Fidanza-Wiebes, la pista e la strada: cosa abbiamo imparato?

22.02.2025
6 min
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Fra le cose belle dei campionati europei di Zolder, il testa a testa nel finale dello scratch fra Martina Fidanza e Lorena Wiebes è quello che più ci ha fatto drizzare i peli sulle braccia. Succede sempre quando Davide batte Golia e Golia sorride, ma capisci che vorrebbe essere altrove. L’azzurra era in testa. L’olandese ha iniziato la rimonta in un finale che sembrava già scritto. Invece, quando forse pensava di averne fatto un sol boccone, Martina ha dato ancora gas e non l’ha lasciata passare.

«Pensavo davvero che rimontasse – sorride d’orgoglio – perché non sono mai riuscita a battere la Wieibes in volata. L’ho vista arrivare. Mi ha affiancato. In più a un giro dall’arrivo, alla campana è riuscita a mettermi anche il manubrio davanti. Perciò quando ho visto che era lei, mi sono detta: “Vabbè, è già andata. Adesso devo solo cercare di tenerle la ruota”».

Martina Fidanza, bergamasca di 25 anni, ha nel palmares 5 titoli mondiali e 11 europei in pista, oltre a 10 vittorie su strada
Martina Fidanza, bergamasca di 25 anni, ha nel palmares 5 titoli mondiali e 11 europei in pista, oltre a 10 vittorie su strada

Nella mente di Villa

Fermo sul bordo della pista, Marco Villa guardava la scena. E anche se prima di partire per lo scratch avevano parlato della possibilità di battere la super Wiebes, in quel momento la possibilità era davvero a portata di mano, senza però la possibilità di comunicare.

«In quel momento, lei sa a cosa sta pensando – dice il tecnico dei record – io sono giù e non lo so. Ho sperato che la tenesse e non la facesse passare a un giro e mezzo dalla fine, per poi provare la rimonta all’esterno. Secondo me in quel caso non sarebbe stata così competitiva. Anche solo rimontare la lunghezza della bicicletta sarebbe stato molto difficile. Ormai doveva tenerla e difendere quel metro e mezzo di vantaggio che aveva e poi giocarsela alla pari. Se la faceva passare, anche sfruttando la scia, non avrebbe avuto il tempo per riattaccarla. Quindi ho sperato solo che non la facesse passare e lo ha fatto bene».

A un giro dalla fine, al suono della campana, Wiebes ha provato ad affiancare Fidanza
A un giro dalla fine, al suono della campana, Wiebes ha provato ad affiancare Fidanza

Tutto quello che è rimasto

E’ il momento in cui la testa rifiuta di arrendersi. Non succede spesso, soprattutto contro gli imbattibili. Ma quando capita, il supplemento di dolore che si accetta può fare la differenza. L’atleta si trasforma in una creatura sovrannaturale e il finale non è più così scontato.

«Il tempo di pensare che mi avrebbe passato – prosegue – e ho cercato di alzarmi sui pedali. Ebbene, ho visto che lei rimaneva lì e poi pian piano indietreggiava. In quel momento ho capito che magari sarei riuscita a batterla, quindi ho cercato di affondare il più possibile e ho visto che rimaneva definitivamente dietro. Sentivo di avere un po’ di margine, però non pensavo che sarebbe stato abbastanza per vincere».

Dopo la delusione di Parigi, Fidanza (qui con il cittì Villa) aveva bisogno di risollevarsi
Dopo la delusione di Parigi, Fidanza (qui con il cittì Villa) aveva bisogno di risollevarsi

Fra resistenza e velocità

Villa adesso va avanti nell’analisi e ci fa capire con evidenza che a questi livelli nulla avviene per caso. E se anche si tratta di fare il numero della vita, la condizione necessaria perché vada in porto è avere nelle gambe il lavoro per sostenerlo.

