Un soffio fra l’argento e l’oro: il giorno dopo di Consonni

20.10.2024
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Il giorno dopo ha la pacatezza dell’adrenalina che si è depositata sul fondo e aspetta semmai di tornare su. Per Simone Consonni quest’ultima giornata dei mondiali pista di Ballerup (Copenhagen) significa dover ancora affrontare la madison con Elia Viviani, che ha appena colto l’argento nell’eliminazione. Ieri l’argento dell’omnium ha spalancato una finestra sul futuro della specialità che finora è stata appannaggio del veronese. I trent’anni di oggi, compiuti il 12 settembre, saranno 34 a Los Angeles 2028 e potrebbero consentirgli di puntare a un ultimo grande obiettivo su pista.

Nonostante si celebrino più spesso gli altri, nella sua bacheca brillano un oro, un argento e un bronzo alle Olimpiadi. Un mondiale nel quartetto più altre nove medaglie fra argento e bronzo. Due titoli europei e otto medaglie fra argento e bronzo. Uno forte, niente da dire. Uno forte che non se la tira neanche un po’.

Simone è ancora in hotel, mentre si sta preparando per andare in pista. Ieri su Instagram sua moglie Alice ha scritto un post che la diceva lunga sulla tensione con cui dagli spalti si è vissuta la rincorsa alla medaglia: «Non so chi era più finito dopo 8h in pista… (forse io). Che dirti… Non c’è molto da dire, ti conosco troppo bene e so che appena passato il traguardo e guardato il tabellone hai avuto un momento di sconforto, avrai pensato a quella maglia lì sempre così vicina ma che pare veramente irraggiungibile, ma io sono sicura che tutto può arrivare per qualcuno che si impegna e ci prova come te!».

Questo argento nell’omnium può essere davvero un bel progetto su cui ragionare?

L’omnium mi è sempre piaciuto e quando non c’era Elia ho tirato fuori delle buone cose. Ai mondiali di Apeldoorn nel 2018 ho vinto il bronzo. Agli europei di Monaco e poi a Grenchen l’anno scorso ho preso l’argento, per giunta dietro Ben Thomas, che sappiamo tutti quanto valga. E quindi mi dico: «Perché no?». Non voglio non voglio pormi limiti, altrimenti perdi di sicuro. Voglio godermi tappa per tappa e cercare di fare il massimo possibile per me stesso. Insomma, si parla tanto di ricambio generazionale, ma finché riesco a portare la medaglia, vuole dire che posso andare avanti. Penso che alla fine uno che porta medaglie lo schieri anche se ha 50 anni.

Consonni era partito per vincere ed è stato in testa all’omnium, poi De Vylder ha azzeccato la mossa giusta
Consonni era partito per vincere ed è stato in testa all’omnium, poi De Vylder ha azzeccato la mossa giusta
Piano buttarsi giù, non sei fra i pensionabili…

No, però sono ormai nella metà… alta. Dopo Scartezzini e Viviani, arrivo io. Però vi ripeto: la carta d’identità non è un limite. Anzi magari, per come si è visto in questi ultimi tempi, per l’omnium e come si corre, serve esperienza. Ma io sono convinto che, indipendentemente che uno abbia 19 anni o 39, se porta medaglie e fa le prestazioni, l’età non conta.

Il mondiale dopo le Olimpiadi. Alcuni hanno rinunciato alla pista, è stato difficile tenere la concentrazione?

E’ stato facile! Mi diverto quando vado in giro con questo gruppo. Passatemi il termine: mi sembra di essere in vacanza. Non mi pesa minimamente, quindi ho voluto esserci. Ho parlato con Marco Villa della possibilità di concentrarmi bene sull’omnium perché volevo vincere questa maglia, che mi manca da singolo. Ho vinto medaglie olimpiche e mondiali nel quartetto o nella madison, sono sempre salito in compagnia di qualcun altro. Nella mia testa ora c’è la voglia di far vedere che posso conquistare una maglia iridata da me. Non tanto per farlo vedere agli altri o per dimostrare chissà cosa. E’ una cosa che voglio, cui tengo per me stesso.

Consonni in mezzo alle donne della sua vita: la moglie Alice, sua mamma Michela e la sorella Chiara
Consonni in mezzo alle donne della sua vita: la moglie Alice, sua mamma Michela e la sorella Chiara
Volevi vincere, il belga è stato più forte. Come è andata?

Nell’omnium, adesso come adesso, le gambe sono vicine per tutti. Nella corsa a punti, De Vylder è partito a 20 punti da me, quindi era il meno curato. In questa specialità si dice che forse è meglio partire un tantino indietro e cercare la fortuna così è stato. Lui è stato forte e bravo a cogliere le occasioni e si è meritato un bell’omnium, veramente incerto e chiuso.

Chiuso?

Si parlava anche con i ragazzi del fatto che solitamente il mondiale dopo l’Olimpiade è sempre un po’ più aperto, più tranquillo, vengono tutti un po’ più scarichi. Invece sia nei quartetti per i primi due posti, sia nell’inseguimento individuale si sono visti tempi da far paura. E’ stata una roba impressionante, quasi… schifosa, passatemi il termine anche in questo caso. La verità è che nelle varie prove, devi andare sempre forte uguale. Per questo dico che l’omnium è stato chiuso, perché eravamo molto vicini tra noi. Quindi è stato un peccato, perché per come si era messo, ci credevo.

Se davvero la pista non ti pesa, si può dire che questo sia il posto in cui Simone può venir fuori per sé, mentre su strada il ruolo ormai è un altro?

Sì, dai, si può dire. Nel ciclismo di oggi anche quello che sto ricoprendo su strada è un ruolo importante, mi piace quello che faccio. Mi piace aver trovato nuovi stimoli e per questo dico che il 2024 è stato una stagione positiva. Manca ancora una corsa per la quale partiamo senza stress. L’obiettivo è sempre far bene. L’omnium ieri è stato abbastanza faticoso, dopo le fatiche del quartetto. Partiamo senza stress con il tiro puntato in alto. Quindi andrò a Londra con Elia la prossima settimana e poi, ragazzi, poi finalmente si va in vacanza…

Da mercoledì mondiali su pista. Villa riparte, non da zero…

15.10.2024
4 min
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Quella che scatta mercoledì a Ballerup in Danimarca è un’edizione dei mondiali su pista abbastanza particolare. Intanto perché ha un programma di gare piuttosto ristretto, contenendo tutti i titoli in soli 5 giorni. Poi perché arriva al termine di una stagione che definire stressante è dire poco, con l’appuntamento olimpico che ha catalizzato ogni sforzo. Dalla Danimarca si riparte, con il mirino puntato verso Los Angeles 2028 e il cittì Villa lo sa bene.

L’impianto danese di Ballerup che ospiterà le gare iridate dal 16 al 20 ottobre
L’impianto danese di Ballerup che ospiterà le gare iridate dal 16 al 20 ottobre

Il tecnico pluriosannato per i suoi successi continui in sede olimpica riparte per un’avventura diversa rispetto a quella appena conclusa: «Sapevamo dall’inizio della stagione che c’era questo appuntamento, per me ha un senso come per la strada ci sono le classiche italiane come il Lombardia o le corse cinesi. Abbiamo preparato quest’appuntamento come facciamo sempre, a Montichiari con i ragazzi che sanno bene come sia l’inizio di un lungo cammino».

Che mondiali ti aspetti?

