L’avevamo lasciata con il racconto del bronzo di Tokyo sulle strade di Sestriere e difficilmente si poteva pensare che alla prima gara dopo l’altura, Elisa Longo Borghini graffiasse già con tanta potenza. Invece la campionessa italiana è andata a Plouay e mostrando una freschezza da prima della classe ha staccato le avversarie su un percorso che solitamente chiama la volata. La Trek-Segafredo voleva difendere la vittoria di Lizzie Deignan del 2020 e l’operazione è riuscita alla grande.
«L’idea poteva essere di arrivare in volata con Audrey Ragot che è bretone – racconta Elisa – ma quando mi hanno ordinato di attaccare, io l’ho fatto. E onestamente è stato bello. Mi sono allenata tanto a fare le volate al cartello, ma arrivare da sola dà tutta un’altra serenità».
Forte. Calma. Sicura. E’ come se i mille discorsi fatti negli ultimi anni con chi la seguiva stiano arrivando a compimento tutti insieme. E ti rendi conto che sta accadendo tutto perché qualcosa è scattato nella sua testa. Nulla altrimenti sarebbe stato possibile.
Pensavi di essere così brillante dopo il lavoro in altura?
Di solito soffro un po’, ma dopo i primi tre giri di rodaggio sul percorso, mi sono sentita bene. Sono contenta. Perché a Sestriere ho lavorato bene e con la testa libera. E a Plouay sono partita felice di correre.
La testa libera?
Ad agosto finalmente ho potuto dedicarmi agli affetti e questo ha fatto la differenza. Ho affrontato i giorni di Sestriere con un bel piglio, ma in modo tranquillo, senza concentrarmi troppo ad esempio su quello che mangiavo. Un bel periodo di lavoro tosto, ma sereno. Credo che la parola giusta sia serenità. Ho fatto le mie sei ore, i 40-20 e ho lavorato anche per le volate… Non sono andata a fare melina, altrimenti a Plouay non sarei andata così bene.
Adesso la Vuelta?
Che servirà per fare ritmo e prepararmi bene per gli europei. Quella della nazionale non è una maglia qualunque. Penso di averlo dimostrato. E con il fatto che si corre in Italia, davvero vorrei ben figurare.
A proposito di azzurro, arriva in Trek un’altra azzurra come Elisa Balsamo. Che effetto fa?
Sono sempre stata a favore di questo ingaggio, ho spinto tanto. Elisa ha grandi potenzialità e talento da vendere. La vedo vincere corse come il Fiandre, per intenderci. Ha già ottenuto vittorie di classe e ha uno spunto veloce notevole. Non è impossibile neppure che possa vincere una corsa come il Trofeo Binda, perché sulle salite brevi può dire la sua e poi in volata le secca tutte.
Europei a Trento e mondiali in Belgio: quale preferisci?
Forse Trento ha un percorso che mi si addice di più e, correndo in Italia, la sento di più. Il mondiale sulla carta è più una corsa per gente veloce, ma voglio ugualmente arrivarci in forma.
Non lo dice, ma anche Plouay passava per essere una corsa per gente veloce e abbiamo visto come sia finita. La nuova Elisa 2021, che corre serena e spesso col sorriso, ha imparato che non esistono imprese impossibili se si attacca il numero con la testa sgombra. La corsa di domenica insegna più di mille parole.