Dallo Zoncolan a Sega di Ala, a tavola con l’Astana

22.05.2021
5 min
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Sono magrissimi, così in condizione da risultare fragili. I corridori del Giro, quelli che sono qui a giocarsela, vanno seguiti in ogni dettaglio, sapendo che basta un colpo di freddo per mandare tutto in malora. Puoi pianificare quello che ti pare, ma il ciclismo è uno sport di situazioni e le situazioni, per quanto bravo, non potrai mai prevederle. Figurarsi oggi sullo Zoncolan.

Erica Lombardi è la dietista dell’Astana-Premier Tech al Giro, la squadra di Alex Vlasov. Già con lei in passato avevamo parlato della necessità di gestire con equilibrio l’alimentazione durante il Giro. Ma oggi, con la tappa che si arrampica sul Mostro friulano e lo sguardo sulle montagne dei prossimi giorni, il ragionamento si fa più specifico, molto interessante, ancorché complesso.

«Il Giro non è il Tour – comincia – dove la stagione è ben definita e non ci sono clamorosi sbalzi climatici. Qui invece è tutto un cambiare, per cui la programmazione presenta delle criticità. Ieri verso Verona era una tappa tranquilla, ma in ogni caso c’era da stare attenti sin dalla vigilia a cosa mangiare, per scongiurare il rischio di trovarsi vuoti a 48 ore dalla tappa dello Zoncolan».

Al Tour dello scorso anno, Erica Lombardi con la squadra ai Campi Elisi
Al Tour dello scorso anno, Erica Lombardi con la squadra ai Campi Elisi
Quale è l’attenzione primaria?

Che abbiano energie e siano leggeri, tenendo però conto che la troppa leggerezza la paghi per altri aspetti. Il glicogeno ha un tempo di ricostruzione di 48 ore, per cui si è cominciato da ieri a ragionare del fatto che oggi si farà lo Zoncolan e che nei prossimi giorni ci saranno altre tappe dure. Non si può andare per compartimenti stagni.

Quindi?

Quindi non si può calcolare tutto alla perfezione, ma non puoi dargli meno di quello che necessitano. Non sono macchine. Il calcolo dei macronutrienti, ma più segnatamente dei carboidrati, si fa in base ai watt. Un calcolo che però viene aggiornato in base a come si sente il corridore. Per questo avere il dietista allo stesso tavolo aiuta a prendere le misure.

Come funziona il calcolo dei carboidrati in base ai watt?

Si fa gioco di squadra. Dopo la tappa, io li peso e il dottore fa il punto sull’idratazione. Il peso così raccolto lo giro al preparatore che mi manda in risposta la situazione dei watt in rapporto al peso. Ci stiamo avvicinando alla perfezione, ma il ciclismo resta sempre uno sport empirico. In un grande Giro è sempre meglio avere qualcosa in più, che trovarsi scoperti. Pesare poco significa perdere potenza.

Quindi da ieri è iniziato il recupero per la tappa di oggi?

Esatto, si parte con alimenti funzionali nel dopo tappa. Le linee guida generali dicono che bisogna ridurre al minimo se non eliminare totalmente le fibre, per favorire l’assorbimento dei carboidrati.

Si comincia mangiando cibi solidi, si finisce passando a gel borracce di maltodestrine
Si comincia mangiando cibi solidi, si finisce passando a gel borracce di maltodestrine
Carboidrati quindi sempre pasta?

Pasta, oppure riso, patate americane, verdure non verdi come le barbabietole rosse, il cui contenuto in nitrati, in un quadro più articolato, aiuta il corpo a ossigenarsi.

In una tappa come quella di oggi, come mangeranno in corsa?

La regola è che si vada in progressione, mangiando cibi solidi nelle prime fasi, passando poi ai gel e le maltodestrine. Molto dipende dal ruolo del corridore in corsa.

Lo Zoncolan di quest’anno ha 3 chilometri finali durissimi, ma prima non è irresistibile…

Prima del tratto duro, è indicato mangiare un gel a rapido rilascio, sempre che si riescano a staccare le mani dal manubrio. Esiste una pratica molto diffusa nel calcio, il mouth rinsing, che consiste nel risciacquarsi la bocca con liquidi a base di carboidrati, come i calciatori che bevono e poi sputano prima di ingerire. Tramite questo sistema, dai stimoli all’organismo che sta già assorbendo i carboidrati ingeriti in precedenza. Per cui può essere utile fare un sorso dalla borraccia salendo sullo Zoncolan. Un sorso e si rimette a posto, perché adesso non si può più buttarle ai tifosi sulla strada.

Hai parlato di riuscire a staccare le mani dal manubrio…

Se c’è un’azione, un attacco… puoi aver programmato quello che vuoi, ma nella fase concitata, non riesci a prendere il gel, per cui è il corridore a dover reinterpretare la strategia. Per cui pensate a quante attenzioni debbano avere questi ragazzi, dai watt al momento in cui mangiare.

La tappa di Verona ha richiesto un dispendio inferiore, ma non si poteva farli mangiare meno alla vigilia dello Zoncolan
La tappa di Verona ha richiesto un dispendio inferiore, ma non si poteva farli mangiare meno
E poi c’è il meteo.

La pioggia complica tutto, il freddo anche, perché magari non riescono a prendere gli zuccheri con le mani congelate o in situazioni al limite.

Stasera dopo l’arrivo cosa mangeranno?

C’è una finestra di un’ora in cui si va a ripristinare il livello di glicogeno, ingerendo solo carboidrati. Si gioca tutto in quel breve tempo, a prescindere che sia stato caldo o freddo. Gli studi più recenti hanno stabilito che si possono integrare 120 grammi di carboidrati per ora, contro i 90 che si riteneva in precedenza. Oltre questo limite, non si assimila più. Come se, dovendo fare un lungo viaggio in auto, si volessero mettere 100 litri di benzina in un serbatoio che ne contiene 60. La capienza è quella. Ma se hanno preso freddo, si deve anche lavorare sui grassi, sia dopo corsa che nelle ore successive.

Quando li pesi?

