Trofeo Binda, parterre mondiale per junior ed elite

14.03.2022
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Pochi giorni mancano all’attesissimo Trofeo Alfredo Binda in programma domenica a Cittiglio. Al via saranno presenti le migliori squadre World Tour e continental del panorama ciclistico femminile. Ad anticipare la gara regina, la mattina andrà in scena il Piccolo Trofeo Binda – Valli del Verbano dedicato alle donne junior e gara d’apertura della Coppa delle Nazioni UCI. Anche qui con una lista partenti internazionale, che vedrà 16 squadre straniere da 13 differenti stati. 

Abbiamo chiesto all’organizzatore Mario Minervino di illustrarci gli ultimi dettagli e cosa c’è alla base di questo grande evento.

Mario Minervino dirige l’organizzazione delle due prove junior ed elite
Mario Minervino dirige l’organizzazione delle due prove junior ed elite

Una startlist da mondiale

Il ct della nazionale Sangalli l’ha definito un “mondiale di primavera”. Come contraddirlo visto l’elenco delle partenti che vede le 25 squadre al via. Anche il percorso che l’anno scorso ha visto trionfare Elisa Longo Borghini potrebbe essere un punto di partenza per il percorso iridato. 

Tra le favorite spiccano i nomi di Cecilie Uttrup Ludwig della FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope, che ha fatto terza tre volte. Naturalmente Marianne Vos (Team Jumbo-Visma), da considerare tra le favorite. Ashleigh Moolman-Pasio e Chantal Blaak del Team SD Worx. Della Movistar Team Women la probabile capitana Katrine Aalerud, a cui si addice gran parte del percorso. Anche Mavi Garcia della UAE Team ADQ sarà da tenere d’occhio. Per quanto riguarda le favorite italiane, per il team Trek-Segafredo saranno sicuramente Elisa Longo Borghini, che partirà con il numero uno sul dorso ed Elisa Balsamo.

Elisa Longo Borghini ha vinto l’edizione del 2021 dopo una lunga fuga
Elisa Longo Borghini ha vinto l’edizione del 2021 dopo una lunga fuga
A che punto siete con l’organizzazione?

Siamo in dirittura d’arrivo, stiamo ultimando tutto.

I protocolli covid sono ancora stringenti?

Abbiamo un incontro giovedì in questura, abbiamo il tavolo tecnico, vediamo cosa ci diranno, per il momento non abbiamo ancora indicazioni.

Parliamo del percorso di questa edizione…

Il percorso è uguale a quello dell’anno scorso. E’ piaciuto e andato bene, abbiamo visto che è stato apprezzato dagli addetti ai lavori. E si è visto, con la bellissima fuga da lontano con cui ha vinto Elisa Longo Borghini. Più lungo e più duro delle precedenti edizioni. E’ venuto naturale riproporlo.

La gara attraversa le Valli del Verbano e 19 comuni…

Come lo abbiamo disegnato ha funzionato. Sul percorso sono presenti dei traguardi volanti e Gpm che coinvolgono le amministrazioni che tocchiamo. Ci sembrava doveroso nei confronti loro gratificarli per la collaborazione che ci danno.

Elisa Balsamo è tra le favorite, con una condizione in forte crescita
Elisa Balsamo è tra le favorite, con una condizione in forte crescita
Junior ed elite condivideranno parte del percorso?

Il finale delle junior è come quello delle elite. Anche se il percorso in generale è meno lungo e duro.

Quanto è importante per voi affiancare le junior alle elite?

A Cittiglio ci abbiamo sempre creduto nel ciclismo giovanile. E’ una tradizione che ha radici in molti anni. Da quando è diventata Coppa delle Nazioni. L’UCI ci aveva chiesto di non fare entrambe le gare, ma noi abbiamo argomentato la nostra volontà di dare spazio anche alle junior e di valorizzare il movimento femminile. In un contesto di una gara così importante ci sembrava scorretto non farlo. 

Siete un esempio anche sotto l’aspetto giovanile…

Ho battuto il chiodo e oltre a questo ho anche chiesto che diventasse Coppa delle Nazioni UCI. Anche perché è nata proprio da Cittiglio. I costi sono tanti ma bisogna valorizzare il movimento giovanile per investire sul futuro

Cosa comporta organizzare un evento World Tour?

Vuol dire tanto. Ci sono costi enormi, vuol dire dare tanto prestigio. Siamo stati sempre ad alto livello quindi il passaggio non lo abbiamo subito. Anzi ogni anno che passa cerchiamo di fare qualcosa di diverso e arricchire l’evento. L’immagine che trasmettiamo è chiara e genuina. É una grande corsa

Cecilie Uttrup Ludwig ha siglato tre terzi posti in questa competizione
Cecilie Uttrup Ludwig ha siglato tre terzi posti in questa competizione
Il ct Sangalli vi ha denominato “mondiale di primavera”. Quest’anno maggiormente perché ha paragonato il finale alla prova iridata australiana di settembre…

Parole sue. Ci fa molto piacere. La corsa juniores prevede 16 squadre straniere di 13 nazionali diverse. Sicuramente può risultare importante come un europeo. Per le elite è un’indicazione per dare i giusti spunti.

Il parterre al via comprende le migliori formazioni al mondo. Chi sarà al via?

Se facessi i nomi farei un torto a qualcuna. Ci sono veramente tutte e ne siamo contenti. L’unica che so è che non sarà al via la Van Vleuten. 

Qual è il futuro prossimo per la competizione?

Il futuro vedremo. Non me la sento di parlarne adesso. Siamo a pochi giorni dall’edizione 2022 e mi concentro sul presente. Da lunedì ci risentiamo e guardiamo al 2023. L’importante è che questa sia una giornata di sole e di sport. 

Preparazione rivoluzionata. Adesso anche Elisa ha i suoi picchi

12.03.2022
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Aveva tagliato il traguardo della Strade Bianche da pochi secondi, ed Elisa Longo Borghini aveva subito voluto mettere le cose in chiaro circa la sua prestazione (un buon ottavo posto) e sul fatto che il ciclismo femminile fosse cambiato. «Il livello – disse Elisa – si è notevolmente alzato in campo femminile. Non è più come una volta, non posso pretendere di andare forte da febbraio a ottobre. Servono dei picchi di forma oggi anche per noi donne».

Effetto del WorldTour femminile. Tutto sta cambiando. E queste sue parole le abbiamo “girate” al suo preparatore, Paolo Slongo.

Paolo Slongo segue direttamente la preparazione della campionessa italiana
Paolo Slongo segue direttamente la preparazione della campionessa italiana

Tre picchi

«Beh sì, Elisa ha detto bene – spiega Slongo – non può essere in forma per tutto l’anno. Storicamente Elisa era sempre costante, in una buona condizione per tutto l’arco della stagione. In qualche appuntamento prefissato andava un pelo di più ed in altri un pelo di meno. Ma quest’anno abbiamo voluto cambiare qualcosa».

«Abbiamo deciso di partire un po più calmi, anche con un chiletto in più di peso. Una scelta ponderata proprio per partire con più energia, per arrivare progressivamente in forma».

