A lezione da Scartezzini, vero maestro della madison

22.02.2023
5 min
Salva

La trasferta europea di Grenchen ha avuto molti momenti centrali, anche nella sua conclusione. La madison maschile era la prova conclusiva della rassegna e la meccanica della corsa, soprattutto la splendida conduzione tattica da parte della coppia italiana ha stupito tutti. Di fianco allo straripante Consonni, alla quarta medaglia della settimana, è stato posto Michele Scartezzini, in sostituzione del malato Elia Viviani ricostituendo la coppia argento iridata nel 2021. E i due hanno risposto presente, con un argento brillantissimo.

Sui social i commenti sono stati entusiastici anche, forse soprattutto nei confronti di quest’ultimo: “Ha portato tutti a scuola di madison” è stato uno dei giudizi più lusinghieri ed è un fatto che l’azzurro sia uno degli interpreti più esperti della specialità. In questi giorni già a Jakarta, impegnato per la prima di Nations Cup valida per le qualificazioni olimpiche, Scartezzini rivive non senza emozione quella cavalcata.

«E’ stata una delle madison più dure – ricorda – uno sforzo molto intenso. Mi fa piacere che il mio impegno sia stato notato sui social, a me questa specialità è sempre piaciuta perché si basa molto sull’esperienza che si acquisisce col tempo e la pratica. Ricordo la prima volta che mi hanno chiamato a farla, nella nazionale juniores, finii secondo e capii subito che quella prova così tecnicamente particolare poteva “prendermi”. Poi andai ai mondiali, Collinelli era il cittì e Villa suo collaboratore: di quella gara ricordo che gli australiani volavano, sembravano fare un altro sport…».

Scartezzini, qui con Consonni nella madison europea, è fra i più esperti in questa prova
Scartezzini, qui con Consonni nella madison europea, è fra i più esperti in questa prova
Come sei riuscito a impratichirti così tanto?

Gareggiando. E’ l’unico modo. I tecnici azzurri mi dissero che, viste le mie capacità dovevo investire sulla prova partecipando alle Sei Giorni, così iniziai il mio girovagare invernale. In quelle gare le madison sono fondamentali, si viaggia a ritmi folli. Inizialmente affrontavo le gare per espoirs, quelle che si disputano prima delle serate per professionisti. Sono state una scuola fondamentale.

Oltretutto si gareggia in velodromi sempre diversi…

Vero, prendiamo quella di Gand, la più dura. Pista piccola, cambiano tutti i parametri. E’ lì però che capisci come infilarti nel gruppo, come cambiare in ogni situazione, come tagliare le curve. Quando mi sono trovato a gareggiare su pista grande mi veniva tutto più facile.

C’è un segreto nell’affrontare le madison?

E’ la gara dove testa e gambe hanno un rapporto più equilibrato. Io dico sempre che dove le gambe non arrivano, puoi compensare con la concentrazione, la tecnica, la strategia. Si fa sempre tanta fatica, bisogna sapersi gestire nell’arco dell’intera gara, pensando anche che non ci sei solo tu, ma l’equilibrio deve esserci anche con il compagno.

Per lui come per gli altri del gruppo pista la trasferta in Argentina è stata decisiva per affinare la gamba
Per lui come per gli altri del gruppo pista la trasferta in Argentina è stata decisiva per affinare la gamba
Con Consonni l’affiatamento è ormai collaudato…

La prima gara in coppia che abbiamo fatto è stata ai mondiali 2021 e abbiamo conquistato l’argento. In 5 gare la peggiore è stata ai mondiali dello scorso anno, quando siamo finiti ai piedi del podio, quindi si può dire che siamo una coppia affidabile. Ci compensiamo bene.

Avete un ruolo definito?

Molti pensano che le volate debba farle tutte lui, ma in una madison non funziona così. Bisogna come detto equilibrarsi: io sono abbastanza veloce e posso alternarmi con lui. E’ il paradosso di questa specialità: su strada fra lui e me non c’è partita, vincerebbe 10 volate su 10, su pista invece sono in grado di alternarmi, soprattutto in certe situazioni, per questo bisogna sempre saper leggere la corsa.

Con Consonni, Michele ha corso 5 madison. Qui, ai mondiali 2022, il piazzamento peggiore: 4°…
Con Consonni, Michele ha corso 5 madison. Qui, ai mondiali 2022, il piazzamento peggiore: 4°…
Come vi siete gestiti a Grenchen?

Prima della partenza avevamo pensato di cambiare un po’ tattica rispetto alle altre volte, sfruttando anche la sua eccezionale condizione di forma. Di solito partiamo gestendo la gara, invece a Grenchen abbiamo subito cercato di fare molti punti nelle prime volate per poi gestire la situazione e attaccare nel finale, quando gli avversari sarebbero andati in crisi per la fatica. Simone infatti ha attaccato da lontano, prendendo gli avversari di sorpresa.

Il modo tattico di interpretare le madison è cambiato con il nuovo regolamento, che attribuisce punti al posto dei giri conquistati?

Moltissimo, sono gare completamente diverse. Ci sono ad esempio coppie che puntano tutto sulle volate, le fanno praticamente tutte, ma è molto dispendioso. Di regola bisogna comunque provare a farne un buon numero guardando però anche quel che succede, perché conquistare un giro può mandarti in fuga in classifica o rilanciarti. Bisogna sempre avere mille occhi.

Guazzini e Balsamo, bronzo europeo a dispetto di alcuni errori ancora da correggere
Guazzini e Balsamo, bronzo europeo a dispetto di alcuni errori ancora da correggere
Grenchen ha dimostrato anche che fra la prova maschile e femminile c’è ancora un gap tecnico, al di là del bellissimo bronzo conquistato dalle azzurre.

La madison femminile è una specialità ancora recente, deve entrare nel sangue delle ragazze e ci vuole tempo. La scelta di Villa di farci alternare in allenamento è la più sensata per farle crescere. In una madison femminile l’occhio attento si accorge che le ragazze sono meno spericolate in certe occasioni, ma ci sono anche ragazze che non valutano i rischi e si buttano rischiando tantissimo. Oltretutto c’è anche un fattore fisico diverso, legato alla spinta che ci si dà, quella delle ragazze è giocoforza meno vigorosa. Ma se guardiamo alle prime madison femminili, la differenza con il passato è enorme.