La mattina e dopo la tappa. Se si perde un chilo di liquidi se ne deve integrare il 150% per cui si dovrà bere un litro e mezzo. L’obiettivo è mantenere il pezzo più regolare possibile.

Quindi il tanto raccontato calo di peso a fine corsa ormai è superato?

Dipende dai corridori e dalla loro esperienza. I giovani hanno più sbalzi, un corridore come Fuglsang sa gestirsi bene anche da solo.

Non solo pasta per introdurre carboidrati, anche le patate americane
Non solo pasta per introdurre carboidrati, anche le patate americane
Vlasov è esperto?

Con Vlasov lavoro dai tempi della Gazprom, ma di fatto ha corso solo la Vuelta del 2020 e questo è il primo Giro da capitano. L’ideale è finire in crescendo, stando attenti a non gonfiarsi di liquidi, per cui il medico ricorre alla biompedeziometria per valutare la ritenzione idrica.

Quanto è difficile il tuo lavoro?

Bisogna lavorare per avvicinarsi il più possibile alla ricetta migliore, sapendo che si può sbagliare e che magari non si riceveranno complimenti, ma di certo non mancheranno le critiche se dovesse andar male. Il ciclismo non è il calcio, che si gioca in uno spazio controllato con atleti abbastanza omogenei. Noi siamo sulla strada, in condizioni meteo sempre diverse, con atleti di forme e caratteristiche diverse. Insomma, si può dire che sia tutto, ma non certo facile.

Aleotti stanco, Battistella stremato: i due volti della fatica

10.05.2021
4 min
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Volti diversi al traguardo, mentre la gente si va concentrando verso il palco. A differenza di ieri, questa volta accanto alle transenne c’è un discreto schieramento di poliziotti che impediscono ai tifosi di assieparsi alle transenne. Ma alla fine, quando si tratta di applaudire il vincitore e la maglia rosa, qualcuno riesce a sfuggire al controllo e altri semplicemente escono nel giardino di casa. Come i proprietari e gli ospiti della villetta col prato che per sorte si trova proprio davanti al palco e battono le mani con i volti raggianti. E’ il Giro d’Italia, ragazzi, difficile restare indifferenti.

E mentre Ganna entra ed esce per indossare la rosa e poi la bianca, sul traguardo passano a distanza di 4 minuti uno dall’altro Aleotti e Battistella, due dei giovani italiani su cui si concentrano tante attese. Il primo arriva stanco per aver fatto egregiamente il proprio lavoro per Sagan. Il secondo arriva stremato, con la rassegnazione e la rabbia di chi non è riuscito a fare un bel niente.

Cimolai è arrivato secondo, una beffa lunga solo 4 secondi
Cimolai è arrivato secondo, una beffa lunga solo 4 secondi

Aspettando Sestola

Aleotti ha tirato per due salite, facendo quello che Sagan in qualche modo stamattina aveva anticipato. Anche se alla fine la missione è riuscita solo a metà e fra i velocisti importanti che sono riusciti a fare fuori si contano soltanto le… teste di Merlier, Nizzolo ed Ewan. Sul rettilineo, Peter è stato anticipato da Cimolai e si è lasciato dietro, fra gli altri, Viviani e anche Gaviria.

«Stavo bene – dice Aleotti, con gli aloni bianchi di sale sui pantaloncini – era chiara l’intenzione di staccare i velocisti e arrivare con Peter. E’ quello che ho fatto sulle salite, cercando di dare il massimo. Erano veloci. Si stava meglio a ruota. Però penso di aver fatto un bel lavoro»

L’entusiasmo dei vent’anni e la sorpresa per un Giro… conquistato in extremis possono trasformarsi in un boomerang? Giovanni sorride, con la serenità di chi sta davvero bene.

«Ieri – dice – è stata una giornata facile, oggi avevamo del lavoro da fare, quindi è stato più impegnativo. Giorno per giorno ci saranno tappe più o meno dure e domani non sarà proprio una passeggiata. Vedro tutti i volti della fatica, ne sono certo. Conosco il versante di Sestola. E’ diverso, molto impegnativo. Ripido. Sono 3,5 chilometri molto duri. Poi c’è una discesina e alla fine si sale ancora».

Sulla terza salita si è spenta la luce e Battistella è scivolato nelle retrovie
Sulla terza salita si è spenta la luce e Battistella è scivolato nelle retrovie

Dieta forzata

Battistella è magro come un chiodo. D’accordo che non lo incontravamo da un po’, ma davvero è tiratissimo. Anche se non si tratta chiaramente di un bel segno.

«Mi è tornata la gastrite – dice tirando fuori il problema di cui ci aveva parlato il 19 aprile – la crono è andata bene, poi devo aver preso un caffè di troppo e si è rimesso in moto tutto. Quando c’è da fare 5-6 ore, non vado avanti. Il dottore dice che non possiamo farci nulla, che lo stomaco ha bisogno dei suoi tempi. Solo che io nel frattempo non posso mangiare. Non posso mangiare tanto come terapia, associata a tutto il protocollo che speravo di essermi lasciato alle spalle. E non posso mangiare perché, se lo faccio, mi si blocca lo stomaco e finisco come oggi. La luce si è spenta sulla terza salita e a quel punto non aveva più senso andare a tutta. Non mangio e non assorbo niente. E così facendo, ho perso 2 chili dalla Freccia Vallone ad oggi. Speriamo che migliori».

Quando se ne va, la strada è ormai sgombra. I pullman sono a un paio di chilometri verso la campagna. Se questo è l’andazzo, domani la scena sarà simile. Aleotti magari dovrà lavorare per Buchmann o Fabbro. Battistella invece su quell’ultima salita rischierà di vedere le streghe. E alla fine i loro volti saranno gli stessi di oggi…

P.S. A margine della storia di Aleotti e Battistella, annotiamo le parole di un Cimolai decisamente amareggiato.

«Non avevamo i distacchi giusti – dice il friulano arrivato secondo – e io neppure sapevo che ci fosse ancora davanti Van der Hoorn. Per fortuna non ho alzato le braccia, non avrei mai voluto essere ricordato come uno di quei corridori. Sto bene, ma avrei preferito fare secondo battuto da Sagan o da Viviani, che per aver lasciato vincere uno a quel modo. Non mi capitano tante occasioni di vincere, fra sei giorni divento papà. Sarebbe stato un giorno perfetto. La morale? Siamo stati dei polli!».