Un appuntamento che ha un valore, proprio perché per noi come per gli altri significa iniziare un percorso con un obiettivo lontano nel tempo. Per ora di Los Angeles non sappiamo nulla, neanche quale sarà il cammino di qualificazione e quando inizierà, quindi questi primi anni serviranno per far crescere i giovani, per rinnovare le squadre. Proprio quel che nel quadriennio precedente, accorciato per il Covid, è mancato. Molti protagonisti di Parigi hanno mollato, altri hanno scelto programmi diversi, noi possiamo dare spazio a chi ha tanto lavorato in sede di qualificazione olimpica non trovando poi spazio e a quei giovani che possono acquisire esperienza correndo con i big.

Jonathan Milan affronterà l’inseguimento individuale, dove vanta due titoli europei
Jonathan Milan affronterà l’inseguimento individuale, dove vanta due titoli europei
I protagonisti di Parigi ci saranno? Ganna ha già detto di voler mettere la pista un po’ da parte…

Filippo aveva già chiarito a inizio stagione come i mondiali non facessero parte dei suoi programmi. Si concentrerà sulla strada, ma siamo già d’accordo che quando si ricomincerà a parlare di Olimpiadi riaffronteremo il discorso. Milan ha chiesto di non partecipare al quartetto e concentrarsi sull’inseguimento individuale. Consonni farà l’omnium e la madison, Viviani le prove endurance non olimpiche come scratch, mentre l’eliminazione è lo stesso giorno della madison, vedremo come gestirci. Quindi daremo spazio nel quartetto a chi ha fatto le qualificazioni e tutto il percorso olimpico rimanendo poi fuori, come Boscolo, Galli, introdurremo Favero che ho visto molto bene in allenamento e altri giovani che inizieranno il loro cammino al massimo livello.

Il quartetto sarà rinnovato, permettendo a molti giovani di fare esperienza
Il quartetto sarà rinnovato, permettendo a molti giovani di fare esperienza
E fra le ragazze?

Fra loro ci saranno quasi tutte le reduci di Parigi, anche se la Guazzini l’ho vista molto stanca mentre non ci sarà la Balsamo con cui ho parlato a lungo. Elisa vuole cancellare l’esperienza di Parigi e ripartire direttamente nel 2025. Le altre ci saranno tutte con l’inserimento della Venturelli che torna alle gare dopo l’infortunio di luglio. Per lei non sarà facile, ma sarà utilissimo, è stato un vero peccato quell’infortunio molto più complicato del previsto. Non è certo al massimo, ma già essere nel gruppo le servirà.

Con Parigi alle spalle, un altro cammino che inizia è quello del settore velocità al quale ora si cominciano a chiedere passi in avanti…

E’ vero, puntiamo molto sui ragazzi di Quaranta. Parigi è arrivata troppo presto per il gruppo che è il più giovane del lotto internazionale, ora ci sarà anche la possibilità di inserire nuovi elementi come l’iridato junior Del Medico, il che comporterà concorrenza interna che favorirà ulteriori progressi. Hanno 4 anni davanti, ma soprattutto queste prime rassegne internazionali saranno importanti per cercare nuovi spazi sfruttando le assenze altrui. I risultati andranno presi con le pinze, è chiaro, ma devono fare il salto di qualità e su questo anche Amadio nella riunione con i ragazzi è stato chiaro, dando il giusto sprone per crescere.

Elisa Balsamo ha scelto di non esserci, tornerà su pista il prossimo anno
Elisa Balsamo ha scelto di non esserci, tornerà su pista il prossimo anno
Tu come affronti questa trasferta? Il quadriennio olimpico sta per scadere, sono in vista le elezioni e quindi tutto è in ballo come ogni 4 anni…

Io sono sempre tranquillo. Dopo Rio 2016 avevamo una medaglia, dopo Tokyo 2, ora veniamo da 3 medaglie olimpiche. Parlano i risultati, superiori a quelli del passato, ma se ero tranquillo allora, devo a maggior ragione esserlo adesso. E non parlo solo degli elite, a livello giovanile raccogliamo allori ogni anno, significa che abbiamo costruito un modello virtuoso di ricambio generazionale continuo. La possibilità di lavorare bene e fare ancora meglio c’è, poi vedremo quel che sarà.

Finiti i brindisi, Villa già pensa al futuro

19.08.2024
5 min
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Il positivo andamento delle Olimpiadi di Parigi 2024 si deve anche ai tecnici che lo hanno reso possibile. In questi giorni tutti osannano – giustamente – il guru Velasco che ha ripreso le macerie della nazionale femminile di volley portandola in un anno all’oro a cinque cerchi, ma c’è anche chi all’oro olimpico ha quasi fatto il callo. Marco Villa continua a portare gente sempre diversa al massimo risultato, questa volta il colpaccio è riuscito con Chiara Consonni e Vittoria Guazzini nella madison, la specialità che sembrava la più difficile da gestire e che invece il mago della pista ha trasformato in una miniera di medaglie.

Villa però non è tipo da dormire sugli allori. Appena tornato a casa dalla lunga trasferta parigina, si è subito messo al lavoro pensando ai mondiali juniores e di fatto cominciando già a pensare a Los Angeles 2028. D’altro canto il tragitto che porterà ai Giochi è un po’ diverso da quello appena effettuato.

Guazzini e Consonni. Il loro è il terzo oro di Villa in tre edizioni dei Giochi
Guazzini e Consonni. Il loro è il terzo oro di Villa in tre edizioni dei Giochi

«Avere un anno in più rispetto al post Tokyo è importante per programmare bene. Dal 2021 eravamo usciti con un gruppo formato, con la voglia di proseguire l’avventura e tirare avanti. I fatti ci hanno dato ragione, quel bronzo del quartetto ha un valore enorme, proprio sapendo che a Ganna e Milan avrebbe fatto comodo avere più tempo per la strada. Filippo poi aveva anche l’obiettivo della cronometro, che si sposava meglio con le nostre esigenze».

Ora però cambieranno molte cose…

So che i ragazzi vogliono ragionarci con calma e fanno bene. Avremo tempo per parlarne, io comunque devo guardare avanti e pensare anche a nuovi nomi. Le ragazze hanno un gruppo giovane, che può tranquillamente puntare a Los Angeles e che anzi avrà 4 anni di esperienza in più. Noi abbiamo tanti giovani che nelle categorie inferiori hanno vinto ripetutamente, ora dobbiamo essere bravi a coinvolgerli sempre di più e farli crescere. Lo abbiamo già fatto nei mesi precedenti, proseguiremo su questa strada.

Fiorin, Favero, Giaimi, Sierra. Su questi e altri giovani Villa conta per rimpinguare il gruppo in vista di LA 2028
Fiorin, Favero, Giaimi, Sierra. Su questi e altri giovani Villa conta per rimpinguare il gruppo in vista di LA 2028
Da più parti si è detto che serve un’attività più specifica, con meno commistioni fra strada e pista…

Ho sentito anch’io e non mi trovo d’accordo, come anche su giudizi troppo diretti verso chi dovrebbe lasciare il gruppo per via dell’età. Guardate che cosa ha fatto un eterno ragazzo come Viviani. Io sapevo che era in grado di farlo, anzi l’esito infausto dell’omnium mi aveva lasciato interdetto, c’era qualcosa che non mi tornava. Nella madison si è visto il vero Elia che resta un maestro della pista, che non si abbatte mai. Quello suo e di Simone è un argento tendente all’oro. Ma su questo tema c’è altro da dire…

Prego…

Guardate l’Australia. Ha vinto riesumando Welsford che ha 28 anni e che proprio grazie all’esperienza su strada è tornato nel quartetto con una marcia in più, diventandone il motore. La differenza non è certo stata fatta attraverso la scelta di pistard puri, ma attraverso il tempo dedicato. In pista ho parlato con i selezionatori delle altre nazioni che mi chiedevano come abbiamo fatto a ottenere quei risultati con così poco tempo a disposizione.

