Mastro Cornacchione ci presenta la Bolide iridata… per l’iridato

08.03.2022
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Ieri l’ha spinta a 54,569 chilometri orari di media. La Pinarello Bolide di Filippo Ganna è stata la più veloce nella prima tappa della Tirreno-Adriatico.

Un po’ per tifo, un po’ perché Pippo indossava la maglia iridata e un po’ perché oggettivamente si restava ammaliati da questo pacchetto “uomo + macchina”, gli occhi erano tutti sul corridore della Ineos-Grenadiers.

Misure riportate al millimetro. Matteo Cornacchione ci stava lavorando già dalla notte prima della crono. Bellissimo l’iride sulla forcella
Misure riportate al millimetro. Cornacchione ci stava lavorando già dalla notte prima della crono. Bellissimo l’iride sulla forcella

Nuovi colori

Una giornata breve in gara (13,9 chilometri), ma lunga nel complesso: dalla ricognizione del mattino, ai massaggi serali. Una giornata ancora più lunga per i meccanici. E quello che si è preso cura della Bolide di Ganna è stato Matteo Cornacchione, un vero “mastro” dell’officina.

«Abbiamo presentato una bici “nuova” – racconta Cornacchione – bellissima. L’azzurro delle precedenti bici è bello, tra titoli europei, mondiali… ma con la maglia iridata bisognava far qualcosa di più, un qualcosa di diverso. E così Pippo e Fausto (Pinarello, ndr) ci stavano lavorando già da un po’. Poi anche Elia (Viviani, ndr) ci ha messo lo zampino. Lui è quello dello stile!

«Niente oro, perché su strada non è campione olimpico, anche se gli sarebbe piaciuto inserirne un po’. Quella color oro la userà su pista. E’ stato scelto un fondo bianco perla che esaltasse la maglia iridata».

Set collaudato

La prestazione di Ganna è stata superba. E’ anche vero, come sostiene Cornacchione, che il percorso era parecchio adatto alle caratteristiche del piemontese. Ma lui è stato fenomenale nel mettere insieme tutti i tasselli e a farlo alla perfezione. Merito anche di un setup rodato.

«La Bolide – riprende Cornacchione – colori a parte, era identica nelle misure, del telaio e della posizione. Sapete quanto costano i manubri 3D (circa 14-15.000 euro l’uno, ndr) e così ne ho smontato uno da una “vecchia” bici e l’ho rimontato su quella di ieri. Tutto era come sempre.

«Pedivelle da 175 millimetri, pedali Shimano Dura Ace normalissimi e rapporto 58×11. Su un percorso del genere si sarebbe potuto anche osare il 60, ma Pippo ci si allena anche con il 58: ne conosce bene sensazioni e cadenze. E poi nella prima parte fino all’intermedio c’era vento in faccia. Forse il 60 gli sarebbe stato utile nel ritorno, ma magari non avrebbe reso tanto perché si sarebbe “impastato” le gambe. Vedendo le velocità, 58-59 all’ora, e i watt che faceva è stata la scelta giusta».

Ganna in azione. Dietro in ammiraglia s’intravede Cioni. Cornacchione è seduto dietro di lui, pronto ad intervenire
Ganna in azione. Dietro in ammiraglia s’intravede Cioni. Cornacchione è seduto dietro di lui, pronto ad intervenire

Princeton all’anteriore

In una crono del genere quel che conta molto era la ruota anteriore. Data per scontata la lenticolare al posteriore, con il vento che soffiava dal mare bisognava ponderare bene quale scegliere. Evenepoel per esempio aveva optato per una ruota molto alta (100 millimetri?), tra l’altro una ruota misteriosa a quanto pare visto che dal team nessuno ha voluto chiarire di che profilo si trattasse, e complice anche la fatica nel finale Remco “dondolava” un po’. Pippo invece no: era un fuso.

«Davanti – riprende Cornacchione – ha scelto una Princeton Wake con profilo differenziato 75-80 millimetri. Poco prima Viviani aveva usato la AeroCoach che è un po’ più alta: tutta 80 millimetri. Alla fine Pippo ha scelto questa.

«Le gomme? Tubeless da 25 millimetri gonfiati a 7 atmosfere».

La pressione sinceramente visto il percorso e il peso di Ganna ce l’aspettavamo un po’ più alta…

«Meglio non andare oltre. Primo, perché la tenuta poi non è ottimale. Secondo, perché la strada era un po’ sconnessa. In un paio di occasioni Pippo ha preso delle buche che si è sentito quel rumore sordo dalla macchina.

«In ammiraglia abbiamo sospirato. Sembrava si spaccasse tutto (come poi accadde proprio su questo tracciato a Moscon nella cronosquadre di apertura di una Tirreno di qualche anno fa, ndr). In quel caso col copertoncino rischi la foratura, vai a pizzicare la camera d’aria. Il tubeless invece ammortizza di più».

In attesa del disco

Adesso resta solo l’ultimo step per quanto riguarda la Bolide: l’arrivo di quella con il freno a disco. E’ vero questa bici è ancora super efficiente. E la prestazione di ieri ne è stata l’ennesima dimostrazione, ma di certo arriverà il “cambio generazionale” anche per questa belva dal palmares pregiato.

In Pinarello ci stanno lavorando. Ai ragazzi del team ancora non è arrivata, ma come spesso accade il modello nuovo potrebbe arrivare prima del Tour de France.

Sarà curioso vedere come ci si troverà Pippo, non tanto per la frenata, quanto per il perno passante. Una soluzione che dovrebbe agevolare non poco un atleta con tanta potenza e di un certo peso come il campione del mondo.