“Martino” ci svela i piani rosa di Vlasov e dell’Astana

29.04.2021
7 min
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Con Giuseppe Martinelli si potrebbe scrivere un’enciclopedia del ciclismo. Il tecnico dell’Astana PremierTech, per tutti “Martino”, vive, mangia e respira ciclismo da sempre: come corridore, come diesse, come appassionato.

Ad una manciata di giorni dal Giro d’Italia lo sentiamo per capire cosa ci possiamo aspettare davvero da Alexandr Vlasov, ragazzo russo di cui si dice un gran bene ma che per un motivo o per un altro ancora non è riuscito ad esprimere il suo grande potenziale.

Alexandr Vlasov, sulle strade della Vuelta 2020. Il russo sarà leader dell’Astana al Giro
Alexandr Vlasov: il russo sarà leader dell’Astana al Giro
“Martino” buongiorno. Parliamo di Vlasov: ormai è qualche anno che è con te, che idea ti sei fatto?

E’ un ragazzo abbastanza da scoprire ancora, non è uno già “arrivato”. Avremmo una sua consacrazione al Giro. L’anno scorso venne in Italia per aiutare Fuglsang, poi andò alla Vuelta, ma non ci arrivò in forma, la finì bene, ma perse molto all’inizio. Partirà con i gradi di capitano e sapete bene che farlo in Astana, che ha particolare voglia e predisposizione per i grandi Giri, è molto importante. Questo Giro ci dirà davvero quanto vale e cosa potrà fare Vlasov nel panorama del ciclismo mondiale.

L’anno scorso eri arrabbiato perché Alexandr si fermò (mal di stomaco) all’inizio della seconda tappa. E’ tutto chiarito? Gli è servito da lezione?

Io mi arrabbio spesso, ma altrettanto spesso volto pagina. E’ un ragazzo giovane e deve imparare a soffrire un po’ di più. E poi vorrei aggiungere una cosa. La pandemia ha influito molto su quel ritiro. Voi forse non vi rendete conto come si vive questa situazione nelle squadre. E’ un qualcosa che può scombussolare i piani di un intero team da un momento all’altro, c’è paura, incertezza… Guardiamo quello che è successo alla Uae alla Freccia Vallone. Ma vi rendete conto: non partire in una gara così importante con un leader come Pogacar? Si teme davvero di buttare via molto.

Su Vlasov hai detto: «Si vedrà cosa potrà dare nel panorama del ciclismo», ma potrà darlo ancora all’Astana? O andrà alla Ineos Grenadiers come si dice?

Ho sentito tanti rumors attorno a lui. E che ci crediate o no, io non ho mai parlato con Alexandr di questa cosa. Lo farò solo quando sarà sicuro di quel che farà. Io so che quest’anno sarà con me e cercherò di farlo vincere il più possibile. Lui comunque ha detto che con noi si trova bene.

I turchesi al fianco di Vlasov, un mix di esperienza e gioventù
Tra gli uomini per Vlasov anche Luis Leon Sanchez e Fabio Felline (a destra)
Torniamo al Giro. Con Vlasov avete già fatto dei sopralluoghi?

Lui e Zanini andranno a ridosso del via da Torino a vedere la tappa di Montalcino, l’arrivo di Sestola e la salita di Sega di Ala. La tappa delle Strade Bianche bisogna conoscerla per capire quando e come arrivano gli sterrati e come prenderli. L’arrivo di Sestola perché è la prima salita ed è importante vederla. E la scalata nel veronese l’ho consigliato io di dargli uno sguardo perché la conosco e so che è dura. La facemmo al Trentino nel 2013 con Vincenzo (Nibali, ndr) e non era distante dalle zone degli allenamenti di Cunego. Però negli ultimi anni è sempre più problematico fare le ricognizioni.

Perché?

Perché i ragazzi corrono tanto e non c’è tempo per farle. Adesso Vlasov è in altura, ma può interrompere il suo ritiro per fare i sopralluoghi? Bisognerebbe che il Giro fosse presentato a novembre e fare i sopralluoghi a dicembre! Ma tanto poi è brutto tempo e non si può andare…

Un messaggio per Vegni! Però in quel periodo il corridore ha qualche chilo in più è fuori condizione e si rischia di avere impressioni diverse da quello che poi sarà in gara…

Ah vero. E’ già successa questa cosa. Anche a me, non lo nego. Ho fatto riunioni prima del via, con mappe, carte, spiegando ai ragazzi le varie salite e poi a fine tappa mi hanno detto: Martino ma non era così dura questa salita. O anche il contrario. Poi bisogna valutare anche come arrivi a quella salita, cosa prevedeva la tappa fino a quel momento o com’era quella del giorno prima. Insomma ci sono tante variabili. E per dirla tutta, con i mezzi di oggi potremmo quasi non farle. Tra dati, software… è come farle dal vivo certe ricognizioni.

Hai parlato della prima salita: ma è davvero così tosta Sestola? A noi sembra molto pedalabile. E’ ben più dura quella di Ascoli…

Vero, quella di Ascoli la conosco anche perché si faceva spesso nella Tirreno-Adriatico ai tempi in cui ero corridore. La prima salita però può fare “danni”. E’ sempre stata una mia idea. Perché magari c’è chi non è ancora al 100% e chi invece è al 110%. Penso allo Yates visto al Tour of the Alps. E’ una differenza importante, mentre da metà Giro in poi le forze in campo si appiattiscono e c’è chi cala e chi migliora.

Pronsky, scalatore kazako. Altro volto da scoprire sulle strade rosa
Pronsky, scalatore kazako. Altro volto da scoprire sulle strade rosa
Qual è un punto di forza e uno di debolezza per Vlasov?