Welsford ha trascinato l’Australia all’oro concentrandosi da giugno solo sulla pista
Welsford ha trascinato l’Australia all’oro concentrandosi da giugno solo sulla pista
Gli altri hanno dedicato più sessioni?

Altroché. L’Australia ha svolto una preparazione specifica di 10 settimane ad Anadia, in Portogallo. Le americane che hanno sorpreso tutti sono state per due mesi e mezzo a lavorare sul quartetto: la Faulkner aveva corso l’ultima gara su strada al Giro di Svizzera a metà giugno, poi ha lavorato solo su pista e quel lavoro le è servito anche per vincere l’oro su strada. Noi abbiamo potuto lavorare insieme una decina di giorni. Questo per dire che la multidisciplina resta la via maestra, quel che conta è riuscire a mettere insieme i pezzi con più tempo a disposizione. Noi abbiamo lavorato con il poco tempo che avevamo.

Come accennavi, ora però si riparte e bisogna integrare nomi nuovi.

Infatti. Moro c’è già, altri ragazzi lo seguiranno ma d’altronde molti hanno già corso in Coppa del Mondo e proseguiranno quella via. I giovani dovranno affrontare i massimi impegni per imparare tantissimo, anzi in tal senso già i mondiali di ottobre saranno molto importanti, non tanto come rivincita quanto proprio come prima palestra per chi ambisce a entrare nel gruppo, nelle varie specialità. Senza rinunciare agli altri, che anzi potranno essere i compagni giusti per accompagnarli.

Villa con Viviani, il suo argento ha grandissimo valore, per il tecnico è un esempio da seguire
Villa con Viviani, il suo argento ha grandissimo valore, per il tecnico è un esempio da seguire
Dopo Parigi però hai fatto presente quanto servirebbe all’Italia una squadra che raccogliesse i migliori specialisti della pista…

Era un po’ una provocazione. Pensate a come sarebbe più semplice il lavoro con un team nel quale confluiscono i vari Ganna, Milan, Consonni, ecc. facendo una programmazione mirata per tutti. Un po’ quello che ha fatto il Team Sky prima di Londra 2012. Anche gli inglesi hanno lavorato un po’ come gli australiani, a Manchester, tanto che Hayter si è assentato solo per i campionati nazionali su strada che peraltro ha vinto, dimostrando anche lui come la pista sia utile per la strada e viceversa. Certamente analizzeremo quel che è successo a Parigi per provare ad apportare i giusti correttivi, ma mi pare che il bilancio finale dei Giochi sia molto positivo, quindi non ci sono rivoluzioni da fare.

Le madison e l’esempio di Viviani: un lavoro che non va sprecato

11.08.2024
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SAINT QUENTIN EN YVELINES (Francia) – Le medaglie della pista sono tre e non è detto che la nostra avventura di Parigi 2024 sia finita qui. Aspettando Letizia Paternoster, il commissario tecnico Marco Villa si gode i successi nella madison, per certi versi inattesi, come magari ci si attendeva qualcosina di più dai quartetti, soprattutto quello maschile. Villa inizia con la madison.

«La vittoria di Consonni e Guazzini – dice Marco (in apertura con Viviani dopo la madison di ieri) – ha reso giustizia al settore femminile, che non ha preso la medaglia col quartetto per la sfortuna che ha avuto Elisa Balsamo».

L’oro nella madison femminile ha vendicato il quarto posto del quartetto e la sfortuna di Elisa Balsamo
L’oro nella madison femminile ha vendicato il quarto posto del quartetto e la sfortuna di Elisa Balsamo
Quindi Elia Viviani e Simone Consonni hanno reso giustizia al settore maschile?

Credo proprio di sì. Elia sta benissimo, nell’omnium non lo avevo mai visto andare così forte. Ha cambiato modo di allenarsi. Ha visto che per correre queste gare vanno usati rapporti più lunghi. Non li avevamo nelle gambe, ma ci abbiamo lavorato, ci ha messo tanto impegno.

Dopo l’omnium c’era un po’ di delusione? 

Siamo andati in albergo la sera con la netta percezione che ci mancasse qualcosa. Nel primo scratch è capitata una cosa che a noi non capita mai, cioè Thomas che prende il giro così facilmente. Oggi (ieri, ndr) ci abbiamo provato anche noi. Addirittura Elia era pronto a provare a prendere il giro già all’inizio, come ha fatto l’Austria. Era una follia, ma dovevamo inventarci qualcosa.

Oltre alla testa, ha avuto le gambe per farlo.

Lui sta bene, lo ripeto. Dopo l’omnium non mi tornavano i conti. Meritava un risultato, che lo ripaga degli sforzi che ha fatto. Ugualmente Simone, è sempre andato vicino al grande risultato. Abbiamo lavorato poco specificatamente, ma ci siamo arrivati bene. Non è una medaglia da outsider.

La caduta ha tolto un oro?

Il Portogallo è rinvenuto forte negli ultimi 30 giri. Non li riconoscevo nei primi 160, hanno fatto un attacco che è durato poco e poi sono tornati indietro. Il ritmo era alto per tutti. Peccato per la caduta. Elia stava cambiando, Simone è caduto e lui è tornato su, facendo altri sei giri, con neozelandesi e portoghesi che attaccavano. Quello sforzo nel finale ci ha penalizzato. Peccato.

Il settore pista è in salute, ormai si può dire.

Il valore assoluto è sempre quello. Si è aggiunto il settore femminile, che ha imparato dal settore maschile. I talenti ci sono. Siamo arrivati qua con una grande esperienza, da campioni olimpici con i maschi e campionesse del mondo due anni fa con le ragazze su questa pista. Il livello è alto, queste medaglie non sono arrivate gratis.

La tattica che ha portato all’argento dell’omnium di Viviani e Consonni è nata da improvvisazione e forza fisica
La tattica che ha portato all’argento dell’omnium di Viviani e Consonni è nata da improvvisazione e forza fisica
Gli inglesi si chiedono come sia possibile che a ogni edizione l’Italia si presenti con squadre forti.

Noi e gli inglesi abbiamo lo stesso modo di lavorare. Anzi, su alcune cose ci hanno copiato. Nel preparare Londra hanno costruito la Sky per vincere le Olimpiadi. Da lì sono usciti Wiggins, Cavendish, Thomas. Ora hanno Hayter. Il modello prestazionale è rimasto lo stesso. Il loro modo di lavorare è il nostro. Devi prendere quelli forti e quelli forti stanno su strada. Devi quindi trovare il modo di non far perdere loro l’attività su strada, che ti dà lo stipendio. Ma la pista ti dà le medaglie olimpiche.

E il futuro?

Mi piacerebbe avere una squadra di riferimento italiana che trattenga i giovani e gli faccia fare il percorso di Viviani, Ganna, Consonni e Milan. Speriamo che non rimanga nel cassetto. C’è stato un cambio di rotta da Londra. L’ho chiesto alla Federazione. Abbiamo perfezionato il sistema che vedete adesso e abbiamo trovato i campioni. Madre natura ci ha dato campioni. Mamma Consonni addirittura ce ne ha dati due. Da Londra abbiamo fatto sistema e questo è importante.