Slongo ha previsto quindi un crescendo per la Longo Borghini. Ma presto già potrebbe andare bene, meglio di quanto fatto in Toscana.

«Penso – spiega il coach – che già dalle classiche del Nord, nelle Ardenne, farà un bello step. Però bisogna guardare a tutta la stagione, soprattutto a una stagione che aggiunge al già fitto calendario il Tour de France».

«E poi ci sarà il Mondiale in Australia, dove comunque per le donne potrà diventare una corsa dura e quello strappo vicino all’arrivo ne fa una corsa che le si addice».

Insomma i picchi dell’atleta della Trek Segafredo saranno tre: Ardenne, Giro-Tour che sono distanziati di una ventina di giorni l’uno dall’altro, e il mondiale a fine stagione. Ha ragione Elisa: il ciclismo femminile sta cambiando e sempre più somiglia a quello degli uomini.

Per Elisa Longo Borghini un 8° posto alla Strade Bianche
Per Elisa Longo Borghini un 8° posto alla Strade Bianche

Il cambio di ritmo

Ardenne, Giro, Tour… oggi per vincere serve esplosività, che è un po’ il tallone d’Achille della fuoriclasse piemontese. Ma Slongo assicura che stanno lavorando anche sotto quell’aspetto.

«Quel cambio di ritmo e la volata sono le cose che gli vengono un po’ a mancare, lo sappiamo. Ci stiamo lavorando, ma rendiamoci anche conto che ad un certo punto è anche una questione di fibre muscolari.

«Quindi sì: può sempre migliorare, però non si può cambiare quello che la natura ci ha dato. Penso che la forza di Elisa sia la resistenza».

Paolo Slongo ed Elisa proprio prima del via della corsa senese
Paolo Slongo ed Elisa proprio prima del via della corsa senese

Rivoluzione mentale?

E psicologicamente, un’atleta come Elisa, sempre pronta e “abituata” ad impostare in un certo modo la sua stagione agonistica come lo recepisce un cambio così importante? E’ una bella rivoluzione a ben pensare…

«Un bel cambio sì. Ne abbiamo parlato apertamente quest’inverno – ammette Slongo – per certi aspetti mi sembra di essere tornato un po’ con Vincenzo (Nibali, ndr). Il campione vorrebbe sempre essere competitivo e quando non lo è se ne dispiace. Comunque Elisa sa che c’è un progetto, un programma ben preciso e lo vive bene».

 

«E poi anche alla Strade Bianche non era molto distante dalle migliori, anzi. E’ arrivata sotto l’ultima salita con le migliori sei. E questo a mio avviso è molto importante, specie se si considera che di fronte a lei ci sono dei gradini di forma da acquisire. E’ un grande segno per il prosieguo della stagione. E credo che nella sua testa anche lei pensi questa cosa».

Elisa nella crono del Giro del Giro d’Italia Donne 2021
Elisa nella crono del Giro del Giro d’Italia Donne 2021

Giro sì, pressione no

Slongo ha parlato di Giro d’Italia e Tour de France. Giusto ieri si è saputo qualcosa di più sulla corsa rosa. Una corsa che sulla carta sembra meno dura degli altri anni con il suo arrivo in quota del Passo Maniva. Un percorso così può far sognare la Longo Borghini.

«La nostra idea – dice Slongo – è quella di non creare pressione per quel che riguarda la classifica generale delle corse a tappe. Noi non partiamo al Giro per fare classifica. Poi vedremo come andranno le cose. Però non starei qui a fare annunci, né dichiarazioni.

«Elisa è anche un’atleta da corse di un giorno e non è sempre facile fare bene anche nella generale. Intanto pensiamo a classiche tipo Liegi e non dimentichiamo che dopo il Giro ci sarà anche il Tour».

Con Sangalli sul Giro Donne: sarà l’anno della Longo?

10.03.2022
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E’ stato presentato oggi, dal suo organizzatore Roberto Ruini, il percorso del Giro d’Italia Donne. Un evento che prenderà il via da Cagliari il 30 di giugno e si concluderà a Padova il 10 luglio. Saranno 5 le regioni toccate dalle atlete: Sardegna, Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino Alto-Adige e Veneto. Una presentazione tardiva, considerando che mancano solamente 3 mesi e mezzo al via della corsa. Cosa che non ha certamente facilitato il lavoro delle 24 squadre partecipanti nella programmazione della stagione. 

Dal 30 giugno al 10 luglio si cercherà l’erede della Van der Breggen
Dal 30 giugno al 10 luglio si cercherà l’erede della Van der Breggen

Meno duro? Forse

Dieci tappe: le prime tre in Sardegna con la cronometro inaugurale di 4,7 chilometri che si svolge all’interno del comune di Cagliari. Le altre due tappe in territorio sardo dovrebbero essere facile preda delle velociste. Dopo il giorno di riposo, che sposterà la carovana del Giro sul “continente” (così chiamano i sardi la penisola, ndr), sarà la volta della tappa 4.

Ci saranno ben 3 Gpm, ma la strada smetterà di salire solamente a 8 chilometri dal traguardo, qui chi avrà la gamba giusta potrà tentare un attacco sognando anche di strappare la maglia rosa. La tappa numero cinque sarà ancora questione di muscoli e watt tutti da sprigionare sul traguardo di Reggio Emilia.

Secondo il cittì Sangalli è un percorso adatto alle caratteristiche di Marta Cavalli che si è già messa in mostra alla Comunitat Valenciana Femines
Secondo il cittì Sangalli è un percorso adatto alle caratteristiche di Marta Cavalli

Le montagne

Prima di salire di quota, ed accendere così definitivamente la miccia di questo Giro d’Italia Donne, si passa da Bergamo. Con una tappa che prevede un circuito iniziale da ripetere 5 volte prima di spostarsi verso la città dalle mura veneziane. L’arrivo ricalca in pieno quello del Giro di Lombardia vinto da Pogacar.

Ci si sposta poi in altura, tappa sette ed il primo arrivo in salita: a Passo Maniva, non ci si può più nascondere. Le tappe otto e nove si corrono in Trentino, 5 Gpm totali: due nella prima e tre nella seconda tappa. Nella frazione numero 9 si affronterà anche la cima Coppi di questa edizione: il passo Daone 1291 metri. La tappa finale di Padova sarà un arrivo ancora per velociste che avranno l’onore di chiudere così questo Giro d’Italia Donne 2022.

TAPPAGIORNOPARTENZA-ARRIVOCHILOMETRI
1ª tappa7 marzocronometro individuale: Cagliari-Cagliari4,7
2ª tappa1 luglioVillasimius Tortoli117
3ª tappa2 luglioCala Gonone-Olbia112,7
4ª tappa4 luglioCesena-Cesena120,9
5ª tappa5 luglioCarpi-Reggio Emilia123,4
6ª tappa6 luglioSarnico-Bergamo114,7
7ª tappa7 luglioPrevalle-Passo Maniva113,4
8ª tappa 8 luglio RoveretoAldeno92,2
9ª tappa 9 luglio San Michele all’AdigeSan Lorenzo Dorsino112,8
10ª tappa 10 luglioAbano TermePadova90,8

Parola al cittì

Parliamo con Paolo Sangalli, neo cittì della nazionale femminile, il quale ha contribuito a disegnare il percorso di questo Giro d’Italia Donne 2022. Corsa che da quest’anno farà parte del calendario WorldTour. 

