Velodromo velocissimo, si comincia dai quartetti

02.08.2021
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Si comincia, dunque. Dopo mesi di rincorsa e preparazione, convocazioni ed esclusioni, anche i ragazzi della pista scendono in campo a Tokyo. La scoperta dei giorni scorsi riguarda proprio il velodromo, sulle cui condizioni ci si interrogava da mesi, al pari di tutti i dubbi intorno alle condizioni ambientali della gara su strada.

Lamon è l’uomo che lancerà il quartetto: esplosivo e veloce
Lamon è l’uomo che lancerà il quartetto: esplosivo e veloce

«La pista è stata levigata – ha detto Dino Salvoldi, tecnico delle donne dopo i primi test – e nel velodromo di Izu c’è l’aria condizionata con bassa pressione: si tratta di un anello molto scorrevole. Ci saranno gare con riscontri cronometrici importanti, forse si soffrirà nelle prove più lunghe, in cui chi arriva dalla strada avrà un piccolo vantaggio in termini di resistenza».

Pochi riferimenti

La mancanza di riferimenti cronometrici successivi ai mondiali di Berlino (febbraio 2020) aprirà il campo a possibili sorprese, allo stesso modo per cui sono ancora tutti lì a chiedersi da dove sia venuto fuori il portentoso Marcell Jacobs che ieri ha conquistato l’oro nei 100 metri. Quanti atleti e squadre, alla pari del bresciano, potrebbero aver lavorato a casa propria migliorando in modo imprevedibile? La grossa curiosità verte soprattutto sugli australiani, sempre fortissimi in pista, che nessuno è riuscito a vedere all’opera per più di un anno.

Visti girare in velodromo gli australiani, veri… oggetti misteriosi della sfida
Visti girare in velodromo gli australiani, veri… oggetti misteriosi della sfida

Partenza critica

Proprio legata agli atleti arrivati dagli antipodi è infatti la prima osservazione di Marco Villa, tecnico degli uomini.

«Anche se siamo primi nel ranking mondiale – dice – purtroppo partiremo per quarti. Questo vuol dire che dopo di noi correranno le qualifiche altre quattro formazioni, che potranno prenderci come riferimento. In particolare dopo di noi scenderanno in pista Nuova Zelanda, Danimarca, Australia e Gran Bretagna, alcune fra le squadre più temute. Credo che la Danimarca sia la squadra da battere, visti i risultati mondiali degli ultimi anni. Occhio anche all’Australia, tradizionalmente formazione che si esprime al meglio quando la posta è alta, ma siamo ad un’Olimpiade e tutti gli avversari sulla carta possono correre per il podio».

Rio, un secolo fa

Le prime a scendere in pista per le qualificazioni saranno le ragazze dell’inseguimento a squadre. Atlete di cui sin dai primi passi di bici.PRO nel gruppo vi abbiamo raccontato qualità e sogni. Martina Alzini, Elisa Balsamo, Rachele Barbieri, Martina Fidanza, Vittoria Guazzini, Letizia Paternoster, fra le quali Salvoldi ha selezionato le quattro che si giocheranno la qualificazione: Barbieri, Paternoster, Balsamo e Guazzini.

«Abbiamo lavorato bene – spiega il tecnico azzurro – portando a termine allenamenti che definirei positivi e siamo sereni. Ieri ci siamo concessi un ultimo allenamento su strada e siamo pronti per cominciare. Il confronto con gli altri è duro, qui siamo ai massimi livelli, ma il nostro obiettivo è migliorarci. A Rio è stato un successo qualificarsi ed eravamo a 11” dalle migliori. Ora ci siamo avvicinati. E l’obiettivo è fare il nostro miglior tempo». 

Le azzurre scenderanno in pista a partire dalle 9 ora italiana

Alzini e Paternoster: la prima non farà parte del primo quartetto: entrerà in gara a seguire
Alzini e Paternoster: la prima non farà parte del primo quartetto: entrerà in gara a seguire

Rapporti lunghi

A seguire sarà la volta degli uomini, che ieri hanno tenuto la rituale riunione tecnica in cui si sono decisi rapporti e materiali, sulle Bolide Blue Ego che saranno utilizzate dagli azzurri. In base alla temperatura e alla pressione prima della partenza si valuterà fra 62-63-64. Quest’ultimo, un rapporto molto lungo per le abitudini dei nostri (anche se leggendo quel che ci aveva detto Scartezzini vedendo partire i compagni, era lecito aspettarselo).

«Pista veloce – spiega Villa – l’aria condizionata del velodromo toglie umidità e rende l’aria leggera. E poi avversari che volano. Se vogliamo provarci, dobbiamo un po’ azzardare. Purtroppo l’ho già detto, partiamo prima delle nazioni forti e non posso avere riferimenti, solo quelli in allenamento. Dove non so se giravano così per tabella o su tempi sovrastimati per fare dei test».

Il nostro portabandiera concentrato e tirato: Viviani è pronto
Il nostro portabandiera concentrato e tirato: Viviani è pronto

Ganna recupera

E se qualche domanda era lecita farsela sul recupero di Ganna dopo la crono, Villa spazza il campo da ogni possibile dubbio.

«Confermo – dice – Pippo ha recuperato in questi giorni dallo sforzo e sta bene. Ha provato anche le partenze da fermo».

Accanto ai tecnici nel velodromo, partito Cassani, si è visto per tutto il tempo Roberto Amadio, nuovo responsabile delle nazionali. Gli uomini del quartetto inizieranno le loro qualificazioni un’ora dopo le donne, quindi alle 10. Anche su di loro abbiamo detto, scritto, approfondito e mostrato. Per le qualificazioni scenderanno in pista Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna.

Prove di partenza nel velodromo di Izu per Barbieri e Fidanza
Prove di partenza nel velodromo di Izu per Barbieri e Fidanza

Il calendario

Quello che segue è il calendario delle gare nel velodromo di Izu che vedranno impegnati atleti italiani, con orari italiani per rendere più facile seguirli. Il calendario completo della gare su pista, si può invece consultare dal sito ufficiale dei Giochi di Tokyo 2020.

Inseguimento a Squadre Donne

2 agosto – 8,30-11,30 Qualificazioni (le azzurre correranno a partire dalle 9)

3 agosto – 8,30-11,10 Eliminatorie/Finale

Inseguimento a Squadre Uomini

2 agosto – 8,30-11,30 Qualificazioni (gli azzurri correranno alle 10,02)

3 agosto – 8,30-11,10 Eliminatorie

4 agosto – 8,30-12 Finale

Tutti i ruoli tecnici saranno inquadrati dalla nuova dirigenzafederale: qui Villa con Amadio
Tutti i ruoli tecnici saranno inquadrati dalla nuova dirigenzafederale: qui Villa con Amadio

Omnium Uomini

5 agosto – 8,30-11

Madison Donne

6 agosto – 8,30-12,15

Madison Uomini

7 agosto – 8,30-11,25

Omnium Donne

8 agosto – 3-6,15

Santi, l’uomo di Fiorenzuola, sacerdote della pista

31.07.2021
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Se il ciclismo è il suo mondo, la pista e la Seigiorni delle Rose di Fiorenzuola sono la sua comfort zone. Claudio Santi è il deus ex machina della manifestazione, giunta quest’anno alla 24ª edizione e che a fine luglio 2020 fu la prima gara internazionale ciclistica a disputarsi dopo il lockdown.