Un punto di forza è che va forte in salita. E’ uno scalatore puro, anche se il suo fisico non farebbe pensare così. Non solo, ma preferisce le pendenze dure, le scalate a strappi a quelle più regolari. Una sua debolezza se vogliamo è la cronometro. Il problema è che fino a che non è arrivato da noi non ne ha mai fatte al 100%. Ci ha lavorato molto con i nostri preparatori, Mazzoleni e Velasco (tecnico dei materiali, ndr), ed è migliorato. Come ripeto, il Giro ci dirà chi sarà e su cosa si potrà focalizzare. E questo dipende anche dalle crono.

Dove si può vincere questo Giro? Non solo una tappa, ma una serie di frazioni, su quale terreno…

Ho visto il percorso e non trovo una tappa in cui ci si può inventare davvero qualcosa. Rispetto ad altri anni ci sono più arrivi in quota. Di sicuro si deciderà in salita. Lo Zoncolan può essere uno di quei momenti in cui il Giro lo puoi vincere o perdere, però non vedo il tappone con 5.000 metri di dislivello e quattro passi che sentenzia la corsa. Ci sono tanti finali in cui può arrivare un gruppetto anche di dieci persone ma in cui ne manca una o due ogni volta. E’ importante perciò guadagnare giorno dopo giorno.

Che squadra avrà il russo al suo fianco? A prima vista c’è un bel mix di esperienza e gioventù…

Dopo qualche anno ritorna al Giro Luis Leon Sanchez e lo farà in funzione proprio di Vlasov. E lo stesso Gorka Izagirre… lui ha una voglia di fare il gregario, di ricoprire questo ruolo che non potrei cercare di meglio. E poi c’è una squadra garibaldina, a partire dai tre italiani: Samuele Battistella, Matteo Sobrero e Fabio Felline. Loro non correranno solo per aiutare, ma anche per provare a fare qualcosa di personale. Poi è chiaro, la prima cosa è la classifica generale con Vlasov.

Beh, in effetti non dando il russo delle garanzie è anche giusto lasciarsi altre opportunità…

Attenzione, io sono convinto di avere l’uomo per poter vincere il Giro, ma ho anche dei corridori per le tappe intermedie che possono fare bene.

Squadra garibaldina e Luis Leon Sanchez: verrebbe da pensare che lo spagnolo possa avere carta bianca, invece ci hai detto che sarà in appoggio a Vlasov: come mai?

Non dimentichiamo che Alexandr è giovane, ha compiuto 25 anni al Tour of the Alps e bisogna mettergli un uomo di esperienza al suo fianco. Vero, Luis Leon è uno degli uomini più vincenti che ho, ma lui in gruppo per me è importantissimo. Se la mattina in riunione gli dico di stare vicino a Vlasov, io so che ogni dieci minuti lo va a cercare, lo porta davanti, gli fa notare come si muovono gli altri. Sanchez è uno che ha il senso della corsa, non si perde, è concentrato. E con lui ho un buonissimo rapporto. C’è molta fiducia. E uno così mi serve.

Matteo Sobrero sarà utile a Vlasov per le crono, ma avrà anche i suoi spazi
Matteo Sobrero sarà utile a Vlasov per le crono, ma avrà anche i suoi spazi
Invece Vadim Pronsky e Harold Tejada?

Pronsky è uno scalatore e anche lui è un giovane (22 anni, ndr). Ha vinto il Val d’Aosta nel 2018 e cercherò di adoperarlo dove potrà fare bene. E’ un kazako e per noi è importante anche in chiave futura. E’ un ottimo corridore, così come Tejada, anche lui giovane (24 anni, ndr).

E poi ci sono i tre italiani…

Con loro spero di poter agguantare una vittoria di tappa. Mi danno una certa sicurezza. Felline ha esperienza e ha anche dimostrato di saper vincere, pur essendo un uomo squadra. Battistella può imparare e provare.

E Sobrero immaginiamo che partendo prima di Vlasov ti possa essere molto utile anche per i feedback nelle tappe contro il tempo…

Fai le domande e dai anche le risposte?

Okay, scusa Martino!

Scherzi a parte, sì lui sarà utile per le crono. E’ stato uno di quei corridori che avevo “perso” da dilettante. Ero andato a vederlo al Palio del Recioto che vinse davanti ad un parterre mostruoso, c’era anche Pogacar, e sai quando torni dopo aver visto un ragazzo vincere c’è l’entusiasmo. Ma lui era già impegnato e pensavo di averlo perso. Invece poi sono riuscito a prendere sia lui che Battistella. Se li porto al Giro non è solo perché migliorino, ma perché vorrei facessero qualcosa, provassero a vincere. Credo in loro, vanno impiegati bene. D’italiani giovani e forti ce ne sono pochi e vanno tutelati.

Quindi Giuseppe siamo pronti. Un’altra sfida per te…

Credetemi se vi dico che in Astana c’è passione. Tante volte girando per il mondo, nonostante ci siano ormai tanti altri squadroni, ci riconoscono, sanno chi siamo e ancora sento dire: oh l’Astana di Nibali!

Il russo e la rosa: «Se perdo non mi ammazzano!»

24.04.2021
3 min
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Subito dopo l’Amstel, Battistella fu chiaro: «Noi dell’Astana-Premier Tech, andremo a vincere il Giro con Vlasov». Dopo averlo saputo, Martinelli probabilmente ha dedicato qualche secondo agli scongiuri, poi commentando confermava che il russo sta bene ed ha intorno un bel gruppo di scalatori. «Perché il Giro si decide in salita – ha detto – e segnatamente negli arrivi in salita». E Vlasov cosa dice?

Nell’ultima tappa, il russo ha difeso il podio: era il giorno del suo compleanno
Nell’ultima tappa ha difeso il podio: era il giorno del suo compleanno

Un virus e addio

La sua ultima apparizione al Giro d’Italia non fu felice, interrotta bruscamente il secondo giorno per un virus intestinale che si è trascinato fino alla Vuelta. Dove non ha vinto, ma ha dato grandi segni di vitalità, come il secondo posto sull’Angliru.

«Ho sofferto per una settimana senza poter mangiare – spiegò l’atleta russo – ho perso peso. A chi dice che al Giro avrei potuto stringere i denti, rispondo che non andavo avanti. Tanto che in Spagna il primo giorno ho perso 4’31”. Non stavo ancora bene. Era la prima corsa dopo la malattia e il primo giorno ho trovato subito percorso duro e ritmo alto. Sull’ultima salita sono andato in crisi e addio…».