La formula olimpica non vi premia: c’è il rischio che coppie acclamate debbano restare a casa…

E’ un sistema che non mi piace. Portare a Parigi solo 5 componenti costringe il cittì a fare scelte dolorose. Dipende dagli obiettivi. La Francia ad esempio sembra orientata a spingere molto su omnium e madison, noi chiaramente siamo vincolati al quartetto detentore del titolo. Ha però ragione Villa nel dire che vuole la medaglia in tutte le prove: bisogna provarci, questi mesi saranno fondamentali per capire qual è la strada giusta per riuscirci.

Un’altra specialità per Milan? Martinello dice scratch

26.10.2022
4 min
Salva

Ancora Jonathan Milan nei nostri discorsi. Un talento così non si può tenere fermo neanche “su carta”, in questo caso sugli schermi dei nostri device. L’ultima volta avevamo chiesto a Milan quale altra specialità del parquet gli sarebbe piaciuto fare. 

Il friulano della Bahrain Victorious però era stato molto realista. Oltre al fatto che aveva ribadito che l’inseguimento, individuale e a squadre, non si toccavano, aveva sottolineato come per ogni altra disciplina servisse una certa dose di esperienza. 

Silvio Martinello, Giro d'Italia
Martinello (classe 1963) è stato un pro’ per 15 stagioni, ma al tempo stesso un grande pistard (5 titoli iridati e un oro olimpico)
Silvio Martinello, Giro d'Italia
Martinello (classe 1963) è stato un pro’ per 15 stagioni, ma al tempo stesso un grande pistard (5 titoli iridati e un oro olimpico)

Parola a Martinello 

Abbiamo chiamato in causa Silvio Martinello, grande ex della pista e con un occhio sempre tecnico e preparato. E siamo partiti dalla questione “altra specialità in ottica Parigi 2024”, tanto più che Marco Villa in virtù dei nuovi regolamenti a Parigi potrà schierare cinque atleti e non più sei.

«Se parliamo di slot in chiave olimpica – dice Martinello – oltre all’inseguimento a squadre che non si tocca, parliamo di omnium e madison. Scartato l’omnium, troppo dispendioso, resta la madison

«E dico subito che per me Jonathan ha la qualità per correre “l’americana” appunto. Ha lo spunto veloce che serve per quella prova. E’ chiaro però che l’aspetto legato all’esperienza in una specialità simile è fondamentale».

«E’ fondamentale non solo per il gesto tecnico del cambio, ma anche per la capacità di trovarsi al posto giusto nel momento giusto e lanciare il compagno al meglio. E per fare questo serve tanta esperienza».

Scartezzini e Consonni nel momento del cambio. I due azzurri sono forse i nostri più esperti interpreti della madison
Scartezzini e Consonni nel momento del cambio. I due azzurri sono forse i nostri più esperti interpreti della madison

Madison da sogno…

Esperienza dunque è la parole chiave. Lo ha detto Milan, lo ribadisce Martinello.

«Per forza – va avanti Silvio – il gesto del cambio lo puoi allenare. Ti metti dietro derny e ogni volta che lungo la pista ritrovi il compagno gli dai il cambio. A forza di ripetere affini il gesto. Ma un conto è farlo quando si è da soli e un conto è farlo in gara con altri 15 team.

«Quindi serve esperienza e questa si acquisisce solo correndo. Facendo le Sei Giorni. E vedo che non ne fanno, anche Villa lo sa visti i tanti impegni, e per questo per Parigi credo sia un po’ tardi».

Martinello aggiunge che in questa specialità l’Italia può fare un vero salto di qualità visti gli interpreti che ha. E fa i nomi di Viviani, Consonni, Ganna

«Io però non conosco né i piani di Villa, né del ragazzo. Perché non dimentichiamo che Milan può essere molto forte anche su strada. Ma proviamo a pensare una madison Ganna-Milan…».

Martinello tira fuori dal cilindro il vero coniglio: una coppia così sarebbe mostruosa in quanto a potenza. Magari non sarebbero super agili rispetto ad un duo con un baricentro più basso e leve più corte, quindi potrebbero essere un filo più lenti nei cambi, ma una volta lanciati… Per non parlare della caccia al giro. Valli a prendere due così!

A tutto scratch

La scelta della madison è stata fatta in relazione alle Olimpiadi, il cui il programma della pista è fortemente limitato. Ma se invece Martinello con Milan avesse carta bianca, in quale altra specialità lo vedrebbe bene?  Anche in questo caso l’ex pro’ veneto non ha dubbi: lo scratch.

«Uno come Milan – dice Martinello – può fare bene in tutte le specialità, ma se dovessi scegliere, e lo farei anche in base alle specialità che più piacciono a me, direi lo scratch.

«Jonathan ha le caratteristiche tecniche e fisiche che servono per questa specialità: è veloce, ha tanta potenza ed è resistente. Certo, non conosco il suo colpo d’occhio, perché noi lo abbiamo visto all’opera sempre in specialità di prestazione e non di situazione, ma con quel motore che si ritrova sarebbe funzionale allo scratch».

“Scarte”, come si prepara la madison con le ragazze?

02.06.2022
5 min
Salva

Elisa Balsamo, nel suo racconto che prendeva spunto dalla felice trasferta di Nations Cup su pista a Milton, era stata chiara a proposito della madison: a dispetto della vittoria, è un “work in progress”. Nella specialità Villa sta gettando le fondamenta di una costruzione che dovrà essere “inaugurata” in occasione di Parigi 2024. Per allora tutto dovrà essere messo a punto per puntare al bersaglio grosso.