A Londra 2012, Viviani ha 23 anni. Corre su strada, ma anche su pista ed è 6° nell’omnium
A Londra 2012, Viviani ha 23 anni. Corre su strada, ma anche su pista ed è 6° nell’omnium
Elia Viviani chiude un cerchio. 

A Londra eravamo solo io e lui. E lì ha perso un oro. Lo ha perso nel primo scratch, per una caduta. Hansen non era nei 7 che stavano prendendo il giro. Quella caduta lo ha fatto riposare e risalire. Se non fosse caduto, non avrebbe preso quella occasione e poi preso tutti quei punti che gli hanno consentito di battersi fino alla fine.

Un aggettivo per Elia.

Immenso. Incredibile. Si è allenato come un diciottenne. E’ un esempio e per fortuna altri hanno preso esempio da lui. Peccato che non lo prendano ad esempio tanti direttori sportivi o tanti manager. Pensano ancora che mandare i ragazzi in pista sia un handicap.

La madison è d’oro, festa grande con Guazzini e Consonni

10.08.2024
6 min
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PARIGI (Francia) – «E’ stata una Chiara Vittoria». Inizia con un gioco di parole del presidente federale Cordiano Dagnoni l’analisi della bellissima, inattesa e per questo meravigliosa vittoria nella madison da parte di Chiara Consonni e Vittoria Guazzini. La serata a Casa Italia è rumorosa e bellissima. L’arrivo delle due ragazze è scenografico e travolgente. E quando sul maxischermo scorrono le immagini della vittoria, la commozione si unisce a un moto collettivo di orgoglio. Le due atlete azzurre dopo una buona partenza sono finite nelle retrovie, poi Vittoria Guazzini è riuscita a prendersi un giro di vantaggio su tutte le altre. Chiara Consonni ha gestito bene il vantaggio e così la pista di Versailles ha celebrato l’Italia.

Erano rimaste indietro, poi Guazzini ha preso il giro e l’hanno difeso con le unghie e i denti fino alla medaglia d’oro
Erano rimaste indietro, poi Guazzini ha preso il giro e l’hanno difeso con le unghie e i denti fino alla medaglia d’oro

La madison di famiglia

E pensare che due giorni prima, dopo il quarto posto del quartetto, quando a Chiara Consonni veniva detto: «La famiglia tornerà con una sola medaglia», aveva risposto: «Ma manca ancora la madison. La madison di Simone». Non la sua. Alla quale non avrebbe neanche dovuto partecipare, perché insieme a Vittoria Guazzini sarebbe dovuta esserci Elisa Balsamo.

E invece, fa notare adesso Chiara: «mancava la mia madison. Non ce l’aspettavamo, eravamo una coppia inedita. Avevamo fatto giusto qualche prova nei mesi scorsi. E’ un successo inatteso, forse però proprio per questo ancora più bello. La gara è stata difficile. Abbiamo iniziato bene, ci siamo persi in mezzo, poi l’attacco di Vittoria al momento giusto ha condizionato i tempi».

Fratelli Consonni: Chiara fresca olimpionica, Simone l’oro l’ha vinto a Tokyo e adesso tocca a lui, in coppia con Viviani
Fratelli Consonni: Chiara fresca olimpionica, Simone l’oro l’ha vinto a Tokyo e adesso tocca a lui, in coppia con Viviani

Fratello e sorella

Euforica, Chiara Consonni avrà bisogno di tempo per metabolizzare l’impresa: «Non mi ricordo quasi niente. Vittoria ha fatto l’attacco al momento giusto e ora siamo qui con la medaglia d’oro al collo. Spero di non star male come Simone dopo l’oro di tre anni fa. Ma è indescrivibile condividere ciò che è successo con lui, con i miei genitori, con il mio ragazzo e con chi mi vuole bene. E’ incredibile. Il primo pensiero dopo aver tagliato il traguardo è stato chiamare Simone.

«Non diamo tanto a vedere di volerci bene, ma siamo fratello e sorella che condividono i momenti importanti insieme. Non dimenticherò mai questa emozione. Il mio obiettivo di stagione era essere qui. Vedere che ora è una medaglia d’oro è diverso. Con Vittoria poi è ulteriormente speciale. Ci conosciamo da quando siamo piccole e ora eccoci qua».

Vittoria s’è desta

Ed eccola Vittoria Guazzini. Aveva grande gamba, ha avuto la capacità di capire quale fosse il momento in cui attaccare.

«Dopo aver rivisto le immagini inizio a realizzare, ma ci vorrà un po’ per rendermene conto. E’ incredibile. Questo oro pesa tanto e sono contenta di condividerlo con Chiara. Ci siamo aiutate tanto in questo periodo. Non sapevamo bene cosa fare. Ci siamo dette di non restare indietro e ci siamo ritrovate ultime. Invece alla fine è andata bene. La madison è una specialità un po’ pazza e imprevedibile. In un attimo ho spento il cervello, mi sono detta che bisognava andare a tutta. Mi hanno anche preso in giro per questo, ma è andata bene. Ho capito che era il momento giusto e bisognava cogliere l’attimo».

Il tricolore sulle spalle

Hanno continuato a girare in pista per un po’, prima di convincersi che fosse vero. Poi Vittoria si è avvicinata alla tribuna in cui, vestita di arancione, la sua famiglia l’ha abbracciata e le ha passato la bandiera tricolore. Una serie di gesti increduli e sorrisi radiosi. Campionesse olimpiche.

«Quando ho sentito l’inno di Mameli – prosegue Guazzini – non stavo realizzando bene che cosa stava accadendo. Questa medaglia d’oro pesa tanto. Ho avuto tanti momenti no, infortuni. Ma in quei momenti ho avuto grandi persone attorno a me che mi hanno aiutata a non perdere il focus. Dalla famiglia allo staff e le compagne di nazionale. Le ho fatto ammattire, ma ne è valsa la pena. Parte della medaglia è di tutte le altre ragazze del nostro gruppo».

Una madison provata poche volte e improvvisata senza troppi schemi, tattiche o tabelle
Una madison provata poche volte e improvvisata senza troppi schemi, tattiche o tabelle

Coppia nata in Belgio

Parola anche al cittì Marco Villa. «Questa medaglia è nata tre anni fa – dice – quando è partito il progetto e ho iniziato a lavorare con le ragazze. Avevo pensato a Elisa Balsamo, ma è stata sfortunata. Non ci abbiamo lavorato bene come volevamo. Nel frattempo l’hanno fatto Chiara Consonni e Vittoria. Siamo andati a una gara in Belgio, l’abbiamo vinta».

Già, cosa è successo in Belgio? «Lì abbiamo capito che Chiara potesse essere una ottima sostituta. Ho aspettato Elisa fino a due giorni fa. Evidentemente però non aveva recuperato e ho schierato Chiara. Mi spiace per Elisa, che è molto preparata e professionale. Complimenti a Chiara Consonni, che si è fatta trovare pronta. Sono state brave, si sono gestite bene, hanno fatto la differenza nel modo che hanno visto tutti».