Quest’ultimo dato è un motivo di orgoglio per il dirigente piacentino (in apertura, nella foto Cantalupi) che ogni anno riesce a trovarne uno nuovo per la sua creatura e per la squadra di collaboratori.

Quest’anno sul podio della Seigiorni sono saliti in ordine il campione del mondo (il francese Benjamin Thomas) e olimpico in carica (Elia Viviani) dell’ominum. Mica male per un organizzatore che fra pochi giorni rivedrà in tv all’Olimpiade di Tokyo questi ed altri atleti che hanno preparato l’evento sull’anello fiorenzuolano.

La pista sarà protagonista al velodromo di Izu nell’ultima settimana olimpica (dal 2 all’8 agosto), la nazionale italiana ha diverse possibilità di raccogliere medaglie sia tra le donne che tra gli uomini e con Santi proviamo a sentire le sue impressioni in merito.

La Sei Giorni di Fiorenzuola è un riferimento per l’estate del ciclismo (foto Cantalupi)
La Sei Giorni di Fiorenzuola è un riferimento per l’estate del ciclismo (foto Cantalupi)
Claudio iniziamo dalla “tua” Seigiorni: quanto è cambiata in tutti questi anni?

E’ cambiata tanto perché è cambiato il mondo civile e quindi anche quello sportivo. Noi nel 2012 siamo stati i primi a modificare il format per non rischiare di vedere morire l’evento. Prima le seigiorni erano kermesse, talvolta capitava fossero un po’ concordate quasi a tavolino, ora invece sono delle vere e proprie gare. Abbiamo una gara paritaria, unica al mondo perché i premi sono uguali sia per donne che uomini. E vorrei aggiungere un aspetto sulla nostra manifestazione.

Cosa?

Dalla nostra Seigiorni sono usciti tanti corridori, negli ultimi 8 anni sono andati alle Olimpiadi circa 90 atleti sui 200 che sono passati da noi. Ma anche tanti dirigenti come ad esempio Enrico Della Casa, fresco presidente della UEC (Unione Ciclistica Europea, ndr) che da noi anni fa era segretario. O Stefano Bertolotti, speaker ufficiale del Giro d’Italia e addetto stampa della UEC, al quale avevo affidato il compito di commentare, con non poche critiche, la prima edizione. E da allora non ne ha saltata una. E potrei fare tanti altri nomi. Abbiamo sempre fatto squadra per aiutarci a migliorare inserendo tante figure giovani, che non ho mai avuto paura di inserire. Ed oggi mi godo da dietro le quinte il bel lavoro che fanno i miei collaboratori.

Rudyk e Pszczolarski, polacchi, premiati nell’ultima edizione per il miglior tempo sul giro singolo (foto Cantalupi)
Rudyk e Pszczolarski, polacchi, premiati per il miglior tempo sul giro singolo (foto Cantalupi)
Tornando all’aspetto agonistico, meglio la Seigiorni di adesso?

Assolutamente. Oggi la Seigiorni è una serie di discipline che danno punti per il ranking UCI. Oggi si corre in 200 corridori, equamente divisi tra donne e uomini, mentre una volta erano una sessantina in tutto. A Fiorenzuola negli ultimi anni abbiamo sempre avuto un grande spettacolo di ciclismo e chi ha partecipato ha dovuto sudare tanto per vincere o fare risultato.

Per quanto riguarda lo stato della pista italiana come lo valuti?

Mai come oggi è fantastico a mio modo di vedere. Abbiamo due treni eccezionali tra uomini e donne, con alcune individualità di alto livello. Lo staff azzurro ha fatto un gran lavoro sulle discipline di endurance come madison, omnium e inseguimento a squadre. Poi, senza dimenticare nessuno, c’è Marco Villa, grande cittì ed anche lui passato da Fiorenzuola come atleta e poi come direttore della Seigiorni per qualche edizione.

Benjamin Thomas, iridato dell’omnium a Berlino 2020, in gara a Fiorenzuola quest’anno (foto Cantalupi)
Benjamin Thomas, iridato dell’omnium a Berlino 2020, in gara a Fiorenzuola quest’anno (foto Cantalupi)
Sulla velocità invece manca qualcosa?

Non voglio esprimermi perché credo che dovrebbe esserci un progetto della federazione. Spettano a loro oneri ed onori per rilanciare la specialità.

A Tokyo quante medaglie si possono conquistare?

Non mi piace fare pronostici, ma posso dire con certezza che gli azzurri saranno protagonisti. Poi le gare si vincono e si perdono però ci metteranno il massimo impegno e lotteranno ovunque.

La collaborazione fra Santi e Bertolotti risale alla prima edizione. Stefano è addetto stampa UEC e speaker RCS
La collaborazione fra Santi e Bertolotti risale alla prima edizione. Stefano è addetto stampa UEC e speaker RCS
E invece Claudio Santi, a parte essere l’anima della Seigiorni delle Rose, ha definitivamente chiuso col resto del ciclismo o potrebbe esserci un ripensamento?

No, non cambierò idea. Non ricoprirò più alcun incarico da nessuna parte. Si dice che con l’entusiasmo si spostano le montagne e io quell’entusiasmo per quei ruoli non ce l’ho più. Ho fatto le mie esperienze in federazione come Capo Delegazione e Direttore Generale della Nazionale in quattro mondiali ed una’Olimpiade, vinta con Bettini, però fanno parte del passato e non voglio pensarci più. Ora mi divido tra Castell’Arquato e la Repubblica Ceca, vivo a Praga dove ho più di duecento clienti che prendono il caffè che produce la ditta per la quale lavoro che è anche un marchio della Seigiorni (Caffè Ramenzoni, compare sulla maglia dei due polacchi nella foto in alto, ndr). E quando torno per organizzare la gara per me è una rimpatriata in mezzo a tanti amici, che vivo come un momento di serenità e divertimento.

Scartezzini sta a casa, ma ha un record nel taschino

10.07.2021
4 min
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Si può essere esclusi perché si va troppo forte? Probabilmente no. Ma se in ogni caso non si viene selezionati per andare alle Olimpiadi e si è appena dimostrato di avere nelle gambe un tempo migliore di quello che (in allenamento) hanno saputo fare i migliori… allora il sapore è meno amaro. Un tempo da record. E’ quello che è successo a Michele Scartezzini (nella foto Cantalupi in apertura), una vita per la pista, che non andrà a Tokyo e ugualmente in questi giorni è in altura con Ganna per fare compagnia e stare vicino all’amico. Perché se fai parte di un gruppo, non è la mancata convocazione a tirartene fuori.

Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn
Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn
Però non è facile…

Neanche un po’, ma se non altro non ho rimorsi. Sono riserva in patria. In più si comincia a sentire che non avrei corso e che, visto l’inasprimento delle misure anti Covid, non sarei potuto neanche andare al Villaggio e stare coi ragazzi… A questo punto sto a casa. Faccio il Sardegna, mi riposo un po’ e poi riparto per europei e mondiali.

Racconti di questa prova fenomenale?

Abbiamo composto un quartetto con Lamon, Ganna, Bertazzo e il sottoscritto. E alla fine, abbiamo fatto un tempo ben migliore del 3’46”513 che viene considerato il punto di partenza azzurro per queste Olimpiadi, fatto l’anno scorso ai mondiali di Berlino da Lamon, Consonni, Milan e Ganna. Un record? Un bel tempo. E questo ha messo in crisi Villa, evidentemente.