Sedute a coppie miste

L’iridata, parlando della sua vittoriosa esperienza con la Consonni, aveva stimolato la nostra curiosità: «Su pista lavoriamo sempre insieme ai ragazzi, proprio perché dobbiamo migliorare tantissimo nella tecnica. Sappiamo che il cittì è molto esigente, sui cambi ad esempio siamo ancora carenti. Quando saremo abbastanza brave faremo coppie diverse, tutte al femminile, ma ci vuole tempo e pazienza». Parole che non potevano restare fini a se stesse.

Abbiamo allora sentito chi lavora con loro e non è uno qualunque, perché parliamo del vicecampione del mondo di specialità Michele Scartezzini, in partenza per l’Adriatica Ionica Race nelle file della nazionale.

«Quel che ha raccontato Elisa – dice – è la pura verità e fa bene a chiarire che quella vittoria non deve distogliere dal discorso generale. La madison al femminile ha iniziato il suo corso pochi anni fa, quindi è normale che le ragazze manchino di esperienza. A questo si aggiunga che Marco (Villa, ndr) è molto esigente, riprende spesso anche noi e ci ricorda sempre che non si finisce mai d’imparare la tecnica ed è quella che fa la differenza».

Balsamo Consonni Milton 2022
Balsamo e Consonni, a Milton un successo importante, che non deve esaltare troppo
Balsamo Consonni Milton 2022
Balsamo e Consonni, a Milton un successo importante, che non deve esaltare troppo
Com’è strutturato il lavoro con le ragazze?

Marco ci dispone per coppie miste e questo ha molti significati. Innanzitutto bisogna considerare che dal punto di vista della forza pura, che serve nel rilancio, c’è uno squilibrio, come anche nella velocità. Viaggiamo quindi a ritmi minori rispetto ai nostri soliti, ma spesso Marco ci chiede di accelerare un pochino per portare le ragazze sempre al loro limite.

Quanto durano queste sessioni?

Dipende, dai 20 ai 30 minuti con cambi frequenti. Cerchiamo di curare ogni minimo dettaglio, dalle prese al movimento dell’avambraccio (notare il dettaglio nella foto di apertura, ndr). Ad esempio le mani non devono intrecciarsi, ma la presa deve comunque essere solida per lanciare il compagno. Il lancio deve avvenire non tanto con la spalla, quanto con la leggera torsione del braccio. All’inizio senti dolore, ma via via che il gesto diventa naturale, il dolore non arriva più. Allora significa che stai lavorando tecnicamente bene.

Scartezzini Viviani
Scartezzini e Viviani al cambio, molto incide anche a che altezza della pista esso viene fatto
Scartezzini Viviani
Scartezzini e Viviani al cambio, molto incide anche a che altezza della pista esso viene fatto
Oltre al momento del cambio, su quale altro aspetto si lavora con loro?

E’ importantissima la posizione che si tiene quando il compagno è in gara. Un errore che spesso veniva commesso era girare piuttosto bassi, a metà pista pensando che così, facendo meno metri, si faticava di meno. Invece in questo modo ci si stanca prima. Bisogna girare in alto facendo così girare maggiormente le gambe, ma in modo che, non essendo impegnati, il cuore possa scendere di pulsazioni. Quando è il momento del cambio, si arriva a maggiore velocità e questo permette non solo di non perderla, ma di renderlo più semplice anche per chi sta finendo la frazione.

Lavorando con le ragazze, hai notato in loro dei miglioramenti rispetto al recente passato?

Enormi. Chiara Consonni ad esempio ha cambiato totalmente modo di interpretare questa specialità, gira in un modo completamente diverso.

Scartezzini Villa
Villa è sempre molto attento ai dettagli, grazie alla sua grande esperienza nella madison
Scartezzini Villa
Villa è sempre molto attento ai dettagli, grazie alla sua grande esperienza nella madison
Elisa raccontava anche che Villa vuole continuare su questo metodo, solo più avanti comincerà a far allenare le ragazze da sole, ma mischiando continuamente le coppie…

E’ giusto. Devi innanzitutto assimilare ogni gesto in modo che diventi naturale, a quel punto si cominceranno a verificare altri fattori per formare le coppie migliori. E’ così anche fra gli uomini. Molti pensano che basta mettere insieme i due uomini più forti, ma non è così. Spesso abbiamo visto emergere coppie con un campione famoso e un corridore sulla carta molto inferiore, ma l’affiatamento faceva la differenza. Addirittura hanno vinto gare e medaglie importanti coppie che individualmente rendevano molto meno. I nomi non fanno il risultato…

Un altro aspetto: i cambi sono fissi, ossia ogni frazione ha un numero definito di giri da fare?

No, ci si parla in gara. Dipende da molte cose. Quando decidi di fare la volata e chi dei due deve farla, ci si dice dove ci si troverà per il cambio e dovrai farti trovare pronto. Inoltre spesso in gara si va incontro a qualche momento di crisi, allora l’altro andrà a ridurre i propri tempi di recupero per permettere all’altro di riprendersi. L’equilibrio nasce anche da queste cose, si deve formare una sinergia molto stretta.

Barbieri Paternoster 2021
Barbieri e Paternoster agli ultimi mondiali. Nel cambio ci si danno anche indicazioni tattiche
Barbieri Paternoster 2021
Barbieri e Paternoster agli ultimi mondiali. Nel cambio ci si danno anche indicazioni tattiche
Ha ragione quindi Villa a dire che, a prescindere dai risultati, per ora si continua a lavorare a coppie miste?

Sì, perché sono meccanismi che si acquisiscono solo con il tempo, senza dimenticare che tutti noi, uomini e donne, abbiamo poi anche altre discipline da curare. Nel caso specifico della madison, quando noi ci alleniamo solo fra uomini andiamo a velocità molto più alte e fatichiamo molto di più. Nell’altro caso siamo degli sparring partner e il minor stress fisico serve anche per prestare attenzione a quei piccoli ma fondamentali particolari di cui sopra.

Ora sei in partenza per l’Adriatica Ionica Race, con quali obiettivi?

