Guarischi e Sanguineti, ultime ruote a confronto

26.02.2023
8 min
Salva

Fra poche ore saranno avversarie sulle strade della Omloop van het Hageland poco distante da Leuven con le loro nuove rispettive squadre. Barbara Guarischi e Ilaria Sanguineti sono state volute da SD-Worx e Trek-Segafredo per la loro capacità di interpretare il ruolo di lead-out. E diventare quindi le migliori ultime ruote per Lorena Wiebes ed Elisa Balsamo.

Barbara e Ilaria, o se preferite “Baby” e “Yaya”, sono amiche e si conoscono bene. La scorsa estate la prima ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo grazie alla volata tirata dalla seconda. Sfruttando la loro simpatia e la loro loquacità, andiamo subito a sentire cosa ci hanno detto in questa intervista doppia dopo le prime gare disputate (e vinte) con le loro capitane.

Intesa perfetta. Sanguineti lancia Guarischi che vince l’oro ai Giochi del Mediterraneo 2022 (foto Coni)
Intesa perfetta. Sanguineti lancia Guarischi che vince l’oro ai Giochi del Mediterraneo 2022 (foto Coni)
Due qualità che servono per fare il lead out e perché lo fai?

GUARISCHI: «Intelligenza, che comprende avere occhio, prendere posizione e capire che tipo di volata è. Poi responsabilità o sangue freddo per prendere le giuste decisioni. Mi sono ritrovata ad essere pesce-pilota perché è la cosa che mi riesce meglio e perché ci sono ragazze più veloci di me».

SANGUINETI: «Bisogna saper pensare per due. Dove passo io, deve passare anche la mia velocista. Ed anch’io dico sangue freddo. Penso di essere una ragazza altruista. Tiro le volate perché mi sento più felice a fare così che a vincerle io».

Treno ok. Guarischi e la sua SD Worx festeggiano la vittoria di Wiebes nella seconda tappa del UAE Tour
Treno ok. Guarischi e la sua SD Worx festeggiano la vittoria di Wiebes nella seconda tappa del UAE Tour
Un lead out è un velocista mancato oppure si nasce per quel ruolo?

GUARISCHI: «Credo che si nasca velocista e si diventi ultima ruota per necessità. Anche perché non è facile organizzare un treno. Tuttavia per quello che mi riguarda resta la voglia di giocarsi le proprie carte in volata quando c’è la possibilità.»

SANGUINETI: «Entrambe le cose secondo me. Se non sei un velocista, non puoi sapere come si deve muovere un lead out».

Qual è la cosa più facile e quella più difficile nel fare da lead out a Lorena/Elisa?

GUARISCHI: «La più facile è che Lorena si è fidata subito di me. Non perde mai la mia ruota. Di difficile invece nulla per il momento. Al UAE Tour eravamo solo in tre a gestire il suo treno ma siamo riuscite a vincere una tappa e fare un secondo ed un terzo posto».

SANGUINETI: «La più facile è che non dobbiamo dirci nulla, ci facciamo solo cenni con la testa. La più difficile forse è convincere Elisa che sta bene anche quando dice il contrario. E convincerla che è nel posto giusto nel treno. Nel complesso rispetto a quando eravamo in Valcar non ho notato nessuna differenza. O meglio, lei è ancora più forte».

Sanguineti sullo sfondo esulta per la vittoria di Balsamo a Valencia. Hanno ricominciato come si erano lasciate nel 2021 al Women’s Tour.
Sanguineti sullo sfondo esulta per la vittoria di Balsamo a Valencia. Hanno ricominciato come si erano lasciate nel 2021 al Women’s Tour.
Che volata vuole Lorena/Elisa? Usa parole particolari nei momenti clou?

GUARISCHI: «Lorena vuole uno sprint fuori dal caos con una velocità che si alza in modo crescente e costante, cercando di occupare sempre una parte della strada fin da subito. Ho già visto che non dice nulla e che parla solo se c’è qualcosa che non va. E allora a quel punto poi parlo io con le altre dicendo cosa fare».

SANGUINETI: «Dipende da com’è il finale, l’ho capito col passare del tempo. Se c’è un arrivo piuttosto dritto, vuole una volata impostata per sorprendere le avversarie. Se invece l’arrivo è tecnico, vuole il rischiare il giusto. Elisa parla solo quando mi sta perdendo la ruota. Lei dice “Yaya” e io so già tutto quello che devo fare».

La spedizione azzurra al Mediterraneo 2022. Guarischi e Sanguineti sanno fare gruppo
La spedizione azzurra al Mediterraneo 2022. Guarischi e Sanguineti sanno fare gruppo
A chi ti ispiri nel fare questo ruolo?

GUARISCHI: «Tra gli uomini Morkov, ma ho sempre preso spunto da Tiffany Cromwell. Lei adesso ha un po’ cambiato le sue caratteristiche, ma quando eravamo assieme alla Canyon-Sram era lei che mi tirava le volate. Mi è sempre piaciuta per la sua intelligenza che usava nel pilotarmi».

SANGUINETI: «Nessuno in particolare. Anzi, devo dirvi che quando guardo le gare in televisione non faccio mai caso al lead out. Guardo la volata semplicemente».

Che caratteristica ruberesti all’altra e che qualità atletica ammiri in lei?

GUARISCHI: «Yaya ed io siamo molto simili però lei è più scalatrice di me. Mi piace la sua “cattiveria” nell’affrontare le salite o gli strappi. Diciamo che le ruberei più “fibre rosse” (sorride, ndr)».

SANGUINETI: «Vorrei la sua capacità di tenere molto bene le posizioni in gruppo. Barbara più giù della ventesima non ci va mai. A livello atletico è ben definita, una statua».

Tre aggettivi per descrivere l’altra ed un particolare del suo carattere che apprezzi.

GUARISCHI: «Il primo che dico è pazza (risata, ndr). Poi aggiungo limatrice e generosa. Di lei mi piace il suo essere sempre sorridente e saper fare gruppo. Credo che anche questi aspetti ci accomunino».

SANGUINETI: «Attenzione che potrei toccare tasti dolenti, ma non lo faccio perché poi si offende. Quindi dico che è permalosa (ride anche lei, ndr), spericolata e soprattutto carismatica. Apprezzo che è una persona divertente. E’ un’ottima compagna di camera».

Come si batte il treno della squadra della Trek-Segafredo/SD Worx?

GUARISCHI: «Non l’ho ancora visto, ma onestamente non mi pongo questa domanda né per il loro treno né per quello di un’altra formazione. Il mio obiettivo è quello di far funzionare al meglio i nostri vagoni».

SANGUINETI: «Non ne ho idea, voglio scoprirlo nelle prossime gare. Al UAE Tour ho lavorato molto per Elisa e Gaia (Longo Borghini e Realini, ndr). Solo nell’ultima tappa abbiamo deciso nel finale con Slongo di buttarmi nella volata, ma non ho fatto attenzione a come era organizzata la SD-Worx».

Fra voi due chi è più forte in volata?

GUARISCHI: «Beh, sono più forte io (sorride, ndr)… ma siamo entrambe perdenti in una volata con altre velociste!».

SANGUINETI: «Ha ragione Barbara. Lei è più velocista di me».

Come e dove si affina la sintonia con la propria velocista?

