Embargo fino al 15 marzo (oggi) alle 14,30: gli amici di Pirelli sono stati chiari. Poco male, pensiamo, c’è più tempo per capire come sono fatti i nuovi P Zero Race. Ci hanno chiesto di sceglierne un tipo e francamente non è stato facile, fra un modello da gara e uno da allenamento. Alla fine però ha prevalso l’anima corsaiola ed ecco qui questi nuovi copertoncini con sezione da 26, disponibili tuttavia anche da 28 e 30. Abbiamo scelto di montarli e scoprirli presso un’officina Pirelli, Cicli Antonelli di Villanova, per avere il riscontro di chi maneggia questi prodotti già da un po’.
Test WorldTour
Quando sviluppi un prodotto da gara, devi per forza sapere che cosa ne pensino i corridori. Così i test sulla nuova gamma sono iniziati da tre anni a questa parte. Ricordate il mondiale di Harrogate, con il sole al sabato e il diluvio la domenica? Anche lì i corridori della Trek-Segafredo, della attuale Team Bike Exchange e della AG2R furono pregati con preghiera di riservatezza di dire che cosa ne pensassero.
Tubolari addio?
Come annunciato anche da altri marchi concorrenti nei primi giorni di gare in Belgio, Pirelli punta a rendere più affidabile e performante il pneumatico con camera d’aria, cercando di voltare la pagina sui tubolari. Non è stato semplice però, i test come detto sono andati avanti per tre anni e la ricerca ha portato all’impiego della nuova mescola SmartEVO e alla concezione della struttura TechBELT.
Gomme da gara
Una volta montati su cerchi con il canale largo, la sensazione è quella di una consistenza da gomma da corsa per auto. E il perché è presto detto. Il nuovo compound SmartEVO utilizza una mescola di 3 diversi polimeri, ognuno dei quali fornisce prestazioni specifiche e garantisce un perfetto equilibrio di caratteristiche, come grip e scorrevolezza. Per ottenere la composizione voluta, Pirelli ha sfruttato la sua eccezionale esperienza sviluppata in oltre 100 anni di corse nel modo dei motori e ha individuato una miscela di polimeri con caratteristiche di comportamento “intelligenti”. Ottenendo una superiore aderenza su asciutto e bagnato e riduzione della resistenza al rotolamento.
Anti foratura
La struttura Tech Belt è ciò che rende il P Zero Race anche più resistente alle forature. Trattandosi di una gomma da gara, va da sé che il ritardo causato dal dover cambiare la ruota costituisca un imprevisto da esorcizzare.
La carcassa da 120 tpi è stata resa pertanto più resistente grazie a uno strato aggiuntivo di tessuto sottostante la mescola, appositamente studiato per aumentare la protezione alla foratura in diverse condizioni di utilizzo. Nonostante questo, il peso della gomma è di 205 grammi, che sale a 245 con sezione da 30.
Pressioni inferiori
La sezione maggiore del copertoncino permette pressioni inferiori, come nell’orientamento di questa fase utilizzando cerchi dal canale largo. Scordatevi i gonfiaggi a 9 atmosfere e fidatevi della tabella fornita da Pirelli, con pressioni fino a 8 bar per atleti di 85 chili, ma inferiore ai 7 per corridori sotto i 70 chili e sotto agli 8 per quelli fino agli 85.
Casi estremi
Ovviamente poi la casistica è ampia. La stessa Pirelli suggerisce di diminuire di 0,3 bar all’anteriore se si va in cerca di comfort, mentre per la guida aggressiva sarà meglio non avere differenze fra le due ruote. Altra variabile da considerare invece è la pioggia o il freddo sotto i 7 gradi, nel qual caso può essere utile ridurre la pressione di 0,3 bar in entrambe le ruote.
La guida conferma le sensazioni del primo sguardo, con un appoggio clamoroso nelle curve veloci e la grande scorrevolezza. Ma il parere che davvero conta è quello dei corridori. E non c’è nessuno nelle squadre che li usano ad aver storto il naso.