Tutti i migliori

Come si prepara una madison? «Non dico niente prima. A volte me lo chiedono, ma non sono un mago, non posso sapere come andrà. Posso dire come interpretarla, quali gesti tecnici fanno risparmiare. Non c’è il prima, c’è il dopo. Io posso correggerli, ma in pista vanno loro». E ai Giochi Olimpici è diverso: «L’Olimpiade è una cosa diversa. L’oro ti lascia il titolo di campione olimpico, è una soddisfazione. Affrontare i Giochi è una cosa difficilissima, perché nel corso di un quadriennio può capitare di incontrare avversari non al meglio, ma all’Olimpiade no. Ognuno porta i migliori».

E i migliori stavolta – in questa madison cui forse nessuno pensava – siamo stati noi.

Villa indica la rotta perché Parigi sia un punto di ripartenza

09.08.2024
6 min
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SAINT QUENTIN EN YVELINES (Francia) – Fare sistema e non smettere di crederci. E’ quello che chiede il Ct della pista Marco Villa al ciclismo italiano, dopo il bronzo nell’inseguimento maschile e il quarto posto in quello femminile. Ieri sera Viviani ha chiuso l’Omnium al nono posto e dopo Parigi lascerà la pista. Villa di sicuro continua a credere che ci sia un futuro e lo dimostra con la sua analisi del percorso che ha portato fino a Parigi.

Prima le donne, non per galanteria, ma perché sono state le ultime a finire con il loro quartetto.

Ci sono mancati una decina di giorni di lavoro con tutte insieme. Non ne abbiamo avuto la possibilità. Basti pensare a tutti i problemi che ha avuto Elisa Balsamo:  prima l’infortunio, poi il Giro d’Italia dove si è ammalata. E la settimana successiva al Giro era l’unica in cui potevamo lavorare con tutte insieme, ma non si è potuto. La sua forza è che si riprende presto, se la chiami a gennaio, ad esempio, si fa trovare pronta. Ha avuto due operazioni, che significa due anestesie. E’ arrivata a Montichiari due giorni dopo essere stata in Val di Fassa, ha fatto due belle prove e questa è stata la chiave che mi ha fatto decidere di schierarla. E’ venuta due giorni, è andata via con la strada e poi è tornata qua. Abbiamo lavorato tanto prima, ma al momento di perfezionare il quartetto non ci siamo riusciti. Però se con questa preparazione precaria sono arrivate quarte, le invito a crederci ancora e a puntare alla prossima Olimpiade.

Perché?

Vittoria Guazzini è una che può dare di più, ma ha avuto sfortuna anche lei in fase di preparazione. Elisa Balsamo deve far suo questo quartetto. E può farlo. Deve solo essere più fortunata. Non è matematica preparare un quartetto con ragazze diverse tra loro che ancora si conoscono poco. Magari più avanti potrebbero aiutare me, se ci sarò io, nella gestione degli allenamenti. Speravo fossero già con le grandi ora, ma sono ragazze con margine di crescita. Possono lavorare bene nei prossimi quattro anni e arrivare a Los Angeles nel pieno della maturità professionale e atletica. Se fossi in loro, ci crederei. Sarò sempre un loro sostenitore, anche se non dovessi essere io ad allenarle. Una migliore conoscenza reciproca può aiutare. A Tokyo siamo arrivati tutti al 100% con i maschi e abbiamo vinto.

A proposito di maschi, l’Australia è un esempio di come si arriva al 100%?

Sicuramente. Sono arrivati tutti a posto e hanno fatto il record del mondo. Noi ci siamo arrivati altalenanti. Ganna ha preparato tanto la cronometro, ci teneva dopo la delusione di Tokyo. Ne è uscito perfetto. A Montichiari l’ho visto fortissimo. Poi ha accusato un piccolo calo. D’altra parte i giorni non sono tutti uguali. Jonathan Milan invece è andato in crescendo. E’ arrivato al top nel giorno clou. Simone Consonni era più in difficoltà rispetto a Tokyo. Non andava certo piano, ma sono piccole differenze che fanno sì che il quartetto non sia al 100 per cento. Nonostante ciò, sono arrivati al bronzo. Sono dettagli da non sottovalutare. Se è arrivato il bronzo però è frutto anche di un buon percorso a Parigi.

Come si sono ripresi i ragazzi dopo la semifinale?

La mattina a colazione ho detto loro di non sottovalutare le medaglie di bronzo olimpiche, perché io ho vinto solo quelle. Sono stato accontentato, hanno vinto una bellissima medaglia. Ci siamo parlati, si sono parlati tra loro. Abbiamo capito che sarebbe stato un altro giorno ed è andata bene. E’ un gruppo sano, si vogliono bene, si aiutano, si stimano.

Il quartetto ha preso un bronzo bellissimo, reagendo alla sconfitta con l’Australia
Il ciclo di questo quartetto finisce qui?

Decideranno loro. Sono maturi a sufficienza, per loro ci sarà sempre posto in pista. Pippo ci viene spesso, anche solo per preparare le cronometro su strada, non solo per preparare le gare in pista. Io per loro ci sarò sempre, se sarò ancora io il Ct. Da qui a quattro anni si vedrà.

Manlio Moro è pronto a entrare?

E’ un ragazzo giovane e forte, aveva i tempi degli altri. Mi spiace che non abbia corso a Parigi, ma loro gli vogliono bene e lo rispettano. Ci sono i quartetti juniores che stanno facendo bene, sono ragazzi di talento. Spero che possano valutare questo tipo di percorso che ha fatto chi li ha preceduti.

E’ difficile convincerli?

Sto facendo fatica. A livello primo anno under 23 faccio fatica a portarli in pista e a far capire loro che qualche lavoro in pista è propedeutico per la strada. Da lì mi piacerebbe costruire un altro gruppo come questo. Ma credo che vada stabilito un modo nuovo di operare, parlare con squadre, manager, procuratori. A 19 anni hanno già i procuratori. Altrimenti diventa difficile fare questa doppia disciplina. Abbiamo dimostrato che si può far tutto.

Per Villa l’esempio di Hayther (qui con Viviani) fa capire che pista e strada sono complementari
Per Villa l’esempio di Hayther (qui con Viviani) fa capire che pista e strada sono complementari
Ad esempio?

Welsford ha dimostrato che si può vincere su strada e tirare il quartetto. Hayter è campione nazionale in Inghilterra e qui ha portato in giro il quartetto della Gran Bretagna. Faulkner e Dygert erano nel quartetto americano. Noi abbiamo giovani che vincono da juniores in queste discipline e perché dobbiamo perderli per il loro futuro in strada, quando si possono fare le due cose fatte bene?

Qual è stata la difficoltà maggiore con i maschi?

Ognuno dei quattro ha fatto percorsi diversi. Lamon ha fatto più di Tokyo, ma un mese fa andava ancora più forte. Ero riuscito a lavorare con lui sulla resistenza. Anche nelle prove di Coppa del mondo aveva finito bene il quartetto. Aveva messo metri in più per la seconda tirata. Non ci siamo arrivati come a Tokyo, è vero. Non saprei neanche come si fa a preparare un quartetto insieme, perché non ce li ho mai avuti tutti insieme. Ma tanto di cappello a questi ragazzi per ciò che hanno fatto. L’Australia si è anche allenata con noi, non sembrava andare così forte. Se si è nascosta, si è nascosta bene. Se ha azzeccato la settimana giusta, complimenti.

Lamon incita i compagni dopo essersi rialzato: è arrivato a Parigi in gran forma
Lamon incita i compagni dopo essersi rialzato: è arrivato a Parigi in gran forma
Il miglioramento può passare anche attraverso i materiali?