Con Fabio Masotti, una partenza durante la Sei Giorni delle Rose (foto Cantalupi)
Con Fabio Masotti, una partenza durante la Sei Giorni delle Rose (foto Cantalupi)
Che tempo avete fatto?

Non lo abbiamo detto a nessuno, me lo tengo nel taschino. Ve lo dico dopo le Olimpiadi.

Il quartetto di Berlino ha provato?

Sì, certo, ma con un dente in meno di cui ci siamo accorti tutti. L’abbiamo fatto con il 61×14 e sentivamo di andare troppo agili. Abbiamo fatto 3’52” con un quartetto e 3’53” con l’altro. Non è stata una prova attendibile. Il test vero, quello del tempone, lo abbiamo fatto con il 62×14 e forse ci stava anche il 63×14, perché in certi momenti eravamo ancora agili. Per fare bene serve di certo il 62, sempre che le condizioni di umidità di Tokyo non influiscano sulle prestazioni.

Dopo il diverso avvicinamento alla scadenza olimpica, ora Scartezzini e Ganna sono insieme in altura
Dopo il diverso avvicinamento alla scadenza olimpica, ora Scartezzini e Ganna sono insieme in altura
Cosa fai in questi giorni in altura con Ganna?

Ci alleniamo e ci prendiamo in giro. Siamo sopra Macugnaga, a 2.900 metri, in un rifugio che servono due funivie per andarci. A quella quota, anche 7 giorni danno un bel vantaggio. Pippo mi aveva chiesto di andare già prima, poi con la mancata convocazione era saltato un po’ tutto. Invece dopo qualche giorno da solo, sia pure con Cioni e Baffi per i massaggi, mi ha chiesto di raggiungerlo. Ci si allena in basso e farlo da solo con la macchina dietro, è pesante.

Sui social abbiamo letto qualche sfottò…

Ieri abbiamo preso due ore d’acqua e dicevo a Pippo che se fossi stato a casa me le sarei risparmiate. Però mi ha fatto piacere che mi abbia chiesto di raggiungerlo.

Michele Scartezzini, Montichiari 2020
In tutta la stagione si è sempre fatto trovare pronto alla chiamata di Villa
Michele Scartezzini, Montichiari 2020
In tutta la stagione si è sempre fatto trovare pronto alla chiamata di Villa
I tuoi capi delle Fiamme Azzurre come hanno preso l’esclusione?

Sono rimasti male anche loro. Ma meglio essere fuori con prestazioni ottime, che essermi staccato in prova. Io ho fatto la mia parte e non sono da meno degli altri. Questo fa una bella differenza.

Abbiamo letto le tue parole su Facebook e il rammarico di Villa.

Non ha potuto che riconoscere il fatto che io sia andato forte dall’inizio dell’anno. Ci eravamo detti che per andare, sarebbe servito farsi trovare pronto nei momenti di verifica e io l’ho fatto. Ho dato il massimo, sono tranquillo. E poi Parigi 2024 è più vicina di quanto si pensi…

Alla trasmissione dei pistard azzurri ci pensa Miche

07.07.2021
6 min
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C’è tanto orgoglio italiano nelle parole di Paolo Bisceglia, Sales Manager alla Miche, l’azienda veneta che da quattro anni fornisce la trasmissione per le biciclette azzurre della pista. Anche per loro sta arrivando il momento tanto atteso, quello delle Olimpiadi. Qualcosa vi avevamo già raccontato, oggi andiamo oltre. Siccome non c’è dettaglio che non vada curato alla perfezione davanti a un appuntamento così importante, siamo venuti a vedere in cosa consista il loro lavoro accanto alla nazionale italiana.

«E’ cominciato tutto – racconta Bisceglia – da una serie di riunioni con Marco Villa e gli altri tecnici della Federazione. Si è definito il materiale di cui avrebbero avuto bisogno in base alle loro esigenze e alla nostra produzione interna. In sostanza si è concordato che avremmo fornito tutto ciò che riguarda la trasmissione. Quindi pedivelle, corone, movimento centrale, catene, pignoni. Non le ruote. Siamo rimasti in pochi a produrre materiale da pista, per cui quello che per altri può essere una nicchia per noi è un settore molto importante».

Movimento calettato

Il racconto di Bisceglia procede. Miche aveva già sviluppato un tipo di pedivella che si integra con il perno del movimento grazie ad una calettatura, non con il solito sistema del perno quadrato.

«In questo modo – spiega – riusciamo ad ottenere grandissimi risultati in termini di rigidità e aerodinamica, di cui gli atleti sono soddisfattissimi. Normalmente la nostra produzione arrivava a corone da 58 denti, su richiesta della Federazione abbiamo sviluppato una linea chiamata Sei Giorni con corone da 59 a 63 denti».

Miche Pistard Sei Giorni
Miche Sei Giorni, ecco la guarnitura completa: un sistema di pedivella, ingranaggio e movimento
Miche Pistard Sei Giorni
Miche Sei Giorni, ecco la guarnitura completa: un sistema di pedivella, ingranaggio e movimento

Due pignoni

Allo stesso modo, l’attenzione della nazionale si è concentrata sui pignoni, che Miche produce in due tipologie. Ci sono quelli con attacco calettato, che consentono il cambio degli ingranaggi senza smontare ogni volta tutto e non danneggiando la filettatura. E ci sono quelli tradizionali, integrali. Nonostante i continui cambi di rapporto e nonostante nella nuova fornitura siano previsti anche ingranaggi con attacco calettato, la scelta della Federazione ricade su pignoni integrali.

Catene speciali

Immaginate una gara in pista, qualsiasi sia la specialità. Oltre al fronte dell’aerodinamica, per il quale la nazionale può ormai vantare un pacchetto completo e super efficiente, l’altro motivo di attenzione è quello della riduzione degli attriti. Ragioni per cui la catena riveste un’importanza primaria.

«Miche non produce catene – spiega Bisceglia – ma abbiamo fatto svariati studi per la messa a punto della catena migliore per i pistard. Si tratta di catene che vengono sottoposte ad un utilizzo intensivo e senza grande lubrificazione, perché vengono sgrassate in continuazione e oliate al minimo. E’ stato fatto un lavoro importante. Non immaginate di avere a che fare con la classica catena per bicicletta. In realtà si tratta di un componente molto più vicino a quelli utilizzati sulle moto, con una struttura tutta particolare. Si tratta comunque di articoli che devono far parte della produzione, affinché siano utilizzabili alle Olimpiadi».

La catena è stata sviluppata internamente a Miche, poi realizzata al di fuori dell’azienda
La catena è stata sviluppata internamente a Miche, poi realizzata al di fuori dell’azienda

Power Meter da pista

Tra le novità per quanto riguarda la fornitura alla nazionale, proprio su indicazione delle squadre è stato sviluppato un misuratore di potenza anche per le bici da pista, integrato nella guarnitura. Si chiama Attiva.

«Qui la complicazione – prosegue Bisceglia – sta nel fatto che il fattore Q della bici da strada sia superiore al valore per una bici da pista. Per cui abbiamo dovuto lavorare molto sugli ingombri e sul movimento centrale per ottenere un fattore Q in linea con le biciclette da pista. Ne è venuto fuori un componente compatibile con tutti i nostri ingranaggi».

Tutto registrato

Dopo averne sentito parlare in un paio di passaggi, approfondiamo invece il discorso legato alla libertà di utilizzo dei materiali per le gare olimpiche. Ci eravamo già accorti di attenzioni particolari al momento di mettere appunto i manubri per gli inseguitori, poiché è necessario che i materiali che saranno utilizzati a Tokyo siano stati già inseriti nell’apposito registro depositato nel 2019.

