Bressan e la mentalità del Cycling Team Friuli

10.11.2020
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Quando si parla di dilettanti e si dice Cycling Team Friuli si ha subito la sensazione di essere di fronte ad una realtà diversa. Quasi una terra di mezzo tra chi è professionista nel WorldTour e una realtà che di dilettantistico ha davvero poco. In tanti anni di corse all’estero, i corridori che sono arrivati nel grande ciclismo passando da qui hanno fatto di questo sodalizio l’oggetto del desiderio di molti giovani.

Giovanni Aleotti all’ultima tappa del Giro U23
Giovanni Aleotti all’ultima tappa del Giro U23

Quel podio sfiorato

«E’ stata una stagione intensa – dice il patron del team, Roberto Bressan – Cosa è stato brutto e cosa bello? Il covid è stato brutto, perché ciclisticamente parlando è stata un’annata positiva. L’unico neo semmai è l’aver perso il podio del Giro U23 con Aleotti all’ultimo giorno. Questo ancora non ci dà pace. Ed ha portato ognuno di noi a diverse spiegazioni. Che Giovanni sia più da Tour che da Giro, visto che è più adatto a certe pendenze. Che è più per corse di un giorno. Che per fare grandi prestazioni ha bisogno di fare prima un grande Giro. Quest’ultima è la mia interpretazione e nasce dal fatto che lo scorso anno al Giro gli dissi dopo l’ennesima caduta di mollare la generale e di puntare ad una tappa. Ne è uscito bene e al Tour de l’Avenir ha fatto secondo. Posto sempre, sia chiaro, che stiamo parlando di un ragazzo di 21 anni che deve ancora maturare».

Mentalità CTF

Bressan e il suo team non vanno alla ricerca delle vittorie. Roberto lo dice apertamente. L’importante è formare un corridore. Il “rientro” di tanto investimento è vedere che un loro atleta arrivi maturo al professionismo.

«Il percorso al CFT dura quattro anni, per chi ha gli attributi, crede nel progetto e acquisisce la nostra mentalità di lavoro. Ma alla fine nella bici o nella vita si arriva. Pensiamo a Yankee Germano, mio ex corridore. Non è diventato un professionista, ma è uno dei massaggiatori più apprezzati del gruppo, è alla Deceuninck-Quick Step.

I ragazzi del CTF sul podio tricolore della cronosquadre
I ragazzi del CTF sul podio tricolore della cronosquadre

«Quest’anno abbiamo vinto titoli su strada, a crono e in pista. Sono orgoglioso di aver conquistato quello della cronosquadre. Da ex pistard posso dire che il polso di un team o di una Nazione si vede dal quartetto. E lo stesso vale su strada. Abbiamo presentato anche un secondo team quest’anno, proprio perché volevamo dare un messaggio di quanto sia importante fare questa disciplina. E il prossimo anno farò lo stesso.

«Chi passa deve essere completo. Ci sono professionisti che non hanno mai fatto una cronosquadre. Rischiano anche di buttare giù tutti. Non avevamo mai partecipato prima a questa prova perché si disputava in un momento dell’anno in cui non c’erano uomini in forma o non c’erano mezzi, e noi le cose vogliamo farle per bene. Questa volta c’erano le premesse per far bene ed eccoci».

Il 2021 già pieno

Per il prossimo anno i bianconeri saranno in 14 . Ai tre che passano (Davide Bais, Aleotti e Milan) subentrano tre juniores. Lascia Ferronato, che però potrebbe essere un futuro Ds del team (ed ecco che ritorna il discorso fatto prima per Germano) e arriva Nicola Buratti.

«Questo ragazzo doveva venire con noi l’anno scorso. Poi ci sono state delle incomprensioni col suo vecchio team juniores e non lo abbiamo più tesserato. Lui però ci teneva e così lo abbiamo “appoggiato” presso un team amico. Lo ha preparato Andrea Fusaz. Volevamo che acquisisse la nostra mentalità e solo allora lo avremmo preso. Ha vinto una gara in Piemonte da primo anno e colto un podio in una gara durissima in Toscana.

«In più ci sarà Fran Miholjević. Suo papà, ex pro’ e ds della Bahrain McLaren, ci ha chiesto di prenderlo perché crede nel nostro metodo di lavoro. Io ho lasciato carta bianca ai miei preparatori e loro mi hanno dato l’okay sui numeri dell’atleta. Il fatto che ci sia lui magari può essere come mettere il dito di un piede in una WorldTour, anche se io prima voglio vedere i fatti».

Il calendario del CTF ricalcherà, covid permettendo, quello fatto nel 2019. Quindi gare all’estero e prove continental di qualità. «Gare in cui l’atleta – conclude Bressan – può crescere e non solo vincere. Penso ad una Adriatica Ionica Race, al Giro di Val d’Aosta, al Giro U23… E volendo avremmo anche l’invito al Giro di Slovenia, gara molto importante».