VERSAILLES (Francia) – Con le Olimpiadi ha decisamente un bel rapporto. Oro a Rio 2016 e bronzo a Tokyo 2020, con l’onore di essere il portabandiera, nell’omnium. Elia Viviani è pronto a giocarsi le sue carte anche a Parigi. Il suo primo impegno però è stamattina su strada, insieme ad Alberto Bettiol e a Luca Mozzato. Con l’emozione di chi sa bene cosa sono i Giochi.
«Sono quei 15 giorni in cui guardi tutti gli sport – ha raccontato ieri sera – ti senti parte di una squadra molto più grande. Ho voluto esserci nella cerimonia di apertura dopo essere stato portabandiera a Tokyo. E riguardando i miei ultimi anni, l’ultimo risultato importante è stato proprio alle Olimpiadi. E allora ecco che il mio obiettivo più grande è diventato Parigi».
Si comincia con la strada e con un percorso già provato.
Abbiamo fatto una ricognizione controllata. Sulla salita del circuito finale ci venivano 2 minuti e 10 secondi. Evenepoel l’ha fatta in 1 minuto e 58 secondi… Vedremo. E’ un percorso pieno di cotes, non ha curve o rilanci tipo Glasgow lo scorso anno. La differenza la faranno gli strappi, ma secondo me solo nel finale. Sarà difficile individuare un punto in cui attaccare per vincere. Potrebbe succedere in qualsiasi momento.
Evenepoel, Pedersen, van Aert, Van der Poel: non se ne esce?
Il ciclismo attuale è dominato da questi fuoriclasse. Sono quei campioni che non sai mai quando possono attaccare. Possono farlo in qualsiasi momento. Credo che ci sarà un faccia a faccia tra di loro nel finale. Il nostro ruolo è avere un uomo che possa stare con loro, che è Bettiol. Luca ed io siamo due atleti veloci, dovremo essere da supporto nella prima parte e poi farci trovare pronti. E se ci stacchiamo, non mollare. L’esperienza insegna che molti attacchi possono anche tornare indietro e quindi dobbiamo farci trovare pronti.
Come vedi le altre nazionali?
Danimarca e Olanda hanno uomini che possono far diventare questa corsa una corsa un po’ più normale. Pedersen è in gran forma. Ma penso anche a Morkov e Bjerg o a van Baarle. Poi bisognerà vedere cosa faranno altre che hanno risorse immense. Il Belgio ad esempio ha portato quattro atleti da medaglia, perché anche Tiesj Benoot e Jasper Stuyven lo sono. La Gran Bretagna ha Tarling che può sempre inserirsi in una fuga. Occhio alla Francia che gioca in casa. Conosco bene Alaphilippe, emotivamente sarà coinvolto al cento per cento e sicuramente ci proverà.
E l’Italia?
Bettiol ha dimostrato che può giocarsela. Non vedo tratti dove possano staccarlo. Lui è una nostra carta da medaglia importante. Noi siamo atleti veloci che non dobbiamo perdere il controllo della corsa e poi vedremo. Il percorso è su e giù, non è duro, ma lo diventerà con i chilometri che passano. Come una Sanremo, come una Gand-Wevelgem. Però allo stesso tempo sarà diversa, perché il gruppo sarà ridotto. Me la godrò, sarà lo sforzo più grande che farò in questi Giochi, perché quelli in pista saranno corti ma intensi.
La strategia qual è?
Dobbiamo farci trovare pronti fin da subito. Inizialmente sarà compito mio e di Mozzato non far scappare corridori buoni. Non potremmo poi tirare per inseguire. Siamo meno rispetto agli altri, non dobbiamo farci sorprendere e quando la corsa ha preso una piega poi vedremo. Alcuni attacchi si possono anche pagare. La gara finisce solo a Parigi. Peraltro con un arrivo spettacolare, come ho visto ieri nella marcia.
E, anche se è presto, la pista?
Ho lavorato tanto sulla pista, per l’omnium. Un po’ anche con il quartetto, sperando che i ragazzi non ne abbiano bisogno, ma intanto ho dato una mano. Nell’ultimo periodo ho fatto tre giorni di lavoro su pista, riposo, poi strada nei fine settimana. Quello che c’è da fare è stato fatto. Strada e pista ora diranno se ho fatto bene.
E’ una pista che ti porta fortuna. Qui nel 2022 hai vinto l’oro mondiale nella prova a eliminazione.
Sarà una pista veloce, come è sempre alle Olimpiadi. Gli atleti arrivano al top, gli organizzatori cercano di renderla il più veloce possibile. Il clima inciderà, come sempre. Questo di sicuro vale per l’inseguimento, il legno è stato levigato e vedremo quanto sarà scorrevole. Chiaramente nell’omnium tutto ciò è relativo. Qui ho vinto un mondiale, qui i ragazzi hanno perso un mondiale con la Gran Bretagna, che con Italia, Danimarca e Australia si giocherà la medaglia.
E il tuo omnium?
Conterà soprattutto la tattica. Devi star bene fisicamente, ma non sbagliare una mossa. Ci sono corridori di riferimento come Benjamin Thomas, ma anche possibili sorprese come Van Schip. Bisogna stare attenti a tutti. Se un outsider azzecca le scelte, rischi di non prenderlo più.