PARIGI (Francia) – «E’ stata una Chiara Vittoria». Inizia con un gioco di parole del presidente federale Cordiano Dagnoni l’analisi della bellissima, inattesa e per questo meravigliosa vittoria nella madison da parte di Chiara Consonni e Vittoria Guazzini. La serata a Casa Italia è rumorosa e bellissima. L’arrivo delle due ragazze è scenografico e travolgente. E quando sul maxischermo scorrono le immagini della vittoria, la commozione si unisce a un moto collettivo di orgoglio. Le due atlete azzurre dopo una buona partenza sono finite nelle retrovie, poi Vittoria Guazzini è riuscita a prendersi un giro di vantaggio su tutte le altre. Chiara Consonni ha gestito bene il vantaggio e così la pista di Versailles ha celebrato l’Italia.
La madison di famiglia
E pensare che due giorni prima, dopo il quarto posto del quartetto, quando a Chiara Consonni veniva detto: «La famiglia tornerà con una sola medaglia», aveva risposto: «Ma manca ancora la madison. La madison di Simone». Non la sua. Alla quale non avrebbe neanche dovuto partecipare, perché insieme a Vittoria Guazzini sarebbe dovuta esserci Elisa Balsamo.
E invece, fa notare adesso Chiara: «mancava la mia madison. Non ce l’aspettavamo, eravamo una coppia inedita. Avevamo fatto giusto qualche prova nei mesi scorsi. E’ un successo inatteso, forse però proprio per questo ancora più bello. La gara è stata difficile. Abbiamo iniziato bene, ci siamo persi in mezzo, poi l’attacco di Vittoria al momento giusto ha condizionato i tempi».
Fratello e sorella
Euforica, Chiara Consonni avrà bisogno di tempo per metabolizzare l’impresa: «Non mi ricordo quasi niente. Vittoria ha fatto l’attacco al momento giusto e ora siamo qui con la medaglia d’oro al collo. Spero di non star male come Simone dopo l’oro di tre anni fa. Ma è indescrivibile condividere ciò che è successo con lui, con i miei genitori, con il mio ragazzo e con chi mi vuole bene. E’ incredibile. Il primo pensiero dopo aver tagliato il traguardo è stato chiamare Simone.
«Non diamo tanto a vedere di volerci bene, ma siamo fratello e sorella che condividono i momenti importanti insieme. Non dimenticherò mai questa emozione. Il mio obiettivo di stagione era essere qui. Vedere che ora è una medaglia d’oro è diverso. Con Vittoria poi è ulteriormente speciale. Ci conosciamo da quando siamo piccole e ora eccoci qua».
Vittoria s’è desta
Ed eccola Vittoria Guazzini. Aveva grande gamba, ha avuto la capacità di capire quale fosse il momento in cui attaccare.
«Dopo aver rivisto le immagini inizio a realizzare, ma ci vorrà un po’ per rendermene conto. E’ incredibile. Questo oro pesa tanto e sono contenta di condividerlo con Chiara. Ci siamo aiutate tanto in questo periodo. Non sapevamo bene cosa fare. Ci siamo dette di non restare indietro e ci siamo ritrovate ultime. Invece alla fine è andata bene. La madison è una specialità un po’ pazza e imprevedibile. In un attimo ho spento il cervello, mi sono detta che bisognava andare a tutta. Mi hanno anche preso in giro per questo, ma è andata bene. Ho capito che era il momento giusto e bisognava cogliere l’attimo».
Il tricolore sulle spalle
Hanno continuato a girare in pista per un po’, prima di convincersi che fosse vero. Poi Vittoria si è avvicinata alla tribuna in cui, vestita di arancione, la sua famiglia l’ha abbracciata e le ha passato la bandiera tricolore. Una serie di gesti increduli e sorrisi radiosi. Campionesse olimpiche.
«Quando ho sentito l’inno di Mameli – prosegue Guazzini – non stavo realizzando bene che cosa stava accadendo. Questa medaglia d’oro pesa tanto. Ho avuto tanti momenti no, infortuni. Ma in quei momenti ho avuto grandi persone attorno a me che mi hanno aiutata a non perdere il focus. Dalla famiglia allo staff e le compagne di nazionale. Le ho fatto ammattire, ma ne è valsa la pena. Parte della medaglia è di tutte le altre ragazze del nostro gruppo».
Coppia nata in Belgio
Parola anche al cittì Marco Villa. «Questa medaglia è nata tre anni fa – dice – quando è partito il progetto e ho iniziato a lavorare con le ragazze. Avevo pensato a Elisa Balsamo, ma è stata sfortunata. Non ci abbiamo lavorato bene come volevamo. Nel frattempo l’hanno fatto Chiara Consonni e Vittoria. Siamo andati a una gara in Belgio, l’abbiamo vinta».
Già, cosa è successo in Belgio? «Lì abbiamo capito che Chiara potesse essere una ottima sostituta. Ho aspettato Elisa fino a due giorni fa. Evidentemente però non aveva recuperato e ho schierato Chiara. Mi spiace per Elisa, che è molto preparata e professionale. Complimenti a Chiara Consonni, che si è fatta trovare pronta. Sono state brave, si sono gestite bene, hanno fatto la differenza nel modo che hanno visto tutti».
Tutti i migliori
Come si prepara una madison? «Non dico niente prima. A volte me lo chiedono, ma non sono un mago, non posso sapere come andrà. Posso dire come interpretarla, quali gesti tecnici fanno risparmiare. Non c’è il prima, c’è il dopo. Io posso correggerli, ma in pista vanno loro». E ai Giochi Olimpici è diverso: «L’Olimpiade è una cosa diversa. L’oro ti lascia il titolo di campione olimpico, è una soddisfazione. Affrontare i Giochi è una cosa difficilissima, perché nel corso di un quadriennio può capitare di incontrare avversari non al meglio, ma all’Olimpiade no. Ognuno porta i migliori».
E i migliori stavolta – in questa madison cui forse nessuno pensava – siamo stati noi.