ROUBAIX (Francia) – Mads Pedersen vorrebbe probabilmente essere altrove e non ne fa mistero. Diretto e tagliente come il vento della Danimarca da cui arriva, il capitano della Lidl-Trek è stato messo fuori gioco da una foratura nel momento peggiore e non è più rientrato. Dava la sensazione di avere tanta birra ancora da dare e lo ha dimostrato inseguendo come un ossesso, infuriandosi con quelli che non collaboravano e poi vincendo lo sprint nel velodromo che gli è valso il terzo posto. Che cosa sarebbe potuto succedere senza quella foratura?
Ti incenerisce con lo sguardo e ha ragione, perché probabilmente si è punito abbastanza da sé con certi ragionamenti. Campione del mondo quando nessuno se lo aspettava, adesso che è spesso sulla porta di una Monumento, trova sempre un inghippo che glielo impedisce. Non deve essere piacevole: fortuna per lui che riesce a voltare rapidamente la pagina.
«Non voglio fare il gioco dei se – dice subito – perché sappiamo come va a finire. Non ho avuto fortuna, non posso farci niente. Mi sentivo molto bene, avevo buone sensazioni e la squadra aveva fatto un lavoro impressionante tutto il giorno per tenermi fuori dai problemi e mettermi nei settori in una buona posizione. Fino a quel momento era andato tutto bene…».
Mancavano 71 chilometri all’arrivo, corsa ormai chiusa: come si fa a cambiare mentalità e iniziare a lottare per il terzo posto?
Penso sia qualcosa che devi fare. Quando succede una cosa del genere, devi prepararti per qualcosa d’altro. In quel momento, non sapevamo se fossimo in corsa per il podio. Ma in questa gara, non sai mai cosa succederà. Sai che se continui a lottare, potresti finire sul podio e così è andata.
Due settimane fa hai definito Van der Poel un mostro, come lo descriveresti oggi?
Il mostro non è scomparso (ride, ndr), lasciatelo con questo status.
Nelle ultime settimane, abbiamo visto molte belle battaglie tra Mathieu, Tadej e anche te, ma la Roubaix potrebbe essere stata l’ultima, perché probabilmente di qui in avanti non ci saranno più gare in cui combatterete l’uno contro l’altro…
Pensate che sia un peccato? Non direi, non vedo l’ora di non correre più contro di loro (ride e strappa il sorriso, ndr). Andrò in altro corse e troverò altri avversari, credo che tutti dobbiamo accettarlo e divertirci. Dovremo aspettare 12 mesi per rivedere certi duelli, spero nel frattempo di poter fare i miei risultati. Mathieu andrà al Tour e come lui anche Tadej, ma avranno obiettivi diversi.
Non si gioca con i se, ma eri sicuro che avresti vinto la volata per il terzo posto?
Non avevo la sensazione di essere il più forte, quindi volevo anche che facessero tutti la loro parte. Negli ultimi 15-20 chilometri abbiamo avuto vento contrario e avevo bisogno di recuperare, quindi ho cercato di lasciargli fare il grosso del lavoro. Per fortuna hanno tenuto un ritmo alto che ha impedito gli attacchi e poi in volata ho dato tutto.
Secondo al Fiandre, terzo alla Roubaix. Sempre gli stessi corridori, che idea ti sei fatto del momento?
Non lo so, sta a voi di dire e fare certe considerazioni. Noi corriamo, cerchiamo di vincere, ci piace cercare fortuna sulle nostre biciclette. Fortunatamente sono stato in grado di finire nuovamente sul podio. Davvero a volte è tutto molto più semplice di quello che sembra…