La sua chance

Il Vlasov che al Tour of the Alps ha festeggiato i 25 anni proprio l’ultimo giorno, appare un atleta molto più solido e una persona equilibrata. Stefano Garzelli ha parlato della sua capacità di vincere. Ma Vlasov al riguardo sembra sufficientemente distaccato.

«Sono stato fino al 13 aprile sul Teide – racconta – e il 19 siamo partiti per il Tour of the Alps. Sono venuto per fare fatica, ma ho scoperto di avere già una brillantezza che non mi aspettavo e questo mi ha dato morale. Per me si tratta di un anno importante. La squadra mi ha dato la fiducia e la grande opportunità di fare esperienza come leader al Giro d’Italia, ma questo non mi stressa. Sono tranquillo. Tanto se va male, non mi uccidono…».

Dopo la crono di Palermo, chiusa a 1’20”, per il russo il ritiro dal Giro d’Italia
Dopo la crono di Palermo, chiusa a 1’20”, il ritiro dal Giro d’Italia

Sullo Zoncolan

Il suo 2021 è cominciato in modo già interessante. Decimo al Tour de la Provence. Secondo dietro Schachmann alla Parigi-Nizza. Terzo al Tour of the Alps, con il secondo di tappa a Pieve di Bono, beffato da Pello Bilbao, rientrato in discesa. Con Martinelli sull’ammiraglia, lo staff dei preparatori che crede fortemente in lui e un’Astana molto competitiva, la curiosità di vederlo al Giro è davvero tanta.

«Abbiamo una bella squadra – dice – motivata e forte. Io credo di essere diverso dal Vlasov che si ritirò lo scorso anno al Giro. Sono un po’ più esperto e probabilmente anche un po’ più forte. Credo che il Giro avrà un giorno decisivo sullo Zoncolan. Martinelli, che è un grande e di cui mi fido ciecamente, mi ha suggerito di fare qualche ricognizione, per cui nei prossimi giorni mi dedicherò proprio a questo e poi tornerò ad allenarmi ad Andorra. Battistella ha anche detto che mi considera quasi italiano. Ha ragione, un po’ mi ci sento anche io. Ho corso tanto da voi quando ero under 23, per questo mi sto avvicinando al Giro con grandissimo rispetto».

L’Astana investe su Fuglsang e si tiene stretto Vlasov

20.04.2021
3 min
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L’Astana Premier Tech è considerata dai suoi stessi dirigenti una squadra “work in progress”. L’addio di Miguel Angel Lopez, che era ormai da qualche anno l’uomo di riferimento per i grandi Giri, ha come prima finalità quella di dare maggiore responsabilità ad Alexander Vlasov, corridore che ha dimostrato grandi qualità e propensione per le corse a tappe medio-brevi, al quale però ora si chiede un ulteriore salto di qualità. Questo libera anche Jakob Fuglsang, che se da una parte resta uno dei maggiori interpreti delle classiche altimetricamente più severe, dall’altro ha ormai messo da parte le sue ambizioni di classifica nelle prove di più settimane.

Vlasov in sella alla Wilier Turbine nella crono finale della Vuelta 2020
Vlasov in sella alla Wilier Turbine nella crono finale della Vuelta 2020

La squadra è costruita per offrire spettacolo in ogni situazione: Vinokourov ha sempre voluto gestire un team capace di lottare per la vittoria su ogni traguardo e il totale dei successi raccolto negli anni la dice lunga sul valore del team kazako. L’Astana unisce a una forte presenza dell’Est, un altro zoccolo duro spagnolo, con i fratelli Izagirre ai quali si chiede non solo di svolgere compiti di luogotenente nei grandi Giri, ma anche di puntare alle brevi corse a tappe. Battitore libero è Alexey Lutsenko, kazako che ha già dimostrato di poter fare bene in vari ambiti.

Il lavoro del team di Astana è come detto puntato anche al futuro e qui vengono coinvolti i giovani italiani, Samuele Battistella, Matteo Sobrero e Andrea Piccolo, ai quali si chiede innanzitutto di fare esperienza, ma anche di mettersi in evidenza dove possibile per far vedere sprazzi di quella classe mostrata nelle categorie inferiori.

La Astana-Premier Tech corre su bici Wilier Triestina
La Astana-Premier Tech corre su bici Wilier Triestina

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Alex DebaEzkio ItsasoEsp19.09.10052015
Samuele BattistellaCastelfrancoIta14.11.19982020
Manuele BoaroBassanoIta12.03.19872011
Gleb BrussenskiyKazKaz18.04.20002021
Rodrigo PinzonVillapinzonCol02.06.19942015
Stefan De BodWorcesterRSA17.11.19962016
Yevgeniy FedorovKazKaz16.02.20002020
Fabio FellineTorinoIta29.03.1990
Omar FraileSantzurtziEsp17.07.19902012
Jacob FuglsangGinevra(SUI)Den22.03.19852006
Yevgeniy GidichKoksetavKaz19.05.19962018
Jonas WilslyHerlevDen30.07.19962019
Dmitriy GruzdevAstanaKaz13.03.19862011
Hugo HouleSainte PerpetueCan27.09.19902013
Gorka IzagirreOrmaiztegiEsp07.10.19872009
Ion IzagirreOrmaiztegiEsp04.02.19892010
Merhawi KudusAsmaraEri23.01.19942014
Alexey LutsenkoPetropavlKaz07.09.19922013
Davide MartinelliBresciaIta31.05.19932016
Yuriy NatarovTalgarKaz28.12.19962019
Benjamin PerrySt.CatharinesCan07.03.19942015
Andrea PiccoloMagentaIta23.03.20012020
Vadim PronskiyAstanaKaz04.06.19982020
Oscar RodriguezBurladaEsp06.05.19952017
Javier Oliver Villafranca Esp06.01.19992021
Luis Sanchez GilMulaEsp24.11.19832004
Matteo SobreroAlbaIta14.05.19972020
Nikita StalnovaAstanaKaz14.09.19912017
Harold CanacuePitalitoCol27.04.19972020
Aleksandr VlasovVyborgRus23.04.19962018
Artyom ZakharovPetropavlKaz27.10.19912014

