La pessima giornata del signor Bennett

30.03.2021
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Assieme a Erica Lombardi, nutrizionista, proviamo a mettere insieme quel che ci ha raccontato lunedì Simone Consonni e la brutta scena di Sam Bennett, il corridore della Deceuninck-Quick Step che a 33 chilometri dalla conclusione della Gand ha reso per due volte l’anima.

In riferimento alla sua alimentazione durante la stessa corsa, Consonni ha spiegato di non aver mangiato pasta a colazione né panini durante la gara, preferendo integrare i carboidrati con barrette e gel, tanto è stato violento lo sforzo. E che così facendo, alla fine aveva comunque lo stomaco sotto sopra ed ha trovato appena le forze per andare al traguardo.
«L’ultima volta sul Kemmel – ha detto invece Sam Bennett a Barry Ryan di Cyclingnews – siamo andati fortissimo e nel tratto successivo ho vomitato. Le gambe sono esplose e non potevo farci più nulla. Avevo le vertigini e mi sentivo svenire. Ho cercato di tenermi tutto dentro, ma non è stato possibile. Probabilmente ho mangiato troppo. Ho fatto uno sforzo così violento e nel mio stomaco c’era così tanto cibo, che non sono riuscito a trattenerlo. E’ stata colpa mia. Ho provato a fare il pieno di cibo perché è una gara davvero lunga, invece ho mangiato troppo».

Sull’ultimo Kemmel, forcing violentissimo in testa e in fondo Bennett soffre
Sull’ultimo Kemmel, forcing violentissimo in testa e in fondo Bennett soffre
Erica, che cosa succede quando si corre su quelle strade?

C’è da fare un discorso più ampio. Alimentarsi è come allenarsi, non si valuta in acuto ma in cronico. Non basta guardare al giorno della gara, insomma, ma a quello che si è fatto nei giorni prima. In più su quei percorsi e con quel fondo, il ciclista ha le stesse sollecitazioni di un maratoneta. Sobbalzi violenti che vanno avanti per ore. Sono fattori di cui tenere conto, preparando una corsa così.

Spiegaci meglio.

Nelle 48 ore precedenti, si comincia a creare la scorta di glicogeno, che è decisiva per gestire bene la prestazione. Ognuno di noi ha un serbatoio di glicogeno epatico e muscolare non infinito, ma si può lavorare per imparare a spostare l’ossigeno dai muscoli allo stomaco. Bisogna allenarsi a mangiare durante l’allenamento, per sapersi gestire in corsa. Invece in allenamento non mangiano per paura di ingrassare e in corsa mangiano troppo per paura di non avere abbastanza scorte.

Dopo il Kemmel, lo sforzo violento provoca la reazione di Bennett: Gand addio
Dopo il Kemmel, la crisi di Bennett: Gand addio
Ovviamente è un dato soggettivo?

Certo, ogni corridore ha una diversa soglia per il peso e le sue stesse caratteristiche. Il corridore leggero va più facilmente in crisi per il freddo, per cui la massa grassa influisce sulla quota di carboidrati da reintrodurre in corsa. Ma è fondamentale, andando al via di una classica, avere un’alta scorta di carboidrati e il glicogeno al massimo, oltre ad avere l’apparato gastro-intestinale in ordine.

Se tutto è a posto prima, poi non succedono cose come quelle di Bennett?

Non so come stesse e come avesse mangiato prima, perché non è un mio corridore. Ma diciamo che ci sono due organi di fondamentale importanza, oltre ovviamente alla testa: lo stomaco e il fegato. La prestazione migliore viene se l’equilibro del microbiota è perfetto. Laddove il microbiota è l’insieme dei microrganismi contenuti nell’intestino, capaci di sintetizzare per noi vitamine e altre sostanze che aiutano l’organismo a svolgere le proprie funzioni quotidiane. Gli sbalzi termici e lo squilibrio ormonale derivante dallo stress spostano il sangue verso i muscoli, rallentando le funzioni gastriche.

Nella tappa di Bormio al Giro 2017, Dumoulin inseguì da solo dopo una sosta forzata
Al Giro 2017, Dumoulin inseguì da solo dopo una sosta forzata
Forse c’entra anche il modo in cui si mangia in corsa?

Bisogna certamente bilanciare liquidi e solidi. Se integro soltanto con gel e liquidi, non ci sarà il senso di sazietà. Però se prendo solo gel e sali, perché magari ho paura dei crampi, creo uno stato di ipertonia a livello gastrico e magari capita di rimettere, soprattutto se c’è disequilibrio fra sali e acqua. Invece, se per malaugurata sorte si mischiano gel e sali, allora l’impulso è quello di correre in bagno, come magari è successo a qualcuno sullo Stelvio in un Giro di qualche anno fa.

Come fa il corridore a regolarsi?

Gestendo lo stress e semmai mettendo sotto stress l’organismo a casa, per imparare a gestire le situazioni. Magari Bennett ha mangiato prima del Kemmel perché ha avvertito il senso della fame e a quel punto purtroppo era già tardi. Detto questo, puoi impostare tutte le strategie alimentari che vuoi, ma il ciclismo è uno sport di situazione e non sempre le cose vanno come le hai immaginate.