L’oro e gli scherzi: qualcuno stasera perderà i capelli…

04.08.2021
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Quattro frecce tricolori hanno tinto d’azzurro il velodromo di Izu. Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan hanno scritto il loro nome nella leggenda del ciclismo su pista, andando a prendersi a una media impressionante di 64,856 km/h non solo la medaglia d’oro dell’inseguimento a squadre dei Giochi di Tokyo, ma anche il nuovo primato del mondo (3’42”032), che cancella quello di ieri realizzato in semifinale (3’42”307).

Prime fasi di gara, gli azzurri in testa. Dopo la rimonta danese, l’affondo di Ganna e arriverà l’oro
Prime fasi di gara, gli azzurri in testa. Dopo la rimonta danese, l’affondo di Ganna e arriverà l’oro

Treno veloce

Qui il treno veloce che attraversa il Giappone si chiama Shinkansen, ma forse dovranno ribattezzarlo Freccia Azzurra, dopo l’impresa compiuta dai ragazzi di Marco Villa nella finale contro la Danimarca. Da brividi poi l’ultimo chilometro, quando l’Italia è passata da un ritardo di 834 millesimi al vantaggio sul traguardo di 166 millesimi: più di un secondo dato dall’Italia ai rivali, visti i 53.506 secondi impiegati per coprire la distanza contro i 54.539 dei danesi.

Anche il presidente del Coni Malagò e Dagnoni hanno voluto festeggiare con i campioni olimpici
Anche il presidente del Coni Malagò e Dagnoni hanno voluto festeggiare con i campioni olimpici

Bottino pieno

Neanche a dirlo, a condurre la rimonta nei giri finali è stato un monumentale Top Ganna, che in apertura si congratula con i danesi sconfitti e ha impressionato anche sir Bradley Wiggins, presente a bordo pista come corrispondente per Eurosport. Il segreto? E’ che Superpippo non ha mai pensato a nessun altro metallo se non all’oro: «Sapevamo di essere competitivi, quindi era da ieri sera che volevamo arrivare e fare qualcosa di grosso. Sapevamo di avere un buon paracadute, ma il paracadute non lo volevamo, perché volevamo andare in picchiata libera verso il grande risultato. Siamo riusciti a ottenerlo con tanta fatica, sudore e lavoro di squadra». 

L’arrivo di Milan ha fatto fare al quartetto il salto di qualità decisivo
L’arrivo di Milan ha fatto fare al quartetto il salto di qualità decisivo

Insonnia Milan

Parole da leader di un quartetto che era partito da quell’esperienza lampo di Rio 2016, quando erano stati chiamati a sostituire la Russia squalificata per il caos doping scoppiato all’immediata vigilia dell’Olimpiade carioca. Fra le differenze di quella squadra (che volò in Brasile con Lamon, Ganna, Bertazzo e Consonni con Scartezzini riserva) c’è l’inserimento Jonathan Milan. E proprio il ventenne friulano di Buia (paese d’origine anche di Alessandro De Marchi) è il più incredulo.

«Era un sogno, siamo riusciti a realizzarlo tutti insieme, come un vero team. Abbiamo formato un bel gruppo, non solamente noi – racconta emozionato – ho avuto un po’ di difficoltà ad addormentarmi ieri sera tra emozioni, dubbi e pensieri vari. Ero preoccupato di tirare troppo poco o di sbagliare qualcosa. Poi però, mi sono svegliato tranquillo, concentrato sulle possibilità che avevamo».

Un momento atteso per anni: l’oro olimpico: il sogno che diventa realtà
Un momento atteso per anni: l’oro olimpico: il sogno che diventa realtà

La locomotiva di Verbania

Eppure, a quattro tornate dal termine, l’impresa sembrava quasi impossibile (date un’occhiata alla progressione dei tempi nel primo foglio di questo file ufficiale). Persino la formazione femminile, presente in tribuna a fare un tifo indiavolato, stava per rassegnarsi, prima che la Locomotiva di Verbania non decidesse di trasformarsi in Shinkansen.