«Stesso discorso – spiega Bisceglia – per quanto riguarda i nostri materiali. Non ci sarebbe più modo di introdurre delle novità tecniche, perché manca il tempo tecnico per la registrazione. Per cui andranno a Tokyo con i materiali che hanno avuto in dotazione fino ad oggi. Questo però non significa che l’evoluzione si fermi. Per cui da un lato le squadre sono contente del livello raggiunto con pedivelle e ingranaggi, mentre noi continuiamo a lavorare e fare step importanti ad esempio per la catena».

Ecco la guarnitura Attiva, dotata di misuratore di potenza integrato
Ecco la guarnitura Attiva, dotata di misuratore di potenza integrato

Orgoglio tricolore

Fornire il materiale alla pista azzurra per le Olimpiadi, fa capire a chiare lettere Bisceglia, è sicuramente motivo di vanto.

«Miche è un’azienda orgogliosamente italiana – spiega – che produce in Italia i suoi articoli. Per cui l’orgoglio di equipaggiare la nazionale è enorme, mentre non saprei dire quale possa essere il ritorno commerciale. Come spiegavo in precedenza, ci sono poche aziende al mondo specializzate nella produzione di componenti per la trasmissione per le bici da pista, per cui abbiamo veramente molte richieste ed è difficile capire quante derivino dalla vetrina azzurra. Inoltre, al di là del fatto che la pista sia in crescita, questi articoli si applicano anche in altri contesti, come ad esempio il single Speed».

Spedizione azzurra

L’ultima curiosità resta tuttavia (giustamente) disattesa. Dopo aver parlato nei giorni scorsi con Giuseppe Archetti, meccanico della nazionale della strada, del materiale che porteranno in Giappone, Bisceglia non sa dirci quanto materiale viaggerà per la pista.

«Bisognerebbe chiederlo ai loro tecnici – sorride – perché se dovessero portare tutto quello che gli abbiamo fornito negli ultimi anni, avrebbero bisogno di un container. Ogni anno si integra il materiale, ma non credo che porteranno tutto, di una cosa sono certo però. Per quanto riguarda la trasmissione, sono equipaggiati di tutto punto».

Fiorenzuola dà morale a Viviani e Consonni: l’intesa migliora

07.07.2021
5 min
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I fuochi d’artificio hanno chiuso come da tradizione la Seigiorni delle Rose di Fiorenzuola, ma non sono mancati nemmeno in pista nell’ultima serata. Il podio finale maschile è prestigioso: sul gradino più alto salgono i francesi (col campione del mondo in carica dell’omnium Benjamin Thomas in coppia con Donavan Grondin), sul secondo vanno gli italiani (col campione olimpico in carica della stessa disciplina Elia Viviani insieme a Simone Consonni) e sul terzo i russi.

A circa un mese dalle prove a cinque cerchi (2-4 agosto inseguimento a squadre, 5 agosto omnium, 7 agosto madison), il cittì Marco Villa e i suoi ragazzi escono dalla gara internazionale di Fiorenzuola con valide indicazioni per il Giappone e noi abbiamo avvicinato due dei protagonisti: Elia Viviani e Simone Consonni che correranno la madison, una specialità che torna nel programma olimpico dopo 13 anni di assenza.

Benjamin Thomas e Donavan Grondin hanno conquistato la madison di Fiorenzuola (foto Cantalupi)
Benjamin Thomas e Donavan Grondin hanno conquistato la madison di Fiorenzuola (foto Cantalupi)

Sicurezza Viviani

La cosiddetta “americana” nel velodromo piacentino è finita da poco, Villa guarda sia al futuro con buone impressioni sia la sua coppia che sta facendo defaticamento sui rulli, mentre è attorniata da tanti giovani tifosi in cerca di una foto, un autografo o un souvenir. Intercettiamo i due corridori della Cofidis qualche minuto dopo.

Elia, che cosa trai da questa Seigiorni?

Ci serviva correre l’omnium e l’americana perché era tanto che non correvamo in pista e prima dell’Olimpiade era un’occasione buona per mettersi a confronto con gli altri e fare sforzi che in allenamento, volendo o no, non riesci a fare. Abbiamo corso quattro giorni impegnativi dove abbiamo provato rapporti, correre in un modo e nell’altro, pur di imparare qualcosa e crescere di condizione

Avete conquistato comunque buoni risultati in queste serate.

Abbiamo chiuso secondi sia nell’omnium che nella madison, significa che c’è ancora da lavorare ma le basi sono buone. Ho trovato un buon feeling con Consonni, siamo sulla strada giusta. Mancano venti giorni, dobbiamo rifinire e, come dico sempre ai miei compagni, dobbiamo arrivare a Tokyo guardandoci indietro senza nulla da recriminare, poi ci sta che le gare si vincano e si perdano.

Viviani si avvicina a Tokyo sicuro della preparazione svolta (foto Cantalupi)
Viviani si avvicina a Tokyo sicuro della preparazione svolta (foto Cantalupi)
Rispetto al 2016 trovi delle similitudini nel percorso di avvicinamento alle prove olimpiche?

Non guardo mai indietro però ovviamente vorrei che andasse tutto come allora. Già l’approccio è diverso perché cinque anni fa ero andato a casa dal Giro prima della fine mentre quest’anno l’ho fatto tutto e bene. La preparazione è stata simile, l’omnium sarà diversa, ci saranno il quartetto e la madison quindi l’impegno è triplice. Stiamo lavorando serenamente, vediamo che stiamo crescendo e siamo tranquilli del lavoro fatto finora.

Quanto ti inorgoglisce essere il portabandiera di tutta la spedizione azzurra e quanta carica in più ti dà da trasmettere ai tuoi compagni?

Tanto, sicuramente la testa ha un altro stimolo. E’ un ruolo che mi piace, che ho sognato dal 2016, ho cominciato a crederci e pensarci quando arrivavamo al momento dell’investitura di questo ruolo. Sarò portabandiera insieme a Jessica Rossi, una scelta bellissima del Coni e del presidente Giovanni Malagò. Non vediamo l’ora, le emozioni sono state già molto forti quando siamo andati a ritirare la bandiera dal Presidente Mattarella e saranno ancora più forti quando entreremo nello stadio con quella bandiera in mano guidando una squadra azzurra dei record, perché grazie alla splendida qualificazione del basket maschile saremo quasi 390 persone. E’ un ruolo guida, di atleta che non deve solo guardare al ciclismo ma a tutto il nostro gruppo totale.

Questo tuo ruolo può servire al movimento ciclistico, anche in termini di ulteriore visibilità?

Assolutamente sì. Il ciclismo ha portato tantissime medaglie, questo riconoscimento non c’era mai stato e mi sento fortunato e privilegiato a rappresentare il ciclismo in questa maniera. Me lo porterò per tutta la vita però non bisogna perdere la testa, perché sono soddisfazioni da prendere ma da controllare. Bisogna restare concentrati sulle medaglie da conquistare.

Fiorenzuola è servita per provare rapporti, tattiche e cambi (foto Cantalupi)
Fiorenzuola è servita per provare rapporti, tattiche e cambi (foto Cantalupi)
Prossimi programmi prima di Tokyo?

Farò cinque giorni a Livigno, poi correrò la Settimana Italiana in Sardegna ed infine tutte giornate in pista prima della partenza il 21 luglio.