GUARISCHI: «Conosco Lorena da poco, ma siamo sempre state in camera assieme negli ultimi tre mesi ed abbiamo approfondito la conoscenza. In pratica ho visto più lei di mia madre. Credo che il fuori-gara faccia tanto per fidarsi. Poi contano anche le piccole cose più in gara che in allenamento».

SANGUINETI: «Elisa ed io abbiamo la fortuna di essere amiche da tanto tempo, quindi c’è una fiducia vera a livello personale. Abitando molto distanti tra noi, la nostra armonia la perfezioniamo di gara in gara. Per dire, a Valencia sorridevamo assieme più che per la sua vittoria, quanto per il mio quarto posto finale ottenuto sullo slancio della tirata».

Pensavi di poter vincere così presto con Lorena/Elisa?

GUARISCHI: «Speravamo e volevamo vincere tutte e tre le tappe per velociste negli Emirati. Siamo andate là per creare sintonia e trovare una giusta misura. Onestamente me lo aspettavo di fare subito risultato».

SANGUINETI: «Sì, perché ci credevo tanto. Ero certa che le avrei tirato una volata perfetta. Avevo voglia di far vedere che eravamo tornate. Ci eravamo lasciate nel 2021 che Elisa aveva vinto l’ultima gara dell’anno con uno sprint che le avevo tirato al Women’s Tour con la maglia iridata appena conquistata. E ci siamo ripresentate alla Volta Valenciana allo stesso modo»

Quando ti sposti poi guardi sempre la volata?

GUARISCHI: «Dipende da come arrivo nel finale. Se sono distrutta non guardo nulla. Se invece la trenata è andata bene, allora tengo gli occhi sullo sprint. Perché se va tutto bene spesso si vince».

SANGUINETI: «Io guardo sempre la volata. Se poi so, come a Valencia con Elisa o al Mediterraneo proprio con Barbara, che la vinciamo allora me la godo tutta. Praticamente i miei occhi diventano telecamere fisse».

Barbara e Ilaria sono state spesso compagne di camera durante le gare con la nazionale
Barbara e Ilaria sono state spesso compagne di camera durante le gare con la nazionale
Nelle prossime volate in cui sarete fianco a fianco con i vostri treni, come ti comporterai con l’altra? Farete a spallate?

SANGUINETI: «C’è tanto rispetto fra di noi. Credo che forse qualche spallata senza cattiveria possa scapparci. Ma sì Baby, delle dolci spallate (ride, ndr)».

GUARISCHI: «Macché spallate. Ci rispettiamo a vicenda. Sappiamo quello che stiamo facendo e che siamo lì per lavorare, anche per cercare di vincere. Non ci saranno grandi problemi e mai ce ne sono stati. Insomma Yaya, niente spallate e solo abbracci (sorride, ndr)».

La SD Worx, un’altra opera d’arte del museo di Anversa

18.01.2023
6 min
Salva

Nel 2023 il team numero uno al mondo sarà ancora più affamato. E’ lo slogan della voce narrante che ha accompagnato alcuni video durante la presentazione della SD Worx, trasmessa in diretta streaming esclusiva su bici.PRO ed avvenuta ieri pomeriggio in un contesto particolarmente suggestivo: il KMSKA Museum di Anversa, riaperto lo scorso 24 settembre dopo undici anni di chiusura per un ammodernamento costato cento milioni di euro.

L’azienda title sponsor, con sede proprio nella città fiamminga, ha scelto il museo più grande del Belgio per la miglior formazione del ranking UCI del 2022, un riconoscimento già ottenuto in passato in altre cinque occasioni. Tra i dipinti di Rubens lo staff tecnico e le atlete del team olandese hanno preso ulteriore ispirazione per trasformare in opere d’arte le corse che andranno ad affrontare nelle prossime settimane.

Wiebes e il suo treno

La libreria del museo è il salone in cui il pubblico presente insieme a quello da casa può conoscere meglio le ragazze. Ormai tutte le squadre – maschili e femminili – sono strutturate e suddivise per specialità o reparti. Il primo blocco è il cosiddetto sprint team. A formarlo sono Cecchini, Uneken assieme alle nuove arrivate Wiebes, Guarischi, Bredewold e Markus. Con loro c’è Danny Stam, il responsabile dei diesse. L’annuncio dell’altoparlante di chiusura del museo (in tre lingue) spezza le sue considerazioni, nell’ilarità generale.

Selfie di gruppo. Lo spirito della SD Worx è l’arma in più del team olandese (foto Facebook)
Selfie di gruppo. Lo spirito della SD Worx è l’arma in più del team olandese (foto Facebook)

«Guardando un po’ indietro – spiega Stam, con un sorriso per effetto del piccolo fuori programma – non abbiamo mai avuto una vera sprinter. Avevamo già atlete veloci ma che non erano completamente adatte per fare volate di gruppo. Abbiamo avuto l’opportunità di prendere Lorena, la velocista più forte in circolazione, e lo abbiamo fatto, colmando quindi quel terreno in cui eravamo scoperte. Questo è il treno che lavorerà per lei e siamo pronti a questa nuova sfida con un’arma in più. Elena conosce bene il nostro team, ha esperienza e mi aveva suggerito di prendere Barbara. Sarà importante avere due atlete come loro all’interno di questo treno».

«Esordirò allo UAE Tour – dice la campionessa europea Wiebes, incalzata dal moderatore – con l’intento di vincere subito. Qui mi sono già accorta che c’è buona armonia anche giù dalla bici, aspetto molto importante. L’obiettivo stagionale? Diventare più forte e conquistare più delle 23 vittorie del 2022 perché so che posso dare molto di più».

La SD Worx è sempre alla avanguardia nella comunicazione. Qui la regia della presentazione del team 2023
La SD Worx è sempre alla avanguardia nella comunicazione. Qui la regia della presentazione del team 2023

Spazio ciclocross

Le “papere” e i gavettoni che scorrono tra le immagini girate durante gli shooting fotografici anticipano un nuovo blocco. C’è spazio anche per il ciclocross, disciplina in cui brillano Vas e Schreiber (che si aggregherà al gruppo strada dal primo di marzo). Per l’ungherese e la lussemburghese ci saranno le indicazioni di Lars Boom, uno dei diesse, ex specialista del cross ed anche amante di musei d’arte.

«Innanzitutto – commenta Boom mentre si guarda attorno – è bellissimo trovarsi qua in mezzo a questi quadri. Quando sono via per le gare, sia quando correvo che ora, cerco sempre di andare a visitare i musei che sono vicini alle città. Tornando a noi, il 2022 è stato davvero un grande anno. Abbiamo vinto tante corse e siamo migliorati anche come staff. A Blanka e Marie cercherò di insegnare quello che ho imparato durante la mia carriera. Sono entrambe giovani e possono crescere tanto. La prima ha già corso su strada facendo buoni risultati, mentre la seconda ha solo 19 anni ed un grande potenziale per il futuro».

A marzo di quest’anno su Amazon uscirà il documentario della SD Worx al Tour 2022 (foto Facebook)
A marzo di quest’anno su Amazon uscirà il documentario della SD Worx al Tour 2022 (foto Facebook)

Gruppo scalatrici

Il dietro le quinte del documentario della SD Worx al Tour Femmes (che uscirà in Olanda a metà marzo) intervalla la presentazione del team. Il terzo blocco della SD Worx è quello per le gare a tappe e per le classiche delle Ardenne. Le capitane (in ordine crescente) si chiamano Shackley, Fisher-Black (che utilizzerà una bici con una livrea che richiamerà il suo titolo iridato U23) e Vollering. Ad accompagnare loro tre c’è l’immensa Anna Van der Breggen.