«Secondo il mio punto di vista – ci dice Sangalli – è un Giro equilibrato, disegnato per essere aperto fino all’ultimo metro. Ci sono le tappe dure, come la settima e la nona, che sono aperte a più scenari, su tutte quella di Cesena e Bergamo. Essendo le tappe in Sardegna per ruote veloci le squadre avranno l’interesse nel tenere la corsa aperta in queste due frazioni, chissà che qualcuno non prenda la maglia già qui».

Erica Magnaldi, del UAE Team ADQ, potrà mettersi in mostra nella tappa numero 7, l’unica con arrivo in salita
Erica Magnaldi, del UAE Team ADQ, potrà mettersi in mostra nella tappa numero 7, l’unica con arrivo in salita

Le tappe di Cesena e Bergamo sembrano disegnate per la Longo Borghini, in particolare la seconda. Potrebbe essere lei una dei nomi di spicco per i colori azzurri?

«Sembra proprio disegnata per lei – ridacchia Sangalli – quel muro finale che porta in città alta potrebbe fare qualche vittima. E’ una che parte sempre per vincere e quindi non si sa mai cosa aspettarsi da lei. Ma non focalizziamoci solamente sul suo nome, sono molte le nostre ragazze che possono fare bene. E’ un tipo di percorso che si addice molto anche a Marta Cavalli, per non parlare della tappa con arrivo a Passo Maniva (unico arrivo in salita, ndr) lì una su cui scommettere è la Magnaldi».

«Per concludere – riprende il cittì – penso sia un Giro pensato bene e con un’ottica WorldTour. Se si considera che poi il 24 luglio parte il Tour de Femmes direi che si incastrano molto bene. Qualcuna potrebbe anche azzardarsi nel correrli tutti e due».

Longo Borghini, piedi per terra e sogni importanti

17.12.2021
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E’ un bel periodo quello che sta vivendo Elisa Longo Borghini, uscita dal periodo del lockdown con un altro punto di vista su se stessa e sulla vita. Con il sorriso e con una serie di nodi finalmente sciolti, che hanno sgomberato il campo. Sono stati mesi difficili per tutti, ma in alcuni casi hanno portato nuova ispirazione. Ad esempio hanno permesso a chi scrive di chiudere una porta e ritagliarsi un’altra dimensione, mentre alla campionessa piemontese hanno donato occhi nuovi sul mondo. E se un’intervista comincia da stima reciproca e basi condivise, per chi legge sarà un viaggio da posizione privilegiata. La stessa in cui ci troviamo su questo divanetto spagnolo durante il primo ritiro della Trek-Segafredo.

Longo Borghini Tokyo 2021
Sul traguardo di Tokyo, Longo Borghini con l’espressione di chi ha dato davvero tutto
Da Elisa Longo Borghini l'unico squillo azzurro nel ciclismo su strada, un bronzo preziosissimo
Sul traguardo di Tokyo con l’espressione di chi ha dato tutto
Che cosa è successo negli ultimi mesi?

C’era una serie di eventi concatenati che mi portavano a essere introversa. Ora invece ho preso coscienza delle mie potenzialità. Non voglio mancare di rispetto alle mie avversarie, ma prima ero insicura, era come se patissi la corsa. Ora invece so di poter dire la mia. Il lockdown è stato una fase in cui ho potuto riflettere molto su quello che volevo e quello che non volevo. Ho tirato le somme e ho capito che potevo essere più determinata e sicura di me.

Un periodo duro, con qualche risvolto positivo…

Ha permesso a tante persone di riflettere sulla propria vita facendogli capire quanto siano fortunate. Prima davamo tutto per scontato, senza capire di essere dei privilegiati. Anche essere qua a parlare è un privilegio. Ci sono persone che non avranno mai interviste. Di più, persone la cui voce nessuno la ascolterà mai

Un cambiamento importantissimo.

Per questo ora non mi voglio porre più limiti. Voglio lavorare sodo e raggiungere buoni risultati, cercando di essere sempre migliore. Non sono quasi mai contenta dei risultati che ottengo e questo a volte è un bene e a volte un male. E’ buono avere accanto persone che te lo facciano notare.

Dopo lo shooting fotografico del mattino, il casco torna dal meccanico
Dopo lo shooting fotografico del mattino, il casco torna dal meccanico
Sai che il percorso del prossimo Tour potrebbe essere molto interessante?

C’è grande voglia di correrlo. Darà prestigio come lo ha dato a tante atlete del passato. Dobbiamo riflettere sul fatto che siamo qui a correre e abbiamo avuto anche la Roubaix, grazie a quelle donne che con la loro passione e la loro fatica ci hanno permesso di rivendicare certe corse.

Credi che in gruppo ci sia questa consapevolezza?

Fra le ragazze più mature, direi proprio di sì. Spero che le giovani non lo diano per scontato, sta a noi fare in modo che ciò non accada. Conoscere il passato è importante per avere un buon futuro.

Professionismo significa anche avere a disposizione figure di riferimento per ogni ambito.

Credo molto nelle persone che mi circondano, è il modo per rendermi un’atleta migliore. Mi piace avere un costante scambio di idee. Devo saper rispondere al nutrizionista o al mental coach. Loro mi danno gli strumenti, sta a me dire cosa penso. Mi piace che si crei sinergia, perché se certe cose, dall’alimentazione all’approccio con le gare, sono imposte, non sei consapevole di te stesso. Più ci si conosce, più si diventa forti.

L’individuo al centro delle operazioni…

I numeri dicono tanto, ma se non sei tu a capire da che parte sei girato, hai poco da fare. Il ciclismo è bello perché è introspezione, scoperta dei propri limiti e la voglia di superarli. A me piace fare fatica in bicicletta. Magari non sono un grande talento, ma lavoro tanto.

Se non avessi un grande talento, non avresti due medaglie olimpiche e tutto il resto…

Per come mi vedo, sento di essere una lavoratrice. Se non dai, non ottieni.

Giorni fa, nel cross di Vermiglio, si parlava con Marianne Vos e il pensiero intanto volava a te, sapendo che ci saremmo incontrati. Hai la stessa forza di Marianne nell’accettare i piazzamenti. Anche questo rende grandi…

Tu vuoi vincere a tuti i costi. Ma se quando stai dando il 110 per cento, qualcuno ti batte, non puoi farci niente. E’ lo sport, ma è anche la vita. E’ lo stimolo per migliorare.

C’è un secondo posto che però ti brucia?

