Andare a tavola al Giro d’Italia, con la squadra che porta lo chef e lo chef che coccola i corridori, è uno dei momenti top della giornata. Ma se finisci a correre al Benelux Tour e il cuoco non c’è, prima rimpiangi la cucina del Giro e poi pensi a quella di casa. Come dicono spesso i nutrizionisti dei team, la tavola deve essere anche un momento di allegria.
Matteo Sobrero, guarda caso, è al Benelux Tour e piuttosto che parlare di tempi, watt e ordini di arrivo, ci è venuto in mente di chiedergli come si mangi in una corsa del Nord al confronto di quel che si farebbe a casa. Anche per capire se i consigli dei nutrizionisti, in questo caso la nostra amica Erica Lombardi, siano applicabili quando in tavola ti trovi ogni giorno riso in bianco, una fetta di carne e due patate lesse.
«In questi anni – sorride il campione italiano della crono – ho imparato che quando si corre quassù, anche la tappa più piatta e in apparenza innocua si può trasformare in un calvario per un corridore di 63 chili come me se quelli di 80 chili decidono di accelerare. Per cui anche a tavola bisogna comportarsi di conseguenza. Guai farsi trovare vuoti, non torni più a casa».
Di solito si dice che la base del giorno dopo si cominci a fare con la cena.
Io invece inizio dalla merenda. Se la tappa finisce presto, dopo i massaggi si riesce a mangiare qualcosa per non arrivare a cena con una fame da lupi. Mangio in base a quanto hai speso durante il giorno e soprattutto mi permette di mangiare meno a cena e di dormire più leggero.
Che cosa hai mangiato oggi (ieri per chi legge, ndr)?
Uno yogurt con muesli e un po’ di mandorle. Poi qualche biscotto con il cioccolato, perché siamo in Belgio e il morale ha bisogno di essere sostenuto. Queste non sono esattamente le mie corse…
Dove trovi questi alimenti?
In hotel abbiamo una food room gestita dai massaggiatori e assortita in base alle indicazioni dei nutrizionisti. Vado lì, sento se ci sono indicazioni particolari oppure faccio da me. Trovi di tutto. Anche a casa la merenda è un momento importante, serve per spezzare il pomeriggio e non arrivare a cena troppo affamato. Diciamo che lo schema alimentare a casa riprende quello in corsa, ma con differenze di alimenti.
Cambia tanto senza cuoco?
E’ diverso. Il cuoco, soprattutto il cuoco italiano, sente il nutrizionista e poi fa lui, aggiungendo qualche tocco di colore e sapore agli alimenti necessari. Al Giro abbiamo sempre mangiato bene, con qualche sugo, il risotto alle verdure. Qua invece si va avanti con riso o pasta in bianco, patate e un paio di secondi a scelta: il classico menù concordato fra hotel e organizzatori. Mangiare così per una settimana diventa pesante, andare a tavola al Giro invece è piacevole.
Come si… sopravvive a una settimana di riso e patate?
Sono tanti anni ormai che lavoro con Erica Lombardi (dietista dell’Astana, ndr) e ho imparato qualcosa, anche se non si smette mai di farlo. Cerco sempre di gestirmi un po’. Se devo avvicinarmi a un appuntamento importante, sono solito sentirla. Oppure quando si tratta di andare in altura, dove si lavora tanto e l’alimentazione è decisiva per non buttare a mare il lavoro fatto.
Lassù cucina il cuoco dell’hotel, a casa chi lo fa?
A casa, cucina mia mamma, oppure la mia compagna quando sono da lei. E’ diverso, come avere il cuoco alle corse. E’ un mangiare più normale, con prodotti freschi in base alla stagione e sempre in base a quello che si è fatto nella giornata e cosa si farà il giorno dopo. In genere però la strategia alimentare riguarda anche periodi più lunghi. Ad esempio al Polonia ero stanco, probabilmente non avevo assimilato bene il lavoro in altura, e nelle due settimane successive ho ricaricato le batterie dando la precedenza a carboidrati e zuccheri. Ci sono tante varianti, puoi pianificare quello che vuoi. Ma basta che qualcosa vada di traverso e devi passare alla guida manuale, ascoltando il tuo corpo.
Alle corse a anche a casa, il bicchiere di vino a tavola c’è sempre?