«Girare questo documentario è stato particolare – racconta la 32enne diesse, oro olimpico a Rio e mondiale nel 2018 e nel 2020 – cercavo di non voltarmi mai indietro, anche se mi sentivo osservata dalla telecamera. Per quanto riguarda le ragazze, sono contenta di loro. Demi è diventata più forte e ha scoperto se stessa. E’ arrivata seconda al Tour Femmes, che quest’anno sarà il nostro vero obiettivo (confermato dalla stessa Vollering, che ha messo nel mirino anche Amstel, Freccia Vallone e Liegi, ndr).

«Niamhcontinua Van der Breggen – ha vinto il mondiale U23 in Australia e penso che sia una piccola cosa fra le grandi che è in grado di fare. E’ solo all’inizio, ma sta facendo sempre meglio. Lei punterà al Giro (anche questo ribadito da Fisher-Black, ndr). Invece Anna ha fatto buoni risultati e farà ancora nuove esperienze (mentre Shackley afferma di non avere particolari mire di vittorie, ndr)».

Pavé e dintorni

Per l’ultimo blocco torna Danny Stam. Assente per indisponibilità Reusser, ci sono la futura mamma Blaak, Kopecky e Majerus, al decimo anno con il gruppo della SD Worx che vorrebbe una torta per festeggiare questo particolare compleanno.

Lotte Kopecky intervistata tra i quadri del KMSKA. Il museo di Anversa contiene 2.400 dipinti e 700 sculture
Lotte Kopecky intervistata tra i quadri del KMSKA. Il museo di Anversa contiene 2.400 dipinti e 700 sculture

«Christine – risponde Stam alla richiesta della campionessa lussemburghese – è una grande atleta ma specialmente una grande persona. Ci tengo a ringraziarla pubblicamente per tutte queste stagioni. Lei è senza dubbio uno degli elementi più importanti del nostro team. Spero che queste parole siano meglio della torta che chiedeva (Majerus annuisce ridendo, ndr).

«Chantal – conclude – sarà di supporto a noi, condividendo la sua esperienza, finché potrà farlo. Tornerà a correre nel 2024. Con Lotte invece puntiamo a vincere la Parigi-Roubaix. Va bene anche rivincere il Fiandre o altre corse come l’anno scorso, ma nel 2023 vogliamo restare il team numero uno al mondo, aggiungendo più successi e più prestigiosi».

SD Worx 2023 in diretta (esclusiva) su bici.PRO

17.01.2023
3 min
Salva

Il gusto delle presentazioni in grande stile. Dopo aver avuto in esclusiva per l’Italia lo show della Jumbo Visma, ecco oggi le immagini della squadra numero uno al mondo per il 2022: la SD Worx. Lo squadrone femminile, che per il 2023 ha per giunta rinforzato la rosa con la campionessa europea Lorena Wiebes e l’azzurra Barbara Guarischi, si presenta ad Anversa, presso il KMSKA Museum, riaperto dopo un’imponente ristrutturazione lo scorso 24 settembre.

Una struttura storica e prestigiosa, con un allestimento dinamico e audace. Un dialogo costante fra antico e moderno, a rappresentare in qualche modo anche l’anima del ciclismo: classico per la sua storia antica, con un piede nel futuro per la scienza che lo sostiene. La più grande collezione delle Fiandre, un’importante raccolta di Rubens e da oggi anche le ragazze dello squadrone (in apertura, Lorena Wiebes, foto Getty Sport).

Numeri uno nel 2022

Squadrone per il ranking, per le atlete e per i tecnici che lo guidano. A tirare le file c’è Lars Boom, vecchia conoscenza del ciclismo professionistico e di bici.PRO. Accanto a lui, l’immensa Anna Van der Breggen e Danny Stam.

Il parco delle atlete è di primissimo piano, soltanto la Trek-Segafredo nel 2022 è riuscita a tenere loro testa, ma alla fine ha dovuto cedere sia pure di pochi punti. Lotte Kopecky. Demi Vollering. Elena Cecchini. Niam Fisher-Black. Christine Majerus. Marlene Reusser. Anna Shackley. Lonneke Uneken. Chantal Van den Broek. Kata Blanka Vas. Lorena Wiebes. Barbara Guarischi. Femke Markus. Mischa Bredewold.

Made in Specialized

L’equipaggiamento è di livello stellare: la rivalità con il team di Luca Guercilena inizia già dalle bici, dato che la SD Worx è il team ufficiale di Specialized. Creata anch’essa con il marchio americana, la nuova maglia fonde colori vivaci come arancione, rosa, viola e giallo, in un design simmetrico ed energico. Pantaloncini blu scuro, nel segno della classicità. Una divisa elegante e anche facile da individuare in gruppo: un dettaglio che non guasta.

«Questo è un kit – ha detto Fisher Black – che in strada ti giri a guardare. Mi piace molto la simmetria del disegno. I colori della maglia si abbinano perfettamente con i pantaloni blu scuro. Quindi penso che sia un design di successo».

Guarischi è pronta. Già assorbito lo spirito SD Worx

09.01.2023
6 min
Salva

Se le motivazioni sono il sale della vita di uno sportivo, allora Barbara Guarischi ne ha usato più di un pizzico per condire ciò che voleva del proprio futuro. La sua carriera è stata tutt’altro che insipida, specialmente nell’ultima stagione con l’oro al Mediterraneo, il tricolore gravel e podi in pista, sinonimi di versatilità. Forse però le mancava ancora qualcosa per insaporirla ulteriormente. La nuova avventura alla SD Worx, iniziata ufficialmente da qualche settimana, appare come la ricetta giusta.

Conosciamo Guarischi da tanti anni e si capisce subito dal tono di voce un mix di serenità e determinazione maggiore rispetto al passato. Il passaggio alla corazzata olandese ha radici profonde più di quanto si possa immaginare, nato da una sorta di sfida con se stessa che doveva risolvere. Durante il ritiro a Denia, in Spagna, ci siamo fatti raccontare i suoi primi giorni con la SD Worx. Sensazioni, programmi, ruolo, Wiebes, compagne…

Barbara, com’è stato questo ultimo periodo?

Un po’ frenetico, ma stimolante. Ho sempre pensato che in inverno si gettino le basi per il resto della stagione. Pedalare al caldo serve tantissimo. Fino al 16 gennaio con la squadra staremo qui in ritiro. Poi tappa in Belgio per le visite mediche quindi ritornerò in Spagna il 22 gennaio e fino al 31 starò in ritiro con la nazionale strada. Perché il debutto a quel punto sarà dietro l’angolo.

Hai già una bozza del tuo calendario?

Sì. Niente europei pista e in dubbio la Nations Cup per sovrapposizioni di date, anche se potrei fare la prova a Il Cairo a marzo. Comunque ne parlerò con la squadra e Villa (il cittì della pista, ndr). Esordirò al UAE Tour (dal 9 al 12 febbraio, ndr). Poi campagna del Nord fino alla Roubaix. Farò un periodo di riposo assoluto e riprenderò con tre settimane di altura in Austria o a Livigno con alcune mie compagne. Dovrei disputare il Giro Donne. Quindi nuovamente altura e, speriamo, il mondiale. Il mio preparatore me lo ha inserito nella tabella indicativa però è ovvio che bisognerà vedere come starò, se sarò convocata e se il percorso sarà davvero adatto a ruote veloci o a caratteristiche simili alle mie.