DIRIGENTI

Alexandr VinokurovKazGeneral Manager
Dmitry FofonovKazDirettore Sportivo
Steve BauerCanDirettore Sportivo
Bruno CenghialtaItaDirettore Sportivo
Giuseppe MartinelliItaDirettore Sportivo
Dmitriy MuravyevKazDirettore Sportivo
Sergey YakovlevKazDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Terzo anno di vita per la partnership tra l’Astana e la Wilier Triestina: i successi del team kazako sono stati favoriti anche dal grande lavoro dell’azienda veneta, che oltre all’Astana fornisce le bici anche alla Total Direct Energie. Appena terminata la stagione 2020, la Wilier ha subito portato a termine il lavoro sul nuovo modello, la Filante SLR, una bici estremamente leggera, naturale evoluzione rispetto al precedente prototipo 0 SLR.

CONTATTI

ASTANA – PREMIER TECH – KAZ

37, Rue des Scillas, L-2529 Howard (LUX)

info@astana.lu – www.astanaproteam.kz

Facebook: @AstanaPremierTech

Twitter: @AstanaPremTech

Instagram: proteamastana

Martinelli, un mal di schiena da… eccesso di velocità

07.04.2021
3 min
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Un post di Davide Martinelli su Instagram dopo Harelbeke ha un po’ scosso i tifosi di ciclismo. Tradito dalla schiena, il bresciano è stato costretto ad abbandonare le corse del Nord, rinunciando alla Gand e poi anche al Fiandre. Alla fine però il dio del ciclismo gli ha voluto bene e ha portato al rinvio della Roubaix, che fra le tante sarebbe stata la sua preferita. Così Davide ha riposto i sogni, ha alzato bandiera bianca con meno rammarico, si è sottoposto a una serie di terapie e poi finalmente è tornato in bicicletta. Ma il risvolto insolito dei suoi acciacchi è che il dolore alla schiena è stato provocato dalla Milano-Sanremo.

«Da quelle sette ore con le mani basse sul manubrio – racconta – a una velocità altissima. Complice il vento a favore, abbiamo fatto i 45 di media. E a forza di stare giù bassi, tutti gli osteopati che ho sentito e anche i medici mi hanno parlato di infiammazione del nervo toracico lungo, che provoca dolore all’altezza della scapola».

Ritirato dopo Harelbeke. con il dolore alla schiena
Ritirato dopo Harelbeke. con il dolore alla schiena

Resa ad Harelbeke

Quando senti parlare un corridore di mal di schiena, immagini le vertebre lombari e il classico dolore da sovraccarico, invece il caso di Martinelli è diverso, ma di certo il dolore non è stato per questo minore.

«Ho fatto la Tirreno – dice – come prima corsa a tappe dell’anno, a causa delle cancellazioni in Spagna e qualcosa mi è mancato. Alla Sanremo, a parte il problema alla schiena, mi sono ritrovato in finale con le forse un po’ troppo giuste, perché la Tirreno l’abbiamo corsa fortissimo e forse non è stata la miglior preparazione per la Sanremo e quello che veniva dopo. Ugualmente sono arrivato a De Panne in buone condizioni, tanto che nel finale ho anche provato un attacco. Però fino a quel punto sentivo qualche dolorino, ma niente di preoccupante. Del resto fra la Sanremo e le prime corse in Belgio, avevo fatto solo scarico e quando fai due ore al massimo, i problemi non vengono fuori. Invece ad Harelbeke dopo 100 chilometri ho dovuto fermarmi».

Dal 2020, Davide è all’Astana, dopo i primi 4 anni nel gruppo Quick Step
Dal 2020, Davide è all’Astana, dopo i primi 4 anni nel gruppo Quick Step

Tecar e fisio

Il rimedio, dopo una prima fase senza bici, ha visto il ricorso alla Tecar e a svariate sedute di fisioterapia.

«Ora sembra tutto in via di risoluzione – racconta – e ho ripreso ad allenarmi abbastanza bene. Devo ammettere che è stato brutto vedere in televisione il Fiandre e prima ancora la Gand-Wevelgem. Quei ventagli sarebbero stati un momento bellissimo in cui buttarsi cercando di combinare qualcosa. E poi mi sarebbe piaciuto dare man forte alla mia squadra, perché senza vari corridori infortunati, la mia presenza avrebbe aiutato l’Astana a uscirne meglio. Ma ora c’è una stagione da reinventare, non si può aspettare la Roubaix di fine anno, spero di trovare le occasioni per fare la mia parte e ottenere semmai qualche risultato anche per me».

Zanini: «La squadra conta, ma serve il capitano forte»

03.04.2021
4 min
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Ad Anversa si è da poco conclusa la riunione dei direttori sportivi. Al via del Giro delle Fiandre manca una notte e qualche ora. In questo stesso parcheggio, dove incontriamo Stefano Zanini, diesse dell’Astana Premier Tech, alle 8 di domattina si raduneranno i bus delle squadre.

Diesse in riunione, le ammiragli attendono lungo la Schelda
Diesse in riunione, le ammiragli attendono lungo la Schelda

Vigilia insolita

La gente qui in Belgio gira abbastanza. Sarà anche perché siamo alla vigilia di Pasqua, ma il centro è abbastanza affollato. Certo, però, manca quel solito appeal, quella sana tensione che accompagnava questa corsa.

«Io – racconta Zanini – ho seguito anche il Fiandre scorso e sì: ammetto che è un po’ triste. L’atteggiamento della gente mi sembra un po’ diverso e spero che almeno tutto finisca presto. Questa corsa è veramente diversa senza il pubblico. Qui c’era quasi un milione di persone a bordo strada».

Per i belgi, i fiamminghi specialmente, la Ronde vale un mondiale. Una volta si parlava di “settimana santa”: chissà se l’assenza di pubblico può togliere qualcosa ai corridori di casa?

