Il viaggio attorno agli junior azzurri pluri-medagliati al mondiale in pista a Cali fa scalo da Fabio Masotti, collaboratore tecnico del cittì Marco Villa. Così come era successo per le olimpiadi di Tokyo e per tanti altri eventi, durante la rassegna iridata di Glasgow, Masotti era rimasto a Montichiari a lavorare con i più giovani proprio in vista della trasferta colombiana. A lui il compito di seguire principalmente le ragazze (in apertura è con Anita Baima). E quando ad inizio agosto eravamo stati a Montichiari a vedere gli ultimissimi preparativi per la Scozia, il tecnico friulano ce lo aveva anticipato.
«Abbiamo buone sensazioni col gruppo junior – spiega il friulano – secondo me conviene risentirci al nostro rientro». Detto, fatto. Italia migliore nazionale a Cali con quattro ori e altrettanti argenti e bronzi.
Fabio avevi ragione, è andata alla grande in Sudamerica.
Il bilancio generale è stato davvero ottimo. Anzi è un medagliere per cui farci sempre la firma prima di partire. Siamo molto soddisfatti, soprattutto in relazione alla preparazione che abbiamo svolto. Andando nello specifico, ho lavorato con le juniores. Non siamo riusciti a fare più di tanto perché Venturelli e Toniolli erano a Glasgow, quindi le prove del quartetto le abbiamo affinate in Colombia. Anzi, le due settimane precedenti sono state un po’ difficili perché si sono allenate poco assieme. A maggior ragione avevamo programmato di arrivare a Cali diversi giorni prima dell’inizio dei mondiali (disputati dal 23 al 27 agosto, ndr) sia per smaltire il fuso orario sia per sistemare gli ultimi automatismi prendendo confidenza con la pista. Alla fine tutto è andato bene, non ci lamentiamo.
Come avete scelto le convocazioni?
Avevamo fissato il martedì e il giovedì per gli allenamenti a Montichiari, compatibilmente con gli impegni di scuole e squadre. La risposta è stata buona. Durante tutta la stagione ad ogni sessione abbiamo sempre avuto in media un gruppo di almeno una decina di ragazze. Diventa più facile lavorare in questo modo. Così assieme a Villa e Bragato abbiamo deciso di far ruotare un po’ di ragazze rispetto all’europeo di luglio ad Anadia. Ad esempio, il quartetto lo abbiamo cambiato per metà pur avendo vinto l’oro in Portogallo. Potevamo fare la stessa scelta di comodo, ma abbiamo avuto altri riscontri in base alla condizione delle ragazze. Così come abbiamo fatto in altre specialità dove abbiamo fatto le rotazioni. Poi crediamo essenzialmente che sia giusto così perché tutte queste ragazze, o quasi, ce le troveremo tra le U23 e le elite.
Risposta secca, ce ne sono di già pronte o più predisposte ad entrare nel gruppo delle più grandi?
Difficile dirlo al primo colpo (sorride, ndr). Battute a parte, per il futuro siamo ancora ben coperti con le elite perché è un gruppo molto giovane. Certamente una ragazza come Venturelli ha già dimostrato di poter lavorare con U23 e magari con le elite. Però penso a Pellegrini che da junior è andata molto forte su strada e in pista, ma quest’anno, anche perché aveva la maturità, ha dovuto ambientarsi alla nuova categoria, trovando recentemente una buona condizione per andare all’Avenir. Visto come l’hanno ben gestita, lei ad esempio per il 2024 sarà un innesto importante per il nostro gruppo U23. Stesso discorso per Delle Vedove. Alessio aveva inizialmente qualche lacuna poi si allenato tanto tra pista e strada e nell’ultimo mese ha vinto due gare importanti in Belgio. Anche lui sarà una risorsa degli U23.
La categoria junior in pratica cambia ogni anno. Iniziate a fare scouting fin dal primo anno allieve per vedere i prospetti oppure aspettate che siano più grandi?
Bisogna dire che gli juniores è una categoria acerba e di conseguenza quelle sotto. Dobbiamo fare molta attenzione a non voler cercare per forza il talento giovanile basandoci solo sui risultati. Tante volte ci sono juniores del primo anno che vanno benissimo e quello successivo si perdono un po’, così come è vero il contrario, ci sono ragazze che maturano e migliorano al secondo anno. Ecco, tra le allieve seguiamo solo quelle del secondo anno guardando gli italiani in pista, l’attività su strada. Ci basiamo anche su quello che ci riportano i loro diesse o i centri federali regionali perché sarebbe quasi impossibile vederle tutte. Una volta che passano juniores, lavoriamo subito su gruppi larghi poi avviene la scrematura, sia per scelte sia nostre sia da parte delle atlete che magari si sentono meno adatte alla pista col passaggio di categoria.
Il metodo di lavoro è il medesimo del gruppo elite?
Direi che è lo stesso del gruppo pista in generale. Ovvio che ci siano delle distinzioni da fare visto che parliamo di ragazze tra i 16 e i 18 anni. Ci adattiamo con la tipologia di ragazze che arrivano, aspettiamo sempre un po’ a dare certi carichi di lavoro. Di base con loro curiamo di più la qualità che l’aspetto fisico. Lavoriamo sulla tecnica, come il cambio nel quartetto o nella madison. Sono quelle fondamenta che devono poi fargli fare il salto quando saranno più grandi. Sono tre stagioni che abbiamo in mano il femminile e il nostro intento dichiarato a più riprese è quello di ripetere il metodo che abbiamo affinato con gli uomini. Con le juniores cerchiamo di dare nuova linfa al movimento poi è normale che se hai chi ti trascina è tutto di guadagnato.
Ti riferisci a Venturelli?
Federica per le juniores è stata ciò che sono stati Viviani o Ganna per gli uomini o Balsamo per le donne, giusto per fare i primi nomi che possono venire in mente. Federica in questi due anni da junior è stata uno stimolo per tutte le sue compagne. Se sai che corri una madison o un inseguimento a squadre assieme ad un talento del genere, ti concentri per dare il massimo. Da soli però non si fa nulla. Ed infatti abbiamo raccolto tante medaglie grazie all’impegno di tutte le ragazze. Il merito viene condiviso meglio così e c’è più soddisfazione per tutte.
C’è già chi può sostituirla?
Per il 2024 speriamo di trovare una nuova Venturelli, non necessariamente in termini di risultati, anche se vorremmo chiaramente, quanto più in termini di coinvolgimento generale. Baima in Colombia ha corso con classe tutte le sue prove, vincendo molto bene. Potrebbe ereditare questo ruolo, ma non vogliamo metterle ulteriore pressione. Abbiamo tante altre ragazze che sapranno formare un gruppo forte.