Tu sei stata in tante formazioni forti. Come stai vivendo il trasferimento alla SD Worx rispetto a quelli del passato?

Credo che ogni cambio di squadra abbia il suo “perché” extra motivazionale. Qui la pressione è alta, ma me la sto dando da sola, non arriva dalla squadra. Essere nel team più forte al mondo è un grande stimolo. Negli ultimi anni mi sento molto maturata grazie alla vita e alla bici. Insomma, è uguale agli altri anni ma c’è qualcosa in più dietro…

Cosa intendi?

Nella primavera del 2022 non mi sentivo più bene. Non mi è mai piaciuto lamentarmi o accontentarmi. Sentivo che dovevo cambiare qualcosa e fare una scelta personale. Forse azzardata, ma che dovevo fare. Mi sono così assunta le mie responsabilità, mi sono rimessa in gioco e ho chiesto alla Movistar di essere liberata a fine stagione con ancora un anno di contratto, garantendo comunque la massima professionalità come ho sempre fatto. Non avevo nulla in mano, nessuno mi cercava perché nessuno sapeva. Ringrazio ancora tanto Sebastian ed Eusebio Unzue (i due general manager della Movistar, ndr) che hanno compreso la mia decisione.

Cosa è successo poi?

Durante un ritiro a metà stagione a Livigno mi stavo allenando con Elena e Chantal (rispettivamente Cecchini e Blaak, ndr) e ho confidato a loro che mi ero svincolata. Erano molto sorprese, mi hanno suggerito di fare una chiamata a Danny Stam (il diesse della SD Worx, ndr). Non ero per niente convinta ma l’ho fatto dopo qualche giorno. E abbiamo iniziato a trattare il passaggio. E loro due hanno aiutato il mio inserimento in squadra.

Se con Cecchini c’è un bel rapporto da tempo, invece a Blaak hai confidato anche che nel 2017 avevi pronosticato in anticipo la sua vittoria al mondiale?

Sì e si è messa a ridere (ci risponde divertita, ndr). Chantal mi è sempre piaciuta come atleta. Entrambe sappiamo leggere bene la corsa. Abbiamo affinità, benché lei sia più forte di me. E’ dotata di grande intelligenza, anche per come ha gestito la sua gravidanza uscendo in bici con noi. Adesso sta facendo da tramite tra noi e i dirigenti. Ad esempio, se dobbiamo lamentarci di qualcosa lo diciamo a lei che poi trova il modo giusto di dirlo ai nostri diesse (sorride, ndr).

E con Wiebes come sta andando?

Ci stiamo conoscendo. Siamo sempre state in camera assieme. Lorena è sempre disponibile e sorridente. Stiamo lavorando bene ed è molto semplice farlo con lei, anche nelle prove di volate in allenamento. Il UAE Tour sarà il primo momento in cui le faremo sotto pressione. Dobbiamo solo correre. C’è già buona armonia, anche se sappiamo che potremmo affrontare giorni più difficili ma non siamo spaventati.

San Francisco. Per Guarischi il training camp di novembre organizzato da Specialized è stato fondamentale (foto instagram)
San Francisco. Per Guarischi il training camp di novembre organizzato da Specialized è stato fondamentale (foto instagram)
E col resto della squadra invece?

Alla grande, meglio delle aspettative che avevo. E’ un ambiente molto professionale, ma anche molto sereno. Il training camp di novembre organizzato da Specialized a San Francisco è stato fondamentale per rafforzare l’unione del gruppo, così come mi hanno confermato le compagne che sono qui da più tempo. Laggiù ci siamo potute conoscere l’una con l’altra per quello che siamo veramente. Nelle uscite in bici sono rimasta impressionata dal potenziale della squadra. E pensate, finora ho tirato pochissimo perché tutte le ragazze non hanno paura di stare davanti.

Barbara Guarischi in questi primi giorni del 2023 ha già fissato gli obiettivi con la sua SD Worx?

Certo. Voglio essere utile alla causa della squadra. Visto che loro hanno creduto in me, voglio dimostrare di essere all’altezza. Vorrei dare il mio contributo a formare il treno per Lorena con più vagoni giusti per lei. Sappiamo che se faremo le cose come si devono, non avremo problemi a raccogliere risultati.

Guarischi nel treno della Sd Worx per pilotare Wiebes

27.10.2022
5 min
Salva

Le camminate sulle montagne attorno a casa sono sempre il suo modo per staccare la spina e pensare alla stagione successiva. Dalle vette sopra al lago di Lecco Barbara Guarischi vede il 2023 che la attende con i colori della SD Worx. Dopo tre anni lascia la Movistar per accasarsi alla corazzata olandese grazie ad un contratto biennale.

Un’occasione troppo ghiotta, sorta la scorsa primavera, per lasciarsela sfuggire. La SD Worx ha scelto Guarischi per pilotare il treno di Lorena Wiebes, l’altro grande acquisto del team guidato da Anna Van der Breggen e Lars Boom. Un piccolo assaggio del nuovo nucleo in cui si inserirà, Barbara ce lo ha avuto domenica scorsa durante il matrimonio tra Elia Viviani ed Elena Cecchini, sua futura compagna di squadra dopo le esperienze assieme alla Canyon-Sram. Alla cerimonia erano presenti anche Demi Vollering, Lonneke Uneken e Chantal Blaak, oltre ai due diesse.

Wiebes battezza la maglia di campionessa europea al Simac Tour. Per lei 23 vittorie stagionali
Wiebes battezza la maglia di campionessa europea al Simac Tour. Per lei 23 vittorie stagionali

Dei programmi imminenti e del ruolo che avrà accanto alla campionessa europea ne abbiamo discusso con Guarischi. Iniziando proprio dal giorno di quelle nozze…

Barbara è stata l’occasione per fare due chiacchiere in vista del 2023 con parte della tua nuova squadra?

No, non abbiamo parlato di nulla. Ci siamo divertiti. Abbiamo riso e scherzato. E’ stato giusto così, non era quella la sede per fare certi discorsi. Però giornate del genere sono perfette per conoscersi meglio al di fuori delle gare o dei ritiri. Credo che siano fondamentali per fare gruppo. Naturalmente mi fa piacere ritrovare Elena come compagna, sarà un punto di forza per me.

A proposito di ritiri, sai già qualcosa in merito?

Faremo il primo dal 15 al 25 novembre in California presso la sede di Specialized. Vedremo le bici, lavoreremo sul posizionamento e sulla meccanica. E credo che ci sarà spazio anche per un po’ di turismo. Tutti contesti in cui getteremo le basi per la prossima stagione facendo un bel team building. Poi dovremmo andare in Spagna dall’8 al 16 dicembre, per poi tornarci a gennaio e febbraio prima di iniziare a correre.

Anche il 2022 di Guarischi ha visto la vittoria di un titolo: i Giochi del Mediterraneo (foto Coni/Pagliaricci)
Anche il 2022 di Guarischi ha visto la vittoria di un titolo: i Giochi del Mediterraneo (foto Coni/Pagliaricci)
Cosa significa per te approdare in un team di questo calibro?