«Sapevamo che erano più forti su quella distanza – dice Ganna – ma anche che nell’ultimo chilometro avevamo un buono sprint per recuperare tutto il terreno perso. Pensavo a pedalare e a fare la miglior performance possibile e non alla tabella ed è arrivato il record del mondo. I ragazzi mi hanno messo nelle migliori condizioni possibili. Io, una volta che sono lanciato e ho preso il ritmo devo solo mantenere, nient’altro. Vi assicuro che fare il lavoro degli altri tre è molto più difficile». 

La giusta partenza

E così, l’abbiamo chiesto a Lamon come si lancia il quartetto a tutta. Lui ci ha risposto di aver tenuto lo stesso ritmo di ieri, ma Simone poco più in là se la ride e dice: «No no, sei andato molto più forte». Francesco poi aggiunge: «Devo trovare il giusto compromesso tra una partenza forte che non rimanga sulle gambe a tutti. Spero di averlo fatto nel limite del possibile, poi quando sono a ruota è una sofferenza fino alla fine. La mia gara dura un po’ di meno di quella degli altri, ma ce l’ho messa tutta. Andare a letto ieri con già una medaglia al collo è diverso dal giocarsi o tutto o niente, però non ci siamo rassegnati al 2° posto perché l’oro è sempre l’oro». Poi la dedica speciale per il papà: «Compie gli anni giusto oggi, per cui penso sia un buon regalo e rinnovo i miei auguri. Lui lavora in ospedale e ha seguito la gara con un suo collega».

Ottima partenza per Lamon: gli azzurri sono passati subito al comando, ma la strada fino all’oro era ancora lunga
Ottima partenza per Lamon: gli azzurri sono passati subito al comando, ma la strada fino all’oro era ancora lunga

Ruoli invertiti

Simone non bada a tecnicismi: «In finale non c’è un vero piano, alla fine l’adrenalina prende il sopravvento. Finché ne hai, vai». E così è stato fino all’apoteosi d’oro.

«Un mondiale o un europeo ti danno luce sport – aggiunge Top Ganna – l’Olimpiade credo che sia l’emblema di uno sport che magari durante l’anno non viene seguito dai media e poi ai Giochi può portare qualche ragazzo ad avvicinarsi al nostro. Quando abbiamo cominciato noi a Rio, vedevamo le altre nazioni come modelli, magari adesso qualche team ci vede da campioni olimpici come riferimento da battere».

A chi chiede a Superpippo se gli sforzi del doppio impegno siano stati ripagati dalla medaglia odierna: «Sono passate un paio d’ore da quando l’ho vinta, ci pensiamo domani».

Ganna e Consonni sono l’anima della festa, fra battute e racconti
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Birra e capelli

Nunc est bibendum, bisogna festeggiarla e Filippo scherza: «Speriamo di non trovare i 7/11 (negozi aperti 24 ore su 24 qui in Giappone; ndr) aperti, perché sennò finiamo tutta la birra». Poi rivela il voto per l’oro: «Diciamo che qualcuno torna senza capelli stasera. A Villa non possiamo far nulla e ci toccherà colorarglieli o mettergli una parrucca».

Smaltita l’adrenalina e il mal di gambe, Consonni correrà la madison con Viviani
Smaltita l’adrenalina e il mal di gambe, Consonni correrà la madison con Viviani

Tocca a Elia

E a proposito del podio storico, Simone aggiunge: «Qui siamo in quattro, ma c’è tutta una nazione dietro. Volevo ringraziare Liam Bertazzo che non ha corso purtroppo, sicuramente avrebbe fatto il  nostro tempo così come tutti i ragazzi a casa». E’ il più stanco di tutti il bergamasco, ma capitan Ganna lo sprona in vista dei prossimi impegni. «Lui è come un gatto, ha sette vite». «Però qualcuna l’ho già perduta nelle scorse gare – replica Simone – domani mi concedo un po’ di riposo e mi godo Elia nell’omnium, mentre poi mi aspetta la madison».

La fame azzurra di gloria olimpica non si è ancora placata, tocca a te Elia saziarci già tra meno di 24 ore, spazzando via tutti i dubbi dei mesi precedenti.