Da quel punto di vista stiamo bene. Pinarello ci supporta ogni ciclo. Anche qui ci ha dato bici performanti. Castelli ha lavorato tanto in galleria del vento, parallelamente a Pinarello e con i caschi. Campagnolo ci ha fatto le lenticolari tubeless. Qualcuno le ha usate, qualcuno ha usato i tubolari. I tubolari sono stati quelli di Tokyo. Vittoria ha usato quattro versioni di tubeless. A livello tecnologico siamo sempre stati serviti bene e siamo al passo. La Federazione ci fa lavorare bene, ha ottimi partner.

In sintesi, cosa manca?

Gli atleti ci sono, i materiali ci sono. Dobbiamo fare sistema. Soprattutto con i giovani. Dobbiamo far imparare loro che pista e strada possono andare insieme e possono portare a grandi soddisfazioni.

Lo schiaffo dell’Australia, il quartetto sbanda

07.08.2024
7 min
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SANT QUENTIN EN YVELINES (Francia) – La botta fa male e non può essere altrimenti. L’Australia non solo toglie il record del mondo all’Italia, ma lo fa anche nella sfida diretta. Soprattutto, toglie ai campioni in carica la possibilità di riconfermarsi. Ci si giocherà il bronzo contro la Danimarca. Sarà la replica della finale di Tokyo e anche questo è un dato: erano le migliori, hanno fatto un passo indietro. Se non nelle prestazioni, nella classifica. Le due cose vanno distinte. Il Ct Marco Villa lo dice subito.

«Noi abbiamo fatto il nostro. Sono andati forte gli australiani – spiega – di fronte a un 3’40″730 bisogna dire bravi a loro. Non me l’aspettavo su questa pista, se ci sono riusciti hanno fatto una cosa eccezionale. La prestazione dell’Italia c’è stata, Jonathan è stato grandissimo. Purtroppo non è servito. I ragazzi sono andati in pista determinati per battere l’Australia, forse nel finale si sono un po’ demoralizzati».

L’Australia va in finale per l’oro facendo il record del mondo in semifinale: 3’40″730
L’Australia va in finale per l’oro facendo il record del mondo in semifinale: 3’40″730
Ora sarà importante confermarsi sul podio olimpico.

Ho grande fiducia in questo gruppo. Ma ci sono anche gli avversari e non sempre basta dare il 100 per cento. Il giorno prima avevamo fatto un buon tempo, poi lo abbiamo migliorato. Non basta per lottare per l’oro, basta per una finale per il bronzo che non era facile da raggiungere. Quando ho visto che la Nuova Zelanda era sul 3’43” ho tremato. Ieri ha sbagliato gara, oggi è andata forte, ha sfruttato la scia del Belgio. La formula è così e può portare a far sì che magari dal gruppo che va dalla quinta all’ottava del giorno prima esca fuori qualcuno che spariglia le carte. E se avessimo sbagliato qualcosina avremmo compromesso anche la finale per il terzo posto. Siamo stati bravi a parare il colpo e adesso ci giochiamo una medaglia.

In questi tre anni gli altri hanno fatto più progressi di noi.

Ho visto che qualcuno ci ha copiato. Hayter fa i tre giri finali, è ciò che era Ganna a Tokyo per noi. Welsford nell’Australia fa lo stesso. Ci hanno copiato un po’ tutti e hanno anche migliorato i materiali. Sapevamo che dovevamo stare al passo e migliorare anche noi. E siamo migliorati, ma gli altri sono stati più forti.

E’ migliorato anche il quartetto femminile, che ha battuto il record italiano, ma è atteso da un turno proibitivo.

La Nuova Zelanda in campo femminile era la favorita in partenza e lo ha dimostrato. Oggi (ieri, ndr) non abbiamo schierato Elisa Balsamo, questa volta proviamo con lei. Non ha avuto un avvicinamento facile e di conseguenza quando non riesci a lavorare tutte insieme qualcosa manca. Abbiamo questo appuntamento, Elisa ci è arrivata con un infortunio. Pensava di uscire bene dal Giro d’Italia e invece ne è uscita malata, ha saltato l’unica settimana in cui potevamo stare insieme. Ha fatto due prove che mi danno fiducia sul poterla schierare. Non so ancora al posto di chi, parlerò con le ragazze.

Che valutazione si può fare di chi ha fatto le prove su strada?

La scusante della strada non deve esserci più. Abbiamo visto la campionessa olimpica su strada (Kristen Faulkner, ndr) far parte del quartetto e non era certo solo lei. Siamo stati noi a indirizzare un po’ tutti su questa via e adesso gli altri ci seguono. Hayter è qua, non ha fatto le gare su strada, ma tre settimane fa ha vinto il campionato nazionale su strada e si è allenato sul quartetto. Dedicarsi alla pista non mi sembra così invalidante, ecco.

Milan avrebbe potuto partecipare alla gara su strada?

A me non sembrava una gara per lui. Ma se insistete, va bene: poteva farla.

Tra Australia e Gran Bretagna, chi è la favorita?

Direi Australia. Ho visto la Gran Bretagna in difficoltà e oggi ha cambiato un uomo. Spero che abbiano avuto la scusa medica giusta, dato che lo ha fatto anche la Francia. Avevo capito che la sostituzione si poteva fare solo in casi eccezionali e con adeguata valutazione medica. Ho visto il francese sostituito che camminava tranquillamente, sembrava star bene.

Consonni: cuore, testa e gambe

La sensazione è agrodolce, c’è poco da fare. Emerge anche parlando con gli atleti. Simone Consonni è il più positivo. «Da campioni olimpici in carica – dice – volevamo difendere il titolo. Sinceramente l’Australia ci ha sorpresi, complimenti a loro. Ci abbiamo messo cuore, testa e gambe. Non è bastato, ma siamo in una finale per il bronzo. Dobbiamo smaltire la delusione ed essere cattivi contro la Danimarca, ma non sarà facile.

«La nostra prestazione è stata di qualità, ma forse era meglio fare peggio e raggiungere la finale. Siamo migliorati rispetto a Tokyo, però c’è stata un’Australia incredibile. Non abbiamo rimorsi. Abbiamo dato tutto. Siamo all’Olimpiade, è una cosa diversa. E’ un palcoscenico eccezionale, lo abbiamo visto su strada. Si lavora al top per limare i dettagli e si è visto quanto il livello medio si sia incrementato».

Villa e Lamon: i due sono gli unici ad aver pensato soltanto alla pista
Villa e Lamon: i due sono gli unici ad aver pensato soltanto alla pista

L’amarezza di Lamon

Francesco Lamon è il più deluso: «Non mi interessano i tempi – dice – mi dispiace non aver vinto e non poter lottare per l’oro. Ora pensiamo a domani (oggi, ndr) e a portare a casa il bronzo. Non è un oro come speravamo, ma abbiamo fatto del nostro meglio e gli australiani sono stati superiori. Bravi loro. Sono contento di essere qui a giocarmi la medaglia con i miei compagni e colgo l’occasione per ringraziarli. Siamo migliorati, poi entrano in campo tanti fattori e l’Australia ci ha sorpreso. Non abbiamo sentito il peso dell’essere campioni in carica, anzi, ci ha dato molta forza. Non è servito».