Certo che c’è (dice dopo aver sollevato per qualche instante lo sguardo al cielo, ndr). E’ il secondo posto ai tricolori di Superga nel 2015 dietro Elena Cecchini. Il campionato italiano sembrava una gara maledetta. L’anno prima ero caduta, mentre Superga sembrava l’arrivo perfetto per me. Eravamo solo in due delle Fiamme Oro, mentre le Fiamme Azzurre erano tantissime e portarono via la fuga, arrivando ai piedi di Superga con un minuto e mezzo di vantaggio. Recuperai 1’20” arrivando a 10 secondi da Elena. Glielo dissi…

Che cosa?

Che la detestavo. Ma lei capì lo spirito di quella frase…

La Freccia Vallone è l’obiettivo di Longo Borghini: come cambia senza la Van der Breggen?
La Freccia Vallone è l’obiettivo di Longo Borghini: come cambia senza la Van der Breggen?
Torniamo al professionismo, orgogliosa di esserci arrivata?

E’ una cosa molto bella, ma non dobbiamo pensare che il percorso sia concluso. Finché ci saranno ragazze che guadagnano 300 euro al mese, non potremo dire di essere arrivate dove vogliamo. Non sto puntando il dito contro le piccole squadre, l’argomento è delicato. So benissimo che ci sono piccoli team a conduzione familiare, i cui direttori sportivi cercano di racimolare ogni anno il budget per far correre le ragazze. Ma dobbiamo impegnarci perché anche il loro livello possa crescere.

Come si fa?

A volte guardo Ina Teutenberg, il nostro direttore sportivo. Lei ha avuto una grande carriera (più di 200 vittorie, ndr), gettando le basi per noi che corriamo oggi. In qualche modo ora sta a noi raccoglierne il testimone.

A proposito di direttori sportivi, ti dispiace che Giorgia Bronzini sia andata via?

Mi dispiace molto, ma sono convinta che alla Liv troverà il suo ambiente. Lei è capace di dare grinta e far crescere le giovani. Qui si è trovata in difficoltà in una organizzazione con parecchi schemi. Sono sicura che farà un gran lavoro.

Cosa pensi della stagione con Elisa Balsamo?

La vedo già come una ragazza molto inquadrata, con un entourage che la segue benissimo. Mi piace l’idea di poterla aiutare a crescere ancora.

Il primo ritiro serve per mettere a posto tutti i dettagli, dall’abbigliamento alla bici
Il primo ritiro serve per mettere a posto tutti i dettagli, dall’abbigliamento alla bici
Vabbè, adesso però dichiara un obiettivo.

Se proprio devo dirlo, allora è la Freccia Vallone. Le ho sempre girato attorno e alla fine arrivava Anna Van der Breggen che trovava il modo di vincerla. Ora lei non c’è più e si creeranno tanti scenari e tattiche da capire. Sono davvero curiosa…

Il nostro tempo è scaduto. Paolo Barbieri arriva dalla sala accanto per portarcela via. Si starebbe a parlare ancora a lungo e siate certi che lo faremo. Il sorriso resta negli occhi mentre Elisa si allontana. Grazie per la stima. La stagione si annuncia foriera di grandi racconti.

Pirelli e Trek-Segafredo, una partnership da Formula 1!

30.10.2021
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Alla vigilia del Gran Premio di Formula 1 degli Stati Uniti, disputato a Austin lo scorso fine settimana, Pirelli e il team Trek-Segafredo hanno annunciato di aver rafforzato la loro partnership per il 2022. A sancire simbolicamente l’accordo hanno chiamato l’ex campione del mondo Mads Pedersen e la campionessa d’Italia Elisa Longo Borghini. Entrambi hanno avuto l’opportunità di effettuare un giro d’onore sul Circuit of The America, lo stesso che ha visto Max Verstappen trionfare su Lewis Hamilton.

Matteo Barbieri Head of Pirelli Cycling & Roger Gierhart Vice-President of Trek Bicycle
Matteo Barbieri Head of Pirelli Cycling & Roger Gierhart Vice-President of Trek Bicycle

La scelta della location non è stata casuale. Trek e Pirelli hanno infatti voluto sottolineare la matrice racing della loro partnership. Al termine del giro effettuato sul circuito di Austin Elisa Longo Borghini ha sottolineato il proprio orgoglio nel poter contare sul supporto di Pirelli.

La campionessa d’Italia ha così dichiarato: «Siamo orgogliosi di correre e di lavorare con i loro tecnici. Grazie all’uso intensivo ed esteso della tecnologia, che l’azienda mette nei suoi pneumatici da ciclismo, il lavoro di sviluppo è continuo e siamo sempre sicuri di poter contare sul materiale più avanzato. In aggiunta, è emozionante pensare che i nostri pneumatici da ciclismo sono progettati, prodotti e testati con la stessa tecnologia messa a disposizione dei piloti di Formula 1!».

Tanti i risultati raggiunti

L’accordo fra Pirelli e Trek-Segafredo ha avuto inizio nel 2020. Da allora sono stati davvero tanti e di prestigio i risultati ottenuti. In sole due stagioni la squadra americana ha riportato diverse vittorie importanti utilizzando i Pirelli P ZERO TM. Tra queste è sicuramente da ricordare la Parigi-Roubaix femminile, al debutto quest’anno e vinta da un’incredibile Lizzie Deignan. Nel successo dell’atleta britannica un ruolo fondamentale l’ha sicuramente avuto la scelta dei pneumatici.

Una sezione dei copertoni P ZERO Race TLR
Una sezione dei copertoni P ZERO Race TLR

Per Pirelli le competizioni rappresentano un vero laboratorio a cielo aperto, dove poter sviluppare i prodotti che saranno poi messi a disposizione dei praticanti. In questo contesto, la partnership con gli atleti del team Trek-Segafredo risulta essere fondamentale, soprattutto per i feedback che ne derivano. Il primo pneumatico tubeless Pirelli per bici da strada, il P ZERO RACE TLR, è infatti il risultato diretto della collaborazione tecnica con la squadra.

Un roseo futuro

Per il 2022 in Pirelli si aspettano nuovi feedback dagli atleti del team Trek-Segafredo. L’obiettivo finale rimane sempre quello di realizzare prodotti in grado di soddisfare al meglio le aspettative dei praticanti.

Matteo Barbieri, responsabile di Pirelli Cycling, ha sottolineato questo aspetto: «La partnership con un’azienda leader come Trek e con gli atleti del team è cruciale per Pirelli. Lavoriamo per alzare ulteriormente il livello tecnologico dei nostri pneumatici cycling, progettati con la qualità e le prestazioni richieste dai professionisti. Con un’occhio di riguardo all’adattabilità e la versatilità necessarie per gli amatori. Ora la collaborazione continua e si amplia, a conferma della reciproca soddisfazione per il percorso fatto assieme finora».

Roger Gierhart, vicepresidente di Trek Bicycle, ha concluso con le seguenti parole: «Pirelli ha una storia pluridecennale nella produzione di pneumatici da competizione, vincenti. Siamo orgogliosi di lavorare con un’azienda che ha giocato un ruolo così importante nella ricca storia del ciclismo. Pirelli è un partner inestimabile per Trek-Segafredo, in particolare per il modo in cui lavora con i nostri corridori e il nostro staff, per realizzare prodotti che eccellono nel World Tour».