Sinceramente, salvare la gamba e fare fatica… Non parto certo per fare chissà cosa, questa trasferta servirà per accumulare lavoro da trasformare poi al ritorno su pista. E comunque le gare non si sa mai prima come andranno…

Balsamo MIlton 2022

Tre vittorie su pista, ma ora la Balsamo torna alla strada

27.05.2022
4 min
Salva

Facciamo un piccolo salto indietro perché la trasferta azzurra alla seconda tappa di Coppa del Mondo su pista a Milton ha dato segnali importanti. Si ha un bel dire che mancavano molti big, a differenza di quanto avvenuto a Glasgow dove c’erano tutti per “mettersi al sicuro” in vista delle convocazioni per i Mondiali di ottobre in Francia. Sarà anche vero, ma se guardiamo numeri e presenze, i risultati sono stati importanti in chiave italiana, soprattutto per Elisa Balsamo.

La campionessa del mondo su strada manca dal calendario “on the road” da un mese, un’assenza considerevole ma che era stata programmata con la Trek Segafredo pensando alla lunghezza della stagione e agli obiettivi da identificare dopo la più che proficua campagna del Nord: «Dovevo staccare, la prima parte era stata pesante. Durante questo periodo, tra Glasgow e Milton sono stata anche una settimana senza toccare la bici. Abbiamo valutato, con la squadra e con Villa, la mia presenza in Canada e poteva essere utile per riprendere in vista della strada, così ho accettato di partecipare alla trasferta».

Balsamo Villa 2022
Consonni e Balsamo fra Fabio Masotti e Marco Villa. A Milton una vittoria di spessore nell’americana
Balsamo Villa 2022
Consonni e Balsamo fra Fabio Masotti e Marco Villa. A Milton una vittoria di spessore nell’americana
Bilancio migliore non poteva essere, con 3 vittorie…

Effettivamente mi sono ritrovata con una condizione migliore di quanto pensassi e questo mi ha dato molta fiducia per il prosieguo della stagione.

Partiamo dall’inseguimento a squadre. Al di là dell’assenza di Germania e Gran Bretagna, la sensazione è che rispetto allo scorso anno siate cresciute.

Un passo avanti c’è stato, indubbiamente. Soprattutto perché non siamo solamente 4 ragazze, ma c’è un gruppo ampio, con continui innesti: a Milton siamo scese in qualificazione senza mai esserci allenate insieme e dopo la prima prova eravamo già affiatate, come si è visto in semifinale e finale. Il tempo finale non è stato dei migliori, ma è normale se non provi insieme. Vorrei poi sottolineare che fra noi c’era Barbara Guarischi che non gareggiava su pista da una decina d’anni… E’ questo che intendo quando parlo di un gruppo ampio, sono tante le ragazze che possono entrare nel team e questo significa anche che c’è concorrenza per farlo, non ci sono posti assicurati.

Che cosa manca per chiudere quel piccolo gap rispetto alle nazioni citate prima?

Sinceramente è difficile dirlo, so che Villa ci sta lavorando molto. Il metodo di allenamento è cambiato, lui è prodigo di consigli e si lavora molto anche sulla base dell’esperienza dei ragazzi arrivati all’oro olimpico. Intanto però dimostriamo costantemente che pista e strada possono convivere benissimo, senza nulla togliere l’una all’altra.

Quartetto Milton 2022
Con Balsamo e Consonni anche Zanardi, Fidanza e Guarischi hanno contribuito al successo
Quartetto Milton 2022
Con Balsamo e Consonni anche Zanardi, Fidanza e Guarischi hanno contribuito al successo
Se nel quartetto mancavano i vertici, nell’omnium c’erano l’oro e l’argento di Tokyo. Averle messe alle spalle ti ha dato una soddisfazione in più o ti ha fatto rimpiangere ancora di più quella caduta?

A dir la verità non ci ho pensato, non avevo riflettuto sul fatto di chi mi ero messa alle spalle. Mi fa piacere, dà un senso ulteriore a quella vittoria, ma se proprio devo dire, ormai a Tokyo non ci penso più, è una pagina chiusa alla quale ne sono succedute tante altre, molte davvero belle e poi sono sempre stata portata a guardare avanti. Non avevo un particolare spirito di rivincita, questo è sicuro, ogni gara fa storia a sé.

Terza gara e terza vittoria, nella madison. Villa ha sempre affermato che per emergere in quella che era la “sua” specialità serve grande affiatamento fra i compagni.

E’ vero e il fatto che io e Chiara (Consonni, con lei nella foto d’apertura, ndr) abbiamo vinto alla nostra prima gara insieme non deve trarre in inganno. L’affiatamento è la prima componente per emergere e la madison è un grande “work in progress”, tanto è vero che su pista lavoriamo sempre insieme ai ragazzi, proprio perché dobbiamo migliorare tantissimo nella tecnica. Sappiamo che il cittì è molto esigente, sui cambi ad esempio siamo ancora carenti. Quando saremo abbastanza brave faremo coppie diverse, tutte al femminile, ma ci vuole tempo e pazienza.

Balsamo Omnium Milton 2022
Il podio dell’Omnium, con l’azzurra fra l’olimpionica americana Valente e l’australiana Manly
Balsamo Omnium Milton 2022
Il podio dell’Omnium, con l’azzurra fra l’olimpionica americana Valente e l’australiana Manly
Quando tornerai su pista?

Non lo so, non ne abbiamo ancora parlato. Per gli Europei ci sarà da capire come gestire il poco spazio temporale fra le gare su pista e su strada, vedremo di trovare la soluzione più adatta. Quello di Monaco è un percorso piatto, che potrebbe portare a una volata finale e io voglio esserci. Magari gareggiare su pista prima potrebbe anche darmi quel quid in più.

E su strada?

Ricomincio questa settimana con la RideLondon, dove sono salita già due volte sul podio. Mi aspettano Giro e Tour, con tanta voglia di correre ora che le batterie sono state ricaricate…

ULTIM’ORA: Non c’è due senza tre. Nella prima tappa della RideLondon l’iridata ha chiuso seconda nella volata di gruppo, battuta dall’altra regina dello sprint, l’olandese Lorena Wiebes con Guazzini, Persico e Consonni dal quinto al settimo posto. Come ritorno non c’è male…

Ultime decisioni per Villa, ma i suoi ragazzi sono pronti

19.10.2021
5 min
Salva

Quelle di ieri sera e quelle di stamattina sono ore decisive per gli azzurri della pista. Marco Villa è chiamato a risolvere alcuni enigmi e a tirare giù un preciso programma di gare: chi correrà cosa. L’ultimo ad aggregarsi alla spedizione azzurra ai mondiali di Roubaix è stato Elia Viviani, che ha corso fino all’ultimo su strada.