Sembrerà strano, ma nonostante i miei siano viticultori, a tavola non beviamo vino. Magari alle cene importanti o alle feste o se si va a cena fuori, altrimenti nella quotidianità il vino non c’è. Per cui anche alle corse non è un problema non bere, sono fuori per lavoro: giusto fare tutto al meglio.
Colazione in corsa: cosa mangi?
La pasta o il riso li uso spesso, ma dipende anche dalla gara. Al Giro mangiavo più spesso il riso, perché la pasta si mangiava a cena. Mi siedo a tavola e prendo subito il riso. Se cominciassi con porridge o pane, avrei subito il senso di essere pieno, ma dopo poco so che mi sentirei vuoto. Poi però ci sono giorni che mangi solo porridge, magari se la tappa è corta.
Come condisci il riso o la pasta?
Con tutto quello che capita. Se la pasta è al dente e buona, vanno bene olio e parmigiano. Altrimenti nel riso metti anche le uova strapazzate, oppure il parmigiano e la bresaola. Quello che trovi al buffet. A volte anche l’avocado.
Mangi così anche a casa?
No, si va più sul semplice e sempre in base a quel che si deve fare. Di solito ci sono pane, fette biscottate, cereali come muesli o avena o semplici corn flakes soffiati. E qualcosa di proteico. Se faccio distanza, arrivano porridge e pane. Se devo fare lavori di intensità, fette biscottate spalmate.
In corsa, panini o barrette e gel?
Preferisco i panini, almeno nelle prime fasi. Sono buone anche le ricecake, che preparano con pistacchio o frutti rossi. Però il panino con prosciutto e filadelfia è sempre il mio preferito, oppure quello con banana e marmellata. Poi arriva il momento delle barrette, dei gel e delle borracce con maltodestrine o sali.
A casa ti fermi al bar?
Non sono un amante delle soste, ma certo capita di farle, soprattutto nelle distanze più lunghe. Quando faccio lavori specifici, cerco di simulare l’alimentazione di corsa, con lo stesso dosaggio di carboidrati per ora. Anche quello è un aspetto da allenare. Se non ti abitui, rischi di non riuscire a stare nei tempi giusti e la paghi cara. Se fossi un amatore, la pausa panino al bar non me la toglierebbe nessuno.
Cosa metti nelle borracce, a casa e in corsa?
Le maltodestrine non mancano mai, ormai si va così forte e non sempre si ha il tempo per mangiare, che i carboidrati in qualche modo devi mandarli giù. Ma solo malto è troppo pesante, per cui devo sempre avere anche una borraccia di sali o d’acqua. Viaggio sempre con due borracce, tranne che nel finale. Anche se alcuni velocisti…
Che cosa fanno?
Per stare leggeri e superare meglio le salite, partono con una sola borraccia e niente nelle tasche, lasciando che siano i compagni a portare tutto per loro.
Si mangia anche dopo l’arrivo, prima della merenda?
Appena arrivati beviamo. Acqua, Fanta, quello che troviamo. Poi il massaggiatore ci dà una borraccia di carboidrati per velocizzare il recupero. Sul bus troviamo invece quella con le proteine e aminoacidi. Quindi facciamo la doccia e durante il trasferimento si mangiano riso e patate. Se si finisce tardi, non si ha il tempo di fare poi la merenda. Altrimenti si fa come abbiamo detto all’inizio.
Al Giro c’è la pesatura quotidiana, al Benelux?
No, ti regoli da solo, non è una cosa ossessiva. Comunque tra il Giro 2020 che era il primo e quello del 2021 ho visto delle differenze. L’anno scorso perdevo peso anche se mangiavo, quest’anno ho perso poco e ne sono uscito bene. E’ difficile gestirsi in tre settimane e con la giusta strategia alimentare cambia tutto. Mi dicevano che siccome sono giovane, mangiare di più cambia poco perché bricio tutto alla svelta. Al contrario, se vai sotto peso, finisci kappaò.
Manca il pranzo a casa dopo l’allenamento…
Normale, un primo e un secondo, in base a quello che ho fatto. Erica ci raccomanda di abbinare sempre primo e secondo. Anche se ovviamente c’è primo e primo…
E’ arrivata l’ora di cena, Matteo ride e dice di pregustare già il riso bollito e le patate. Per fortuna la convocazione ai mondiali della crono gli ha messo davanti un bell’obiettivo per cui lavorare. E anche quel riso e quelle patate diventeranno parte della stessa grande costruzione. Buon appetito e buon lavoro a tutti i corridori del gruppo.