A conferma del rafforzamento della partnership con il team Trek-Segafredo, nel 2022 il logo Pirelli apparirà in posizione di rilievo sulle divise ufficiali sia della formazione maschile che di quella femminile.

Pirelli

Prima Roubaix e impresona Deignan. Longo terza: si fa la storia

02.10.2021
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«Una magnifica corsa – dice Elisa Longo Borghini dopo la prima Roubaix Femmes della storia vinta da Lizzie Deignan – una corsa epica a dispetto delle cadute e del caos. Ma in fondo la Roubaix è fatta di cadute e caos. Magari non ripartirei subito, ma tornerò a farla. E’ stato un po’ come affrontare l’ignoto e questo mi piace».

La campionessa italiana, terza sul podio, questa volta ha più sorriso e meno rammarico. Ci sono podi e podi. E quando in testa c’è dal via una tua compagna di squadra e arrivi terza al primo assaggio di pavé, puoi a buon diritto ritenerti soddisfatta.

Ha vinto appunto Lizzie Deignan, paladina della parità di corse fra uomini e donne, che a un certo punto è uscita in testa dal primo pavé (che voleva prendere da sola per evitare le cadute) e ha tirato dritto fino al traguardo. Non l’hanno mai neppure avvicinata. E se non fosse stato per il forcing di Marianne Vos, cui il secondo posto brucia invece quanto quello del mondiale, avrebbe fatto in tempo a fare la doccia prima dell’arrivo delle rivali.

«Nessuna merita più di Lizzie – prosegue Elisa – di stare su quel podio. Io ero rimasta dietro una caduta e quando siamo arrivate al secondo settore di pavé, ho sentito dalla radio che lei era già avanti. Stamattina al via aveva lo sguardo frizzante, ha seguito l’istinto».

Alle spalle di Lizzie Deignan in fuga, la Longo faceva buona guardia
Alle spalle di Lizzie Deignan in fuga, la Longo faceva buona guardia

Lavoro di squadra

Alle spalle della britannica dal cognome francese, un paio di squadre hanno provato a organizzarsi, ma non c’è stato verso di guadagnare.

«Avevamo fatto alcune ricognizioni – racconta la Longo – ed eravamo pronte, ma un conto è provare il pavé con le tue compagne, tutte a distanza di sicurezza, un conto entrarci dentro full gas. Alcuni settori erano molto scivolosi, sono caduta 3-4 volte, ma mi sono rialzata e sono rientrata. La Roubaix è questo, mentre davanti Lizzie ha fatto qualcosa di incredibile.

«Noi abbiamo cercato di stare davanti per rallentare l’inseguimento. Soprattutto Cordon-Ragot ha fatto un lavoro eccezionale. Poi quando è partita la Vos, ho provato a seguirla, ma mi sono sentita impacciata. Ho rischiato anche di cadere in un paio di curve…».

Arrivo solitario con 1’17” su Marianne Vos per Lizzie Deignan
Arrivo solitario con 1’17” su Marianne Vos per Lizzie Deignan

Trek Domane più monocorona

Fra gli accorgimenti fatti durante le ricognizioni invernali e quelle dei giorni scorsi, la Trek-Segafredo ha puntato su una soluzione tecnica molto interessante, dovuta anche e soprattutto alla presenza del fango che ha minato l’efficienza delle parti meccaniche.

Così sulle Domane del team, già dotate dell’ISoSpeed per ammortizzare l’effetto del pavé, si è scelto di montare una guarnitura monocorona: 50 per tutte, tranne Ellen Van Dijk che ha scelto la 54. Tutte con guidacatena K-Edge. La cassetta scelta invece aveva pignoni dal 10 al 33.

«Per il resto – dice Elisa – doppio nastro, perché altrimenti il manubrio sarebbe stato troppo diverso da quello della mia Emonda, e niente guanti».

Tutto per caso

Lizzie sorride e ne ha motivo. Non ha capito neppure lei da dove le sia venuta l’idea di andarsene dal primo tratto di pavé, ma solo ora inizia a rendersi conto di quanto sia andata forte. Vanno bene tutte le osservazioni tecniche precedenti, ma se da sola riesci a tenerti dietro il gruppo, vuol dire che vai forte come e più di loro.

«Sono molto emozionata – dice – anche molto orgogliosao. Non posso credere che sia successo. Stavo lottando per prendere davanti il primo settore e sapevo che Ellen Van Dijk, uno dei nostri leader, non era in buona posizione. Ho pensato di darle il tempo per rientrare. Poi ho guardato dietro e non c’era nessuno. Così ho pensato: «Beh, almeno allora devono inseguire”. Io andavo e sapevo che dietro Ellen, Elisa e Audrey (Cordon-Ragot, ndr) mi guardavano le spalle. Avevamo la squadra migliore, per questo ho vinto».

Marianne Vos era la grande favorita anche grazie al ciclocross, ma è arrivata seconda
Marianne Vos era la grande favorita anche grazie al ciclocross, ma è arrivata seconda

L’Inferno del Nord

Il vero Inferno del Nord, con la temperatura che negli ultimi due giorni si è abbassata, la pioggia nella notte e lungo il percorso. Quadro peggiore non si poteva immaginare, eppure le ragazze, anche la più scettica Bastianelli e la preoccupata Guderzo, all’entrata del velodromo sorridevano.

«Non sapevo che avrei vinto finché non sono entrato al velodromo – racconta ancora Deignan – perché sinceramente non sentivo nulla. Avevo i crampi alle gambe e sapevo che anche nell’ultima sezione avrei potuto perdere due minuti. A questo punto della stagione sono stanca e sapevo che la cosa migliore per me era mantenere un ritmo regolare.

«E’ sempre stata una gara maschile. E sono così orgogliosa di questo e dove siamo, che il ciclismo femminile adesso è sulla scena mondiale. Sono orgogliosa che mia figlia possa guardare questa pietra (indica il trofeo con il sasso di Roubaix, ndr). E’ davvero speciale poter dire che il mio nome sarà il primo dell’albo d’oro. Sono davvero orgogliosa di essere qui, lo meritiamo. Sono orgogliosa di tutto il gruppo».

Longo Borghini terza a Roubaix, «a dispetto di caos e cadute», ha detto sorridendo
Longo Borghini terza a Roubaix, «a dispetto di caos e cadute», ha detto sorridendo

La Vos alle spalle

Parlerebbe per ore, come quando vuoi che il bel sogno non finisca mai. La tirano per la manica, propongono di chiuderla con le domande perché la squadra deve andare subito oltre la Manica per il Women’s Tour, ma lei sorride e si concede.

«Nessuno sarebbe stato così pazzo da prevedere un piano del genere – dice – è stato davvero doloroso. Però mi sentivo in controllo e sapevo di non poter superare il limite. Alla fine ho sentito che Marianne Vos era da sola al mio inseguimento e mi son detta che non era una bella notizia averla alle spalle. Sapevo anche di aver un buon margine. Poi sono entrata nel velodromo ed è stato surreale. Sono anni che guardo gli uomini farlo e dire che sono stata la prima donna è davvero speciale. Ci vorrà del tempo per farsene una ragione, ma avrò questo pezzo di pavé da guardare per gli anni a venire. Sono davvero orgogliosa: è questa la parola giusta».