Ganna, 100 watt in più

Filippo Ganna cerca di mantenere equilibrio: «Sapevamo che l’Australia era forte. Oggi abbiamo dato il cento per cento – dice – non è bastato per batterli. Hanno fatto un tempo incredibile, 3’40”. Ora proveremo a prendere il bronzo, dando il massimo, come sempre. La qualità della prestazione c’è stata, io ho fatto 100 watt in più rispetto a Tokyo.

«Non bisogna essere delusi, abbiamo la coscienza a posto e abbiamo fatto tutto ciò che potevamo. E’ uno dei primi quartetti dove arrivo provatissimo, non ho nulla da recriminare. Magari con la Danimarca cercheremo di allungare il rapporto, anche se non l’abbiamo mai provato, vedremo».

Vedremo chi andrà sul podio.

Galli, un altro oro europeo U23 per entrare nel quartetto dei grandi

30.07.2024
5 min
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Giusto il tempo di godersi un bis continentale e poi subito sotto col lavoro per preparare il prossimo obiettivo internazionale. Niccolò Galli è uno dei vagoni del trenino azzurro che ad inizio luglio ha conquistato l’oro nell’inseguimento a squadre agli europei in pista U23 di Cottbus e la prossima fermata sarà nel velodromo di Ballerup in Danimarca.

Dopo l’argento dell’anno scorso, il ragazzone della Arvedi Cycling ed il quartetto si sono ripresi il titolo europeo di categoria battendo nuovamente in finale il Belgio – come due estati fa ad Anadia – andandolo a riprendere tra il secondo ed il terzo chilometro. Questa medaglia per Galli è la conferma di un percorso e di scelte mirate per puntare più in alto. Ormai è pronto per il ricambio generazionale o per essere una valida alternativa per il cittì Marco Villa. Tra un allenamento e l’altro, abbiamo sentito il ventiduenne di Pieve di Cento per capire come sta procedendo questa fase della sua carriera.

Giaimi, Favero, Quaranta, Galli e Moro hanno conquistato l’oro nell’inseguimento a squadre battendo il Belgio come nel 2022
Giaimi, Favero, Quaranta, Galli e Moro hanno conquistato l’oro nell’inseguimento a squadre battendo il Belgio come nel 2022
Niccolò dove ti troviamo in questo periodo?

Sono a Livigno con Boscaro e Quaranta. Siamo arrivati il 22 luglio e staremo su fino al 6 agosto. Ci stiamo allenando tra sedute in palestra all’Aquagranda e uscite in bici. Nei primi giorni abbiamo fatto un po’ di scarico dopo la Seigiorni di Pordenone (dal 15 al 20 luglio, ndr), mentre stiamo iniziando a fare un po’ di ore di volume su strada. Adesso tutto il team performance della nazionale è concentrato sulle Olimpiadi e fra poco andrà a Parigi, ma siamo sempre in stretto contatto con loro per seguire i programmi di lavoro. Devo dire che in questi giorni mi sento bene.

Palestra e bici. Galli in questi giorni è a Livigno per preparare i mondiali in pista di ottobre a Copenaghen
Palestra e bici. Galli in questi giorni è a Livigno per preparare i mondiali in pista di ottobre a Copenaghen
Una buona condizione mostrata all’europeo. Che differenze hai notato rispetto all’oro del 2022?

Due anni fa è stata una vittoria speciale perché forse non pensavamo di poter arrivare al titolo. Stavolta invece eravamo più consapevoli della nostra forza. Di quel quartetto c’eravamo Manlio Moro ed io e ci sentivamo responsabilizzati per trascinare gli altri ragazzi. Abbiamo vinto con Giaimi e Favero, che sono dei primi anni che vanno forte. Entrambi si sono inseriti alla grande e in fretta. Anche lo stesso Samuel (Quaranta, ndr) ha dimostrato di essere in forma e di poter fare bene nel quartetto. Questo oro è decisamente un buonissimo risultato per noi e per tutto il movimento, ma non dobbiamo e non possiamo fermarci qua.

In Germania eri impegnato anche in altre specialità. Come sono andate?

Ho disputato l’omnium, dove ho chiuso al decimo posto dopo aver chiuso secondo nello scratch. C’è del rammarico invece per la madison. Ero in coppia con Sierra, ma purtroppo è caduto a metà corsa e non è potuto rientrare in pista. Peccato perché fino a quel momento eravamo secondi e stavamo andando molto bene.

In questa stagione Galli su strada ha deciso di concentrarsi sulle cronometro. Qualche buon piazzamento è arrivato (foto Sara’s photo)
In questa stagione Galli su strada ha deciso di concentrarsi sulle cronometro. Qualche buon piazzamento è arrivato (foto Sara’s photo)
L’esperienza al Giro NextGen invece non è andata come ti aspettavi?

Purtroppo no. Il NextGen faceva parte del mio programma di avvicinamento all’europeo, ma sfortunatamente alla terza tappa sono stato male e ho dovuto abbandonare la corsa. Tuttavia la settimana successiva mi sono ripreso abbastanza bene e questo ritiro non ha inciso sulla condizione e sulla preparazione per Cottbus.

Come sta andando l’alternanza pista e strada?

Per ora va bene, anche se sto prediligendo la pista dove sto ottenendo i risultati migliori. Oltre al solito calendario U23, su strada quest’anno mi sono concentrato sulle cronometro. Qualche buon piazzamento l’ho portato a casa, però sto continuando a lavorarci.

Anche nel 2025 Niccolò Galli resterà nella Arvedi Cycling, che gli permette di conciliare bene la doppia attività pista-strada
Anche nel 2025 Niccolò Galli resterà nella Arvedi Cycling, che gli permette di conciliare bene la doppia attività pista-strada
Sei all’ultimo anno da U23. Sai già cosa farai la prossima stagione?

Certo, nel 2025 sarò ancora con la Arvedi. Per me è la formazione ideale perché mi dà la possibilità di fare la doppia attività senza alcun problema, visto che c’è una buona collaborazione con la nazionale. L’idea al momento è quella di fare come Lamon, che per me è un ottimo esempio da seguire.

Niccolò Galli ha già fissato i prossimi obiettivi?

Direi proprio di sì. Ce n’è più di uno, sia a breve che a lungo termine. Ci sono i mondiali di Copenaghen ad ottobre (dal 16 al 20, ndr) per i quali sto già lavorando adesso con i compagni. Poi è chiaro che mi piacerebbe partecipare alle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Prima di allora c’è tanta strada da fare e dimostrare di poter restare nel gruppo per guadagnarmi il posto. Ecco, alla base di tutto il primo vero obiettivo è quello di poter diventare uno dei vagoni del quartetto dei grandi, senza tralasciare la madison o la stessa corsa a punti, che è una specialità che mi piace molto. Insomma, sto lavorando per tutto questo.

Galli (il primo in foto) tra i tanti obiettivi ha quello di entrare nel quartetto dei “grandi”
Galli (il primo in foto) tra i tanti obiettivi ha quello di entrare nel quartetto dei “grandi”
Tu che conosci bene il gruppo azzurro, ti senti di fare un pronostico per il quartetto a Parigi?

Tutti i ragazzi che sono in Francia sono amici ed io come gli altri saremo i primissimi loro tifosi attaccati alla televisione per sospingerli da casa. Non sono scaramantico, ma non mi sento di fare previsioni perché ormai si gioca tutto sul filo dei millesimi di secondo e differenze veramente minime. So che la preparazione del nostro quartetto è stata molto buona e la vera forza è proprio l’unione del gruppo. I rivali più diretti saranno Gran Bretagna e Danimarca, senza sottovalutare Nuova Zelanda e Australia. Naturalmente spero che possano riconfermarsi campioni olimpici. Di sicuro so che i ragazzi scenderanno dalla bici senza rimpianti avendo dato il massimo.

