Scartezzini, lo Stelvio, la palestra e lo stress delle convocazioni

10.06.2021
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Quelli del quartetto, tolti i campioni che abbiamo visto in diretta durante il Giro, sono abituati a lavorare tanto dietro le quinte, venendo fuori semmai nelle gare. Ma le gare, le loro almeno, continuano ad essere annullate: vedi gli europei. E così, dando seguito alle parole di Viviani sul fatto che fra loro ci siano corridori che hanno il posto garantito e altri che devono sudarselo, siamo piombati idealmente nel ritiro di Livigno, facendoci raccontare da Michele Scartezzini in che modo abbiano passato questi giorni sospesi fra gli europei annullati e le convocazioni per le Olimpiadi.

Il veronese, che come Lamon veste la maglia delle Fiamme Azzurre, è uno dei pochi in Italia che ha scelto di dedicarsi totalmente alla pista, come ci aveva raccontato lo scorso inverno.

«Posso farlo – dice – proprio grazie al gruppo sportivo, che ha preso Lamon e me proprio con l’obiettivo olimpico. Ci fanno sentire importanti, non ci manca nulla e avere addosso quei colori in certi momenti ci dà più l’idea di rappresentare l’Italia».

Si torna a correre

E adesso che le Olimpiadi sono arrivate, non è difficile immaginare i pensieri che si affollano nella testa di questi ragazzi alla vigilia delle convocazioni.

«Si faranno le selezioni nei giorni in cui avremmo corso gli europei – dice – farle in gara sarebbe stato meglio, perché ci sarebbe stata un’adrenalina diversa. Ma prima andremo alla Adriatica Ionica Race, in cui Villa ha voluto portare anche Lamon e me per darci più ritmo. Saremo una bella squadretta e avremo l’obiettivo di far vincere subito Elia, così la preparazione andrà meglio».

Sembra facile, in realtà non lo è. Mentre Viviani, Consonni e Ganna a Livigno sono andati per sciogliere le gambe post Giro e hanno fatto soltanto uscite in scioltezza, poca palestra e qualche partenza da fermo, il gruppo dei pistard ha lavorato sodo. Loro in teoria sono quelli che le convocazioni devono sudarsele. Ma ora la discesa è imminente e la pianura porterà afa e, una finita la breve corsa a tappe, il ritorno in velodromo a Montichiari.

Con gli europei sarebbe stato diverso?

Era meglio, anche per Villa che si troverà in difficoltà a fare le sue convocazioni. La gara sarebbe stata un’altra cosa, parlo anche per me. In gara la tensione va via meglio, abbiamo imparato a gestirla in tanti anni. Così sarà diverso. Onestamente pensavamo che avrebbero fatto di tutto per salvare gli europei, dopo aver messo al sicuro quelli degli juniores e degli under 23 a Fiorenzuola. Invece…

Come è stato il calendario gare prima di Livigno?

Lamon e io, avendo ricevuto la deroga, siamo riusciti a correre fra i dilettanti. Bertazzo ha fatto l’Ungheria. Io ho corso più dello scorso anno, certo non ai livelli di Viviani, Ganna e Consonni, ma ho la base giusta per fare i lavori della pista. Loro all’inizio invece saranno spaesati, perché sono gesti diversi da quelli che hanno fatto per tre settimane al Giro. Loro in altura hanno riposato, noi l’opposto…

Racconta, che cosa avete fatto?

Tanta salita e tanta palestra, ogni due giorni. Squat, pressa e balzi. Non abbiamo fatto la forza in bici, solo a secco e con carichi importanti. Parliamo di 4-5 serie di squat con 3 ripetute al 90-95% del massimale. Ne uscivo con le gambe massacrate. I primi due giorni all’arrivo sono stati blandi, dal terzo si è cominciato con questo regime.

Cambia qualcosa nel sostenere certi carichi in altura?

In realtà no, perché il cuore non va su e non c’è bisogno di chissà quale adattamento. Ho lavorato da subito con gli stessi chili che avrei sollevato al livello del mare. Però è capitato che soprattutto alla fine non sia riuscito a lavorare con lo stesso peso, perché si sono sommate le fatiche del periodo o perché non avevo mangiato nel modo giusto.

Due volte a settimana in palestra con carichi di lavoro importanti
Due volte a settimana in palestra con carichi di lavoro importanti
Nel giorno della palestra, solo palestra?

Al massimo ho abbinato delle partenze da fermo in pianura, sennò palestra e basta. Puoi fare un’oretta per sciogliere, ma dopo due ore così dure, non ne hai tanta voglia.

Come reintegri nelle due ore di palestra?

Bevo tantissimo e dal giorno prima mangio più carboidrati, che permettono di aumentare di volume nelle ripetizioni. Di solito nello squat inizio ad aumentare i carichi progressivamente e l’altro giorno non sono riuscito ad arrivare al picco che volevo perché mi sono reso conto di non aver mangiato abbastanza fra la sera prima e a colazione.

Più salita del solito, come mai?

Abbiamo continuato a dirci per giorni che abbiamo fatto più volte il Foscagno in queste due settimane che in tutti gli anni precedenti. Lo abbiamo usato soprattutto per i lavori, così passava meglio. Abbiamo fatto anche lo Stelvio, salendo al medio che per noi è un buon ritmo. Più salita perché l’anno scorso, quando è venuto fuori che le Olimpiadi le avrebbero rinviate, la motivazione è un po’ scesa. Ma ora si fa tutto al massimo, non si salta niente di quello che è scritto in tabella.

Come eri conciato dopo tanta salita?

Non sfinito, non si sono fatte 5 ore tutti i giorni. Mai meno di 3 ore, ma gestendoci.

Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn. A fine giugno le convocazioni per Tokyo
Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn
Cosa dice la bilancia dopo due settimane così?

Io cerco sempre di non perdere peso e il rischio ci sarebbe, perché in altura si brucia di più. Però ho sempre reintegrato bene, ho bruciato i grassi e portato a casa una migliore definizione muscolare. A noi non serve essere magri come scalatori. Ieri con Lamon guardavamo la seconda serie Movistar su Netflix e ci siamo messi a parlare di quando spiegano a Valverde che con quel rapporto watt/kg in salita lo staccheranno di certo. A noi non serve. Noi dobbiamo avere la forza per girare in pista a quel determinato tempo. Il nostro è peso di massa muscolare, che non incide sul recupero.

Come vivete l’avvicinamento delle convocazioni?

Non ne parliamo tanto, siamo tutti un po’ tesi…