Una giornata con gli azzurri risolta in 5 centesimi

22.09.2021
6 min
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Cinque centesimi. Appena cinque centesimi ci hanno permesso di salire sul podio. I beffati sono stati gli svizzeri. Alla fine quei sorrisi del mattino hanno portato bene. La nazionale dei ragazzi e delle ragazze ce la siamo gustata nell’arco di tutta la giornata. La sgambata della mattina, l’attesa, il riscaldamento, la gara, il podio.

Dopo l’oro di Ganna si torna a casa con un’altra medaglia, un bronzo. Un bronzo prezioso. E un podio misto uomini e donne, in una squadra composta da sei persone è un bel termometro di quel che sta diventando questa specialità in Italia. Non ci si riferisce ad un singolo elemento, al Ganna che fa discorso a sé. Anche se c’è tanto da lavorare. Ma per i discorsi “tecnico-politici” c’è tempo. 

Tra rulli e sgambata

Stamattina Ganna, Elena Cecchini e Marta Cavalli avevano optato per i rulli (con Vasco Rossi a fare da sottofondo), mentre Sobrero, Elisa Longo Borghini ed Affini avevano preferito la classica sgambata. I primi hanno fatto mezz’oretta o poco più, i secondi un’ora. Ma hanno finito tutti più o meno verso le 11. Il tempo di un po’ di relax, un leggero massaggio e alle 12 tutti a pranzo.

Poi le ragazze hanno preso la via di Bruges, visto che era lì che avveniva il cambio, mentre i ragazzi sono rimasti a Knokke-Heist. E verso le 14:30 eccoli arrivare al bus. Dove spariscono per la riunione tecnica. Un ultimo ripasso con Marco Velo.

Riunione e dettagli

«Cosa si dice in una riunione così? Si ripassa quel che si è fatto e visto nelle prove – spiega Velo – Abbiamo provato il percorso due volte. Sostanzialmente si è parlato delle curve da fare. Ce n’erano alcune nuove rispetto alla crono individuale. I ragazzi le hanno provate più volte per verificare la velocità d’entrata. E si è parlato della partenza. Sobrero si sarebbe “occupato” di quelle più strette in fase di avvio. Anche se la prima tirata l’avrebbe data in modo “dolce” Ganna.

«Poi sono professionisti, sanno bene cosa fare. Si parlano in corsa. In ogni caso Ganna e Affini dovrebbero fare trenate di 40” e Sobrero di 20”-30” a seconda delle gambe. L’importante è che diano tutto. Come ha fatto De Marchi a Trento. Quando senti che ti stai per staccare passi in testa e segnali che è l’ultima tirata. Magari è breve ma rialzi un po’ la velocità».

Il primo a scendere al riscaldamento è proprio il campione italiano, Sobrero. Poco dopo lo seguono Ganna e Affini. Ganna chiede una sedia per appoggiarci le borracce mentre esegue i suoi classici 25′ di riscaldamento.

«Sobrero – riprende Velo – scherzando ha detto a quei due giganti: ohi, ditemi quando c’è una curva che dietro di voi non vedo niente! Seguirli non è facile, neanche per me. Soprattutto da quando c’è Pippo che ha alzato l’asticella. Lui in ricognizione segna ogni dettaglio del percorso. L’altro giorno nelle crono individuale avevo due fogli di appunti: curva a destra da fare in posizione; tombino sulla sinistra… ».

Intanto le altre nazionali si recano in partenza. Non lontano dal bus azzurro griffato Vittoria, ci sono i tedeschi. In casa Svizzera invece regna grande silenzio. Mentre gli olandesi e i danesi sono molto lontani dal bus azzurro e hanno due camper più piccoli a supporto. Ma si sa: contano le gambe. I meccanici ci dicono che le bici dei nostri sono identiche a quelle utilizzate nelle crono individuali. Pippo, ha solo cambiato colore e ha preso la Pinarello Bolide “verde coleottero”. Una scaramanzia sostanzialmente ci confida Matteo Cornacchione, il suo meccanico.

Filippo Ganna, Matteo Sobrero ed Edoardo Affini: i tre azzurri hanno siglato il miglior tempo al cambio
Filippo Ganna, Matteo Sobrero ed Edoardo Affini: i tre azzurri hanno siglato il miglior tempo al cambio

Tre siluri su Bruges

Come da copione i nostri due “bestioni”, Ganna e Affini, spingono in modo feroce. Sobrero fa il suo e poi si stacca. Il tempo è preso sul secondo e al cambio di Bruges, quando passano sull’arrivo il colore del cronometro è verde. Italia in testa.

«Sapevamo che sarebbe stata una gara dura – ha detto Ganna – e dovevamo dare il cambio alle ragazze con il maggior margine possibile. Bisogna fare i complimenti a Sobrero che pesa 20 chili meno di me e Affini ed ha fatto una grandissima prova. Senza contare che oggi c’era anche un bel po’ di vento». 

«E’ un piacere avere due compagni di squadra come Pippo ed Edoardo, ma è anche molto difficile tenerli. Sono in grado di produrre velocità altissime e io devo fare un grande sforzo», ha aggiunto Sobrero.

Grinta rosa-azzurra

E poi è toccato ad Elisa, Elena e Marta. E a proposito di pesi leggeri, per loro non sarebbe stato facile con tanta pianura tenere a bada tedesche e olandesi.

«Grande souspence fino alle fine. Siamo riusciti a sopravanzare la Svizzera per pochi centesimi – dice il cittì SalvoldiE’ un premio per tutti. Ragazzi e soprattutto ragazze, perché prendere 2” a chilometro dalle tedesche è come vincere. Le nostre proiezioni ci dicevano che potevano essere anche peggiori. Hanno tirato fuori l’anima. E anche con un pizzico di fortuna è arrivato questo podio. Ci tenevano molto.

«Cinque centesimi è impossibile andarli a “trovare” – riprende Salvoldi – Magari è stata l’ultima pedalata a fare la differenza».

«Difficile dirlo – gli fa eco Elisa Longo Borghini – probabilmente li abbiamo ripresi nella parte finale. Abbiamo fatto una super prestazione». «Io invece – dice Marta Cavalli – sono rimasta super concentrata tutta la gara: posizione, sforzo, quello che dovevo fare… ma quando siamo rimaste in due ho sentito la responsabilità di tagliare il traguardo insieme ad Elisa». «Sapevamo che c’erano 3-4 squadre più forti di noi – ha chiuso Elena Cecchini – Ma siamo contenti e questi ci sprona a dare sempre di più e a lavorare in questa disciplina. E poi credo al karma, due anni fa abbiamo forato, stavolta è andata bene a noi».