Villa, il dopo Giro e quelle sensazioni positive

24.06.2024
5 min
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Sono giorni intensi per Marco Villa che sta entrando nel clima olimpico. Quel clima che conosce molto bene, avendolo vissuto prima come atleta e poi come tecnico ottenendo sempre il massimo risultato. C’era molta curiosità per capire come avrebbe trovato il “suo” gruppo in uscita dal Giro d’Italia e i riscontri sono stati più che positivi.

«Ho dato loro qualche giorno di libertà com’era giusto che fosse, soprattutto per ricaricarsi mentalmente, poi abbiamo cominciato a lavorare il venerdì e il sabato e devo dire che ho trovato ragazzi carichi e rinfrancati soprattutto di testa. I primi riscontri sono stati oltre le mie aspettative, sicuramente diversi rispetto a quelli dello scorso anno».

Consonni con Milan e Ganna. Il quartetto azzurro (qui manca Lamon) parte in condizioni diverse rispetto al 2023
Consonni con Milan e Ganna. Il quartetto azzurro (qui manca Lamon) parte in condizioni diverse rispetto al 2023
Nello specifico?

Ad esempio ho trovato un Consonni che è tutt’altra persona rispetto al 2023 quand’era uscito dal Giro non nelle migliori condizioni. Lo stesso dicasi per Milan: lo scorso anno aveva sì vinto la maglia ciclamino, ma era molto affaticato negli ultimi 3 giorni, invece questa volta ha chiuso molto meglio. Ganna da parte sua l’ho trovato con il morale alto. In generale il gruppo è in condizioni migliori rispetto al 2023 e questo mi dà fiducia.

Com’è strutturato ora il lavoro, fra volume e tecnica?

C’è da lavorare soprattutto su quest’ultima, considerando che Ganna sarà con noi solo in dati periodi dovendo preparare anche la crono e avendo il Giro d’Austria. Lui infatti, appena finita la corsa a tappe tornerà in altura, il resto del gruppo l’ha già fatta. Il lavoro degli altri è stato modulato anche in base agli impegni di Pippo, ma comunque lavoreranno due-tre giorni a settimana.

Ganna ha chiuso il Giro con il sorriso. Abbinerà la pista alla preparazione per la crono olimpica
Ganna ha chiuso il Giro con il sorriso. Abbinerà la pista alla preparazione per la crono olimpica
Su quali basi?

Servirà innanzitutto lavorare sulle partenze da fermo e sulla prima parte, che nella passata stagione è stata per forza di cose il nostro tallone d’Achille. Noi abbiamo un problema: il quartetto principale, quello che ha vinto tre anni fa è tanto che non corre assieme quindi quando sarà presente Ganna, sarà necessario fare delle prove in assetto da gara, più che nelle normali tabelle perché abbiamo bisogno di riscontri.

Questo significa fare vere e proprie gare di 4 chilometri, con tempi che utilizzerai come metro di riferimento?

Sì, chiaramente però calibrati in base al fatto che si tratta di prove di allenamento e non di gara. Inoltre bisogna tenere presente che la pista di Montichiari in certi periodi dell’anno è molto lenta, per le caratteristiche del legno e la sua reazione alle temperature. Non saranno certo i tempi che ci aspettiamo a Parigi, ma ci serviranno per capire come arrivarci, per trovare i giusti meccanismi. Inoltre saranno prove utili per capire i carichi di lavoro di ognuno: quanto dovrà durare il lancio di Lamon, quanto dovrà tirare Consonni dopo la sparata iniziale, se Milan e Ganna dovranno fare due giri e mezzo o tre ognuno. Il lavoro di Consonni è fondamentale, perché dovrà poi tenere il ritmo di Milan e Ganna nella seconda parte quando Lamon si staccherà. Senza poi dimenticare Moro che mi tengo stretto a seconda delle esigenze del gruppo.

Su Milan, Villa conta molto per dare al quartetto uno sprint in più
Su Milan, Villa conta molto per dare al quartetto uno sprint in più
In questo momento sei ottimista più o meno rispetto a qualche settimana fa quando eravamo nel pieno della Nations Cup?

E’ un periodo diverso. Io mi raffronto con l’anno scorso e i riscontri sono molto positivi, Lamon ad esempio lo vedo anche superiore a quel che era a Tokyo, ma per vincere dovranno essere tutti al massimo. Io spero che a Parigi Milan sarà l’equivalente del Ganna di Tokyo e che Ganna… farà il Ganna. Allora potremo davvero giocarcela.

Bisogna considerare anche che alcuni dovranno lavorare anche per le altre discipline…

Dal 28 al 30 Consonni sarà a Gand per importanti gare su pista, dove purtroppo non ci sarà Viviani per impegni col team, altrimenti sarebbe stato utile vederli insieme nella madison. Lì gareggerà con Scartezzini, mentre fra le donne ci saranno Paternoster e Consonni entrambe impegnate nell’omnium e nella madison gareggeranno Guazzini e Consonni. Poi ci sarà l’appuntamento di Fiorenzuola anche quello utile per le altre specialità.

Gli azzurri saranno in gara a Parigi il 5 agosto per le qualificazioni. Finali il 7 agosto
Gli azzurri saranno in gara a Parigi il 5 agosto per le qualificazioni. Finali il 7 agosto
Accennavi alle donne: quanto influisce sull’economia dei valori dei quartetti l’infortunio della Archibald?

Non voglio stare tanto a guardare l’assenza della Archibald, che mi dispiace molto perché la conosco e so quanto ci teneva. Noi abbiamo messo in difficoltà le inglesi anche con lei presente e agli europei abbiamo battuto la Gran Bretagna senza di lei, faticando. Tutto ciò significa che dobbiamo guardare a noi stesse, tra l’altro sappiamo bene che cosa significa, visto quel che hanno passato Guazzini e Balsamo lo scorso anno.

Oltretutto anche Elisa viene da un bruttissimo incidente. Avete avuto modo di lavorare insieme dopo?

E’ stata con noi mercoledì al rientro da Livigno. Ha fatto prove di quartetto con partenze semilanciate con Consonni, Alzini e Fidanza per non stressare troppo il polso. Tra l’altro all’inizio della sessione aveva detto che in base a come si sentiva in allenamento avrebbe deciso se partecipare ai campionati italiani su strada, il fatto che abbia gareggiato a Firenze è un altro segnale positivo. Tornando al quartetto, noi non dobbiamo pensare a chi ci sarà o meno, dobbiamo essere consapevoli che si vincerà correndo sotto i 4’10” e come noi possono scenderci le britanniche, le neozelandesi con un occhio di riguardo anche alle francesi.

Per la Balsamo già ripresa la preparazione su pista dopo il terribile incidente in Spagna
Per la Balsamo già ripresa la preparazione su pista dopo il terribile incidente in Spagna
L’infortunio di Balsamo e Archibald ripropone il tema dei rischi sotto Olimpiade…

Sono giorni che vivo con molta apprensione, oltretutto le ragazze hanno ancora il Giro d’Italia da affrontare, ma se mi perdo dietro questi pensieri non ne esco più. Bisogna concentrarsi sul lavoro, su tutto quel che resta da qui a Parigi, poi faremo i conti con quel che abbiamo in mano.