«L’aria è buona – dice il cittì Marco Villa – hanno levigato la pista perché avevano problemi con il legno. Me lo ha detto un esponente di Velotrack che la stava trattando, ma quali fossero questi problemi non lo so. Comunque non l’hanno fatto per renderla più veloce: hanno levigato e rimesso l’impregnante. E spero lo abbiano messo per tempo. Ai mondiali in Polonia i ragazzi al secondo giro di prova finirono in terra perché la vernice non si era asciugata!».

I ragazzi di Villa sono pronti a dare battaglia anche a Roubaix
I ragazzi di Villa sono pronti a dare battaglia anche a Roubaix

Ganna e il quartetto

«Pippo – dice il cittì – ha avuto dei problemi al costato e ha perso due mezze giornate di allenamento. Due sedute, poca roba. Piano piano poi ha ripreso. La caduta in allenamento lo ha un po’ penalizzato, ma adesso sta bene».

I “dubbi” maggiori che riguardano Ganna però non sono tanto sui postumi della caduta, ma sulla tenuta, anche mentale, di una stagione per lui lunghissima. E’ riuscito a mantenere alta l’attenzione dopo il tripudio mondiale in Belgio?

«Per me sì – dice Villa – Pippo lo vedo concentrato e anzi, in accordo con la squadra, ha deciso di saltare alcune gare su strada per preparare al meglio questo mondiale su pista. E’ il suo grande finale di stagione. No, no… massima professionalità da parte sua».

Ganna sarà impegnato sia nell’inseguimento a squadre che in quello individuale, una bella mole di sforzi. Anche ieri si parlava della possibilità di risparmiargli qualche turno, ma Villa in tal senso ci è sembrato molto più fermo.

«In queste due giornate di prove sto raccogliendo i dati e le ultime sensazioni dei ragazzi per decidere – spiega Villa – Ho tempo fino ad un’ora dal via per decidere quale quartetto schierare. Ma questo discorso del cambio non riguarda Ganna. Se, facciamo gli scongiuri, dovessimo andare avanti ci sarebbe solo la finale prima dell’individuale. In pratica solo quattro chilometri e per uno che ci è abituato e che ha già fatto due Giri d’Italia non credo sarà un grande problema».

Le scelte poi non sono influenzate dall’eventuale qualificazione olimpica in ottica di Parigi 2024. Tutto partirà dall’anno prossimo. Tuttavia secondo Villa è importante mantenere la leadership del ranking, o giù di lì, per poter partire per ultimi e correre sui tempi degli altri. «Impostare la tabella di marcia secondo i tempi altrui e senza dover andare per forza oltre i limiti».

In ogni caso i tre quarti del team pursuit dovrebbero essere certi: Lamon partente, Milan in terza posizione e Pippo in quarta.

Jonathan Milan ha vinto europei di inseguimento individuale riprendendo il rivale in finale
Jonathan Milan ha vinto europei di inseguimento individuale riprendendo il rivale in finale

Milan e Viviani…

L’altro grande big si chiama Jonathan Milan. Il ragazzotto friulano è fresco di titolo europeo nell’inseguimento. Da lui ci si aspetta tanto. E lui stesso vuole molto. 

«Jonathan sta andando molto forte. Il titolo europeo gli ha dato più sicurezza… e gli serviva. E poi, ragazzi, ha fatto 4’05”, segno che sta bene. Se il podio nell’individuale è alla portata? Vedendo quel tempo non credo che in tanti al mondo riescano a farlo. Sarebbe un’onore una finale tutta italiana. Non è facile, ma come detto quel tempo lo fanno in pochi e non credo che in 4-5 mesi siano arrivati 7-8 atleti in grado di fare 4’05”. Certo, Lambie (l’americano primatista del mondo, ndr) è il favorito. Vedremo se si recupererà».

E poi c’è il capitolo Viviani, cosa farà Elia?

«Elia è arrivato un po’ dopo gli altri. Si presenta con qualche specifico in meno. Ha corso su strada fino a tre giorni fa, ma so che ha un’ottima condizione e comunque si è allenato anche su pista. 

«E’ importante capire cosa vuol fare, su cosa vuol puntare di più: se sull’Omnium o sull’Eliminazione, ma io direi anche lo Scratch, che è uno dei miei crucci. Ma per questo devo capire bene anche cosa passa nella sua testa e in quella degli altri».

Agli ultimi europei Consonni e Viviani (in foto) non hanno corso insieme la Madison
Agli ultimi europei Consonni e Viviani (in foto) non hanno corso insieme la Madison

Un lavoro di squadra

«La mia idea infatti – continua Villa – è di far correre tutti quelli che ho convocato. Nell’inseguimento individuale per esempio ne schieriamo tre: i due convocati, più Ganna che è il campione in carica. E infatti correrà anche il giovane, Manlio Moro che dopo i buoni europei che ha disputato sapeva che lo avrei portato qui a Roubaix. Davide Boscaro, invece farà il chilometro. E anche in base appunto alle scelte che prenderò con Viviani, vedremo cosa fare con Liam Bertazzo e Michele Scartezzini per la Madison».

E qui Villa rilancia come un fiume in piena…

«Perché io in vista di Parigi sulla Madison voglio lavorarci e tanto. E’ una delle specialità preferite e in cui possiamo fare bene. E per questo non basteranno solo due uomini e “Scarte” è uno di quelli. No, no per la Madison c’è da lavorare sin da adesso. Non si diventa specialisti negli ultimi due mesi prima delle Olimpiadi.