Inizialmente è stato un fulmine a ciel sereno. Ho preso al volo l’opportunità di venire alla SD Worx. Successivamente, col passare dei mesi, ho avuto modo di riflettere e pensare che questa è la ciliegina sulla torta. Sono partita quasi dal nulla o comunque da formazioni piccolissime. Nella mia carriera ho imparato che per ricevere bisogna dare. Forse è anche per questo che penso di essermelo meritato. Sono contenta, direi che mi sento realizzata. Però, attenzione. Questo non è un punto di arrivo ma di partenza. E continuerò a dare anche qui come ho sempre fatto in passato.

Alla SD Worx mancava la velocista pura ed è arrivata Wiebes. Tu sarai la sua ultima ruota, come sarà il tuo lavoro?

Ci sarà da costruire un treno. Nessuno è abituato a farlo. Sembra facile ma, come si dice, c’è una bella differenza tra il dire e il fare. Sono sicura che ognuno di noi ci metterà qualcosa e dovremo essere brave a metterla al posto giusto. Per creare un buon treno e un buon lead-out ci vuole fiducia. La costruiremo. Il potenziale c’è, va solo trasformato e messo in pratica. Una volta che saremo affiatate sarà bello, perché dovremo saperci adattare e reinventare il treno ad ogni corsa.

Ci sarà tanta concorrenza alle gare. Tutte le squadre con una velocista vi correranno contro…

Lorena è molto forte di suo e senz’altro agevola il nostro lavoro. Però sappiamo che avremo tutti gli occhi puntati addosso e faranno di tutto per batterci. Tuttavia credo che sia anche giusto così, anzi è il bello delle corse. Questo sarà uno stimolo in più per dare il meglio. L’importante è essere sicuri di aver fatto il massimo per vincere poi ci starà anche poter perdere.

Hai già avuto modo di parlare con Lorena?

Non tanto per la verità. Ci siamo viste durante le prove del vestiario. Abbiamo fatto una chiacchierata generica, ma nulla di approfondito sul tema. Sotto quel punto di vista dobbiamo conoscerci meglio però avremo tempo.

Sei stata una sua avversaria in volata. Pensi di andare a rivedertene qualcuna per capire meglio come lanciarla allo sprint?

No, non guarderò nulla. Ogni volata è diversa. Voglio imparare a conoscerla direttamente dal vivo in bici. Cercherò di prendere dei riferimenti perché la volata da fare lo deciderà lei di volta in volta. Il treno dovrà adeguarsi. Solitamente è sempre così.

Guarischi troverà anche Lonneke Uneken, velocista classe 2000, già argento e bronzo europei U23
Guarischi troverà anche Lonneke Uneken, velocista classe 2000, già argento e bronzo europei U23
C’è una corsa in particolare che ti piacerebbe vincere con Wiebes?

Al momento dico nessuna. Anzi, qualsiasi gara sarà importante da sfruttare per vincere qualora ci sarà l’occasione.

Lavorerai solo con lei o potresti essere a disposizione di altre compagne o addirittura ritagliarti un tuo spazio?

Avrò un ruolo molto simile a quello degli ultimi anni. Adesso non sono interessata ad avere miei spazi. Mi metto in secondo piano, ho altri obiettivi e altre priorità. Sì, potrei essere al servizio di Kopecky se avesse bisogno. E se non ci sarà Lorena, lavorerò per Uneken, l’altra nostra velocista pura. E’ giovane e forte, avrò un occhio di riguardo per lei. Mi piacerebbe molto aiutarla a crescere.

Cosa puoi dare a Lorena e cosa ti può dare lei?

Non saprei proprio. Anche se sono più grande di lei, non mi sento arrivata da poter insegnare chissà cosa. So che ogni persona ti porta qualcosa di nuovo. Credo che abbiamo tanto da dare l’una all’altra. Tutto quello che abbiamo imparato dalle nostre esperienze, come i dettagli, ce lo scambieremo per migliorare l’intesa.

Tricolori su pista, Villa ha il taccuino pronto…

20.09.2022
5 min
Salva

Tre giorni di gare per assegnare tutti i titoli italiani Elite su pista. Marco Villa attende con interesse i responsi della manifestazione tricolore in programma al Velodromo Francone di San Francesco al Campo (TO) e poco importa se ci saranno assenze importanti, dettate dalla contemporaneità con i mondiali su strada dall’altra parte del mondo. La mente del cittì azzurro è già proiettata verso la rassegna iridata che lo riguarda direttamente, che si svolgerà a ottobre e per la quale i lavori sono già da tempo in corso.

L’analisi preventiva della rassegna parte da un assunto che Villa tiene a sottolineare: «E’ una gara in più che a me serve soprattutto per conoscere maggiormente il settore femminile (nella foto di apertura con Barbieri e Zanardi oro europeo nella madison, ndr). Gli uomini sono da anni il mio pane, le ragazze sono per forza di cose una scoperta nuova e ogni manifestazione è utile per saperne di più».

Per la Guarischi un nuovo rimbalzo, dal gravel alla pista, ma poi ci saranno i mondiali in Veneto
Per la Guarischi un nuovo rimbalzo, dal gravel alla pista, ma poi ci saranno i mondiali in Veneto
A proposito di donne ci sarà Barbara Guarischi reduce dalla conquista del titolo tricolore nella gravel. Una disciplina quasi agli antipodi rispetto alla pista, questo ti preoccupa?

Per nulla, anche perché Barbara l’ho avuta in allenamento a Montichiari fino alla settimana scorsa. E’ proprio lavorando su pista che ha costruito la sua grande prestazione di Argenta, ora torna da noi, non c’è nulla di strano. Io sostengo da anni che il passaggio da una disciplina all’altra, se ben gestito, non dà alcun problema ma anzi benefici, anche quando viene fatto a stretto giro di posta.

Ti aspettavi la sua prestazione?

La vedevo quando si allenava nel gruppo di Salvoldi, poi si è dedicata alla strada. E’ tornata alla pista in punta di piedi e questo l’ho apprezzato, come mi ha colpito molto la sua determinazione in allenamento. La pista l’ha fatta migliorare in volata e si è visto nel corso della stagione su strada, ora ha vinto nel gravel. So di poter contare su di lei.

Il Velodromo Francone, gioiello piemontese che ospita la rassegna tricolore
Il Velodromo Francone, gioiello piemontese che ospita la rassegna tricolore
Nelle presentazioni della vigilia si parlava molto della presenza di Consonni nell’omnium per guadagnare punti…

Purtroppo non ci sarà perché la sua squadra lo ha precettato, ma non è un grande problema. Per gareggiare ai mondiali servono almeno 250 punti e Simone li ha guadagnati già all’europeo ma un gruzzolo gli avrebbe fatto comodo comunque considerando che il ranking ha una durata di 12 mesi. Sarebbe stato un bene averlo al via, ma con la caccia spasmodica ai punti WorldTour è chiaro che le società di appartenenza hanno la prelazione.

La sua presenza nell’omnium ti serviva anche per valutare un’alternativa a Viviani in proiezione olimpica?

Per forza è così. Il nuovo regolamento olimpico da una parte favorisce perché ha portato da 8 a 10 i quartetti qualificati, dall’altro penalizza perché ogni nazione potrà portare 5 elementi in tutto, quindi considerando quartetto, madison e omnium avrò bisogno di corridori capaci di affrontare tutte e tre le gare e soprattutto di farlo puntando al massimo. A Tokyo volevamo 3 medaglie e ne abbiamo avute 2, non vedo perché a Parigi 2024 il discorso debba cambiare.

