Dicembre è, come spesso accade, tempo di bilanci. E il bilancio lo traccia anche Michele Scartezzini, uno dei pistard più puri nella rosa di Marco Villa. A Gand lo abbiamo visto all’opera da vicino. Gli altri big in gara lo cercavano. Si confrontavano con lui tra una prova e l’altra. Segno di grande rispetto nei suoi confronti. Per il veneto, 31 anni e una grande esperienza, anche nel tracciare i bilanci e parlare dei progetti.
Bilancio positivo
Il 2023 di Scartezzini è stato disputato ad un livello alto, come sempre del resto, ma anche da un paio di colpi non brillantissimi: l’errore nella finale mondiale della madison e la frattura della clavicola.
«Mi sono rotto la clavicola ai primi di ottobre – ha detto Michele – poi è stata una grande corsa per il recupero. Avevo in vista la Sei Giorni di Gand. Mi ha operato il dottor Porcellini, lo stesso che ha avuto a che fare con molti piloti della MotoGp. Per esempio aveva operato Bezzecchi tre giorni dopo di me e qualche giorno dopo era in pista nel motomondiale.
«Non ho perso molto in termini di condizione generale, ma certo nei cambi a Gand non ero al massimo dal punto di vista della forza sulla spalla».
Il bilancio della sua stagione non è negativo, anzi… Scartezzini promuove se stesso, pur ammettendo alcuni inciampi.
«Alla fine i miei obiettivi sono i campionati italiani, la Coppa del mondo, gli europei e i mondiali. Di titoli italiani quest’anno con le Fiamme Azzurre ne ho vinti tre. In Coppa sono salito sul podio. Agli europei sono arrivato secondo. In vista di questa prova mi ero ammalato in Argentina, dove stavamo correndo con la nazionale. E Villa giustamente mi ha messo in discussione per l’americana. A quel punto Viviani era in vantaggio su di me, per correre con Consonni. Poi è successo che anche Elia si è ammalato e sono subentrato io e appunto siamo saliti sul podio».
«Poi è vero – ammette Scarte – ho sbagliato un cambio nella madison e siamo finiti noni. Potevamo fare decisamente meglio. Mi mangio le mani. Però ho fatto bene nello scratch e anche nella corsa punti, dove ero subentrato all’ultimo a Consonni».
Testa agli allenamenti
Su strada Scartezzini corre nelle fila della Biesse-Arvedi. Per lui l’asfalto è davvero la palestra. Una palestra che rinnova di continuo anche con la nazionale. Dopo Gand “Scarte” aveva in ballo la Sei Giorni di Rotterdam, ma tutto sommato era molto motivato anche ad andare proprio con gli azzurri. E sì che gli ingaggi per le Sei Giorni non sono affatto male.
«La Sei Giorni ti dà ritmo, ma specie nelle mia condizione attuale, porta anche via tanta forza. Ancora di più sulla pista del Kuipke che era corta e ti portava ad utilizzare rapporti molto corti. Quindi mi fa molto piacere andare in ritiro con i ragazzi per mettere su un bel volume di lavoro». Villa porta tutti in Spagna.
Sognando Parigi
Ma dicembre è anche il momento ideale per guardare avanti. Il 2024 è l’anno delle Olimpiadi.
«Abbiamo già una bozza degli impegni in vista della prossima stagione tra gare e blocchi di lavoro a Montichiari. Chiaro, non sappiamo i giorni precisi, ma i periodi sì. Questo è molto importante per fare i carichi e lavorare sulla forza».
La nazionale è la sua vera famiglia. Ma Michele è forse colui che più paga il peso del numero contingentato di atleti che una Nazione può portare alle Olimpiadi. Il quartetto fagocita molti posti e di fatto ne resta uno solo disponibile per le altre prove.
«E’ difficile per me – ci ha raccontato Scartezzini – ne sono consapevole. Sono il primo a dire che il quartetto non si tocca. Quello che abbiamo visto in gara è quello che dà più certezze. Ma come nella madison io ci sono sempre stato.
«Prima di Tokyo, facemmo due quartetti, un test importantissimo. In uno c’eravamo io, Ganna, Lamon e Bertazzo. Nell’altro c’erano Consonni, Plebani, Milan e Stefano Moro. Noi girammo in 3’44”, in pratica il record del mondo, e loro in 3’48”. Arrivammo in quattro. Questo per dire che c’ero a quei ritmi. E credo che se riesco ad allenarmi bene e senza intoppi ci posso stare ancora. Semmai l’incognita è vedere se riesco a riprodurre quella prestazione per tre turni».
La prova più indicata per Scartezzini potrebbe essere l’americana. E lui lo sa bene. Da diversi anni è uno dei migliori interpreti di questa disciplina. «Da cinque anni sono lì, sempre con i migliori del mondo. Mi piacerebbe davvero correrla a Parigi e magari portare una medaglia all’Italia. Ma certo con questo fatto delle convocazioni è un bel casotto per me».