L’intesa cresce

Consonni è lì accanto che ascolta Viviani ed è pronto per il suo turno di botta e risposta.

Simone, anche per te stessa prima domanda: che indicazioni ti ha dato Fiorenzuola?

Come ha detto Elia, serviva una corsa in pista per capire a che punto fossimo. Siamo contenti perché abbiamo fatto tre madison in crescendo, le sensazioni sono sempre migliorate pur facendo doppia seduta di allenamento alla mattina a Montichiari. L’intesa migliora, questo è stato un step importante per arrivare a Tokyo nel modo giusto.

Voi correte per una formazione francese e in queste serate proprio un francese che voi conoscete bene, Benjamin Thomas, è apparso in grande forma. Come vedete la sfida con lui?

Benjamin lo conosciamo bene, oltre ad essere un nostro rivale è anche un amico e vicino di casa (abita nella zona di Brescia, ndr). Sicuramente nell’omnium per Elia sarà il faro della corsa, ha vinto gli ultimi mondiali e le ultime gare che ha fatto. Anche nella madison la Francia sarà la nazionale principale, insieme a Danimarca e Germania.

La gara è stata un utile test secondo Simone Consonni, qui nell’ultima serata di Fiorenzuola (foto Cantalupi)
La gara è stata un utile test secondo Simone Consonni, qui nell’ultima serata di Fiorenzuola (foto Cantalupi)
Per voi può essere un bene partire senza i favori del pronostico?

Sappiamo di non essere tra le coppie più accreditate nella madison. Però qualche volta, in appuntamenti così importanti, partire dalla seconda linea è anche meglio. In ogni caso noi ci arriveremo nel migliore dei modi e speriamo vada tutto bene.

Nessuno vuole sbilanciarsi ma per te quali possono essere degli obiettivi realistici?

Nel quartetto, come abbiamo visto negli ultimi anni, stiamo crescendo veramente tanto. E’ una specialità nella quale abbiamo investito molto, da più di dieci anni. Il gruppo si è sempre più consolidato e lottiamo per la medaglia più importante senza nasconderci sapendo che ci saranno 5/6 Nazioni che battaglieranno forte con noi per lo stesso obiettivo. Noi vogliamo farci trovare pronti.

Pogacar: tappa e quasi maglia. E Cattaneo dà i voti

30.06.2021
5 min
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Quel che stupisce è la (quasi) facilità con cui Tadej Pogacar è volato sopra avversari e convinzioni, conquistando la cronometro di Laval, ma non la maglia gialla rimasta a Van der Poel. La tappa di oggi ha semplicemente messo i tasselli al loro posto, stupendo semmai perché su un percorso abbastanza veloce, nonostante qualche strappo lungo il cammino, gli specialisti come Kung non siano riusciti a imporsi sul pur forte corridore sloveno e i suoi 66 chili.

«Oggi è stata proprio una bella giornata – ha commentato Pogacar – non ho fatto errori. Sono stato anche fortunato, perché alcuni avversari hanno corso con le strade bagnate, mentre io ho trovato asfalto e temperature perfetti. E’ stata davvero una bella giornata per me.

«Ho studiato il percorso. Nelle ultime prove a cronometro ho commesso degli errori perché sono partito velocissimo. Qui ho trovato un ritmo perfetto fino alla fine grazie alle prime salitelle. L’obiettivo era non perdere tempo, ma ho guadagnato tempo quindi sono super felice. Sono solo eccitato per l’intero Tour. Mi piacerebbe avere la maglia gialla, ma Mathieu sembra super bello, quindi va bene che la indossi un po’ lui».

Van der Poel fa la crono della vita e tiene la maglia gialla per 8 secondi
Van der Poel fa la crono della vita e tiene la maglia gialla per 8 secondi

Ineos in difficoltà

L’azione della maglia bianca, che a prima vista è parsa leggiadra, si è abbattuta come un maglio sulle aspirazioni dei contendenti. E se Roglic ha ancora il suo bel soffrire per la caduta e alla fine ha dovuto incassare un passivo di giornata di 44 secondi, il gruppo che preoccupa è quello del Team Ineos che fra cadute e passaggi a vuoto si ritrova oggi quasi sparpagliato per ogni angolo della classifica, con Carapaz 9° a 1’44” e il dolorante Thomas 12° a 1’54”.

«Ho corso la miglior crono possibile – ha detto Thomas – ovviamente, non mi sentivo al 100 per cento. Mi sono svegliato stamattina e mi sentivo malissimo, ma una volta che mi sono messo in bici e mi sono rilassato è andata quasi meglio. E’ solo una di quelle cose che devi affrontare, continuando a combattere».

E Cattaneo vola

All’ottavo posto e per un po’ sulla hot seat, Mattia Cattaneo ha proseguito con il filotto d’oro delle cronometro. E così dopo il terzo e il sesto posto nelle due crono del Giro di Svizzera e il podio al campionato italiano, il suo risultato di oggi è la conferma del livello ritrovato del bergamasco, che pure nelle ultime tappe ha avuto il suo bel tirare.

«Sono contento del mio piazzamento – dice – e anche se ho sprecato un po’ di energie, le crono voglio farle sempre bene, soprattutto adesso che sono in forma. Ho fatto il lavoro che dovevo fare e adesso non mi spiacerebbe beccare qualche fuga, con un po’ di fortuna e sperando che non si muova qualcuno di classifica».

Cattaneo ha chiuso all’ottavo posto, per un po’ miglior tempo
Cattaneo ha chiuso all’ottavo posto, per un po’ miglior tempo

Da Pogacar a Carapaz

A lui chiediamo allora come ha visto i primi della classifica, perché un conto è scrutarli dallo schermo, altro è pedalargli accanto.

«Pensavo che Pogacar andasse forte – dice – ma non così. Era una crono da spingere, serviva tanta potenza. Si vede che sta bene perché usa tanto la squadra, stanno sempre davanti. Per le pianure hanno Bjerg e Laengen, che forse sono pochi. Ma adesso iniziano le salite e voglio vedere quanti hanno gente come Rui Costa, Majka, Formolo e McNulty. Secondo me lo sanno che ha una super condizione e lo proteggono bene.

«Quelli della Ineos invece – prosegue – sembrano malconci. Thomas è caduto, Porte è rimasto chiuso da una caduta. Okay sono andati piano, ma in un grande Giro può succedere di tutto. Forse mi aspettavo di più da Carapaz, che nella crono in Svizzera era andato meglio. Fra i due blocchi vedo decisamente meglio quello di Pogacar. Oggi ha vinto, la maglia è rimasta a Van der Poel così lui non deve controllare la corsa. Bene così».

Da Roglic ad Alaphilippe

Chi invece malconcio lo è davvero è Primoz Roglic, che dalla caduta dell’altro giorno è uscito ferito e a vederlo in gruppo si capisce che soffra.

«Secondo me – conferma Cattaneo – vista la caduta che ha fatto, oggi ha volato. E’ stata una caduta potente, non banale. Ieri era tutto incerottato, quindi secondo me ha quasi limitato bene i danni. Invece c’è da capire la classifica di Alaphilippe. Credo che ormai voglia arrivare alle prime salite per capire come risponderà il suo fisico. Il primo giorno ha messo in mostra una gran gamba e quella non sparisce in tre giorni.

«Per esperienza so che in un grande Giro uno o due giorni di crisi capitano a tutti. Solo Armstrong per sette Tour non ne ha avuti e poi magari abbiamo anche scoperto il perché. E io credo che Julian possa ancora dire la sua».