Dopo l’apoteosi europea Viviani prepara la campagna iridata passando per i tricolori
Dopo l’apoteosi europea Viviani prepara la campagna iridata passando per i tricolori
Chi vedremo allora al Velodromo Francone, chi guarderai con maggior attenzione?

Ci sarà Viviani, come anche Bertazzo (in apertura con Marco ai mondiali di Roubaix 2021, ndr), Lamon, Scartezzini, i giovani Pinazzi e Moro, insomma il presente e il futuro immediato delle prove endurance, mentre fra le ragazze avremo ad esempio la Fidanza e la Barbieri.

Tra coloro che mancano c’è naturalmente anche la Guazzini neoiridata U23 nella cronometro. Ti ha sorpreso la sua prestazione?

Vittoria l’ho conosciuta a maggio nella Nations Cup, ha fatto con me la sua prima esperienza di alto livello nell’inseguimento individuale e a squadre ed è andata sul podio anche nella madison con la Balsamo. Lei rispecchia il discorso fatto prima, il passaggio immediato fra una disciplina e l’altra: agli Europei di categoria era stata sul podio 5 giorni prima a cronometro e dopo su pista. Credo molto in lei e voglio vederla allo stesso livello ai mondiali su pista.

Un mondiale oscuro quello di Ganna, ma Villa respinge le critiche e lo aspetta con fiducia
Un mondiale oscuro quello di Ganna, ma Villa respinge le critiche e lo aspetta con fiducia
La crono iridata di Ganna ha ricordato per alcuni versi l’europeo del quartetto con le tante critiche successive all’eliminazione. L’impressione è che si sconti una grande pressione dopo i successi passati…

Quando vinci sai che migliorare è impossibile e fare peggio è molto, ma molto facile… E’ la legge dello sport. Filippo sa bene che se perde è un flop enorme, proprio come ha detto. Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono anche gli altri e che lo sport non è matematica, non puoi mai sapere come starai quel dato giorno di gara, magari sarai vicino al 100 per cento ma magari potrai anche andare oltre e quindi in overtraining e pagarne le conseguenze. Bisogna sempre cercare di conoscersi di più e, quando perdi, sapere che l’avversario è andato meglio e pensare subito alla volta successiva.

Alcuni critici parlano di un Ganna non in condizione.

Posso smentirli dati alla mano. Abbiamo lavorato insieme fino alla sua partenza, i tempi del cronometro parlano chiaro. Ripeto: la sconfitta è sempre dietro l’angolo, bisogna accettarla senza scusanti e pensare al futuro.

Guarischi e Zoccarato, il primo tricolore gravel è loro!

18.09.2022
7 min
Salva

Samuele Zoccarato e Barbara Guarischi sono i primi campioni italiani gravel della storia. Hanno dominato le stradine della Bassa, nel bellissimo paesaggio del Delta del Po. E lo hanno fatto al termine di corse forse agli antipodi. Un lungo assolo per il corridore della Bardiani Csf Faizanè, un rimescolamento di carte con tanto di volata finale per l’atleta della Movistar Team

Dopo la pioggia della vigilia, il cielo di Argenta è limpido. Non c’è neanche il vento, almeno all’inizio. La temperatura è fresca. I presupposti per una grande giornata di ciclismo ci sono tutti. E infatti le attese non saranno tradite. 

Zoccarato “sul pezzo”

Stamattina prima del via siamo andati a ficcanasare nel clan della Bardiani. Zoccarato a dispetto di altri era stato l’unico a chiedere ai meccanici di montare un rapporto specifico. Non si era limitato ad usare quel che aveva trovato sulla bici fornita in extremis da MCipollini.

«Vero – dice Zoccarato soddisfatto dopo l’arrivo – memore dell’esperienza dello scorso anno alla Serenissima Gravel in cui avevo il monocorona 42, ho chiesto di avere un 50-34 e 11-28 al posteriore. E mi è stato utile. Altrimenti dietro avrei girato solo i denti più piccoli. E si sarebbero fatti sentire ancora di più. Specie con questo vento».

Zoccarato è scappato via dopo una trentina di chilometri.

«C’era un drittone con vento laterale. Eravamo tutti in fila e ho allungato. Ma sinceramente non mi aspettavo di fare tanta fatica. Tutti questi chilometri da solo (circa 90, ndr) su sterrato sono stati davvero tanti. E infatti nel finale ero stanchissimo. Avevo qualche crampo. Anche perché non sono riuscito a prendere una borraccia in uno dei punti tecnici. Ho cercato di gestirmi. Che dire, è più difficile di quello che sembra. Ho fatto tre ore e un quarto a tutta.

«E’ stata una corsa lunga. Poi era la prima volta che salivo su questa bici. Ho avuto giusto il tempo di farci un giretto per provarla e anche per questo si è sentito qualche doloretto di troppo».

Tra divertimento e fatica

Nel finale Zoccarato ha lottato contro la fatica. Però, tutto sommato, poteva stare tranquillo. Alle sue spalle infatti erano solo in due e uno aveva la sua stessa maglia. Erano Sacha Modolo e il crossista della Beltrami Tsa, Luca Cibrario, il quale (era lui che tirava ovviamente) gli ha rosicchiato un minuto buono nei 20 chilometri finali.

«Ho sottovalutato la corsa – dice un soddisfatto Modolo – però è stata bella, dai! Senza potenziometro, senza radio: sei tu da solo che devi gestirti.

«E’ stata una scoperta la tenuta di queste bici. Abituato con le gomme da 28 millimetri alla Strade Bianche che scivolano parecchio, qui dopo tre, quattro curve ho capito che avrei potuto piegare e spingere molto di più. Anche per questo mi sono divertito».

«Io – riprende Zoccarato – mi sono gestito con quel che avevo in tasca. Prendevo 100 grammi di carboidrati l’ora, più le borracce con cui ero partito. Anche se, come ho detto, una non l’ho presa. Per il resto tra il vento e lo spingere a tutta, ogni tanto cercavo di distrarmi guardando il paesaggio. Ma soprattutto ero concentrato a non cadere, specie nel finale. Anche questo l’ho imparato lo scorso anno alla Serenissima Gravel. Per osare sono caduto e ho spaccato tutto…

«I distacchi? Mi aggiornavano ogni 15 chilometri più o meno».

Ha ragione Roberto Reverberi: Zoccarato è pronto a buttarsi nel fuoco. E a proposito di Reverberi: con questa vittoria Roberto porta a casa il secondo tricolore dopo quello di Filippo Zana su strada.

Prima di salire sul podio Barbara Guarischi ha brindato con una birra
Prima di salire sul podio Barbara Guarischi ha brindato con una birra

Brava Guarischi

Una mezzoretta prima di Zoccarato aveva, anzi avevano tagliato il traguardo in volata Barbara Guarischi e Letizia Borghesi. Nello sprint lungo aveva avuto la meglio l’atleta della Movistar. 

Per Barbara il gravel è stata una novità dell’ultimo periodo. Lei, che è anche una pistard si è ritrovata sullo sterrato quasi per caso.