«La Madison quindi che schiererò è da valutare. Non è detto che siano per forza Simone Consonni ed Elia Viviani, tanto più pensando che domenica c’è l’Eliminazione alla quale so che Elia tiene molto. Vedremo». 

Chiara e Martina. E la pista azzurra è di nuovo d’oro!

Giada Gambino
27.08.2021
3 min
Salva

E’ l’ora del riscatto per Martina Fidanza e Chiara Consonni! Se è vero che la ruota gira, per loro è andata nel verso giusto. E d’oro la loro Madison agli europei U23. Entrambe avevano fatto una lunga preparazione per Tokyo, ma la Consonni non era stata convocata mentre la Fidanza era stata tenuta come riserva. Quel che più conta però è che la pista azzurra continua a darci soddisfazioni.

Martina Fidanza e Chiara Consonni, la gioia dopo la conquista dell’oro nella Madison di Apeldoorn
Martina Fidanza e Chiara Consonni, la gioia dopo la conquista dell’oro nella Madison di Apeldoorn
Come è andata, ragazze?

Chiara. Avendo fatto una preparazione più incentrata sulla pista mi sono trovata non in condizione per essere competitiva su strada. E’ stato bello vincere questi Europei U23, è come se ci fossimo riscattate. Dopo che non sono stata convocata per Tokyo ho cercato di darmi altri obiettivi, ho cercato di ritrovare la condizione e così è stato.

Martina. Ci tenevo a fare bene nella Madison credevo tanto in noi ed ho raggiunto ciò che desideravo! In questi europei ho capito che avendo fatto la preparazione per le Olimpiadi, avendo fatto tipi di lavori incentrati sul quartetto e la madison… è come se avessi perso un po’ il mio spunto veloce, ma niente che non sia colmabile! Mi concederò tre giorni di relax per poi tornare a fare allenamenti specifici anche in palestra. 

Questo oro, un primo passo verso Parigi 2024? 

Chiara. Le Olimpiadi continuano ad essere il mio sogno, magari senza Covid per viversi meglio il villaggio olimpico. Avendo visto gli errori che ho commesso quest’anno… sono pronta a non ripeterli!

Martina. Per fare la Madison ci vuole tanta affinità nella coppia, noi ci conosciamo da quando avevamo quattro anni, conosciamo tutto dell’altra e riusciamo a capirci molto in certe situazioni. Siamo andare bene e non me l’aspettavo, possiamo solo migliorare e confrontarci con un livello ancora più alto ci aiuterebbe. 

Martina lancia Chiara in uno degli ultimi cambi
Martina lancia Chiara in uno degli ultimi cambi
Cosa hai pensato subito dopo la vittoria? 

Chiara. Ero contentissima, ero riuscita a riscattarmi e avevo partecipato anche con l’intento di guadagnare punti per il concorso delle Fiamme Azzurre. Vincere è sempre bello, ha dato un po’ di morale. 

Martina. Non ricordo esattamente, ero immersa in tanta felicità, soprattutto perché il giorno prima non era andato come volevo: mi sono riscattata. 

Cosa vi siete dette? 

Chiara. Le ho detto che è una stupida! (ride, ndr). Ne avevamo più delle altre, lei c’era rimasta male per la sera prima per non essere riuscita a fare bene nell’omnium. Le ho detto che è la testa quella che conta. La forza per fare meglio anche il giorno prima l’aveva, doveva solo crederci un po’ di più. 

Martina. Lei mi ripeteva “la testa, la testa” ed è vero. Quando corro con la testa e non solo con le gambe, sono tutt’altra atleta. 

E adesso? Quali saranno i prossimi obiettivi ? 

Chiara. Al Simac Ladies Tour vorrei fare bene (si sta correndo proprio in questi giorni, ndr), ci sono tutte le squadre al completo e tante ragazze con le mie caratteristiche… come se fosse un mondiale!

Martina. Continuerò a fare il calendario della pista, correrò qualche gara su strada in Italia e poi inizierà la preparazione per gli europei e i mondiali elite, dove vorrei arrivare al top della condizione. 

Consonni 2 / Il blackout della madison e il rinnovo Cofidis

18.08.2021
4 min
Salva

Consonni si schiarisce la voce. I giorni dell’oro gli resteranno dentro per tutta la vita, mentre ora gli toccherà trovare il modo per lavare l’affanno della madison finita male. Se il secondo posto ai mondiali U23 di Richmond ha avuto bisogno di un oro olimpico per finire alle spalle, immaginiamo quanto a lungo ancora Simone continuerà a rimuginare sul passaggio a vuoto finale.

Può essere stato un calo di tensione?

Non credo. Le prime ore dopo l’oro sono state bellissime, però ero già concentrato sul fatto che la mia Olimpiade sarebbe finita due giorni dopo e non vi nego che è stato è stato brutto chiuderla così. Ci tenevo perché avevo lavorato tanto. Col mio preparatore avevamo deciso di non fare corse su strada, tipo il Sardegna, e di stare invece per 8 giorni sullo Stelvio. Da solo. Ho fatto lavori di 50 minuti-un’ora in previsione della madison, con variazioni dai piedi dello Stelvio fino in cima. Ci credevo, perché è una disciplina che mi piace e poi con Elia volevo veramente finire questi due anni con una medaglia olimpica.

Invece?

Non so se è stato un fatto inconscio, ma purtroppo il mio fisico quel giorno era zero, come fossi un’altra persona. L’ho sentito appena siamo saliti in pista. Avevo fatto un po’ di risveglio muscolare di mattina, con sensazioni ottime. Ero sereno, mentre prima dei quartetti comunque c’era tensione. Eravamo tranquillissimi perché la nostra Olimpiade comunque era stata ottima, però purtroppo il ciclismo è così. Sta di fatto che ieri in bici ho pensato più alla madison che al quartetto. Quando qualcosa non va, ci penso e cerco di capire dove ho sbagliato. Sono molto severo con me stesso e quindi cerco di capire per la prossima volta.

Simone Consonni, Elia Viviani, Tour Down Under 2020
Consonni è arrivato alla Cofidis nel 2020 con Viviani campione d’Europa
Simone Consonni, Elia Viviani, Tour Down Under 2020
Consonni è arrivato alla Cofidis nel 2020 con Viviani campione d’Europa
Prima di rinnovare con Cofidis, hai sentito Elia?

