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Van der Poel a 360°: dal cross al Tour e il sogno olimpico

05.02.2021
4 min
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Quasi una settimana dopo il quarto mondiale di ciclocross, il riposo di Mathieu Van der Poel è agli sgoccioli e la stagione su strada ormai all’inizio. Il debutto è fissato allo Uae Tour che inizierà il 21 febbraio, per cui d’ora in avanti l’olandese avrà dei giorni in cui allungare le distanze e trovare la condizione per tornare a testa alta anche sull’asfalto. Nel giorni scorsi il tempo nel Limburgo non è stato granché. E come ha più volte ripetuto, il fatto che i ristoranti siano chiusi per le restrizioni Covid e le uscite con gli amici vietate, il massimo che ha potuto concedersi sono state due girate sulla moto da cross e poco altro. Allo stesso modo in cui non ha potuto fare chissà quali feste dopo il mondiale. A casa, con una bottiglia di vino e la sua ragazza. L’occasione di un meeting online ci ha permesso di mettere insieme gli ultimi ricordi della sfida iridata e insieme di proiettarci sulla stagione della strada.

La vittoria del mondiale è stata per Van der Poel l’ultimo atto della sfida 2021 con Van Aert nel cross
Il mondiale di Ostenda ha chiuso il 2021 del cross
Ti sarebbe piaciuto vincere senza la foratura di Van Aert?

Certo. Avremmo visto una gara molto diversa. Ma forare è strettamente connesso al nostro sport, come le gambe e la motivazione. Quel giorno avevamo tutti le gomme a bassa pressione per non scivolare. Sono cose che succedono anche in Formula Uno e anche io negli anni passati ho avuto la mia parte di sfortuna.

Confessa, il giorno in cui non farai più ciclocross, Van Aert ti mancherà…

E’ importante avere qualcuno che ti spinge al tuo limite e credo che per lo stesso motivo io mancherei a lui (sorride, ndr). Ci rendiamo più forti l’un l’altro, con duelli che fanno più grande il nostro sport. Abbiamo dato vita a belle battaglie. Ma credo che siamo lontani dall’aver scoperto i nostri limiti e non credo che tutto questo si esaurisca nel cross. Non avrei mai immaginato di vederlo andare così forte sulle salite del Tour, credo che dovremo pedalare ancora a lungo per scoprire dove potremo arrivare.

Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert, Fiandre 2020
Ma la sfida fra Van der Poel e Van Aert si ripeterà certamente nelle classiche: qui al Fiandre 2020, vinto da VdP
Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert, Fiandre 2020
La sfida con Van Aert si ripeterà alle classiche
E’ bello avere un rivale così forte?

So che per batterlo devo essere al 100 per cento e questo mi motiva molto. Quando siamo al nostro livello migliore, la corsa è fra noi due. Ma sappiamo entrambi che se non siamo al top, ci sono corridori che possono batterci e anche questa è una motivazione. Quest’anno ho avuto bisogno di fare parecchie gare per trovare le giuste sensazioni e arrivare al mondiale convinto di vincere.

Ci si chiede quanto andrai avanti a questi ritmi…

Penso che continuerò a fare cross il più a lungo possibile, perché per me è soprattutto divertimento. Rompe il lungo inverno mentre gli stradisti si allenano per ore e ore. E’ un ottimo modo per raggiungere la condizione, ma al contempo mi rendo conto che fare la stagione completa sta diventando sempre meno importante. Soprattutto da quando gli obiettivi su strada stanno diventando così importanti. In effetti nel cross non devo dimostrare più niente, se non che potevo vincere il mondiale.

Sei uscito dal cross con la condizione che volevi?

Sto bene. Anche in ritiro con la squadra mi sono sentito meglio giorno dopo giorno, segno che il recupero dopo il Fiandre è bastato. Non mi sento stanco. E poi, sempre per le restrizioni Covid, non si può fare altro che andare in bici. Per fortuna lo trovo divertente…

La stagione su strada che forma avrà?

Quella delle classiche. Prima le corse in Italia, poi il Fiandre e la Roubaix. Diciamo che a quel punto la testa si sposterà sulla mountain bike e anche la preparazione cambierà aspetto.

A giugno Van der Poel svolgerà un ritiro a Livigno solo con la Mtb: ha corso poco ultimamente e vuole ritrovare le sue abilità
A giugno Van der Poel svolgerà un ritiro a Livigno solo con la Mtb
Hai detto che preparerai il Tour in mountain bike ed è suonato strano…

Per me le Olimpiadi sono più importanti del Tour. E confermo di aver pianificato un lungo training camp con la mountain bike a Livigno che dovrebbe concludersi con l’inizio del Giro di Svizzera. La squadra in Francia ci sarà, perché abbiamo vinto il ranking europeo e ne abbiamo il diritto. E poco importa che Van der Poel non sarà al top, visto che voglio raggiungere il massimo a Tokyo. In ogni caso, nel 2018 vinsi il campionato nazionale su strada allenandomi solo in mountain bike. Quando sono in forma, non ho problemi. Ma ho bisogno di lavorare sulle mie capacità di guida. L’anno scorso ho fatto soltanto un paio di gare e le sensazioni non sono state affatto buone. Ho anche pensato che potrei lasciare il Tour, dove comunque andrò per rispetto dello sponsor che mi vuole in Francia e posso capirlo.

Quindi ora rotta sullo Uae Tour?

Esatto. E’ arrivato il momento di allungare le distanze. Mi trasferisco in Spagna per un po’, almeno troveremo caldo. Qui il meteo nei prossimi giorni non sarà bellissimo e sarà meglio non perdere troppi giorni di lavoro.