Roglic con il 7° tempo: in classifica ha 1’40” da Pogacar
Roglic con il 7° tempo: in classifica ha 1’40” da Pogacar

In stanza con “Cav”

E per finire, prima di mandarlo a dormire, la domanda è spontanea sul perché sia finito in camera con Cavendish.

«Me lo hanno chiesto – risponde – e io non faccio problemi. Al di là del fatto che ieri abbia vinto, essere in camera con Cavendish al mio primo Tour era comunque un bel privilegio. Ieri poi non ha quasi chiuso occhio, ha faticato ad addormentarsi e io confermo che è stata una delle emozioni più forti da quando sono professionista. Non ci credeva neanche lui, ma credo che adesso abbia ritrovato la sua consapevolezza e possa rifarlo. Visto che volata? Io non me ne intendo tanto, ma cose così le puoi fare solo se hai classe e tanta forza».

Villa e il gioco delle due carte fra Bertazzo e Scartezzini

30.06.2021
5 min
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Se Dino Salvoldi ha confessato la difficoltà nel fare la squadra per Tokyo, a Marco Villa non è andata tanto meglio. Rispetto agli anni in cui trovare un pistard in Italia era una missione impossibile, l’abbondanza crea problemi ai tecnici. Ad ora ci sono ancora due carte fra cui scegliere. E se da un lato ci possiamo fregare le mani, dall’altro si capisce come, avendo condiviso giornate intere a girare in pista e per il mondo, dover lasciar fuori qualcuno per differenze spesso minime sia un momento difficile.

Viviani e Lamon: il primo del quartetto ed Elia che nel quartetto potrebbe anche subentrare, oltre a fare omnium e madison
Viviani e Lamon: il primo del quartetto ed Elia che nel quartetto potrebbe subentrare

«Infatti ho ancora due pensieri – sorride Villa – e sarebbero tre se il Coni non mi permettesse di portare il sesto uomo a Tokyo. Le prove cronometrate di settimana scorsa sono state una complicazione, perché sono andati tutti fortissimo. Ho mischiato i quartetti, ma i singoli hanno fatto la loro parte. Bertazzo è cresciuto tantissimo nell’ultimo anno, Scartezzini non l’ho mai trovato al di sotto del suo meglio. Ma neanche posso buttare il quartetto che a fatto 3’46” in gara. E poi c’è il Covid, che non è ancora passato. Mi ricordo bene che l’anno scorso in dieci giorni prima degli europei, ci siamo ritrovati senza squadra. Facciamo gli scongiuri, Ganna e Viviani sono gli ultimi ad aver finito i vaccini, ma certo la tranquillità non può darcela nessuno…».

Milan è la new entry del quartetto, con gambe super: una delle carte migliori per il quartetto
Milan è la new entry del quartetto, con gambe super: una delle carte migliori per il quartetto
Le simulazioni cronometrate non sono come la gara.

Abbiamo fatto di tutto per ricreare le situazioni. Abbiamo riprodotto l’ambiente e la temperatura. Nella registrazione del contagiri si sente anche un po’ di rumore del pubblico, ma certo non è la stessa cosa. Per questo farò un’altra prova anche oggi e andrò a Tokyo dopo qualche prova a Fiorenzuola e San Pietroburgo.

Come fa Ganna a prepararsi per la crono e per il quartetto?

Sta lavorando differenziando i lavori fra strada e pista. E trovando, dove si può, dei punti di contatto. Ieri e oggi il programma prevede doppia sessione, mattina e pomeriggio, in pista. Poi scarico, quindi lavoro per la crono a casa. Ma anche durante quella fase farà partenze da fermo con bici da crono che somigliano a quelle che farebbe in pista, sia pure con rapporti diversi. E gli stessi lavori di velocizzazione che su strada fa a 108 pedalate, su pista li farebbe a 116.

Nel frattempo ha anche corso su strada.

Ha fatto Appennino e Lugano, prima i due campionati italiani. Ed è stato sullo Stelvio. Faremo sessioni due giorni di lavoro duro, in modo che non diventi pesante, senza richiamare la forma adesso, perché ci servirà tra un mese. Richiamo di forza potrà essere anche la Settimana Italiana in Sardegna, l’ultima rifinitura, in cui andremo a spingere. E Pippo se vorrà potrà anche tentare qualche azione per se stesso.

Michele Scartezzini, Montichiari 2020
Michele Scartezzini ha puntato tutto sulla pista grazie alle Fiamme Azzurre e il suo livello è salito tantissimo
Michele Scartezzini, Montichiari 2020
Michele Scartezzini ha puntato tutto sulla pista grazie alle Fiamme Azzurre e il suo livello è salito tantissimo
Come sta invece Viviani?

L’avevo già visto bene prima del Giro, anche se non ha vinto. Le due vittorie alla Adriatica Ionica gli hanno dato morale e magari permetteranno di dare una svolta sul piano del contratto. Magari non firmerà prima di Tokyo, ma partire sapendo di aver trovato l’accordo è un bel peso in meno. Di sicuro al momento è pieno di impegni fra istituzioni e sponsor. Spero siano tutti ora, in modo che poi possa concentrarsi sulla preparazione.

Qualcuno dice che la cerimonia di apertura sarà un peso…

Io dico che sarà un onore. Ci sarà da partire il 21 luglio, con il guaio che non potremo entrare in pista prima del 28. Per cui dopo la cerimonia inaugurale, Elia sarà aggregato al gruppo strada, starà nella casa in cui alloggeranno gli altri e si allenerà anche dietro moto.

Liam Bertazzo
Liam Bertazzo oggi come oggi potrebbe essere un ottimo secondo per il quartetto
Liam Bertazzo
Liam Bertazzo oggi come oggi potrebbe essere un ottimo secondo per il quartetto
Perché il velodromo non sarà accessibile prima?

Perché i giapponesi hanno fatto sapere che lo apriranno solo cinque giorni prima. A Sydney andammo 13 giorni prima, è un discorso loro su cui non entra neppure il Cio. L’idea è che si sono presi l’impegno di organizzare ugualmente le Olimpiadi, ma lo faranno alle loro condizioni. Per cui arrivi all’ultimo e riparti subito dopo. Così abbiamo spostato la partenza al 25. Il 26 viaggiamo, il 27 ci sistemiamo e il 28 saremo in pista.

E’ vero che avrete il braccialetto elettronico?

Quasi… Avremo un’app nel telefono da scaricare 14 giorni prima di andare, che dovremo aggiornare con tutti gli spostamenti. I corridori sono abituati con l’Adams, noi un po’ meno. E’ obbligatorio farlo, sennò sei fuori. Per allenarsi su strada c’è la deroga, ma va dichiarato il percorso e non puoi fermarti a prendere un caffè o per interagire con altre persone fuori dalla bolla. Se lo fai, sei fuori. Non possiamo prendere taxi, a meno che non sia di quelli autorizzati. E lo stesso guardano quanto cellulari entrano nello stesso mezzo, per scongiurare gli assembramenti.

Viviani farà omnium e madison?

E deve essere pronto anche per il quartetto, qualora servisse, visto che le sue tirate possono farci comodo. Per questo gli ho chiesto di prepararlo e lo sta facendo. Elia è una delle carte che possiamo giocare su più tavoli.

Ganna sta lavorando a metà fra la pista e la strada (crono)
Ganna sta lavorando a metà fra la pista e la strada (crono)
Quando prenderai una decisione sui ruoli nel quartetto?