«Fidanza – riflette Villa – è migliorata molto anche sulla resistenza. Anzi, in questi due o tre anni abbiamo lavorato tanto di più su questo aspetto, per arrivare più avanti possibile nelle tirate del quartetto. Invece avevamo un po’ tralasciato le punte di velocità che per lei erano naturali, perché qualcosa bisogna tralasciare: non si può fare tutto. Ma visto che ora ha un po’ di resistenza in più, si è ricominciato a lavorare sulle partenze sul fermo, sull’esplosività e sul correre di più in pista. Prima dell’europeo, Martina è andata a fare le gare a Grenchen, qualcosa che prima non avevamo fatto, perché ci interessava il quartetto per le Olimpiadi.

«E poi c’è il discorso dei rapporti. Anno dopo anno ci siamo accorti che noi aumentavamo di un dente, ma gli altri ne avevano sempre uno in più. Così quest’anno abbiamo giocato di anticipo e forse eravamo noi quelli con mezzo dente in più. Sapevamo di aver lavorato anche sulla forza, quindi l’abbiamo giocata bene».

Martina Fidanza ha aperto la stagione su strada al UAE Tour
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Dalla pista alla strada

Quanto è lontana la pista dalla strada? Questa volata può essere l’anticipazione di un passo avanti anche su strada? Il discorso è chiaramente teorico, su strada ci sono le salite, le curve e le discese. Si arriva alla volata dopo ben altre fatiche, ma come dice Villa aver capito di poterla battere, fa pensare che forse è possibile farlo ancora.

«Strada e pista sono mondi diversi secondo me – ragiona Fidanza – perché in pista ho più esperienza rispetto a lei, quindi magari anche nei dettagli riesco a guadagnare qualcosa che mi ha permesso di batterla. E’ vero che comunque non l’ho battuta di poco, però su strada penso che sia ancora nettamente superiore. Su strada è una questione di quanti watt riesci a esprimere alla fine della gara, perché ci sono tanti fattori che ti influenzano più che in pista. Basta soltanto prendere una curva 10 posizioni più avanti e sono watt che risparmi. E poi comunque devi anche avere l’occhio di correre su strada e per me questo è il motivo per cui lei riesce ad arrivare nei finali con più forze da spendere.

«Quest’anno con la squadra stiamo lavorando tanto sui treni, sia per me sia per l’altra velocista, e magari affinando questa tecnica riusciremo a fare qualcosa. Penso che anche su strada il modo di batterla sia anticiparla, perché se parte prima, ci prende tanto margine. Lorena ha un picco breve, ma veramente forte con cui ti prende subito quella bicicletta che poi è dura riuscire a rimontare. Per cui, anticipandola, è lei che deve guadagnarla. Però averla battuta mi riempie di orgoglio…».

Su strada Wiebes ha ancora vantaggio, ma quanto vale ora Fidanza? Qui è terza alla Scheldeprijs 2024, dietro Lorena e Kool
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In crisi dopo Parigi

Fidanza, come le ragazze del quartetto, è andata agli europei di Zolder con la voglia di chiudere il ciclo di Parigi con un buon sapore in bocca. Il quarto posto del quartetto ha colpito duro: erano lì, invece sono tornate a casa a mani vuote.

«Sono uscita da Parigi – dice Fidanza – con una grossa delusione addosso. Le altre ragazze sono riuscite a vincere la madison e hanno dato morale a tutta la squadra. Però a livello di quartetto siamo uscite male, perché abbiamo fatto tanto, eppure probabilmente non abbastanza. Onestamente ho sofferto parecchio, ho passato un periodo in cui mi sono sentita anche un po’ persa. Però adesso posso dire che grazie alla nuova squadra nuova e ai tanti stimoli che sto ricevendo, sono riuscita a ritrovare la mia strada. Riprenderò alla Vuelta a Extremadura, con una condizione tutta da scoprire e ricostruire, dopo la pista, in vista delle gare che verranno. Spero di ritrovare presto il colpo di pedale e l’occhio della strada. E poi, chissà quando incontrerà la Wiebes la prossima volta…».