Voeckler (come Bennati) conta i nomi per Parigi

30.04.2024
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Mancano poche ore al Giro, ma in questa primavera che annuncia l’estate e ne porta il calore, occorre tenere lo sguardo anche sullo scenario olimpico. Nei giorni scorsi abbiamo lasciato intravedere quel che potrebbe accadere nella squadra italiana a Parigi, con Viviani iscritto come stradista per consegnare un uomo in più a Villa. In questo modo Bennati, che ha da scegliere appena tre uomini, dovrà ridurre la selezione a due nomi. La causa olimpica viene prima, ma per l’Italia e la sua storia tutto ciò suona alquanto insolito.

Lenny Martinez è stato finora uno dei francesi più vittoriosi (4 successi), ma a Parigi non ci sarà
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Quattro nomi di Francia

In Francia le cose vanno diversamente, con i transalpini che hanno vissuto la stagione delle stranezze nel 2021 a Tokyo. Tre anni fa, Alaphilippe si rifiutò di andare alle Olimpiadi per l’imminente nascita di suo figlio Nino. Mentre Cavagna, convocato principalmente per la crono, neppure finse di essere interessato alla strada e si ritirò dopo appena pochi chilometri. Insomma, Thomas Voeckler dovrebbe essere tranquillo, invece fa fatica a individuare i quattro nomi (uno più di noi) con cui i francesi correranno a Parigi.

«La primavera – spiega il cittì transalpino (in apertura foto Instagram con Sagan) – non mi ha rassicurato. Abbiamo fatto delle ottime prestazioni, ma vista l’altimetria della corsa olimpica, non basteranno per vincere una medaglia. Lenny Martinez, che ha vinto tanto e bene, non ci sarà perché il percorso non è fatto per le sue qualità. Non saremo i migliori in partenza, perché per tutti i più grandi del gruppo i Giochi sono diventati una priorità. Van Aert era pronto a rinunciare al Tour per vincere l’oro: una cosa impossibile due o tre Olimpiadi fa. Correremo in quattro, ma non saremo nella lista dei favoriti».

Laporte è campione europeo in carica, ma finora non è parso in grande spolvero
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Corridori spenti

Non sono poi molti i nomi dei grandi corridori francesi, quantomeno quelli in grado di giocarsi una corsa come quella olimpica. E le due carte migliori – Laporte e Valentin Madouas ai Giochi – escono da un periodo non proprio fortunato.

«Dobbiamo capire che questa corsa olimpica – ha aggiunto Voeckler a L’Equipe – sarà unica. Non sarà una classica, una tappa del Tour, un sesto Monumento o un’altra Coppa del mondo. Sarà speciale. Avremo quattro corridori in un gruppo di 90 per oltre 270 chilometri. Nulla sarà impossibile, ma è scontato che non vincerà uno scalatore. Sento molte critiche sulle dimensioni ridotte del gruppo, ma la cosa mi diverte. Questi sono i Giochi, non vuole essere una gara normale. Ho la mia idea di come affronteremo questa gara olimpica. Montmartre sarà un divertimento, ma arriverà dopo oltre 200 chilometri di corsa, come il Poggio alla Milano-San Remo, ma senza una squadra a proteggerti. Sono già stato a vedere il circuito diverse volte e lo farò ancora, perché è difficilissimo capire la difficoltà di questo circuito finale».

Madouas è stato terzo al Fiandre del 2022: se in forma può essere una carta importante per Voeckler
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Corsa imprevedibile

L’ultima medaglia olimpica italiana su strada resta quella di Bettini ad Atene 2004. Paolo vinse dodici anni dopo Fabio Casartelli a Barcellona, quando curiosamente si corse ugualmente in tre. L’ultima volta che la Francia conquistò medaglie, furono quella d’oro a squadre e quella d’argento di Geyre, a Melbourne 1956 quando l’oro in linea andò a Baldini.

Parigi con il nuovo volto imposto dal CIO al ciclismo sarà una parentesi anomala nello scenario internazionale. Questo farà sì che la corsa possa risolversi al primo attacco deciso o aspettare l’ingresso nel circuito di Montmartre. Nessuno potrà controllarla, per questo i tecnici si prenderanno tutto il tempo possibile. Si tratterà di pescare i più vincenti, metterli insieme e sperare che si riconoscano l’uno con l’altro.