Aspetterò fino all’ultimo momento possibile. Lamon fa il primo. Consonni può essere un buon secondo e anche Milan. Se vedessi che Consonni non ha nelle gambe i tre quartetti, sono sicuro che Bertazzo è il miglior secondo. Per contro, se i ruoli sono tutti coperti, Scartezzini può essere riserva nella madison, mentre Consonni lo può essere per l’omnium. Mi piacerebbe gratificarli tutti, ma non si può. E poi c’è da considerare gli equilibri del quartetto.

Cioè?

Cioè Ganna sta agevolmente a ruota di Scartezzini, che è molto composto. Milan invece è leggermente più scomposto e così magari Pippo è meno tranquillo e questo serve anche come suggerimento per Milan. Insomma, ci sono tante cose in ballo. Per questo tirerò più avanti possibile. Finché non verranno a cercarmi e mi diranno: «Villa, cosa hai scelto? Metti giù le carte…».

Giro alle spalle, Villa torna al lavoro con tanti grattacapi

31.05.2021
5 min
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Il Giro d’Italia è finito solo da poche ore e Marco Villa è già al lavoro con i suoi ragazzi. Il cittì della pista lo avevamo incrociato a Verona. Anche lui quel giorno aspettava Viviani. Era arrivato scortato dai suoi ragazzi, Scartezzini, Lamon… 

Marco ha seguito da vicino, molto vicino, la corsa rosa visto che ne facevano parte Viviani appunto, Ganna e Consonni, i suoi uomini che quasi certamente a luglio faranno rotta su Tokyo.

Marco Villa con Michele Scartezzini alla Coppi e Bartali
Marco Villa con Michele Scartezzini alla Coppi e Bartali
Marco, come escono i tuoi ragazzi dal Giro?

Direi bene. Mi dispiace che Elia non sia riuscito a vincere. Ci è andato vicino nella prima volata però è sempre stato lì, non si è staccato prima degli sprint. E’ stato presente anche in arrivi dove non credevo potesse esserci e quindi a mio modo di vedere dico che è andata bene. Poi sapete, se vinceva la prima volata magari ne azzeccava altre due. E poi bene e attivo Simone (Consonni, ndr) e idem Pippo (Ganna, ndr).

Tornando ad Elia però in alcune tappe per velocisti la sua Cofidis non ha tirato e ha lasciato andare via la fuga, segno di scarsa condizione? Di poca fiducia da parte del team?

Anche nella tappa dello Zoncolan, per esempio, chi doveva vincere non ha tirato e ha lasciato andare via la fuga, con tutto il rispetto per Fortunato, sia chiaro… Una sola squadra fa fatica a controllare la corsa e infatti in quelle occasioni la Cofidis ha mandato in fuga Consonni. Poi nel merito della tattiche dei team io non entro. Dopo che sono andati a casa Merlier, Nizzolo ed Ewan chi tirava? Sagan aveva interesse che andasse via la fuga per difendere la sua maglia.

Consonni ha fatto un bel Giro, ha mostrato grinta.

E’ un battagliero e anche quando è “morto” riesce a fare la volata. Ricordo che lui ha sfiorato un mondiale under 23. Consonni non l’ho scoperto a Stradella. Poi è anche un po’ sfortunato. In Argentina vinse una volata battendo gente come Sagan, il problema era che in fuga c’era Alaphilippe. Al Giro ha perso contro un ragazzo che ha vinto il Fiandre. Non è poco. In altre situazioni saremmo stati qui a parlare di vittorie.

Al Giro Consonni è stato quarto a Gorizia (in foto) e secondo a Stradella
Al Giro Consonni è stato quarto a Gorizia (in foto) e secondo a Stradella
E Ganna? Non è che Pippo ha spesso troppo?

E pensare che al Romandia era stato messo in discussione per il lavoro fatto, si diceva che non era competitivo. Invece ha mostrato a tutti che non aveva sottovalutato il Giro per fare bene alle Olimpiadi. E anche io prima del Giro non c’ero andato leggero (riferendosi ai lavori in pista, ndr). Adesso invece con il Giro nel sacco c’è tutto il tempo per recuperare in vista di Tokyo. Se poi abbia tirato tanto o meno ognuno ha il suo lavoro da fare. Però ieri ha vinto la crono e quindi sapevano che aveva ancora delle energie in tasca.

Quindi sei soddisfatto, ne escono bene…

Sì sì, il lavoro del Giro è stato fatto appieno, un grosso volume che ci permette di recuperare e che possiamo sfruttare per i lavori di specializzazione che ci aspettano. Quello che dovevano fare l’hanno fatto. Li sentivo con messaggi e telefonate. Erano tranquilli, quello che voleva più vincere era Elia, si sentiva che ne aveva voglia.

Dalla prossima settimana scatta il ritiro in altura.

In realtà qualcuno è già a Livigno. Elia ci andrà domani. Ganna farà una settimana a casa e poi andrà sullo Stelvio. Dopodiché inizieremo gli specifici in pista e valuteremo chi farà il campionato italiano a crono e su strada anche perché c’è da capire se verrà recuperato l’Europeo (erano previsti per fine giugno, ndr). Sto aspettando novità. Altrimenti dovrò riprogrammare per l’ennesima volta l’avvicinamento a Tokyo.

Cosa intendi?

Ci arrangieremo con allenamenti e simulazioni di gara. Dobbiamo affidarci all’allenamento, trovando quegli stimoli che ci sono in gara e ti portano a fare certi sforzi. E questo vale sia per chi fa parte del quartetto, che per chi correrà nella Madison e nell’Omnium. Ci sarà la Sei giorni di Fiorenzuola, ma gare su legno tra giugno e luglio non ce ne sono. Ci inventeremo qualcosa a Montichiari.

Però correrete al Giro di Sardegna…

Si dovrebbero portare sette atleti per squadra, Cassani mi ha già chiesto due o tre posti perché pensando alle Olimpiadi alcuni dei possibili convocati fanno poca attività. Milan già vi dico che dovrebbe correre con la sua Bahrain Victorious, così mi libera un posto. Cercherò di capire chi e che squadre ci saranno così farò le mie scelte e portare in gara almeno quei 4-5 sicuri.

Certo non è facile lavorare cosi, Marco…

Dalle Olimpiadi che mi aspettavo di preparare l’anno scorso è cambiato tanto. Difficile dire se in meglio o solo in peggio. Per esempio, Ganna campione del mondo a cronometro: se si fossero tenute l’estate scorsa com’era previsto, Pippo non avrebbe fatto la crono, non era nei programmi. Adesso invece la farà. Egoisticamente parlando per me era più semplice e invece è un grosso peso, nel senso dello spessore tecnico. Questo ragazzo ha vinto il mondiale, quattro crono al Giro, può aspirare ad una medaglia. E poi l’organizzazione, il Covid, le gare che saltano…

Filippo_Ganna_crono_Palermo_Giro2020
La prima uscita l’anno scorso del Ganna iridato a crono in quel di Palermo
Filippo_Ganna_crono_Palermo_Giro2020
La prima uscita l’anno scorso del Ganna iridato a crono in quel di Palermo
Gli altri ragazzi che non erano al Giro? Lamon, Scartezzini, Bertazzo, Plebani…

Hanno cercato di correre il più possibile su strada il sabato e la domenica e hanno lavorato di più su pista. Adesso sono a Livigno, per loro questa è una settimana di lavoro, chi esce dal Giro invece la sfrutta per riposarsi. Milan anche è su, ma scenderà prima perché correrà in Slovenia. Bertazzo aveva gareggiato in Ungheria… Insomma, si lavora così.

