Consonni, la fatica di un anno storto e le birre della Barbieri

24.08.2022
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Dice Consonni di aver corso le ultime prove dell’omnium di Monaco, chiuso con la medaglia d’argento, più di testa che di gambe. E alla fine quel malessere che, assieme alla compagna Alice, aveva spiegato come lo sballottamento dopo i tanti viaggi, ha preso la forma di un tampone positivo che l’ha costretto a fermarsi ancora. Dalla Tirreno in poi, non c’è stato mese nella stagione di Simone che non abbia avuto qualche intoppo. E quando è così, diventa anche difficile mantenere i buoni propositi.

«Sarei voluto andare ad Amburgo – ammette – ma la stagione non vuole lasciarmi tranquillo. Così sono stato a casa per una settimana senza andare in bici e ieri ho fatto la prima ora e mezza, che sembrava di essere ripartito a novembre. Devo ricostruirmi ancora. Ho fatto tante pause. E se tutto va bene riprendo dall’11 settembre a Fourmies. Mi sarebbe piaciuto anche fare la Vuelta, per avere un grande stimolo, ma la squadra ha detto di no per il problema dei punti…».

Consonni è rientrato al Polonia (qui con Cimolai), ma dopo 5 tappe è stato mandato in Belgio e Francia
Consonni è rientrato al Polonia (qui con Cimolai), ma dopo 5 tappe è stato mandato in Belgio e Francia
Proviamo a ricominciare da qualcosa di più allegro. Dice Rachele Barbieri che deve offrirti qualche birra per averle fatto cambiare rapporto agli europei…

Dai, facciamoci una risata. Ero sui rulli, perché dopo le ragazze toccava a me e mi stavo giocando l’europeo. Quando però sono scese di pista per la caduta, ho smesso di riscaldarmi e sentivo che nel box c’erano Villa e Rachele che parlavano di cambiare rapporti. Dicevano che così accorciata, la corsa sarebbe stata quasi una prova di scratch.

Quindi?

Anche io venivo da grandi ragionamenti sul rapporto da usare e m’è venuto di getto, senza pensarci tanto: «Allora perché non mettete un rapporto da scratch?». Mi hanno guardato come se avessi avuto l’intuizione del secolo e alla fine l’hanno cambiato. Secondo me un dente non fa grande differenza, per me vinceva lo stesso, anche per come l’ha fatto.

Non dirglielo, sennò non ti paga da bere…

Ha avuto sicuramente vantaggio sul piano psicologico (sorride, ndr). Rientrare sapendo di avere un rapporto più lungo ti fa sentire forte.

Il secondo posto nell’omnium di Monaco è un buon risultato, ma c’era già qualche segnale negativo
Il secondo posto nell’omnium di Monaco è un buon risultato, ma c’era già qualche segnale negativo
Villa si è detto molto soddisfatto del tuo omnium.

Ci teneva a farmelo fare. Mi sono liberato all’ultimo, perché la squadra è piuttosto concentrata in questa caccia ai punti, quindi non ero sicuro di poter lasciare la strada e nemmeno troppo della mia condizione.

Sei rientrato al Polonia e prima non correvi dai campionati italiani, giusto?

Giusto, ma dopo 5 tappe in Polonia usate per riprendere ritmo, mi hanno fatto ritirare per andare a Leuven, dove ho fatto decimo e ritrovato fiducia, e al Circuit Franc Belge. Quando uno sponsor investe tanto come Cofidis, l’idea di retrocedere non va tanto giù. Comunque mi sono liberato, ho fatto una scappata il venerdì a Montichari e ho lavorato con la bici del quartetto che era rimasta in Italia. E poi sono andato a Monaco.

Che tipo è Grondin che ti ha battuto nell’ultimo sprint?

Chiuso, introverso. Sembra che se la tiri, ma è un tipo alla mano. Ha un grande motore. Mi raccontava Benjamin Thomas che erano in caccia in una madison e non riuscivano a prendere il giro. Finché Grondin gli ha chiesto se volessero prenderlo, oppure c’era un motivo in quello stare nel mezzo. E quando Ben gli ha detto che bisognava prenderlo, l’altro ha accelerato e in meno di cinque giri l’hanno guadagnato. Altrimenti restavano nel mezzo per tutta la corsa…

Il terzo posto di Reggio Emilia, dietro Dainese e Gaviria, è stato il miglior risultato al Giro
Il terzo posto di Reggio Emilia, dietro Dainese e Gaviria, è stato il miglior risultato al Giro
In teoria ti servono 50 punti per qualificarti ai mondiali.

Nel quartetto ci sono, perché la qualifica è per Nazioni. Per l’omnium mi mancano 50 punti, ma voglio capire bene cosa faremo. Stiamo parlando della specialità di Elia (Viviani, ndr), che ha annunciato di puntare forte sui mondiali. Se lui ha in testa altre prove, allora ne possiamo ragionare.

Siamo in balia dei punti, insomma. Peccato che quelli della pista non valgano su strada…

Già ci si lamenta perché nelle corse di un giorno se ne fanno più che vincendo tappe di un grande Giro. Da una parte potrebbe essere giusto per premiare chi fa più specialità e magari non partecipa ai Giri, ma la vedo complicata. Però il sistema nelle gare su strada non mi convince. A inizio anno l’Arkea venne a una corsa con tre velocisti. Ognuno fece la sua volata, si piazzarono nei 10 e andarono a casa con un baule di punti. Io sono abituato che si corre per vincere, non per piazzarne più che puoi.

Cambiano gli scenari.

E cresce lo stress. Le corse sono tutte più tirate e nessuno molla. Si fa la volata anche per il 60° posto e si lima all’inverosimile. E badate, lo dice uno che ha sempre limato tanto. Adesso tenere le posizioni è diventato snervante.

L’oro olimpico del quartetto a Tokyo è il momento più alto nella carriera di Consonni, primo a destra
L’oro olimpico del quartetto a Tokyo è il momento più alto nella carriera di Consonni, primo a destra
Forse ti aspettavi una stagione diversa?

Decisamente. Fino alla Tirreno ero stato perfetto, poi si è ammalata mia nonna e insieme è venuto fuori il problema al ginocchio. Ho sempre saputo di non essere un corridore da 15-20 vittorie l’anno, ma aver avuto un percorso tutt’altro che lineare non ha aiutato. Quest’anno mi sono rimesso in gioco, puntando su me stesso, cercando tempi e occhio nelle volate. Spero che servirà a raccogliere l’anno prossimo. E spero che vada come nel 2021, in cui gli altri si sono presi i vari titoli in palio e io sono arrivato alla fine con le Olimpiadi.