Sprint, classiche, crono e pista: questo Milan è tutto da scoprire

12.03.2024
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Con la vittoria di San Benedetto, che si è aggiunta a quella ben più complicata di Giulianova, il nome di Jonathan Milan è entrato fra quelli dei velocisti più forti del gruppo. Se ne era avuto un sentore al Giro del 2023, quando il friulano vinse una tappa e mise in fila una serie infinita di piazzamenti, ma avreste dovuto vedere la faccia di Jasper Philipsen sull’ultimo arrivo della Tirreno. Il belga delle sei tappe negli ultimi due Tour non riusciva a farsene una ragione.

Forte a 360 gradi

Il problema con Johnny è che non si riesce a capire in quali caselle metterlo, soprattutto conoscendone la storia prima del professionismo. Veloce lo è sempre stato. Forte a crono lo stesso, tanto da aver vinto il tricolore U23 nel 2020 ed essersi piazzato terzo a Lido di Camaiore, dietro Ayuso e Ganna. Il suo sogno è la Roubaix, ma avrebbe anche numeri da Fiandre. E in pista ha aggiunto al quartetto azzurro i cavalli per vincere l’oro di Tokyo. Per questo il dibattito in vista di Parigi, sull’opportunità che corra la strada e la pista, è quanto mai fondato, anche se la scelta cadrà giustamente e inevitabilmente sulla seconda. Per cui il… cantiere resta aperto ed è emozionante, conoscendolo da un pezzo, veder crescere e costruirsi un campione così.

«Ho avuto sempre uno spunto veloce – dice – l’anno scorso al Giro ci siamo focalizzati su questo aspetto, per cui penso che lo sprint sarà il mio terreno insieme alle classiche. Io ce la metterò tutta per migliorare, perché c’è sempre qualcosa da migliorare, però questo è il mio ambito. Ci sono tanti nomi che sono sempre stati per me un motivo di ispirazione. Boonen, Cancellara, lo stesso Sagan, ma è difficile dire come sarà il mio sviluppo. Magari tra qualche anno andrò a perdere un po’ lo sprint, chi può dirlo? Per questo mi sono imposto di vivere mese per mese e poi trarremmo le somme».

Il debutto nelle classiche è già avvenuto alla Omloop Het Nieuwsblad, ma il bello deve ancora venire
Il debutto nelle classiche è già avvenuto alla Omloop Het Nieuwsblad, ma il bello deve ancora venire

Classiche in arrivo

La prossima fermata di questo treno che va veloce è la Milano-Sanremo che sabato lo vedrà impegnato per la terza volta. Le prime due apparizioni appartengono alla prima parte della sua carriera, quella in cui non v’era certezza di potersi giocare una grande corsa in volata. Una certezza che è ancora da costruire, con la curiosità di vedere se quest’anno nelle sue gambe ci sarà la capacità di scollinare sul Poggio non troppo lontano dai primi. Dalle scelte della squadra appare evidente che Milan non sia la primissima scelta, come è logico avendo davanti compagni come Jasper Stuyven, che la Sanremo l’ha già vinta nel 2021, e Mads Pedersen, che aveva giurato di non correrla mai, poi l’ha assaggiata negli ultimi due anni e se ne è innamorato.

«Inizia il periodo delle classiche – dice Milan – in realtà in Belgio è già iniziato. La prossima è la Milano-Sanremo e avremo un team molto forte. Parliamo di Stuyven e Pedersen, ragazzi con una grandissima condizione. Cercheremo comunque di supportarli al massimo, perché possano arrivare il più avanti possibile. La Milano-Sanremo è una gara che mi piace e penso che in corse come quella arriverò davanti anche io, dandomi il tempo giusto».

La prima Sanremo di Milan, quella del 2022, partì dal Vigorelli: singolare coincidenza per un pistard come lui
La prima Sanremo di Milan, quella del 2022, partì dal Vigorelli: singolare coincidenza per un pistard come lui

Sbagliando si impara

Tre vittorie in questo inizio di stagione non sono poche, soprattutto perché le due tappe alla Tirreno sono per ora le prime e uniche vittorie italiane nel WorldTour. La partecipazione alla Corsa dei Due Mari aveva questo obiettivo, unito alla necessità di affinare i meccanismi del treno. Come ha raccontato Simone Consonni, la prima tappa (vinta da Philipsen con Milan al 9° posto) ha avuto un finale complicato. Quella sera il team si è riunito, hanno chiariti i punti giusti e sono ripartiti di slancio.

«Siamo arrivati alla Tirreno – racconta Milan – con la voglia di fare bene e portare a casa dei bei risultati. Ce l’abbiamo fatta e parlo al plurale perché sono state vittorie di squadra. Sono contento di aver vinto e magari ci saranno altri momenti dove magari vinceranno altri. Ogni gara ha la sua storia, vedremo in futuro. Fare tante volate insegna a sbagliare meno, perché ci sono sempre momenti in cui si sbaglia e dagli errori si impara e si acquisisce fiducia in se stessi e soprattutto nel team. Nella prima volata l’arrivo era un po’ nervosetto… Insomma (ride, ndr), tutti gli arrivi sono nervosi! Comunque nel giorno di Follonica siamo rimasti imbottigliati e non ci siamo tanto trovati, non ci eravamo mossi benissimo. Io poi li avevo persi e ci siamo ritrovati solo nel finale. Però abbiamo visto che negli sprint successivi abbiamo corso di squadra e siamo riusciti a fare molto bene. Quando lavoriamo così, riusciamo a concludere le corse in maniera impeccabile».

Milan ha vinto l’oro olimpico del quartetto a Tokyo nel 2021, con Lamon, Ganna e Consonni
Milan ha vinto l’oro olimpico del quartetto a Tokyo nel 2021, con Lamon, Ganna e Consonni

Da Tokyo a Parigi

La scoperta continua. La Sanremo sarà il primo assaggio, il resto del menù prevede Gand-Wevelgem, Dwars door Vlaanderen, Fiandre, Roubaix e dopo il Giro. Il secondo turno olimpico sarà poi il clou dell’estate, con il primo oro conquistato a 21 anni e il secondo in palio a 24. E se in pista il suo livello è già pazzesco, la sensazione è che su strada ci sia ancora molto da fare, migliorare e crescere. Perciò quando gli chiedi se abbia un’idea dei suoi limiti, Johnny ti guarda e se la ride.

«Non lo so ancora, a dire il vero. Come si diceva, lo scopo è sempre quello di provare a migliorarsi e dopo vedremo. Quel che posso dire è che spero di aver mostrato ancora poco su strada, perché vorrebbe dire che c’è ancora tanto da vincere».