«Alla fine – dice la Guarischi – sono sempre dure queste gare. Ho iniziato alla Monsterrato due settimane fa e sinceramente non mi aspettavo di fare tanta fatica.

«Oggi siamo partite piano. Tanto piano. Quando ci hanno ripreso gli uomini amatori è iniziata la vera bagarre. Abbiamo trovato vento forte e poi quando i ragazzi vanno… vanno. Per stargli dietro abbiamo fatto dei grossi fuorigiri».

«Ad un certo punto io e Chiara Teocchi siamo rimaste indietro con altri due ragazzi, mentre Letizia Borghesi era davanti con una decina di ragazzi. Credevo fosse finita lì: dieci contro quattro… E invece hanno tentennato, allora con Chiara abbiamo dato l’anima per rientrare. Una volta rientrata sapevo che in volata avrei potuto dire la mia. Anche se poi sono partita lunga, ai 600 metri. Stavo bene e non volevo rischiare».

Lo zampino di Pontoni

A seguire i ragazzi e le ragazze, c’era anche il cittì del cross e del gravel, Daniele Pontoni. E’ stato principalmente lui a coinvolgere la Guarischi.

«Questa avventura è nata un po’ per gioco con Pontoni – racconta Barbara – ho fatto molte corse su strada poi ad agosto mi sono ritrovata senza convocazioni. Non avevo più corse, ma non potevo chiudere la stagione a metà agosto. Allora Daniele mi ha chiamato e mi ha detto di provare, anche solo per divertirmi. Il risultato? Adesso ogni volta che attacco il numero sputo l’anima!».

E il merito di una simile prestazione è anche del suo mezzo, la Canyon Grail.

«Vero è così – sorride Barbara – Devo ringraziare anche loro. Sono super. Ogni volta che ho bisogno di qualcosa alzo il telefono e dopo tre giorni mi mandano a casa tutto il necessario».

Pista e gravel

La Guarischi e la Borghesi sono state le uniche atlete del WorldTour ad aver preso il via. E questa è una particolarità. Sappiamo infatti che i grandi team sono restii a mandare i loro atleti in questi eventi.

«Dando più spazio alle ragazze che sarebbero andate al mondiale – spiega la Guarischi – io non dovevo più correre e così mi hanno lasciato andare. Adesso farò un po’ di pista. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare Marco Villa che mi sta facendo allenare con lui. Sapete, allenarsi senza un obiettivo principale non è facile».

L’obiettivo però adesso c’è: e si chiama mondiale gravel. E infatti questo dà molta fiducia e tanti stimoli alla Guarischi.

«Non vengo nel gravel per vincere, ma al mondiale ci sarò. Intanto penso agli italiani in pista che inizieranno martedì. Poi vedremo…».

Guarischi, azzurra… multiuso. Strada, pista e ora il gravel

02.09.2022
5 min
Salva

Alzi la mano chi è rimasto sorpreso leggendo il nome di Barbara Guarischi tra i convocati della nazionale per la gara di gravel Monsterrato Race di domani. Forse non ci credeva nemmeno la stessa velocista della Movistar quando lo ha saputo, ma per la 31enne lecchese la corsa che si terrà a Quattordio (in provincia di Alessandria) e che è valida come nona prova del circuito Trek Uci Gravel World Series rappresenta attualmente il picco del suo calendario agonistico.

La nazionale di gravel durante la ricognizione della Monsterrato Strade Bianche
La nazionale di gravel durante la ricognizione della Monsterrato Strade Bianche

Ci siamo incuriositi non poco per questa chiamata all’apparenza un po’ bizzarra da parte del cittì del ciclocross Daniele Pontoni. Insieme alla atleta del team WorldTour correranno anche le elite Carlotta Borello (ventenne del GB Junior Team), Rebecca Gariboldi (Team Cingolani), mentre tra i maschi ci saranno Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli Team) e Mattia Viel (D’Amico UM Tools).

Sfruttando pertanto la buona dialettica di Guarischi, abbiamo subito voluto sentirla per farci raccontare il suo imminente debutto nel gravel, la specialità più di tendenza del ciclismo moderno.

Il Rush Cycle Shop di Malgrate ha aiutato Guarischi nell’assetto della bici da gravel
Il Rush Cycle Shop di Malgrate ha aiutato Guarischi nell’assetto della bici da gravel
Barbara come è nata questa convocazione?

Per caso, anzi direi proprio per scherzo (ride, ndr). A fine luglio ero a correre la sei giorni di Pordenone (dove ha vinto la madison in coppia con Martina Fidanza, ndr) e lassù ho incontrato Pontoni, che abita lì vicino. Chiacchierando con lui, gli ho detto che quest’anno dopo strada e pista mi mancava fare del ciclocross per completare la mia stagione. La mia era chiaramente una battuta invece lui l’ha presa sul serio e mi ha proposto se mi sarebbe piaciuto provare col gravel. Mi ha detto che c’erano alcune gare e che avrebbe voluto vedermi all’opera. E così correrò sulle strade bianche del Monferrato.

Avevi già avuto esperienze simili?

No mai, nemmeno in MTB da giovane. Sarà un battesimo assoluto. Ho già fatto un paio di giri con la bici nuova lungo gli argini dell’Adda e ho avuto brutte sensazioni. O meglio, mi sembrava di non andare abbastanza, mi sembrava di essere ferma. Però ci sta questa impressione venendo dalla strada o pista, che sono mondi diversi, tutto un altro modo di pedalare. In ogni caso guardavo i dati sul computerino e stavo facendo i miei valori standard, quindi mi sono un po’ più tranquillizzata. Oggi farò una ulteriore prova del percorso per prendere ancora più confidenza. Spero solo di non fare figuracce.

Quest’anno Guarischi ha vinto il Mediterraneo e poi è stata preziosa nel treno azzurro all’europeo di Monaco
Quest’anno Guarischi ha vinto il Mediterraneo e poi è stata preziosa nel treno azzurro all’europeo di Monaco
Cosa ti spaventa di più di questa gara?

Innanzitutto bisogna fare i conti con distanza e dislivello importanti. Saranno 125 chilometri e 1750 metri di dislivello. Si supereranno abbondantemente le quattro ore di gara. Fortuna che ho fondo, una buona forma e che ormai le gare femminili si disputano su quella durata, però non sarà semplice. Le previsioni inoltre mettono pioggia e brutto tempo. Però l’aspetto che più mi preoccupa è mentale. Ovvero cercare di restare concentrata il più possibile evitando di fare in corsa paragoni con la strada, anche quando starò facendo fatica.

Per la bici come hai fatto?

Quando ho avuto la conferma della chiamata di Pontoni, mi sono messa in contatto con Erik Zabel. Lui è ambassador dell’azienda, fa da tramite con i team e lo conosco fin da quando correvo nella Canyon Sram. Così gli ho detto che mi serviva un modello da gravel e mi ha fatto recapitare a casa la Grail CF SLX passando attraverso il benestare di Movistar. Poi ringrazio i ragazzi del Rush Cycle Shop di Malgrate che mi hanno sistemato la bici e che sono sempre molto disponibili.

Guarischi mostra le sue nuove scarpe da gravel firmate da Fizik
Farai anche italiano e mondiale di gravel?

