anche il Giro per fare il palco. Non so quanta gente ci fosse.

«Una cosa così ti ripaga delle fatiche fatte, delle giornate trascorse lontano da casa. Voglio ringraziare ancora il mio paese. Sono state nuove emozioni. Perché è bello sapere che c’è stato chi ci sosteneva non solo da Buja ma da tutta Italia. Un sacco di gente continua a farmi le congratulazioni».

Milan (21 anni ad ottobre) appena dopo la premiazione: «E’ stata un’esplosione di emozioni assurda».
Milan (21 anni ad ottobre) appena dopo la premiazione: «E’ stata un’esplosione di emozioni assurda».

Milan non cambia

Jonathan però non è cambiato dopo questo successo. Si evince dal suo modo sempre gentile di parlare e di raccontare e poi glielo chiediamo apertamente: «Ma resti sempre il “bambinone” da 1,93 centimetri che tanto ci piace?».

«Ah, ah… assolutamente sì! Resto lo stesso e con la stessa fame di vincere».

Milan non dimentica il passato, il Cycling Team Friuli con il quale tra l’altro ha continuato a lavorare in accordo con il preparatore della Bahrain Victorious, Paolo Artuso.

«Sono cresciuto con loro e con loro abbiamo pianificato bene gli allenamenti in tutti questi anni e nell’ultimo periodo. Credo che questa vittoria sia una grande cosa anche per il CTF. Ho sentito Bressan già a Tokyo. È stato poco prima dell’antidoping, mi ha fatto una videochiamata e l’ho visto che brindava da solo a casa!».

Adesso rivedremo Milan in gara al Benelux Tour (30 agosto – 5 settembre) e in qualcuna delle corse italiane. Poi il suo programma su strada è tutto da vedere in quanto ad ottobre ci sono gli europei e mondiali su pista che lo aspettano. E andarci da campione olimpico è una bella responsabilità.

Bertazzo, quel giorno a Izu mi è passata davanti la storia

23.08.2021
5 min
Salva

In pista, sul magico anello di Tokyo, quel fatidico 4 agosto, Liam Bertazzo non c’era, ma nella foto dell’abbraccio dopo l’oro (foto di apertura), lui è quello con la mascherina che Ganna corre a stringere. L’oro olimpico del quartetto a squadre, soffrendo nel parterre del velodromo giapponese, è un po’ anche suo. Riserva del team, è stato protagonista della sua nascita e crescita fino al grande momento. E’ parte del progetto, del prima, durante e anche dopo. Nessuno come lui quindi ha i titoli per raccontare come si è arrivati a quell’eccezionale risultato e anche a quel che sarà.

Già, perché normalmente quando arriva un’Olimpiade, il resto della stagione è quasi un lento e stanco tran tran verso la sua conclusione. Ma questo non è un anno normale e già dal giorno dopo la chiusura di Tokyo 2020 è cominciata la rincorsa a Parigi 2024, frenetica perché c’è un anno in meno, tanto che per alcune discipline già si parla di qualificazioni e per molti sport arrivano i mondiali. E il ciclismo su pista è fra questi.

Partiamo però da Tokyo e dall’avventura finita in un bagno d’oro. Liam l’ha vissuta da spettatore, ma nessuno di quelli che erano nel velodromo era interessato come lui: «E’ stato un momento speciale, in quei primi attimi, dopo aver guardato il tempo, mi sono tornati alla mente tutti i momenti belli e brutti di quest’avventura durata anni. Le critiche che qualche volta abbiamo dovuto accettare, tutti i gradini di una crescita partita dal basso e, lasciatemelo dire, tutto l’affetto che ci accomuna, con Ganna, Lamon, Consonni, Milan. Ma anche con Scartezzini e chi in questi anni è entrato nel quartetto e poi uscito. Siamo tutti una grande famiglia».

Bertazzo quartetto 2015
Il quartetto azzurro agli Europei 2015 in Svizzera: finì ottavo, lontano dal podio, ma tutto iniziò allora
Bertazzo quartetto 2015
Il quartetto azzurro agli Europei 2015 in Svizzera: finì ottavo, lontano dal podio, ma tutto iniziò allora
Quando è nata questa scalata?