E’ stata la prima cosa. Mi sono subito trovato bene in questa squadra. Non mi hanno mai fatto mancare niente e mi hanno permesso di concentrarmi sulla pista senza alcun cambiamento di programma. Con Elia ci siamo detti la verità. Gli ho parlato dell’offerta, ma lui non sapeva ancora cosa avrebbe fatto. Mi ha consigliato di firmare se me la sentivo e la proposta era buona. Se lui fosse rimasto, ci saremmo organizzati. Se lui fosse andato via, fra noi non sarebbe cambiato nulla. Se sono in questa squadra e ho fatto questi due anni, con un terzo al Tour e un secondo al Giro, lo devo soprattutto a lui, perché sennò la Cofidis non ci sarebbe stata nella mia carriera. 

Sei riuscito a tirare un po’ il fiato?

Mi sono riposato per 13 ore sul volo di ritorno. Sono rimasto per due giorni a casa, dove mi hanno fatto la festa i miei familiari e gli amici del club. Poi ho fatto un weekend a Jesolo con Alice (Alice Algisi, la sua compagna, ndr), ma con la bici al seguito. Ho iniziato lì a fare un po’ di ore. Ne ho fatte 3-4-4 in tre giorni, poi li raggiungevo in spiaggia e praticamente dormivo tutti i pomeriggi sotto l’ombrellone perché ero finito. Però Alice se li meritava questi tre giorni di relax, visto che anche lei è stata veramente presa dalla preparazione olimpica. Penso che abbia sofferto più lei di me. Durante i ritiri è rimasta a casa spesso da sola e quando avevo qualche problema, lei è stata la mia spugna e ha dovuto tamponarli.

Simone Consonni, compagna Alice, Monselice, Giro d'Italia 2020
Simone Consonni con la compagna Alice al traguardo di Monselice al Giro del 2020
Simone Consonni, compagna Alice, Monselice, Giro d'Italia 2020
Simone Consonni con la compagna Alice al traguardo di Monselice al Giro del 2020
Elia Viviani fu la tua ispirazione, ci pensi che il tuo oro potrebbe ispirare un ragazzino a sognare quel podio?

Stamattina mi è uscito un repost della storia di Elia quando vinse l’oro a Rio. L’ho sempre visto come un idolo, io che non ho mai avuto un idolo da piccolo perché non guardavo le corse. Ricordo ancora la prima volta che l’ho visto al campionato europeo di Anadia in Portogallo, io junior e lui U23. Aveva vinto lo scratch e parlava della doppia attività strada-pista. L’ho sempre visto come una persona da cui imparare ed è bello pensare che oggi potrebbe esserci un ragazzino che guarda me allo stesso modo. I giovani stanno crescendo, ci sono tanti ragazzini e magari per le Olimpiadi di Parigi fra tre anni, invece di dover scegliere fra 9, Villa dovrà farlo tra 15. E quindi un’altra pacca sulla spalla non gliela toglierà nessuno

Consonni affranto, Viviani manda giù e rilancia. Podio lontano

07.08.2021
5 min
Salva

Il caldo gioca un brutto scherzo a Simone Consonni e le speranze azzurre di medaglia nella madison naufragano già prima di cominciare. E’ affranto il ventisettenne bergamasco perché ci teneva a concludere in bellezza quest’Olimpiade che soltanto mercoledì scorso l’aveva portato in orbita con l’oro stratosferico nell’inseguimento a squadre. La sua strada e quella di Elia Viviani si separeranno al di fuori dalla pista e così Simone sperava di chiudere il cerchio con un podio insieme al portabandiera azzurro. All’arrivo era sconsolato.

«Credo di aver avuto un calo di pressione – dice – forse perché dentro questo velodromo fa troppo caldo. Ho sempre i battiti alti, soffro abbastanza. Oggi ci credevamo a una medaglia, ma io non avevo le gambe dei giorni migliori e si è visto. Mi dispiace per Elia che era in palla, vorrà dire che ci riproveremo».

Gradino più alto del podio, oro per Morkov, a sinistra, e Norman Lasse Hans
Gradino più alto del podio, oro per Morkov, a sinistra, e Norman Lasse Hans

Sorpresa spagnola

Ci hanno provato, infatti, a seguire l’attacco della Spagna a 33 giri dalla fine, per recuperare terreno in classifica, ma le gambe alla fine non li hanno assistiti, relegandoli al decimo posto ben lontani dal podio. A festeggiare è stata la favoritissima Danimarca di Michael Morkov e Lasse Norman Hansen, con la Gran Bretagna che ha conquistato proprio all’ultimo sprint ai danni della Francia (bronzo). Laconico capitan Viviani.

«Non è andata oggi – commenta – avevamo pensato di partire un po’ sulle ruote e prendere qualche punticino facile e l’abbiamo preso, però poi nel momento clou quando gli altri ci sono scappati di una quindicina o ventina di punti, bisognava pensare a un attacco. Abbiamo visto che gli spagnoli si erano tenuti, avevamo puntato loro e ci sono scappati proprio nel momento che sono andati. Abbiamo provato a inseguirli subito, ma l’attacco non è andato e nel finale abbiamo sofferto».

Consonni provato da un abbassamento di pressione prima del via
Consonni provato da un abbassamento di pressione prima del via

Onore a Morkov

Poi fa i complimenti al corridore che potrebbe trovarsi di nuovo come compagno in caso di ritorno alla Deuceuninck-Quick Step.

«Sono felice per Morkov – dice – perché lo inseguiva da tanti anni l’oro, dopo il podio (argento, ndr) del 2008 nel quartetto. Lo merita per tutto il lavoro che fa su strada ed è l’uomo dei desideri di tutti i velocisti».

