Ganna fila che è un piacere. Nell’ammiraglia che lo segue, Tosatto è alla guida, Cioni studia i dati. Sul sedile dietro viaggiano sir David Brailsford e Matteo Cornacchione, il meccanico. Ha la sua valigetta e una coppia di ruote. Sul tetto della Mercedes, due crono di scorta e anche la bici da strada. La coppia di ruote serve casomai il corridore buchi andando alla partenza, anche se il Team Ineos è solito piazzare un meccanico accanto alla rampa per coprire le evenienze di tutti. Ganna fila che è un piacere ed è già in vantaggio su tutti, quando con un gesto indica la ruota posteriore. La sua radio può solo ricevere, ma il gesto è inequivocabile. La ruota è bucata.
Tosatto e Cioni
«Tosatto ha cominciato subito a dire che avremmo dovuto cambiare la bici – ricorda Matteo – mentre Cioni guardava la velocità , che non calava. Quasi non voleva accettare che la gomma potesse essere bucata. Probabilmente deve aver preso un vetrino e la gomma scendeva pianissimo. Pippo avrà fatto 4 chilometri con la ruota che si sgonfiava e intanto spingeva più forte perché non voleva perdere terreno e dondolava e dava di spalle. Tosatto era sicuro che nelle ultime curve sul lastricato non ce l’avrebbe fatta. Se la gomma si fosse sfilata, sarebbe caduto. Siamo andati avanti così per un po’, poi su un binario a 4-5 chilometri dall’arrivo, Pippo deve aver sentito che la ruota gli scappava e a quel punto Cioni si è convinto e gli ha detto di fermarsi».
Pit stop: cambio bici
Ganna si ferma. Solleva la gamba e ci fa passare sotto la bici, poi la appoggia. Fa due passi verso l’ammiraglia e già Cornacchione gli è addosso. Pippo sale sulla Bolide nera, Matteo lo spinge finché ha fiato in corpo e la crono riparte. Sembra tutto facile, immediato, banale, ma dietro c’è un mondo.
Cosa succede dal momento in cui l’ammiraglia si ferma?
Apro lo sportello. Scendo. Mollo il gancio. Prendo la bici. Potrei allentare il gancio mentre l’ammiraglia frena, ma rischio che quando apro lo sportello, la bici cada e sarebbe un danno ben peggiore.
Pippo riceve l’ordine di fermarsi e si accosta a una transenna sulla destra Ganna si ferma, fa passare la bici sotto la gamba e son la coda dell’occhio cerca il meccanico Cornacchione gli passa la bici di scorta, con il Garmin già montato Ganna sale in sella alla nuova bici e il meccanico lo spinge Il meccanico spinge Ganna: catena sul 58×19, Pippo prende subito slancio Ganna è ripartito, Cornacchione torna verso l’ammiraglia Cornacchione prende la bici azzurra con la gomma bucata E’ il momento di caricare la bici forata sulla Mercedes e di mettersi sulle tracce di Ganna
Pippo riceve l’ordine di fermarsi e si accosta a una transenna sulla destra Ganna si ferma, fa passare la bici sotto la gamba e son la coda dell’occhio cerca il meccanico Cornacchione gli passa la bici di scorta, con il Garmin già montato Ganna sale in sella alla nuova bici e il meccanico lo spinge Il meccanico spinge Ganna: catena sul 58×19, Pippo prende subito slancio Ganna è ripartito, Cornacchione torna verso l’ammiraglia Cornacchione prende la bici azzurra con la gomma bucata E’ il momento di caricare la bici forata sulla Mercedes e di mettersi sulle tracce di Ganna
E’ facile mettere giù la bici?
Quella da crono è più grande. E quando la prendi, non puoi sbatterla per terra per evitare problemi alle ruote. Pesa 700-800 grammi più della bici da strada e sul tetto è messa con il manubrio in avanti. Quindi l’ho presa per la forcella e per il fodero orizzontale e tenendola così, l’ho appoggiata per terra. Il tempo di farlo e Pippo ci era già sopra. Ha dovuto venirci incontro, perché Tosatto si è fermato un po’ indietro. Avesse guidato Cioni, gli sarebbe montato sopra. Dario quando guida è un diavolo.
La bici sul tetto ha la catena sul rapporto per ripartire?
Sempre. Scegliamo insieme il rapporto, di solito con la catena sul 58 per evitare che Pippo debba cambiare dopo essersi lanciato. Si potrebbe mettere sul 46×15 e lui potrebbe prendere subito velocità facendo una partenza come su pista. Ma poi sarebbe costretto a far salire la catena sul 58 e in quei frangenti e con tutti quei watt, rischierebbe di spaccare qualcosa. Per cui 58×19-21, Pippo si è lanciato e ha fatto subito scendere la catena.
Quanto pensi che abbia perso?
Non abbiamo quantificato, ma siamo nell’ordine di 12-13 secondi.
Rispetto al solito, non abbiamo visto Pippo spostare il Garmin.
Perché per lui, Bernal e pochi altri, sulla bici di scorta abbiamo un altro Garmin già tarato. Quell’apparecchio per loro è più importante della borraccia, tante volte più per un fatto psicologico.
Pippo è ripartito e tu a quel punto?
Io a quel punto sono corso indietro per rimettere a posto la bici. Caricarla è più complicato, perché devi infilare le ruote in quei piccoli binari. E poi, trattandosi della bici blu, non volevo graffiarla. Per cui ci ho messo 2 secondi in più, ma non l’ho danneggiata. Sono operazioni da fare comunque in fretta, perché sennò rischi che il direttore sportivo ti lasci lì.
Per quanto tempo Ganna è rimasto senza assistenza?
A dire tanto 500-600 metri, poi gli siamo tornati sotto per le ultime indicazioni. Al mattino aveva fatto la sua ricognizione e ricordava bene il finale dall’anno scorso, ma quando hai sotto delle gomme diverse, la tenuta della bici è sempre un po’ diversa, anche se non sono gomme nuove.
Sono ruote usate solo da lui oppure sono ruote del team?
Sono le sue gomme, montate sulle sue ruote. Non è facile, ma per Pippo e pochi altri si può fare. In magazzino determinati materiali vengono messi da parte. Così abbiano finito la crono e Pippo è riuscito a vincere. E a quel punto sono arrivati con lo scanner per controllare la bici.
Lo scanner?
Sì, non il solito tablet. Hanno uno scanner in cui però la bici non entrava per quanto è grande. Io ero già tornato in partenza per seguire Martinez, per cui gli ho detto di smontarla da sé e poi l’avrei rimessa a posto io. E così hanno controllato la bici di Pippo, quella di Martinez e alla fine anche quella di Bernal. Nessun barbatrucco e neanche cuscinetti speciali. E poi hanno controllato anche il peso.
La bici da crono di Ganna rischia davvero essere troppo leggera?
Proprio no. Un po’ perché ci teniamo circa 60-70 grammi di tolleranza e poi perché la stessa ruota anteriore che abbiamo scelto per quel giorno era più pesante. Quello che eventualmente abbiamo perso in grammi lo abbiamo conquistato in watt.
Tocco italiano
Dopo la crono e come abbiamo già raccontato, David Brailsford ha commentato che i suoi meccanici potrebbero dare lezioni al capo meccanico della Mercedes in Formula Uno. Noi vi abbiamo raccontato in che modo tre italiani abbiano scortato e assistito il campione del mondo (italiano) alla vittoria della crono di Milano. Questa iniezione di italianità sta dissipando quel fastidioso alone che negli anni andati ha reso il Team Ineos poco simpatico. E Brailsford, che ci vede molto bene, si è accorto anche di questo.