Dopo cinque anni e quattro stagioni Elia Viviani torna alla Ineos Grenadiers. Un periodo nel quale il talento veronese è cambiato moltissimo. E’ maturato, è definitivamente diventato un grandissimo e adesso si appresta ad affrontare questa sua maturità nel miglior modo possibile e nel team forse più forte.
In questi giorni si trova in Spagna per allenarsi con il team. E con lui c’è anche un indaffaratissimo Cioni. Si lavora a tutta e su ogni fronte.
Prima volta con Cioni
Per questo ritorno Viviani sarà affidato in tutto e per tutto alle cure di Dario David Cioni, preparatore e direttore sportivo della corazzata inglese.
«Ai tempi della Sky – dice Cioni – Elia non era uno dei miei corridori, non lo allenavo io. Siamo contenti che abbia scelto di tornare da noi, è un atleta molto importante. Da quando ha lasciato la nostra squadra ha avuto un grande cambiamento, soprattutto con la Quick-Step, dove ha vinto molto e speriamo possa vincere ancora».
«Anche se Elia era in altre squadre ci siamo sempre salutati e il distacco con lui non è mai stato completo. In passato ho potuto ammirare la sua professionalità. Aveva vinto in altre squadre dopo di noi e ha vinto anche in pista. Lo abbiamo preso con qualche anno in più e quindi è anche più esperto».
Da Sky a Ineos
Viviani mancava dal gruppo di Sir Brailsford da quattro stagioni, che corridore troverà quindi il tecnico toscano dopo questo lasso di tempo? Ci sono dei punti sui quali Cioni sta lavorando con Elia, magari per coprire delle “lacune”?
«Numericamente non si può dire quanto sia cambiato e poi conta relativamente adesso, quello si vedrà alle corse. Anche perché per il momento abbiamo lavorato molto sulla base. Abbiamo pensato ad accumulare chilometri e non abbiamo fatto ancora qualità. Tra l’altro con il fatto che l’Argentina è saltata (Vuelta San Juan, ndr) stiamo valutando dove debutterà.
«Lacune io poi non ne vedo. Ma anche queste eventualmente le valuteremo dopo le prime corse. Lì sapremo in cosa andrà meglio e in cosa andrà peggio e di conseguenza potremo aggiustare il tiro».
«La stagione di Viviani sarà comunque finalizzata alla strada principalmente e a fine anno si lavorerà anche per la pista.
«L’obiettivo è sempre quello di migliorare lo spunto massimo, ma è chiaro che sarà chiamato più spesso a fare delle volate di rimessa che non con il treno. E questo sarà un lavoro che sarà integrato anche con la parte in pista, insieme a Villa. Come di fatto già accade con Filippo (Ganna, ndr)».
Volate “fai da te”?
Cioni ci parla di volate di rimonta. L’idea del Viviani velocista col treno sfuma un po’. Ma non per una mancanza di programma, ma proprio per il modus operandi che vige alla Ineos. Lo stesso Tosatto ci aveva parlato di volate per Elia, ma anche della possibilità di essere al fianco di Hayter.
«Per Viviani – riprende Cioni – vale la regola che c’è per tutti gli altri. E cioè con tanti potenziali corridori molto forti in squadra diamo la leadership a chi ha più probabilità di vincere. Se in quel momento Elia avrà le carte per poter vincere una volata avrà anche il supporto della squadra.
«Ineos in questi anni ha mostrato che l’obiettivo è vincere corse, non solo le volate. E’ più difficile che da noi avrà un treno come magari poteva avere alla Cofidis, avrà invece delle situazioni in cui si potrà adattare».
Il riferimento di Cioni è chiaro. La Ineos va al Giro e al Tour con uomini di classifica e nel ciclismo moderno si è visto che difficilmente chi punta alla maglia rosa o gialla porta in squadra anche il treno per il velocista. Anzi, il più delle volte non porta neanche il velocista.
Viviani pertanto dovrà essere bravo a saltare da una ruota all’altra. O ad affidarsi ad un solo uomo, qualora la Ineos, come sembra, verrà in Italia con Carapaz.
Ruolo in divenire
Viviani era stato alla Sky dal 2015 al 2017, poi due stagioni con la Quick-Step e due con la Cofidis, le più difficili, tra cadute e Covid. Solo nel finale della recente stagione, il re dell’omnium di Rio 2016 aveva ritrovato lo smalto che gli compete e infatti aveva dominato sia su strada che su pista.
Questo è un ritorno particolare. Forse Viviani stesso ha capito che dovrà abbandonare l’idea di un treno tutto suo, ma proprio per questo potremmo vederlo in altre vesti. Da buon pistard Viviani sa saltare da una ruota all’altra. E’ molto scaltro. E non saremmo stupiti di vederlo anche attaccare, magari con una fucilata nel finale. Tanto più dopo aver visto come è andata l’eliminazione di Roubaix.
Insomma ci si potrebbe staccare dallo stereotipo del Viviani velocista. Di certo siamo curiosi di vedere come andrà questa stagione, senza più i fidati Sabatini e Consonni.
«Di Viviani – conclude Cioni – mi piace la sua professionalità. Una professionalità che si riscontra un po’ in tutto, anche nel suo essere un capitano. Lui può essere un riferimento anche per i più giovani e tutti possono imparare da lui. Come ho detto, rispetto al Viviani dei tempi della Sky è più maturo e questo può essere un qualcosa in più. Ha colto delle vittorie importanti che ne fanno un leader».