Lo hanno detto tutti: mancava soltanto Lamon

08.05.2024
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In realtà non è il quarto, ma il primo del quartetto: quello che lo lancia. Lamon è tornato dalla palestra e acceso la tivù. Fuori pioveva, per questo non è uscito su strada. Invece oggi, proprio mentre starete leggendo questo articolo, starà guidando verso Montichiari per girare in pista. Mancavano 10 chilometri all’arrivo della tappa di Andora e Francesco si è sistemato giusto in tempo per vedere l’attacco di Ganna e si è messo a tifare.

«Quando è scattato – dice – tifavo al 100 per cento per lui. Poi ho immaginato che per forza di cose andava a finire così e infatti un momento dopo ho visto che “Simo” ha chiuso. Per forza, era inevitabile che finisse così e che a maggior ragione vincesse Johnny. E dico che sono molto d’accordo con le parole che ha detto Consonni, che si è trovato tra l’incudine e il martello. Però li ritengo dei super professionisti, quindi questa cosa passa in secondo piano. Sono certo che lo pensino tutti e tre, come penso che dopo la linea d’arrivo siamo tornati a essere i quattro stupidi di sempre…».

Il 4 agosto 2021, l’Italia conquista l’oro olimpico nell’inseguimento a squadre con Milan, Lamon, Ganna e Consonni
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Fra strada e pista

Dei quattro olimpionici del quartetto di Tokyo, Francesco Lamon è il solo che non stia correndo il Giro. Vedere i suoi tre compagni giocarsi la tappa di ieri lo ha riempito di orgoglio. Ha colpito vederli tutti e tre in testa al gruppo: Ganna tentare l’allungo, Consonni chiudere, Milan vincere. Anche Villa avrà fatto un salto nell’assistere alla scena, prima di esplodere anche lui nel prevedibile applauso per Milan. Intanto Lamon racconta le sue giornate fra casa e Montichiari, cercando di mettere nelle gambe la forza e la resistenza che gli altri tre stanno trovando al Giro d’Italia.

«Dopo le Coppe del mondo – racconta – ho mollato una settimana, poi ho ripreso subito a fare una bella base su strada, correndo e facendo fondo per cercare di colmare e simulare quello che loro tre stanno facendo in corsa. Sto provando a fare dei blocchi su strada e due giorni a settimana vado in pista sino a fine maggio, prima di andare in altura per venti giorni. Inizialmente con Elia e poi verrà anche Pippo (Viviani e Ganna, ndr), dopo aver recuperato un po’ dal Giro. Non so che programmi abbiano Consonni e Milan con la Lidl-Trek, però dovremmo ricongiungerci tutti verso inizio giugno, tra altura e pista».

Dopo gli europei, Lamon ha preso parte alle tre prove di Nations’ Cup
Dopo gli europei, Lamon ha preso parte alle tre prove di Nations’ Cup

Il quartetto smembrato

Domenica anche Lamon ha corso su strada, al Circuito del Porto, classica per velocisti, che si corre a Cremona. Ne è uscito con un tredicesimo posto, nel giorno del successo di Jakub Mareczko.

«Domenica ci tenevo a fare la volata – spiega – perché essendo la gara di casa della squadra, avevo preso questo impegno. Però sono stato tagliato fuori da una caduta ai meno 6 dall’arrivo. Siamo rientrati praticamente ai meno 2 chilometri dall’arrivo. Il tempo di risalire aiutato dai miei compagni fino alla linea di arrivo e ci sono caduti nuovamente davanti. Quindi ho avuto un’altra sbandata e di rimonta è arrivato il tredicesimo posto. Ma non è quello che guardo, mi è servito più per capire la mia condizione, avendo ripreso da poco. Sto meglio rispetto a quello che pensavo, quindi sono super tranquillo. Sto lavorando per restare allineato con gli altri.

«Nelle tre Coppe del mondo che abbiamo fatto, abbiamo sempre corso con il quartetto smembrato. Una volta c’era Ganna, una volta c’era Elia, quindi per forza di cose non abbiamo mai provato noi quattro. Comunque abbiamo sempre avuto degli ottimi ricambi di giovani, come Giami, Galli, Boscaro e anche lo stesso Scartezzini che l’ha fatto a Hong Kong. Anche io sono stato messo a fare degli sforzi diversi da quelli che faccio di solito. Facevo le partenze e poi l’ultima tirata, quella che quando c’è Pippo non mi viene chiesta. Mi sono impegnato per alzare un po’ l’asticella della resistenza e vedo che ci sono riuscito. Sento di aver fatto uno scattino in più anche come capacità di sforzo».

Domenica scorsa, in maglia Arvedi, Lamon è arrivato 13° al Circuito del Porto, vinto da Mareczko (immagine Instagram)
Domenica scorsa, in maglia Arvedi, Lamon è arrivato 13° al Circuito del Porto, vinto da Mareczko (immagine Instagram)

Dal Giro a Montichiari

L’avvicinamento verso Parigi continua e buttare uno sguardo alla tele a metà pomeriggio per vedere cosa combinano i suoi amiconi è il modo per sentirsi parte dello stesso gruppo.

«Nel mio piccolo – dice Lamon – sto dando il 150 per cento per farmi trovare pronto, quindi sono contento e so che stiamo lavorando bene. Loro arriveranno dal Giro con una resistenza maggiore, però gli mancherà tutta quella parte di esplosività che magari posso fare io. Come dicevo, da giugno in poi i nostri percorsi saranno allineati e quindi ci saranno meno differenze. A loro servirà un po’ di più per essere esplosivi, io dovrà lavorare per essere altrettanto resistente. La nostra forza saranno i due mesi che passeremo assieme e li sfrutteremo al meglio. Nel frattempo abbiamo la bici nuova e mi trovo benissimo. Ho sentito subito le differenze. Nonostante sia un po’ più pesante, anche questa volta Pinarello è stato una garanzia. E’ la bici che ci serviva, una volta lanciata va veloce. E’ un po’ più pesante nei primi metri, ma quello che si guadagna nel giro successivo è più di quello che si perde nei primi metri».

Prima che si entri nel vivo, tutti gli azzurri hanno provato la loro posizione nella galleria del vento
Prima che si entri nel vivo, tutti gli azzurri hanno provato la loro posizione nella galleria del vento

Una storia da ricordare

Resta da capire se la tappa di Andora lascerà segni o se invece diventerà, come è certo Lamon, motivo di sberleffo. Per togliersi il dubbio, dopo l’arrivo Consonni è andato a cercare Ganna, ammettendo di essersi trovato nel mezzo.

«Spero che Pippo non si vendichi di questa cosa – ride Lamon – quando ci sarò in mezzo anch’io. Sai quante volte da qui in avanti, quando ci ritroveremo in pista, faremo gli stupidi in allenamento simulando questa situazione? Potete scommetterci che lo faremo. Però sono contento di vedere che sono lì a giocarsela, indipendentemente da che maglia indossano. Vuol dire che stanno bene».