Tante corse e piccoli passi per tornare il vero De Marchi

10.08.2021
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Non deve essere facile portarsi sulle spalle il peso degli infortuni quando stai vivendo un bel periodo di forma. La metafora non è fatta a caso se ti chiami Alessandro De Marchi e negli ultimi anni proprio le spalle sono state oggetto di fratture. Prima al Tour nel 2019, poi a maggio il “rosso di Buja” della Israel Start Up Nation ha dovuto abbandonare il Giro d’Italia in seguito ad una caduta che ha tenuto tutti col fiato sospeso. 

Alessandro sei rientrato al Tour de Wallonie ed ora sei in gara al Tour de Pologne. Come sta andando il tuo recupero dopo il brutto infortunio al Giro d’Italia?

Sta andando benino. Procede bene, ma è un po’ lento, essenzialmente dovuto ad entrambe le spalle. Nella vita di tutti i giorni sto bene, ma in bici mi dà ancora qualche noia. Nelle ultime due settimane tuttavia ho fatto grossi passi in avanti e sono più ottimista di un mese fa quando sono rientrato alle corse (20 luglio al Tour de Wallonie, ndr)

Il rientro alle corse di De Marchi è stato laborioso, ma ora si punta a un bel finale
Il rientro alle corse di De Marchi è stato laborioso, ma ora si punta a un bel finale
Oltre a ritrovare confidenza con la bici immaginiamo che qui in Polonia tu voglia ritrovare anche un giusto colpo di pedale che avevi al Giro d’Italia.

La necessità principale, dopo quello che mi è successo a maggio, era incamerare giorni di gara quindi l’idea è stata quella di correre il più possibile. Abbiamo deciso di non fare la Vuelta per avere un po’ di tempo tra le corse di sistemare la spalla, tenendola sempre sotto controllo. Il Tour de Pologne è una passaggio di questo recupero, perché sono sette tappe con chilometraggi alti e mi tornerà molto utile.

Alla sesta tappa c’è la cronometro di Katowice di 19 chilometri. Può essere un buon banco di prova per la crono degli europei?

In realtà è una di quelle cose che mi piacerebbe provare a guadagnarmi, in particolare la prova mista del team relay (in programma mercoledì 8 settembre, ndr). Il test di sabato sarà senz’altro utile per riprendere confidenza con quel tipo di sforzo e vedere a che punto sono. Poi comunque mancherebbero circa due settimane per rifinire la condizione. Dal Polonia in poi mi aspetto di vedere più ritmo.

Gli altri programmi quali saranno?

Dipenderà da come uscirò da questa corsa. Poi anche da cosa mi accennerà Davide (Cassani, ndr) o chi per lui visto che in questi giorni dovrebbe esserci un incontro tra lui e il presidente Dagnoni. In base a queste cose decideremo. Ci sono tante corse in giro per l’Europa tra Francia e Benelux Tour (dal 30 agosto al 5 settembre, ndr), bisogna solo capire come incastrare il tutto.

De Marchi Martin
Al Giro d’Italia, le emozioni più forti della stagione e forse della carriera di De Marchi, con la maglia rosa
De Marchi Martin
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In sostanza il tuo obiettivo primario è recuperare il meglio possibile.

Sì, certo. Conto di correre il più possibile fino ad ottobre. In quel periodo ci sono anche tante gare in Italia e spero per allora che la condizione sarà tornata accettabile. Sperando di fare qualcosa.

Circa tre mesi fa, era l’11 maggio, col secondo posto di Sestola conquistavi la maglia rosa, portata per due tappe. Cosa rimane di quella bella giornata (brutta meteorologicamente parlando) rovinata poi da quel brutto incidente?

Non so quanto sia rimasto di quelle due settimane nell’immaginario collettivo o negli addetti ai lavori, ma a me sicuramente è rimasto molto. Ho l’impressione che la caduta abbia quasi cancellato quello che c’è stato prima. Sono dovuto ancora una volta ripartire da zero, ma ho pensieri precisi che mi porto dietro e che mi aiuteranno nei momenti difficili.

Te lo diciamo noi, la tua maglia rosa è stata un’emozione, un premio alla carriera. Ma non è mica finita qui, hai un credito con la fortuna.

No, assolutamente non è finita e anche questo ce l’ho ben chiaro in testa. Voglio recuperare ciò che ho perso al Giro d’Italia di quest’anno.

Il Polonia fa parte del cumulo di corse che De Marchi disputerà per riprendere la piena efficienza fisica
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Un’ultima cosa. Porti un braccialetto col nome di Giulio Regeni, sei molto impegnato sui social su temi importanti come la sicurezza altri che esulano dal ciclismo. Si dice che tanti corridori non siano attivi in questo senso e che potrebbero fare di più. Tu che spesso solleciti l’opinione pubblica che cosa ne pensi di questa cosa?

Ci sono dei temi che uno deve sentire ed è inutile farla contro voglia. Ci sono altri temi invece che sono quasi impliciti quando fai un certo tipo di lavoro e penso alla sicurezza in primis. Su questo credo che tutti quanti potremmo fare di più. E continuerò a consigliare ai miei colleghi di schierarsi su questo argomento. Ripeto, consigliare perché non vorrei che qualcuno la prendesse come una critica o interpretasse male, però credo che sia quasi un dovere di un ciclista professionista richiamare l’attenzione su un tema delicato come la sicurezza.