GROSSETO – Ganna di nuovo campione italiano della crono, per la quinta volta. Il piemontese della Ineos Grenadiers si è trovato nella fornace del percorso dopo il ritiro in altura e per qualche istante deve essergli passato per la testa il fantasma di Faenza. Anche in quel giorno del 2021 il caldo non concedeva scampo, ma il percorso era più duro e alla fine Pippo si ritrovò al quarto posto, battuto da suo cognato Matteo Sobrero.
Anche oggi, come allora, sta preparando le Olimpiadi e anche questa volta è partito fortissimo. Forse troppo. E arrivare al traguardo è stato un bell’impegno.
Overpacing in avvio
L’inferno è più caldo, ma certo meno umido. Grosseto ha accolto i campionati italiani della crono con temperature che ti svuotano, è difficile immaginarsi come sia fare una crono di 35 chilometri. I corridori arrivano, si gettano sul marciapiede, sputano via la polvere e la fatica e ricominciano a parlare solo dopo qualche minuto.
«Sono partito troppo forte, perché era in previsione fare un overpacing per vedere cosa succedeva. Volevamo cercare di arrivare più vicini a una performance olimpica, però non sono ancora nella condizione che serve, quindi ho sofferto un po’ troppo. Nel finale ho faticato, però siamo riusciti a mantenere un buon ritmo e finire comunque con un’ottima prestazione. Diciamo che fare altura e poi scendere immediatamente… Ho avuto una settimana a casa, però ugualmente non sono riuscito a fare un ottimo adattamento al caldo e oggi un po’ l’ho sofferto».
La bici nuova
Parigi non è ancora dietro l’angolo, ma la conferenza stampa del 5 luglio metterà nero su bianco i nomi degli atleti e a quel punto avremo tutti la sensazione di qualcosa di immenso che sta per iniziare. Per ora si lavora. L’altura. La pista. Il tricolore crono e domenica quello su strada.
«Si lavora anche sui materiali – dice e sorride – praticamente è tutto fatto, manca soltanto la bicicletta, anche se da qualche parte si è già vista. Questa è stata l’ultima crono lunga prima delle Olimpiadi, ma a casa se ne simuleranno altre. I tempi saranno quelli. Si cercherà di fare allenamenti sempre più specifici sul tempo. La prova di oggi è buona, ma sono alla ripresa. Nelle crono del Giro i valori erano molto più alti, qua ho dovuto comunque tenere di più perché sennò non sarei arrivato al traguardo. E’ un avvicinamento buono, continuiamo così e vediamo come si arriva».
Fra crono e pista
Quella volta a Faenza mise su un muso che impiegò del tempo per passare. Si era nella rincorsa per Tokyo, l’oro del quartetto era una suggestione più che una possibilità, mentre oggi è tutto diverso. C’è più consapevolezza e forse il risultato di giornata è importante non tanto per se stesso quanto per la conferma di essere sulla strada giusta.
«Sappiamo a cosa andiamo incontro – dice – quindi le fatiche e gli allenamenti che ci saranno da fare. Come quartetto siamo motivati, ci siamo già trovati. Abbiamo già cercato di mettere giù un programma per trovarci quasi sempre tutti insieme. Poi ovviamente per obiettivi di squadra saremo anche impegnati in altre gare o ritiri, quindi abbiamo cercato di programmare il meglio per girare il più possibile insieme e cercare di fare più prove insieme. Cosa preferisco a livello del cuore fra crono e pista? Semplice, muoio in entrambe…».
Il Cioni condiviso
L’umore è buono, non potrebbe essere altrimenti. Passa Affini, che gli molla una battuta. Poco distante c’è Baroncini, il terzo di giornata. Gianluca Valoti, appostato dietro la transenna, fa notare che tutti e tre da U23 sono passati per il Team Colpack. E’ una riflessione che merita attenzione. Se un’ombra può esserci sulle Olimpiadi, riguarda l’assenza del suo allenatore Dario Cioni che, come pure agli ultimi mondiali, sarà impegnato accanto a Joshua Tarling. Il tema brucia: Tarling che a Glasgow era poco più di una promessa oggi è uno dei grandi favoriti. Quando scherzando abbiamo fatto su questo una battuta al toscano, lo sguardo ha lampeggiato.
«Io non ci penso – dice Ganna – alla fine con Dario ho un bel rapporto e abbiamo già discusso di questa cosa. Ovviamente quando saremo là, ci sarà un ottimo staff che mi seguirà e cercheremo di dare sempre il meglio. I rivali potrebbero essere gli stessi di Glasgow, quindi Remco e Tarling. Ma potrebbe venire fuori anche un Van Aert oppure Kung».
Dovendo e volendo pianificare ogni cosa nei dettagli, la Federazione non avrebbe potuto precettare Cioni e portarlo a Parigi? Si fa per parlare, ovviamente…
Il tempo delle pressioni
Il modo in cui si avvicinerà agli ultimi giorni resta coperto da un bello strato di segreto. Quando gli chiediamo se ha intenzione di simulare allenamenti a temperature simili, sorride dicendo di chiedere a Cioni. E così torniamo sulla partenza troppo allegra di giornata e del rischio di scoppiare prima del tempo.
«Me ne sono accorto all’intertempo dove avevo già 20 secondi di vantaggio su Affini – spiega – sapevo di aver scelto un passo un po’ troppo… ottimistico (sorride, ndr). Anche a Faenza avevo un po’ esagerato, vero, però l’ultima crono l’avevo fatta al Giro, in condizioni diverse. Non era una prova secca, adesso sarà da puntare un po’ più in alto. Cerchiamo di essere sempre sul pezzo, di lavorare sempre in ottica di Parigi. Non sarà facile, perché da una parte e l’altra inizieranno le pressioni. Perciò cerchiamo di rimanere calmi e di fare il meglio. Se tutto andrà bene, si festeggerà. Se non va bene, non credo che avrò ammazzato qualcuno. Non mi merito la galera…».