Non lo so onestamente, bisogna tenere in considerazione anche il ranking per le griglie di partenza. So che il tricolore c’è il 18 settembre (ad Argenta in provincia di Ferrara, organizzato da ExtraGiro, ndr) e che sarà di 84 chilometri, però prima devo vedere come andrà questa corsa. E vedere naturalmente cosa deciderà Pontoni. E solo a quel punto si potrà riflettere sulla prova iridata (in programma l’8 ottobre a Cittadella ed organizzata dalla PP Sports Event di Filippo Pozzato, ndr).

A questo punto una domanda ci viene spontanea. Come mai la tua stagione su strada è già finita?

Diciamo che sto già lavorando per il 2023 (sorride, ndr). Dopo la prova su strada all’europeo ho fatto quattro giorni di recupero psicofisico perché ero piuttosto stanca. Poi però fortunatamente è arrivata questa chiamata per il gravel che mi permette di poter allungare la stagione. In ogni caso finora ho continuato e continuerò ad allenarmi sia su strada che in pista a Montichiari.

Domanda di riserva allora. Fai un pensierino ai mondiali su pista?

Mi piacerebbe tanto, sarebbe un sogno, non lo nascondo. Tuttavia ci sarà da capire cosa si vorrà fare, se andare in Francia (dal 12 al 16 ottobre, ndr) per vincere o per risultati alla nostra portata. Sicuramente fa piacere essere prese in considerazione, ma bisogna anche essere onesti con se stessi. Avrei i punti per disputare la madison e potrei anche far parte del quartetto, ma ci sono ragazze giovani che vanno forte e che hanno un maggior feeling con la pista. I posti a disposizione saranno pochi, non sarà facile guadagnarsene uno. Come ho detto prima, a settembre e ottobre lavorerò per mantenere la condizione e farmi trovare pronta per una eventuale chiamata.

Guarischi, quell’oro ha portato una nuova consapevolezza

17.07.2022
6 min
Salva

Vincere resta la miglior ricetta per ritrovare morale anche se vieni da buoni risultati. Ai Giochi del Mediterraneo Barbara Guarischi ha vinto la medaglia d’oro nella prova in linea che ha senz’altro più valore di quello che rappresenta.

In Algeria – sede della manifestazione – la velocista azzurra ha finalizzato in modo impeccabile la tattica del cittì Sangalli e il lavoro delle sue compagne ritrovando il successo personale (il decimo in carriera) a distanza di tre anni dall’ultima volta (prima tappa del Thuringen Lotto Ladies Tour).

Contando che lo scorso maggio a Milton, nella tappa canadese della Nations Cup in pista, era arrivata la vittoria con il quartetto nell’inseguimento a squadre, questo 2022 sta riservando alla trentunenne della Movistar delle soddisfazioni che forse pensava di non rivivere più. Con lei abbiamo fatto il punto della situazione tra prossime gare e nuovi obiettivi.

Barbara, bronzo al campionato italiano e oro ad Orano nel giro di una settimana. Partiamo da qui.

Sono risultati che ci volevano, per tutti questi anni un po’ oscuri. Il terzo posto al tricolore mi aveva dato buon umore e conferme della condizione. Della gara al Mediterraneo sono contenta invece per Paolo (il cittì Sangalli, ndr) e perché si è vista una grande Italia. Non era scontato che vincessimo…

Infatti talvolta le corse più facili sono quelle più insidiose.

Esattamente. Direi che sono proprio le più difficili da interpretare. Hai gli occhi di tutti puntati addosso. Appena ti muovi, tutti ti vengono a ruota e rischi di sprecare inutilmente. Ad Orano sono stati ottanta chilometri molto veloci. La prima parte ad inseguirci un po’ tutte, specie con Francia e Spagna, le altre nazionali più accreditate. Nella seconda parte di gara invece abbiamo iniziato ad attaccare due a due e le nostre avversarie hanno iniziato a subirci.

Quando sei stata convocata, eri già stata designata come leader della volata?

No, non sapevamo ancora nulla della tattica. Io avevo detto fin subito che mi sarei messa a disposizione della squadra senza alcun problema. Devo ringraziare tutte le formazioni in cui sono stata che mi hanno insegnato questa particolare predisposizione al sacrificio per le compagne. Solo il mattino della gara il cittì ha deciso che lo sprint lo avrei fatto io.

In nazionale c’è sempre questo bel clima che fa la differenza.

Sì, è proprio il valore aggiunto del nostro gruppo. Ci uniamo sempre tanto e sempre di più. E lo osservavo con attenzione proprio ai Giochi del Mediterraneo. Siamo partite qualche giorno prima e fino alla vigilia non abbiamo pensato alla gara. Abbiamo pensato alla nostra aggregazione che poi sfruttiamo in corsa. Senza retorica, ma l’unione fa la forza.

Come hanno preso la tua vittoria alla Movistar?

Molto bene. Inizialmente dovevamo andare a correre il Lotto Belgium Tour, ma avevo detto alla squadra che ci tenevo ad andare via con la nazionale. Idem per altre tre mie compagne che erano convocate con la Spagna. I nostri tecnici hanno cambiato idea saltando la corsa al Nord. E alla fine ho avuto ragione io.

Il cittì Sangalli ti ha già confermata per gli Europei.

Fa sempre piacere essere considerati. Ringrazio Paolo per questo. E’ sempre un onore indossare la maglia azzurra e poter aiutare la squadra. A Monaco di Baviera correremo per la Balsamo, che ha dimostrato di andare forte su tanti terreni. Abbiamo un’alternativa come Consonni che sta andando anche bene. Per l’europeo (che si disputerà il 21 agosto, ndr) bisognerà essere al cento per cento perché la concorrenza sarà molto alta. Voglio arrivarci pronta. Infatti mi sto preparando a Livigno dove resterò fino al 27 luglio.

Quindi niente Tour Femmes?

No, non era nei programmi. La nostra squadra in Francia dovrebbe ricalcare quella vista al Giro Donne. Io farò due gare in Svezia e subito dopo correrò il Tour di Scandinavia (dal 9 al 14 agosto, ndr). Tutte corse WorldTour che mi piacciono molto. Specialmente nella gara a tappa vado per fare risultato, per vincere indipendentemente da chi ci sarà. Poi a grandi linee dovrei fare il Tour de l’Ardeche e la Tre Valli Varesine. Vorrei poi fare un po’ di pista a settembre e ottobre.

A proposito di questo, anche il cittì Villa ti tiene in considerazione. Punti a Parigi 2024?

Preparare la pista da un mese all’altro non è l’ideale. Bisognerebbe fare un bell’inverno allenandosi bene, cercando di capire i margini di miglioramento e dove possono esserci. Vorrei fare strada e pista, ma dovrò stare attenta alla programmazione per riuscire a fare combinare bene le due attività. La vedo dura partecipare al prossimo mondiale in pista (in Francia a Saint-Quentin-en-Yvelines dal 12 al 16 ottobre, ndr) anche perché ci sono le giovani che stanno andando molto forte. L’idea comunque è tornare in pista poi se si andrà alle Olimpiadi sarà solo il cronometro a deciderlo.

Qualche consapevolezza in più l’hai riacquistata dopo l’oro al Mediterraneo?

Direi di sì. Tuttavia sono ancora troppo onesta con me stessa. Un corridore sa sempre dove può arrivare in certe gare o in altre. So quanto posso valere, ma è ovvio che se in volata hai una come la Wiebes so che è difficile batterla. Forse dovrei osare di più. Sì, lo farò.