Wilier una storia lunga oltre 100 anni, Tosello racconta. Corse nel sangue e bici da sogno. Senza andare indietro di troppi anni anni, hanno pedalato su bici di questo marchio campioni come Pantani e Pozzato. Gli ultimi della lista sono i corridori dell’Astana, di cui la casa veneta è partner tecnico.
In vista della prossima stagione ai due gioielli già dati in dotazione al team, la Wilier 0 Slr e la Turbine, si affiancherà anche la Filante Slr, l’ultima arrivata. «Questa bici – dice Gabriele Tosello, meccanico dell’Astana – è la proposta aero di Wilier per il nostro team, anche se non è troppo diversa dalla Zero, in quanto al peso».
Tosello è di ritorno dal magazzino Astana, la cui sede è a Nizza. Tra inventari e controlli dei materiali, il meccanico dice che ogni anno hanno a che fare con oltre 200 bici.
«Senza contare – riprende “Toso” – le edizioni speciali per i capitani. Ogni atleta ha cinque bici da strada e due da crono, ma i leader, ne hanno tre. Una per casa e altre pronte ad essere spostate nelle corse. Quindi in totale trattiamo non meno di 150 bici da strada e 60 da crono».
La 0 Srl
E’ la bici che abbiamo visto al Tour e al Giro. Miguel Angel Lopez ci ha vinto la tappa più bella Grande Boucle, con arrivo a Col de la Loze.
Si tratta di un telaio monoscocca in carbonio ad alto modulo (HUS-MOD). Il suo peso è di soli 780 grammi. Mentre la forcella, 340 grammi non è tra le più leggere ma forse proprio per questo è molto molto precisa.
L’Astana ha il contratto con Shimano e chiaramente il gruppo è il Dura Ace Di2, anche perché su questo telaio si possono montare solo gruppi elettronici. Il cambio posteriore però non ha il bilanciere del brand giapponese, ma è quello di Ceramicspeed con le rotelline oversize e cuscinetti speciali a vantaggio della scorrevolezza.
Un elemento di pregio è la piega manubrio “0”: 330 grammi, presa ergonomica e anche essa in fibra Hus-Mod.
Le ruote sono le Corima. «E lo saranno – riprende Tosello – anche per il prossimo anno. Avevamo a disposizione quattro modelli: le Ws da 32, 47 e 58 millimetri e quelle speciali per la salita le 47 Mcc Ws+. Quelle da 32 però le hanno utilizzate davvero poco, giusto in qualche tappa di salita più dura».
La Filante Slr
«La Filante arriverà non prima di febbraio e avrà gli stessi colori che abbiamo usato questa stagione. Una grafica che, visto il covid non è stata sfruttata troppo, e che quindi Wilier vuol proporre ancora visto che è piaciuta molto. In tal senso, immagino ci sarà qualche novità in vista del Tour, quando i colori cambieranno pensando al mercato 2022».
Sarebbe sbagliato dire che la Filante è l’evoluzione della Wilier 0 perché di fatto sono due bici differenti, però è anche vero che questa è la bici sviluppata con l’ausilio e i feedback dei corridori dell’Astana, partendo proprio da quello che “mancava” (o che volevano in più) rispetto alla Wilier 0.
«Questa bici l’avranno prima i leader, Vlasov, Fuglsang, Lutsenko, e man mano tutti gli altri. I leader forse ne avranno due, gli altri una».
La Filante è senza dubbio una bici di elevatissima gamma. Il peso è di pochissimo superiore a quello della Wilier 0. La fibra utilizzata è in questo caso unidirezionale e con una tecnica di lavorazione che prevede l’utilizzo di una resina speciale, la LCPs (Liquid crystal polymers). Grazie a questa resina, nonostante il materiale utilizzato sia di più (superfici dei tubi più ampie), il peso rispetto alla 0 è superiore di soli 90 grammi. Ricordiamo: è una bici aero.
Anche questa bici sarà equipaggiata Shimano e con tutte le specifiche della “sorella” maggiore. «Ma cambieranno le gomme. Passiamo da Wolfpack a Vittoria». Ci sta quindi che i corridori Astana useranno molto anche il tubeless. In ogni caso potranno montare coperture larghe fino a 30 millimetri. E probabilmente vedremo molto il 28 millimetri, tanto caro a Vittoria.
E la sella? «Sempre Prologo – dice Tosello – Avevamo a disposizione l’intera gamma, ma usavamo 7 modelli con 30 atleti. Il più usato: l’M5».
La Turbine
Infine ecco la Turbine, la bici da cronometro, questa sì una vera macchina da guerra. Le linee massicce la rendono super rigida. Una bici così non è facilissima da guidare e infatti i top rider ci escono non meno di una volta a settimana proprio per abituarsi all’assetto estremo che propone. Forse l’immagine migliore per mostrare questa bici sarebbe quella frontale, così da rendersi conto quanto l’impatto sia ridotto: forcella, ruota, tubo di sterzo e manubrio sembrano un componente unico.
Uno dei punti di forza di questa bici è il carro super compatto: 405 millimetri nonostante i tubi del carro (foderi, pendenti e piantone posteriore) oversize. Merito dell’angolo a 76°. Ci si potrebbe immaginare un anteriore “seduto”, ma non è così. Anzi è molto reattivo grazie all’angolo di 72,5°.
«Il peso del telaio nudo è di circa 1.400 grammi, 1.420 per la precisione – conclude Tosello – e quello della forcella è di 450. Su questa bici trova alloggiamento una copertura fino a 26 millimetri, ma non mezzo millimetro di più in quanto i tubi posteriori sono grandi».