Team Mixed Relay, magia azzurra sulle strade di Trento

08.09.2021
4 min
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L’estate magica – pardon, dorata – dell’Italia sportiva agli europei non si ferma più. Dopo i trionfi della nazionale di calcio e recentemente di quella di volley femminile, stavolta tocca al ciclismo che nella rassegna continentale di Trento centra la medaglia d’oro (dopo due bronzi nelle precedenti due edizioni) nel Team Mixed Relay. Una prova nata nel 2019, che in pratica è una staffetta tra il terzetto maschile e quello femminile.

Matteo Sobrero, Filippo Ganna, Alessandro De Marchi, Elena Cecchini, Marta Cavalli ed Elisa Longo Borghini (in rigoroso ordine di dorsale) hanno battuto di 21” la Germania (campione uscente) e di 27” l’Olanda (vittoriosa due anni fa). Regalando così al ciclismo azzurro la prima medaglia di questi europei trentini, la 43ª totale da quando si disputa la manifestazione.

Frazione maschile, tira Ganna, dietro Sobrero e De Marchi
Frazione maschile, tira Ganna, dietro Sobrero e De Marchi

Come si prepara?

Ma che tipo di gara è questa Mixed Relay? Come si prepara? Basta solo andare a tutta? Oppure ci deve essere della sintonia ed equilibrio tra il trio maschile e quello femminile per evitare che ci sia della pressione? Forse non c’è una risposta assoluta, ma una serie di giusti meccanismi che ti portano ad essere competitivi in una specialità del genere.

Appena finita la cerimonia delle premiazioni fermiamo Marco Velo, che era in ammiraglia insieme al cittì Davide Cassani, e gli chiediamo subito le primissime impressioni.

Grande felicità per questa vittoria immaginiamo.

Sapevamo di poter far bene con gente come Pippo, Matteo ed Alessandro. Avevamo un’ottima squadra così come la era quella femminile. Tutti ci aspettavano, ma non è mai facile vincere contro formazioni come Olanda e Germania. Tutti i ragazzi hanno fatto una prova superlativa, con ottimi tempi ed intermedi. Questa medaglia è il giusto premio per tutti.

L’obiettivo iniziale era Tokyo, ma dopo l’infortunio del Giro questo oro vale tanto
L’obiettivo iniziale era Tokyo, ma dopo l’infortunio del Giro questo oro vale tanto
Fa piacere che sia arrivata in questa specialità. Che valore ha questo oro?

Il movimento sta bene e deve continuare a stare bene, ci tenevamo a vincere questo europeo in casa. A crono ora siamo competitivi, mentre abbiamo perso sulle gare in linea o a tappe, è questione di ciclicità. Ora sfruttiamo il momento di essere forti a cronometro. Diciamo che questa medaglia dà quella spinta morale in più per affrontare meglio quelle individuali. 

Dal punto di vista tecnico come è stato l’avvicinamento?

Non è stato facile preparare ed interpretare una gara di questo genere perché i ragazzi non avevano mai provato assieme. In questa specialità bisogna essere molto bravi a sapersi adattare al ritmo degli altri e non è mai facile.

Vi siete confrontati o interfacciati con Salvoldi? Oppure l’obiettivo era creare un tesoretto di secondi da lasciare alle ragazze? 

Non era questione di interfacciarci prima con loro. Sapevamo che c’era da andare a tutta per poi far gestire il vantaggio alle ragazze, che poi alla fine hanno pure incrementato il margine. Anzi, non avevano nemmeno bisogno di questo vantaggio. Sono state bravissime, quindi complimenti alle ragazze.

Frazione donne: tira Longo Borghini, a ruota Cecchini e nascosta c’è Cavalli
Frazione donne: tira Longo Borghini, a ruota Cecchini e nascosta c’è Cavalli

Rivalsa De Marchi

Nella zona mista passano a turno i neocampioni d’Europa, ne sentiamo alcuni. «Personalmente – dice De Marchi – era una corsa a cui avevo strizzato l’occhio appena avevo ripreso la stagione dopo l’infortunio, che mi incuriosiva ed attirava. Con una squadra così eccezionale, abbiamo centrato il risultato pieno. E’ un successo di squadra, ha qualcosa di speciale proprio perché è ottenuto con altri compagni. E’ un segnale che il movimento c’è e funziona sia nel femminile che nel maschile in una specialità che richiede attenzione ai dettagli».

Dal quartetto alla staffetta

Fa eco a De Marchi anche Ganna: «Ogni volta voglio superarmi. Abbiamo ottenuto questo bellissimo risultato di squadra, era la prima volta che lo facevo e mi incuriosiva sempre quando guardavo da casa questa prova. Per l’occasione ho chiesto a Cassani se potevo farla, visto che in meno di 24 ore avrei disputato la crono individuale, dove voglio fare molto bene, ed ho subito avuto riscontro positivo. Similitudini col quartetto in pista? Diciamo che tutti e sei abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra, ognuno ha messo il suo. Abbiamo dimostrato di essere un bel gruppo».

Le azzurre hannoi appena saputo di aver vinto il Team Mixed Relay, pollici alti per Cavalli, Longo Borghini e Cecchini
Le azzurre hannoi appena saputo di aver vinto il Team Mixed Relay, pollici alti per Cavalli, Longo Borghini e Cecchini

Preparazione veloce

«E’ una medaglia bellissima – spiega Longo Borghini – perché dimostra la forza di un team, di una nazione e di un intero movimento. E’ un orgoglio indossare la maglia azzurra e sempre una grande soddisfazione poter vincere in Italia. Come si prepara? In verità è stata una cosa un po’ veloce perché abbiamo sempre il calendario molto pieno. Quando siamo arrivati qua abbiamo provato il percorso decidendo che la prima parte sarebbe stata di controllo e la seconda di velocità».

Longo Borghini leader e torna Guderzo. Salvoldi spiega

03.09.2021
6 min
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Niente di facile per il tecnico delle donne Salvoldi, che di ritorno dalle sfide olimpiche e gli europei U23 su pista, si è trovato ad allestire le squadre per gli europei di Trento. In un movimento che mischia spesso le elite con le under 23, dover comporre due squadre diverse potrebbe e in effetti è risultato complesso. Un solo dato è parso certo: a Trento avremo in Longo Borghini una leader fortissima.

«Alcune under – conferma il milanese – potrebbero correre con le grandi e farebbero anche bella figura. Soprattutto trovare otto ragazze adatte a quel tipo di percorso non è stato facile e alla fine si è riproposto comunque il tema di chi lasciare fuori».

Balsamo è rientrata dopo Tokyo al Simac, facendo fatica. Poi si è piazzata 5ª in avvio della Vuelta. Sarà leader ai mondiali
Balsamo è rientrata dopo Tokyo al Simac, facendo fatica. Poi si è piazzata 5ª in avvio della Vuelta. Sarà leader ai mondiali
Tolti i professionisti che hanno il tratto in linea, le altre categorie gireranno nel circuito. Qual è una valutazione tecnica per le donne?

Un percorso breve. Circuito di 13 chilometri diviso piuttosto nettamente in tre settori. Salita di 4 chilometri, discesa di 5 e tratto di pianura di 4. Da fine salita all’inizio della successiva ci sono poco più di 10 minuti. Come squadra puoi organizzarti per fare qualcosa in salita, ma vedrete che alla fine il tratto decisivo sarà il falsopiano in cima, il vero trampolino. Non vedo l’arrivo di una volata numerosa, quattro o cinque ragazze al massimo.