Dopo il finale in crescendo dell’omnium, al via grandi attese per Viviani nella madison. Il podio era un obiettivo
Dopo il finale in crescendo dell’omnium, attese da podio per Viviani nella madison

Parigi è vicina

Il bicchiere per Elia è mezzo pieno: «Tokyo 2020 per me resterà indelebile – spiega – Rio per un motivo (l’oro nell’omnium, ndr), Tokyo per la Cerimonia d’apertura, per l’oro del quartetto, per il mio bronzo insperato. Poi per la spedizione fantastica, battuto ogni record, le medaglie d’oro e le medaglie di “nicchia” come l’atletica (sorride vista la battuta, ndr). Sono veramente orgoglioso di essere stato il portabandiera insieme a Jessica (Rossi, ndr) di una spedizione italiana da record, ma non sarò geloso se alla prossima ne vinceremo di più. Domani festeggeremo, poi da martedì torneremo in Italia e penseremo alle prossime, perché Parigi sarà più vicina rispetto al solito, continueremo a lavorare con le tappe intermedie di europei e mondiali».

I fiori e le medaglie al podio li porta il presidente dell’Uci Lappartient
I fiori e le medaglie al podio li porta il presidente dell’Uci Lappartient

Poco ritmo

Qualche dubbio però rimane sull’avvicinamento, con la partenza anticipata per il Giappone per essere protagonista nella Cerimonia d’apertura.

«Abbiamo fatto alcune valutazioni in questi giorni – ammette – dopo la mia partenza non buona nell’omnium. Più che pesarmi i 14 giorni qui, mi ha pesato non fare una gara prima dell’omnium per rompere il ghiaccio, non ce n’era la possibilità. Probabilmente un turno nel quartetto mi avrebbe aiutato a rodare le gambe. E’ stato valutato nei giorni prima, ma non era possibile perché le sfide erano troppo vicine con gli avversari e il rischio di cambiare gli equilibri del quartetto erano troppo alti. Non c’è da recriminare niente, ho pagato un po’ di tensione nell’omnium alla partenza della giornata. Probabilmente con un Walls così, la medaglia d’argento era il miglior risultato possibile. Comunque, avevo bisogno di una medaglia e un argento o un bronzo non cambia. Cercherò ora di tornare ad alti livelli anche su strada».

L’oro della madison va dunque alla Danimarca che precede Gran Bretagna e Francia
L’oro della madison va dunque alla Danimarca che precede Gran Bretagna e Francia

Non si molla

L’idea del doppio impegno tra strada e pista resta il leit motiv per il veronese, con qualche aggiustamento: «Ho dimostrato che la pista mi fa bene, per cui come si fa a lasciare una nazionale così? Dovremo lavorare sicuramente di più sull’americana perché i lavori per il quartetto sono tanto specifici e lavoriamo tanto su quello. Io mi stacco ogni tanto per prepararmi sul mio omnium, però l’americana non si improvvisa e l’han dimostrato le coppie che sono davanti. Dovremo lavorare di più per raccogliere anche nella madison, così come nelle altre due specialità».

Madison nata male, ma “Pater” e Balsamo sono già a Parigi

06.08.2021
3 min
Salva

Una madison nata male. Al velodromo di Izu le ambizioni di medaglia di Letizia Paternoster ed Elisa Balsamo sono durate pochi giri. Un sorpasso azzardato di una rivale ha fatto terminare giù la piemontese e a quel punto è stato impossibile tornare in corsa per salire sul primo podio tutto al femminile della disciplina che domani (ore 9,55 italiane, sincronizzate gli orologi) vedrà impegnati Elia Viviani e Simone Consonni, a caccia della seconda medaglia per ciascuno all’Olimpiade di Tokyo.

Inglesi, danesi e russe (con la sigla ROC): il podio della Madison di Tokyo 2020
Inglesi, danesi e russe (con la sigla ROC): il podio della Madison di Tokyo 2020

Podio tutto europeo

Chiaramente deluse le due azzurre perché la medaglia se la sentivano nelle gambe e, invece, hanno dovuto vederle al collo delle colleghe britanniche (oro) Laura Kenny e Katie Archibald, insieme alle danesi (argento) Amalie Dideriksen e Julie Leth e alle russe (bronzo) Gulnaz Khantuntseva e Mariia Novolodskaia.

Prende la parola Letizia, che non nasconde il rammarico: «Siamo state molto sfortunate, l’importante è che Elisa non si sia fatta male. Oggi fin dall’inizio mi sentivo molto bene a livello fisico e ci credevo più che nell’inseguimento a squadre. Speravo in qualcosa di più grande e la sognavo davvero questa medaglia, seppur sapevo che sarebbe stato difficile».

Elisa è sconsolata: «L’irlandese è passata sotto il cambio e mi ha buttato a terra. Ho preso una bella botta, ma per fortuna sto abbastanza bene. Difficile trovare la freddezza per provare a ripartire, purtroppo la gara era già esplosa. Ho battuto la testa sulla nuca e ho strisciato un po’ sulla pista perché non riuscivo a fermarmi. Non fa piacere che qualcuno sbagliando abbia compromesso la nostra gara. E direi che la caduta è successa in un momento in cui non ci voleva e non è stata nemmeno colpa nostra. È stata una madison completamente diversa dalle solite perché è stata tiratissima dal primo metro, è stata un’esperienza anche questa».

Letizia Paternoster dà il cambio ad Elisa Balsamo, alla fine le azzurre hanno chiuso all’8° posto
Letizia Paternoster dà il cambio ad Elisa Balsamo, alla fine le azzurre hanno chiuso all’8° posto

Pensando a Parigi

Letizia guarda avanti verso il futuro più lontano: «L’unico spiraglio che vediamo in questo momento è che fra tre anni a Parigi ritorneremo sicuramente con più voglia e più arrabbiate. Per Tokyo è stato un avvicinamento dopo un anno difficilissimo e se l’Olimpiade fosse stata l’anno scorso, non ci sarei stata. Comunque, per fortuna a Parigi non manca tanto per la rivincita».

Per la rivincita di Elisa, invece, basta aspettare domenica con l’omnium: «Salirò in pista per dare il massimo e l’obiettivo è di uscire dalla pista senza recriminazioni. Vediamo cosa verrà».