Gravel, disciplina tecnica che punta all’agonismo

01.06.2022
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Chi ha detto che il gravel non è competizione? Le gare in Europa stanno nascendo poco alla volta, negli USA tornano alla ribalta dopo lo stop obbligato, causa Covid-19. In America le gare gravel sono una vera a propria istituzione. Vogliamo approfondire alcuni aspetti della tecnica e per questo abbiamo intervistato il vincitore della Traka 200, Ivar Slik, secondo alla Gravel Locos, con l’ambizione di primeggiare alla Unbound del 4 giugno.

Slik è un corridore olandese classe 1993, che ha corso su strada dal 2012 al 2017, vestendo anche la maglia della Rabobank Continental e del Team Rompoot, con una serie di interessanti piazzamenti. Fino allo scorso febbraio ha corso invece su strada nella continental ABLOC.

Ivar Slik vince la Traka 200 a Girona (foto Wilier)
Ivar Slik vince la Traka 200 a Girona (foto Wilier)
Quali sono gli aspetti tecnici da tenere in considerazione quando si prepara la bici per una competizione gravel?

Il primo fattore da considerare è proprio la bicicletta e questa deve offrire un feeling ottimale. Ho il privilegio di guidare una delle migliori bici gravel della scena, la Wilier Rave SLR e nel gravel il mezzo tecnico fa la differenza. La mia bicicletta combina una geometria moderna, ampi spazi per il passaggio degli pneumatici ed un peso ridotto. Soprattuto i primi due dettagli mi permettono di non avere particolari problemi nelle sezioni più complicate dei percorsi, lasciando ampio spazio alle varietà di setting. Il secondo aspetto in ordine di importanza sono le gomme.

Il forte corridore olandese, davanti a una gravel da… vestire (foto Wilier)
Il forte corridore olandese, davanti a una gravel da… vestire (foto Wilier)
Rimaniamo sugli pneumatici, quali sono i tuoi riferimenti?

Devono essere veloci, ma anche resistenti alle forature. Quindi devi trovare un equilibrio tra scorrevolezza e affidabilità. Io ho il supporto di Schwalbe. Ho sempre pensato che solo le gomme larghe potessero offrire dei vantaggi tangibili. Non è così, perché anche gli pneumatici più stretti, ad esempio da 40 millimetri, offrono delle performances eccellenti. Bisogna capire quale è il compromesso migliore e il prodotto che si adatta allo stile di guida.

E qual è questo compromesso?

Nelle parti veloci e con sezioni di ghiaia, nelle gare come Gravel Locos e Unbound, preferisco le gomme semi-slick da 40 mm. In occasione di competizioni molto tecniche, abbino due pneumatici con sezioni diverse, 45 per l’anteriore e 40 per il posteriore. Sempre i tubeless e con un buon sigillante al loro interno. Porto sempre con me le bombolette Co2 e i piccoli tamponi per chiudere la foratura.

Meglio una bici rigida, oppure una più confortevole?

Si tratta di trovare il giusto compromesso. Il giusto setting della bicicletta offre dei vantaggi notevoli. Personalmente quando devo scegliere preferisco il rigido. Sui tratti difficili ti obbliga a stare più attento, ma sulle parti veloci si può andare davvero forte.

Slik ha uno stile da stradista puro (foto Wilier)
Slik ha uno stile da stradista puro (foto Wilier)
A Girona non hai usato un manubrio specifico per il gravel? Come mai?

A Girona il percorso era piuttosto tecnico senza lunghi rettilinei e con tanti cambi di traiettoria. A mio parere la piega tradizionale offriva dei vantaggi. Ma anche in questo caso, quando si ha la possibilità, è necessario capire quale sia il compromesso ottimale. Quando la competizione prevede dei lunghi rettilinei, si può azzardare l’impiego anche di un manubrio aerodinamico e rigido.

E poi utilizzi i pedali road e non quelli mtb. Come mai?

Per me i pedali da strada sono migliori, perché ho un gioco laterale contenuto e una migliore trasmissione della potenza. L’unico svantaggio è quando devi riagganciare mentre si attraversa un tratto molto sconnesso.

Slik utilizza i pedali e le scarpe road (foto Wilier)
Slik utilizza i pedali e le scarpe road (foto Wilier)
Come ti alimenti per questa tipologia di gare che hanno dei chilometraggi davvero importanti?

L’alimentazione è fondamentale. La Unbound è di 330 km e Gravel Locos era di 255 km. In genere calcolo di assumere 90 grammi di carboidrati/ora, combinando bevande con barrette e gel. Per le bevande uso il marchio SupQ, perché hanno un buon betafuel e bevande isotoniche di qualità. Bisogna fare attenzione a combinare i betafuel in genere e le bevande isotoniche, con le giuste quantità di acqua.

Attenzione in che senso?

Si rischia di non bere abbastanza e avere troppi carboidrati in circolo. Per le gare più lunghe è bene usare un camelback con acqua e sali minerali. Le gare gravel sono condotte in autosufficienza e questo conta molto nella programmazione di una corretta strategia di integrazione, anche nelle fasi pre gara.

Utilizzi dei riferimenti, come ad esempio il tempo di corsa, consumo di calorie e battiti cardiaci, oppure ascolti le tue sensazioni?

Ascolto le mie sensazioni e non utilizzo molto i dati. Ho iniziato ad usare un power meter solo da quest’anno e cerco di usarlo per il training, ma anche in gara. Dopo le uscite guardo i miei file di potenza e cerco di capire i margini di miglioramento. Non uso un cardiofrequenzimetro, magari in questo potrei migliorare.

La posizione in sella: bici road e bici gravel, usi la stessa posizione?

Ho due modelli di biciclette, la Wilier Rave SLR gravel e la Filante SLR. Utilizzo la stessa posizione per entrambe.

Ivar Slik su strada, al Giro di Turchia 2021
Ivar Slik su strada, al Giro di Turchia 2021
Che rapporti usi sulla gravel?

Una corona doppia anteriore, 50-34 e una scala 11-30 per la cassetta posteriore. La trasmissione è Shimano GRX Di2.

L’uso della gravel e la tecnica di guida di questa disciplina ti aiuta anche su strada?

Sì certo. Le capacità di guida migliorano quando si utilizza la bici gravel sistematicamente, specialmente quando si affrontano i percorsi tecnici.