«”Ni”. Qualcosa sì, perderanno in termini di tifo, ma loro hanno sempre una voglia enorme di lottare per queste bellissime classiche. E poi secondo me belgi e olandesi hanno una marcia in più su queste strade. Le conoscono troppo bene».

Luis Leon Sanchez e Lutsenko, oggi rispettivamente terzo e secondo al Gp Indurain
Luis Leon Sanchez e Lutsenko, oggi rispettivamente terzo e secondo al Gp Indurain

Astana mina vangante?

Si parla poi dell’Astana con Zanini. La squadra turchese non arriva al Fiandre al top. Zazà è ben consapevole di non avere il team per vincere, ma chissà che proprio per questo motivo i suoi ragazzi non possano essere delle mine vaganti. Alla fine correranno senza pressione.

«Noi ci arriviamo così, così… Purtroppo siamo stati abbastanza sfortunati che Lutsenko, il quale sarebbe dovuto essere il capitano, si sia fatto male alla Parigi-Nizza. Perciò abbiamo dovuto cambiare programmi perché non era in forma (per la cronaca esattamente mentre parlavamo il kazako arrivava secondo al Gp Indurain, ndr). O meglio, era pronto, ma dopo quella caduta non lo era più per queste gare. Ci doveva essere Aramburu, ma dopo la Sanremo era parecchio stanco e così abbiamo cambiato il loro calendario».

Vigilia del Fiandre, sui quotidiani è già sfida tra Van Aert, Alaphilippe e Van der Poel
Vigilia del Fiandre, sui quotidiani è già sfida tra Van Aert, Alaphilippe e Van der Poel

Zazà punta su Van Aert

Zanini su queste strade è stato spesso protagonista. Qui serve limare, avere gamba e cattiveria agonistica, tutte qualità che lui aveva. E per questo ha l’occhio lungo.

«Che corsa mi aspetto? Una corsa controllata da due o tre squadre come al solito, Deceunick-Quick Step, Jumbo Visma e Alpecin-Fenix e non credo anche che assisteremo ad una Milano-Sanremo 2.0 in cui resteranno tutti bloccati fino alla fine. Si tratta di una corsa diversa. Senza nulla togliere alla Sanremo, che è la mia gara preferita, qui non ci potrà essere tutto quel controllo. Ci vogliono molte, molte più gambe e secondo me guardando chi ha riposato e chi no, ci saranno delle differenze. Qui la squadra conta è vero. Avere uomini forti capaci di muoversi su queste strade, di portare il meglio possibile il proprio capitano fin dove devono è importante, però alla fine ci deve essere il capitano stesso che viene fuori. Sono strade troppo particolari. Il pavè ti consuma. E anche lo stress per prendere i muri davanti… Sono tanti i fattori che ti svuotano le gambe. Mi aspetto i big».

E allora se si parla di grandi corridori e non solo di squadre, buttiamo sul piatto dei favoriti due nomi: Sagan e Matthew.

«Van Aert – risponde secco Zanini – perché è più più forte».

Okay Zazà, tra meno di 24 ore vedremo se avevi ragione!

Astana, in arrivo delle Northwave limited edition

07.03.2021
4 min
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Northwawe sceglie il team Astana-Premier Tech. Il famoso marchio italiano, noto per la produzione di scarpe da ciclismo, propone al team kazako (in apertura ecco Matteo Sobrero in fuga al Uae Tour) il modello di scarpini Mistral Plus, che presenta caratteristiche tecniche di alto profilo. Tra queste si segnalano un’ottima  termoregolazione del piede grazie all’utilizzo di un mesh 3D a celle esagonali e una struttura superiore leggera e ventilata, che unisce comfort e resistenza. La suola degli scarpini è forata per garantire il passaggio dell’aria dalla punta al tallone, mentre il sistema di chiusura presenta un doppio rotore SLW3, che permette una regolazione micrometrica a rilascio step-by-step

La chiusura avviene tramite un doppio BOA.
Doppio Boa per chiudere e rete in mesh 3D per la miglior traspirazione

Ai piedi di “Batti”

Per schiarirci le idee abbiamo deciso di ascoltare il parere di Samuele Battistella, corridore lo scorso anno al team NTT e da quest’anno all’Astana, che ha vinto il campionato del mondo nella categoria under 23 ad Harrogate, in Inghilterra. Ricordiamo inoltre che gli scarpini Northwawe sono stati protagonisti di numerose vittorie di prestigio, ad esempio la Milano-Sanremo del 2002 con Mario Cipollini, i campionati del mondo del 2005 con Tom Boonen, il Giro d’Italia  nel 1997 con Ivan Gotti, passando per le classiche vinte da Gilbert e da Cancellara nel 2011.

Samuele quest’anno correrai con gli scarpini Mistral Plus del marchio Northwawe, quali sono le tue sensazioni?

Sono gli scarpini che utilizziamo noi del team Astana. Mi ci trovo molto bene. Non ci avevo mai corso perché io ho sempre utilizzato gli scarpini Sidi, eppure devo dire che sono ottimi.

Ci sono molte differenze tra questi due marchi?

Sono costruite in modo diverso, però io non ne ho risentito molto. Vi dico la verità, non ho provato dolori o quant’altro. La chiusura dei Mistral Plus è stretta e a me va più che bene. Sono scarpini eccellenti.

La tomaia e la rete in mesh 3D a celle esagonali lasciano traspirare molto bene il piede
Uno dei vantaggi che questi scarpini offre è la suola traforata, che cosa ne pensi?

Mi piace questa cosa perché comunque non compromette la rigidità e ti aiuta molto quando devi correre con una temperatura alta. Mi ricordo l’anno scorso alla Strade Bianche faceva molto caldo ed era una di quelle situazioni in cui questa peculiarità avrebbe fatto la differenza.

Utilizzi sempre lo stesso paio di scarpini sia per correre che per allenarti?

Quest’anno ci hanno dato tre paia di scarpini a testa, io cerco di alternarli per quanto possibile. Voglio abituarmi ad utilizzarli per non sentire molta differenza tra un paio e l’altro.

