Zanini come si costruisce il feeling con le pietre?

24.03.2022
4 min
Salva

Intercettiamo Stefano Zanini, diesse dell’Astana Qazaqstan, la sera della Brugge-De Panne. Sono le 19, la gara è finita da un paio d’ore e in sottofondo si sente il vociare dei corridori che pian piano diminuisce. Da corridore questa corsa l’ha disputata parecchie volte, quando ancora si chiamava Tre giorni di La Panne. E’ riuscito a portarsi a casa anche due vittorie di tappa: nel 1998 e nel 2002.  

La domanda da cui partiamo è un po’ figlia del periodo della stagione ciclistica ed un po’ delle scelte dei corridori. Jonathan Milan, che ha corso a De Panne in maglia Bahrain Victorious, ci ha raccontato che rimarrà al Nord per due settimane, in cerca del feeling con il pavé e i percorsi di gara.

Stefano Zanini
La grande esperienza accumulata da Zanini sulle pietre del Nord è molto utile al team Astana
Stefano Zanini
La grande esperienza accumulata da Zanini sulle pietre del Nord è molto utile al team Astana
Stefano, quanto è importante pedalare ed allenarsi su quelle strade in vista delle classiche?

Partiamo dal presupposto che fare questo tipo di corse, e di conseguenza questo tipo di preparazione, ti deve piacere. Ma tanto! Devi proprio dire «Oh! Finalmente parto per il Belgio». Altrimenti le pietre ti mangiano. 

Una volta trovata la voglia cosa bisogna fare?

Diciamo che più che allenarsi devi correre, anche perché per allenarsi di tempo non ce n’è. Solitamente si corre tre volte nell’arco di una settimana: domenica, mercoledì ed ancora domenica. Tra una gara e l’altra si deve recuperare bene…

Fra gli uomini Astana più attesi al Nord c’è Gianni Moscon
Fra gli uomini Astana più attesi al Nord c’è Gianni Moscon
Allora a cosa serve venire da queste parti?

E’ utile perché, come detto, sono gare ravvicinate e quindi serve riprendere la mano sul pavé. Devi ricordarti cos’è il mal di schiena, il mal di gambe, di braccia… I belgi ci nascono su queste strade, per gli altri la fatica è doppia.

Abbiamo visto come alla Strade Bianche i corridori facessero delle ricognizioni lente e minuziose per trovare il materiale giusto da usare in gara, anche al Nord è così?

Assolutamente, si fanno delle sgambate, per non dire passeggiate, e si prova ogni dettaglio: la pressione dei copertoni, la sezione dei tubolari, il profilo delle ruote (in apertura la ricognizione dell’Astana alla Roubaix 2021, foto Facebook del team). Attenzione, perché possono cambiare da una corsa all’altra, i pavé non sono tutti uguali. Quando correvo io non c’erano tutte queste scelte, si faceva la sgambata per fare gruppo e per non stare completamente fermi. Volete sapere un’altra differenza rispetto al passato?

La stessa ricognizione che si fa per le classiche la si fa anche in vista delle Strade Bianche (foto Facebook Astana)
La stessa ricognizione che si fa per le classiche la si fa anche in vista delle Strade Bianche (foto Facebook Astana)
Dicci!

Quando ero corridore tra il Fiandre e la Roubaix alcuni corridori tra cui il sottoscritto andavano a fare il Giro dei Paesi Baschi. Era utile per mantenere il ritmo di gara alto. A me serviva anche perché mi piaceva mangiare e rischiavo di arrivare alla Roubaix ingrassato, allora correvo, almeno smaltivo (dice Stefano facendosi una gran risata, ndr).

Quindi è anche un discorso mentale, di feeling con questo territorio?

E’ anche una questione di feeling ma una cosa è certa, se vieni a correre qui devi essere al 100 per cento. Una volta le gare servivano per trovare la gamba giusta, ora devi arrivare pronto. Come si diceva una volta: «Il corridore si costruisce d’inverno» e questo è ancor più vero oggi.

Quando correva Stefano, qui in maglia Gewiss, i corridori non avevano tutte le scelte tecniche che ci sono ora
Quando correva Stefano, qui in maglia Gewiss, i corridori non avevano tutte le scelte tecniche che ci sono ora
Quanto lontano bisogna partire per costruire una grande campagna del Nord?

Per le classiche è importante correre molto, per farlo si inizia già dall’Australia, anche se ora con il Covid non si può più. Successivamente si può fare un periodo in altura, scendere e correre la Tirreno-Adriatico o la Parigi-Nizza. E’ fondamentale fare una di queste due gare per avere un’ottima preparazione. Ora il periodo invernale è ancor più importante, un grande volume di allenamento ti fa arrivare alle corse pronto.

Chi ha come primo obiettivo stagionale queste classiche viene a correre qui già a febbraio.

Quello è un primo step importante, con quelle prime gare ritrovi le sensazioni e capisci anche il tuo livello di condizione. Però è un periodo breve, una vera e propria toccata e fuga, fai appena in tempo a ricordarti come si corre sul pavé che sei già sull’aereo del ritorno.