La terza maglia piemontese sfugge a Ganna: trionfo di Sobrero

18.06.2021
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Terzo tricolore che parla piemontese, dopo Longo Borghini e Barale, ma questo se possibile è il meno atteso. Matteo Sobrero, cognato di Filippo Ganna, molla una spallata inattesa ad Affini e Cattaneo, spingendo Pippo addirittura giù dal podio. Il gigante iridato alla fine non era troppo contento e c’è da capirlo, dato che la crono di Tokyo sarà più dura di quella di Faenza. Come attenuante c’è il fatto che nei giorni scorsi Ganna ha lavorato sodo per la pista, compresi dei giorni sullo Stelvio. E come al Romandia pagò le dure sessioni in pista, qui potrebbe aver pagato i carichi degli ultimi giorni. Era forse impossibile pretendere che vincesse oggi, ma a Tokyo c’è da scommettere che Pippo ci sarà.

Ganna è partito senza grandi sensazioni, poi ha pagato il caldo
Ganna è partito senza grandi sensazioni, poi ha pagato il caldo

«Ho subito il caldo – dice – come a ogni italiano. Oggi è andata male. Non riuscivo a spingere. Sapevo che sto facendo una preparazione abbastanza mirata in pista, devo metabolizzare i lavori. Ci vuole tempo. All’inizio la velocità riuscivo a tenerla, avevo un buon intertempo, ma sulle salite non riuscivo a spingere. Se il limite è il peso, le Olimpiadi sono così. Per cui dobbiamo prepararci, altrimenti siamo indietro…».

Pippo non è imbattibile

Per un Ganna che si allontana sconsolato, mentre i suoi genitori si fanno un selfie con Sobrero e contano di mandarglielo per strappargli un sorriso (foto di apertura), il vincitore continua a passarsi le mani sulla maglia tricolore della crono che conquistò già da under 23, quando vestiva la maglia della Dimension Data for Qhubeka.

Sul traguardo, il piemontese dell’Astana è arrivato sfinito: «Ho raschiato il fondo»
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«Ero uno di quelli che pensava che Pippo fosse imbattibile – racconta – lo avevo anche chiamato ieri per dirgli che avrei corso per arrivare secondo. Invece probabilmente sono arrivato con una condizione superiore, il caldo mi ha aiutato e lui ha altri obiettivi che potrebbero averlo condizionato. E’ stata una crono pesante, fisicamente e mentalmente. Ho dovuto gestirla. Sapevo che i primi chilometri inducevano a spingere, ma sarei arrivato alle salite senza avere più nulla da dare. Non aveva senso insomma partire troppo forte».

Tattiche di gara

Ma la crono non la inventi. E se ti metti a studiare un percorso e capisci che l’inizio può fregarti, mentre in salita puoi accumulare vantaggio, allora devi capire anche che nel finale veloce, quelli grossi e forti come Ganna e Affini possono piombarti addosso e prendersi la tua corsa. Nelle squadre ci sono dei tecnici che studiano esattamente questi aspetti: quello dell’Astana, che ha studiato nei dettagli la tattica e i wattaggi da tenere, si chiama Ivan Velasco.

Terzo sul podio finale, Mattia Cattaneo torna ad alti livelli: e ora il Tour
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«Sapevo che nella parte finale avrei dovuto difendermi – sorride – per non perdere il vantaggio della salita. E per questo abbiamo montato il 58×11. Ho dato tutto e negli ultimi 2 chilometri ho davvero raschiato il fondo del barile. Ma sono arrivato con una grande condizione. Il quarto posto nell’ultima crono del Giro mi ha dato tanta fiducia e ho cercato di non pensare alle ammiraglie che mi hanno chiuso sulle transenne. Perciò sull’ultima salita ho cercato di dare tutto. Sapevo che mi stavo giocando la maglia tricolore».

Piccoli passi

La sua è una storia di piccoli passi. Under 23 per quattro stagioni, prima alla Viris, poi alla Colpck e alla fine due stagioni in continental sotto la guida di Francesco Chicchi, in quella fantastica incubatrice di talenti che fu la Dimension Data di Sobrero, appunto, Battistella, Konychev e Mozzato.

Ma la prova di Ganna è stata falsata dai carichi pesanti fatti per la pista
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«Sto raccogliendo i primi risultati – commenta Sobrero – sono al secondo anno da professionista e non ho mai avuto fretta. Ho fatto quattro anni da under 23, non credo che questo risultato sarebbe potuto arrivare prima, ma di certo la maglia tricolore è quello che sogna ogni italiano che inizia a correre. Sto provando le stesse emozioni di quel giorno del 2019, ma fra gli elite la gioia è ancora più grande. Ora però si stacca un po’. Non sono mai stato così magro, è da un pezzo che sono sulla corda. Credo sia arrivato il tempo di andare al mare».

Sobrero, piemontese di Alba, centra con il tricolore la prima vittoria da professionista
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Trionfo piemontese

Zanini e Cucinotta se lo mangiano con lo sguardo, Umberto Inselvini che di corridori ne ha visto più di qualcuno lo aiuta a togliere gli scarpini e i copriscarpe e gli passa le scarpe da tennis, con cui caminerà fino all’antidoping, poi questo primo giorno tricolore in Romagna sarà concluso. Con tre tricolori piemontesi. Quello di Elisa Longo Borghini. Quello di Francesca Barale. E l’ultimo, il più atteso, per il quale si era tutti pronti a scommettere su Ganna, finito sulle spalle promettenti di Matteo Sobrero. Che la festa sabauda abbia inizio…