Parlando di under 23 che sarebbero state bene fra le elite, hai valutato anche Gaia Realini?

Non credo, parlando di elite, che avrebbe potuto trarre vantaggio da quel percorso. Mentre fra le under 23 la salita potrebbe essere più incisiva.

Gaia Realini correrà a Trento fra le under 23: sulla salita di Povo potrebbe fare la differenza
Gaia Realini correrà a Trento fra le under 23: sulla salita di Povo potrebbe fare la differenza
Abbiamo da considerare anche le junior…

In cui ogni anno c’è una ragazza fortissima con cui fare i conti. Quest’anno pare si tratti della tedesca Linda Riedman, classe 2003, che al Tour du Gévaudan Occitanie ha battuto la nostra Francesca Barale. Ma forse stavolta su quel circuito l’asso nella manica potremmo averlo anche noi con Eleonora Ciabocco. Non la conoscono, sanno che è campionessa italiana e potrebbe essere una bella sorpresa.

Fra le under 23 chi può farci paura?

Forse le francesi, ma come collettivo credo che siamo superiori noi.

Guazzini correrà la crono U23 di Trento: qui in quella del Simac Ladies Tour, chiusa in 11ª posizione
Guazzini correrà la crono U23 di Trento: qui in quella del Simac Ladies Tour, chiusa in 11ª posizione
Veniamo alle grandi…

Vedo sopra tutte la Van Vleuten e la Voss sul fronte olandese, Lizzie Deignan per la Gran Bretagna e la nostra Longo Borghini. Elisa ha avuto una bellissima svolta. Parlavo con lei prima di Plouay, che per lei era il rientro dopo lo stage in altura. Ci dicevamo che quella è sempre stata una corsa molto indicativa per il mondiale, per tipo di percorso e partecipazione. E lei l’ha corsa e dominata, mostrando di averne più delle avversarie (Elisa Longo Borghini è l’atleta nella foto di apertura, ndr).

Tokyo ha segnalato anche Marta Cavalli, che poi ha avuto qualche intoppo…

Marta è molto attenta e professionale. Mi pare abbia avuto qualche difficoltà a gestire i carichi di lavoro, quasi che per la voglia di migliorare si alleni troppo. Adesso sta bene e si aspetta di uscire con una buona gamba dalla Vuelta.

Ciabocco darfo 2021
Oltre a Francesca Barale, tra le junior puntiamo su Eleonora Ciabocco, tricolore strada, molto forte in salita. Possibile leader fra le junior
Ciabocco darfo 2021
Oltre a Francesca Barale, tra le junior puntiamo su Eleonora Ciabocco, tricolore strada. Possibile leader fra le junior
La sorpresa, se così si può dire, è la presenza di Tatiana Guderzo. Non si aveva la sensazione di un rapporto più tanto idilliaco fra voi…

Non abbiamo litigato, ci siamo parlati e ci siamo detti quello che andava detto. Dopo la Norvegia ha avuto qualche acciacco, per cui siamo rimasti di aggiornarci dopo la Vuelta per valutare bene la sua situazione.

Nella crono non correrà Elisa Longo Borghini, tricolore in carica, perché?

E’ stata una scelta condivisa. Perché il percorso è piatto ed è meglio con lei concentrarci forte sulla strada. Mentre farà il Team Relay, in cui potrà essere di grande aiuto. Invece fra le under 23 la crono la farà Vittoria Guazzini, che su quel percorso può fare bene.

Pensi che le reduci della pista di Tokyo possano avere qualche vantaggio da tutto il lavoro svolto, come Viviani, Ganna e Consonni?

Le ragazze hanno finito tardi le Olimpiadi, poi hanno staccato per una settimana e hanno ripreso al Simac Ladies Tour in Olanda. Da lì in poi hanno detto di aver iniziato ad avere buone sensazioni, per cui direi che il lavoro tornerà utile, quando sarà stato trasformato del tutto.

Marta Cavalli è rientrata da poco alle corse, dopo aver smaltito un affaticamento. E’ una delle più in vista per Trento
Marta Cavalli è rientrata da poco alle corse, dopo aver smaltito un affaticamento. E’ una delle più in vista per Trento
In ballo c’è anche il mondiale, si parla dello stesso gruppo di ragazze?

Non esattamente, ma domenica sera dopo la Vuelta vorrei dare anche i nomi per Leuven. E credo che la nostra leader sarà Elisa Balsamo, su un percorso molto adatto a lei. Non è duro come si vuol far credere, si fa un solo giro sul muro in pavé e poi ci saranno altri 40 chilometri sul circuito che ricorda molto quello di Glasgow vinto dalla Bastianelli.

Quando partirete per Trento?

Il 6 settembre con le ragazze della crono e poi arriveranno le stradiste. Alloggeremo sulla cima del Bondone, come logistica non è comodissima, ma se non altro non patiremo il caldo…

Le convocate per Trento

A seguire le ragazze convocate da Salvoldi per le sfide europee di Trento. Il cittì lombardo gestisce con Paolo Sangalli tutto il bacino del ciclismo femminile: un numero molto elevato di atlete, un ruolo niente affatto semplice, che però finora ha svolto in modo tecnicamente ineccepibile.

ELITE TEAM RELAY
Marta CavalliFiamme Oro /FDJ Nouvelle Aquitaine
Elena CecchiniFiamme Azzurre/Team SD Worx
Elisa Longo BorghiniFiamme Oro/Trek-Segafredo
CRONO JUNIORES
Francesca BaraleAsd VO2 Team Pink
Carlotta CipressiAsd VO2 Team Pink
CRONO ELITE
Vittoria BussiOpen Cycling Team
Elena CecchiniFiamme Azzurre/Team SD Worx
CRONO U23
Vittoria GuazziniFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
(una da definire)
STRADA JUNIORES
Francesca BaraleAsd VO2 Team Pink
Monica CastagnaTeam Wilier Chiara PIerobon
Matilde CerielloRacconigi Cycling Team
Eleonora CiaboccoTeam Di federico
Carlotta CipressiAsd VO2 Team Pink
Francesca PellegriniValcar-Travel&Services
STRADA U23
Camilla AlessioBePink
Giorgia BarianiTop Girls-Fassa Bortolo
Vittoria GuazziniFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
Barbara MalcottiValcar-Travel&Services
Gaia RealiniIsolmant-Premac-Vittoria
Silvia ZanardiBePink
STRADA ELITE
Elisa BalsamoFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
Sofia BertizzoloFiamme Oro/LIV Racing
Marta CavalliFiamme Oro/FDJ Nouvelle Auitaine
Tatiana GuderzoFiamme Azzurre/Ale BTV Ljubljana
Elisa Longo BorghiniFiamme Oro/Trek-Segafredo
Erica MagnaldiTea Ceratizit-WNT
Soraya PaladinLIV Racing
Debora SilvestriTop Girls-Fassa Bortolo