Samuele Battistella da quest’anno corre con l’Astana
Samuele Battistella da quest’anno corre con l’Astana
Effettivamente c’è il rischio di sentire una calzata diversa anche tra scarpini uguali, se uno di essi viene utilizzato sempre e l’altro no…

Certo, per questo io cerco di usarli tutti e tre, perché magari con l’usura una scarpa rischia di ammorbidirsi rispetto a un altra. Ed io per evitarlo, utilizzo questo sistema.

Alcuni corridori sostengono che per fare le volate il piede deve essere completamente bloccato in modo da evitare dispersioni di watt, tu che cosa ne pensi?

Io non sono quel tipo di corridore, se mi ricordo stringo gli scarpini, però diciamo che vado a sensazione. Posso stringerli a metà gara se ne avverto la necessità, ma non sono come Alaphilippe che invece dà molta importanza a questo dettaglio.

C’è un aspetto degli scarpini che pensi sia fondamentale?

Diciamo che il principale è la comodità e se ci penso bene anche la rigidità. In fin dei conti ci pedaliamo per molte ore, quindi questi due aspetti ci devono sostenere. Infine l’aspetto estetico.

La suola in carbonio traforata si sposa bene con le corse al caldo
La suola in carbonio traforata si sposa bene con le corse al caldo
Certo anche l’occhio vuole la sua parte…

Già, ma ovviamente questa è una cosa soggettiva.

Come saranno i vostri scarpini esteticamente?

Noi utilizzeremo la limited edition per il trentesimo anniversario del marchio Northwawe, che sono di colore bianco e marrone chiaro con rifiniture dorate. Questa edizione però cominceremo ad utilizzarla circa a maggio. 

Insomma non vi manca proprio niente…

No, sono scarpe veramente belle. Se ci aggiungete anche che sono comode e molto performanti, direi che ci possiamo ritenere soddisfatti.

Tosello e Ibai Jimenez

Strade Bianche, insolita vigilia tra i meccanici

06.03.2021
5 min
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Strade Bianche, storia giovane ma già nel mito del grande ciclismo. La classica toscana è molto dura non solo per i suoi 184 chilometri, i circa 3.000 metri di dislivello, gli 11 settori e 63 chilometri di sterrato, ma anche per l’insolita logistica che richiede. Gli staff, in particolar modo quello dei meccanici, è chiamato ad un super lavoro. Persino sul bus e sulle ammiraglie. 

Polvere e bus

Alla vigilia della gara, siamo andati dall’Astana PremierTech e una delle prime scene in cui ci siamo imbattuti è stata quella di vedere Federico Borselli, storico autista del bus turchese, lavare il motore del suo bestione.

«Con la polvere alzata per raggiungere il nostro hotel la polvere si è infilata ovunque. Anche nel motore. E si è acceso persino il sensore del sistema antincendio – dice Borselli – Meglio quindi dare una spruzzata d’acqua per toglierne un po’. Bisogna anche dare una bella lavata al radiatore. E’ importante tenerlo pulito».

Mentre Borselli sparava l’acqua con la lancia sul bus, alle sue spalle c’è chi aspirava le ammiraglie, prima di lavarle per bene. Dopo il sopralluogo del mattino anche le vetture sono “imbiancate”. Ma se questa operazione si fa quasi sempre, quella di doverle aspirare è un’operazione un po’ meno frequente.

Fuglsang a colloquio con il meccanico Gabriele Tosello in vista della gara
Fuglsang a colloquio con il meccanico Gabriele Tosello

I dubbi del corridore

Si passa poi dai meccanici veri e propri, quelli che coccolano le specialissime dei corridori. C’è sempre qualcuno che ha piccole richieste. Per esempio Boaro aveva cambiato la sella e stava controllando alcuni serraggi. Ma soprattutto capitan Jakob Fuglsang passava in rassegna le sue bici. Aveva avvertito delle differenze insolite tra la sua bici di allenamento e quella da gara che aveva trovato a Siena. Si confrontava quindi con il capo dei meccanici, Gabriele Tosello, per risolvere i suoi dubbi. 

Alla fine si trattava di sensazioni, visto che numeri (millimetri) alla mano le due bici erano perfettamente uguali. Ma ci sta, essere campioni e sentire la corsa vuol dire anche questo. E il danese questa corsa la sente non poco.

Ma torniamo al lavoro dei meccanici. Posto che tutte le bici andavano lavate come da prassi, prima della Strade Bianche particolare attenzione viene data al discorso della lubrifricazione. Lubrificazione che si fonde e confonde con “protezione”. Le catene infatti vengono pulite e ingrassate nel pomeriggio e una ripassata veloce viene data anche a ridosso del via. Ma soprattutto si passa un grasso particolare in tutti i ruotismi, le parti soggette al movimento. Rotelline del bilanciere, perni del parallelogramma del cambio e del deragliatore. I vicini colleghi della Jumbo Visma questo “grasso” (che grasso non è) biancastro lo avevano messo persino nella parte anteriore della serie sterzo, tra telaio e “ghiera” per non far penetrare la polvere all’interno. Magari l’esterno si sporca anche di più, ma il meccanismo resta intatto.

Gomme e carta vetrata

Finito? Ma anche no! L’Astana utilizza gomme Vittoria da 28 millimetri. Gabriele Tosello e Jose Rodriguez Gil hanno preparato, solo per la Strade Bianche ben 24 paia di ruote. Le pressioni dovrebbero attestarsi sui 5,5 bar più o meno per tutti, confida “Toso”.

E per fortuna che i ragazzi di Vinokourov non sono troppo esigenti. Per tutti Corima Ws da 47 millimetri, solo Boaro ha scelto quelle 32 millimetri. E lo stesso vale per i rapporti: 11-32 per tutti, ma lo stesso Boaro, Felline e Aranburu anziché il 39 hanno chiesto di avere il 36.

La carta vetrata è, infine, il segreto per tenere ferme le borracce. Tosello ne ha sagomati dei pezzetti all’interno del portaborracce affinché non saltino, almeno non così facilmente. E lo stesso ha fatto con i reggisella dei corridori più alti (che hanno più fuorisella): ha messo della carta vetrata sul cannotto per agevolare il serraggio. Ultimo lavoro: il controllo di tutte le viti, rigorosamente con la chiave dinamometrica.