Io considero il primo atto gli Europei su pista di Grenchen (SUI) nel 2015: fummo ottavi ma iniziammo ad avvicinare quel fatidico muro dei 4 minuti. Già l’anno dopo, ai mondiali di Londra, abbattemmo più volte il limite e finimmo quarti: eravamo io, Ganna, Consonni e Viviani. Fu il primo legno, ma ci diede la consapevolezza di quel che potevamo fare e lo prendemmo in maniera positiva. Poi sono venuti i terzi posti di Hong Kong 2017 e Apeldoorn 2018, nel 2019 in Polonia cadde Lamon all’inizio e finimmo solo ottavi, nel 2020 a Berlino finimmo terzi, ma in semifinale ottenemmo il 2° posto, lì abbiamo capito che ormai c’eravamo.

C’è una tappa che non hai nominato: le Olimpiadi di Rio 2016. Non eravamo qualificati, ma la squalifica della Russia impose un vostro richiamo dalle ferie e partiste quasi senza allenamento. Un una minima preparazione in più, pensi che il podio fosse possibile già allora?

Con i se e i ma non si fa la storia… Diciamo che finimmo a un decimo dalla Nuova Zelanda che si qualificò per la finale per il bronzo. Nel caso avremmo dovuto affrontare la Danimarca che era già fortissima all’epoca. Magari un bronzo potevamo giocarcelo, ma è anche vero che a Tokyo, nella semifinale, abbiamo vinto di un soffio proprio con la Nuova Zelanda, diciamo che quel credito con la fortuna lo abbiamo riscosso…

Bertazzo Viviani 2015
Bertazzo con Viviani, nella Madison iridata 2015 chiusa con l’argento. Liam vanta altre 2 medaglie iridate e 2 titoli europei
Bertazzo Viviani 2015
Bertazzo con Viviani, nella Madison iridata 2015 chiusa con l’argento. Liam vanta altre 2 medaglie iridate e 2 titoli europei
Abbiamo parlato degli altri, ma il 2021 di Liam Bertazzo com’è?

Non è stato semplice finora, ma mi sento una persona nuova e non nego che la spinta dell’oro dei ragazzi è notevole anche per me. Io vengo da stagioni molto difficili, mi sono dovuto operare alla schiena per un’ernia che m’impediva di rendere al 100 per cento, diciamo che la mia vera stagione comincia ora.

Rientri nel gruppo a tutti gli effetti?

L’obiettivo è quello, farmi trovare pronto per europei e mondiali che saranno la mia Olimpiade. Io sono convinto che qualcosa arriverà, la fame di risultati non si è placata a Tokyo, sento spesso i ragazzi e so che è così. Quel che mi è mancato per colpa della schiena è la gara: l’ultima è stata la prova di Coppa del Mondo a Glasgow nel 2019, non è solo la gara in sé, è il fare gruppo, tutto quel che comporta una trasferta. Ora voglio mostrare sul campo che sono ancora parte del gruppo.

Non solo per l’inseguimento a squadre: nelle rassegne titolate le gare a disposizione sono molte di più che in un’Olimpiade…

Certo, c’è spazio per tutti e voglio farmi trovare pronto, anche se la preparazione non potrà giocoforza essere completa. Tornando a quel che si diceva prima, effettivamente saranno rassegne particolari. I team hanno dato carta bianca per l’Olimpiade, ma ora impiegano i corridori nelle varie gare e molti verranno dalle prove del WorldTour. Non avremo tanto tempo per oliare i meccanismi del quartetto, ma il problema vale per tutte le nazioni…

Bertazzo Coppi e Bartali 2021
Una delle rare uscite su strada nel 2021, alla settimana Coppi e Bartali. La ripresa dall’operazione è stata lenta
Bertazzo Coppi e Bartali 2021
Una delle rare uscite su strada nel 2021, alla settimana Coppi e Bartali. La ripresa dall’operazione è stata lenta
Passerai anche tu dalla strada?

Sì, ho in programma alcune prove in Belgio, ma per le gare su strada sarà per me più importante la stagione prossima, iniziandola subito e non dovendo stare a guardare. Ho corso poco quest’anno e sono curioso di vedere come andrà.

Parigi 2024 è dietro l’angolo: secondo te nel vostro gruppo ci sarà qualche nuovo innesto?

Domanda difficile… Se me l’avessi fatta nel 2018 ti avrei risposto di no, poi avete visto tutti la crescita poderosa di Jonathan Milan e quello che ha fatto a Tokyo. Ad ora sarei portato a dire che saremo ancora noi, ma se emergerà qualche grande talento sarà più che bene accetto, il nostro gruppo è aperto…