Di certo non ti annoi!

No, no…

Dopo Livigno andrete in altura sul Maniva facendo la spola con la pista di Montichiari…

Andremo lì dal 10 giugno in poi. Lì faremo dei blocchi di lavoro su pista. Tra Montichiari e il Maniva c’è circa un’ora di strada, spesso scenderanno in bici e anticiperanno il riscaldamento in pista. Mentre al ritorno andranno con il pullmino, anche perché immagino sarà abbastanza tardi la sera, verso l’ora di cena.

Quante ore passerete in velodromo?

Ci saranno dei giorni in cui si pedalerà anche su strada e ci si starà 3-4 ore, e altre volte in cui si farà la doppia seduta: 3-4 ore al mattino e altrettante al pomeriggio.

Pistard a Tokyo. Villa: «Dopo il Giro tutti a rapporto»

10.04.2021
5 min
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Siamo in piena stagione su strada. Si corre nel Nord Europa, sulle sponde del Mar Egeo, in Spagna e persino in Kuwait, ma nonostante ciò non si può dimenticare la pista, che tanto ci sta dando in questi ultimi anni e che tanto, si spera, possa dare alle Olimpiadi di Tokyo tra pochi mesi.

E proprio in questa “bagarre” di gare cerchiamo di fare il punto della situazione con il padrone di casa del parquet, Marco Villa, il cittì azzurro.

Ganna in ritiro sul Teide (foto Instagram)
Ganna in ritiro sul Teide (foto Instagram)

Stradisti a rapporto

Tenerli sott’occhio è come seguire una gallina in un pollaio! C’è chi sta in altura, chi è a riposo, chi corre da una parte, chi doveva correre (ma non corre) dall’altra: Villa ha il suo bel da fare.

«Ganna è in altura sul Teide e ci resterà ancora per diversi giorni. Ha svolto un bel blocco di corse e quando tornerà verrà in pista, il 19-20 aprile a Montichiari. Viviani invece in questi giorni sta riposando un po’. Ha finito con il Belgio e sarà in pista la prossima settimana. Soprattutto pensando ad Elia, c’è una gara a Gand (16-18 aprile, ndr) e mi piacerebbe molto andarci, ci starebbe molto bene. Sia perché ha fatto delle belle distanze su strada e sia perché è un po’ che non gareggia in pista e se punti a Tokyo andarci è ideale. Ci sarà un Omnium e una Madison. Adesso parlerò con il team per avere la disponibilità. 

«Tornando agli altri, Consonni è venuto a Montichiari questi giorni. Lui farà un po’ il contrario rispetto ai suoi colleghi. Correrà dopo la pista, alla Valenciana, in quanto è stato fermo un mese per un problema al ginocchio e quindi aveva perso delle gare su strada che deve assolutamente recuperare. Poi c’è Milan. Anche lui ha finito col Nord e anche lui sarà in pista dal 15 aprile».

Francesco Lamon su strada non ha praticamente corso quest’anno (foto Instagram)
Francesco Lamon su strada non ha praticamente corso quest’anno (foto Instagram)

E i pistard

Ci sono poi i fedelissimi di Villa, i pistard puri o quasi, vale a dire Bertazzo, Plebani, Lamon e Scartezzini.

«Eh, per questi ragazzi è un po’ più complicata la situazione perché devono allenarsi a casa, di corse per i loro team ce ne sono poche. E quando queste non ci sono viene in soccorso la nazionale come è successo alla Coppi e Bartali o come con i ritiri che abbiamo fatto in Sicilia e alle Canarie. Pretendo una certa attività su strada, ma mi rendo conto che non è facile. C’è Diego Bragato che li segue dal punto di vista della preparazione: è lui che monitora i loro allenamenti».

Certo non è facile coordinarli tutti. Chi parte, chi arriva, chi va in pista, chi su strada, chi è a casa.

«Adesso è così – dice Villa – lo sappiamo. Dopo il Giro ci sarà più uniformità perché li avrò tutti per me: si lavorerà su Tokyo. Bisogna essere flessibili e pronti a cambiare i programmi che avevi fatto. Guardiamo Consonni, chi poteva dire che sarebbe stato fermo un mese? Serve flessibilità, cosa che mi aspetto anche dai team. Anche Bertazzo, adesso fermo, non può gareggiare (la Vini Zabù si è autosospesa dopo il caso De Bonis, ndr)».

Per gli azzurri body Castelli e caschi Kask personalizzati (in foto, Milan)
Per gli azzurri body Castelli e caschi Kask personalizzati (in foto, Milan)

I test dei materiali

In tutto ciò il cittì non può prescindere dalla cura dei materiali, determinanti a Tokyo. Oltre a gare ed allenamenti Villa deve pensare ai test.

«I ragazzi del quartetto, Milan, Bertazzo, Lamon, Scartezzini e Viviani, verranno in galleria del vento perché dobbiamo provare ancora alcune cose sui materiali. Ganna no, perché lui li già ha fatti un paio di settimane fa. Pippo è a posto.

«Dobbiamo provare dei body e infatti andremo con Castelli e adesso c’è da limare gli ultimi dettagli. La stessa con i caschi. Kask ci ha messo a disposizione tre modelli: uno “senza” coda, uno con una coda intermedia e uno con una coda più pronunciata. Dobbiamo vedere qual è il più redditizio su ogni singolo elemento. Perché abbiamo visto, per esempio, che alcuni body erano più prestazionali su qualcuno e meno su altri. Ognuno dovrà trovare quello a lui più congeniale».

Simone Consonni, Elia Viviani
Elia Viviani (a sinistra) e Consonni (a destra) nella madison, prova prevista anche a Gand
Simone Consonni, Elia Viviani
Elia Viviani (a sinistra) e Consonni (a destra) nella madison, prova prevista anche a Gand

Gli appuntamenti

A Maggio poi ci sono le ultime due gare di Coppa del mondo prima dei giochi. Una a metà mese ad Hong Kong, e un’altra a cavallo tra maggio e giugno, a Cali in Colombia.

«Ad Hong Kong non credo che andremo. Ho visto i protocolli anticovid e sono invivibili. Dobbiamo fare il tampone prima di partire, quando arriviamo in aeroporto e nella saletta dobbiamo attendere 8 ore che ci diano il risultato. Poi in hotel non possiamo neanche cambiare la camera: colazione, pranzo e cena ce li portano. Possiamo uscire solo per recarci al velodromo. In pratica non potremmo fare neanche i massaggi. E tutto questo se non ci sono positivi. Altrimenti si va in un Covid hotel e ci si resta fino a che non si è negativi. Lì di certo non si osserva la dieta mediterranea. Io credo che molte Nazionali non andranno. Spero che Cali sia meglio sotto questo punto di vista.

«E poi a fine giugno ci sono gli europei. Sono una vera prova generale per i Giochi visto che mancherà un solo mese. Dopodiché faremo una breve corsa a tappe, la nuova Settimana Internazionale Italiana sette giorni prima di partire per Tokyo.

«Dopo il Giro, conto di averli tutti a disposizione. Il lavoro è molto. Andremo subito in altura a Livigno dopo la corsa rosa, un’altura che servirà anche per recuperare. Quindi lavoreremo a Montichiari, ma continuando l’altura. Faremo avanti e dietro col velodromo dal Passo Maniva restando così sempre sul filo dei 1.800 metri di quota».