Silvia Zanardi lancia la volata lunga verso Parigi

20.09.2021
4 min
Salva

Nelle rispettive giovani storie, Silvia Zanardi entrò nelle pagine di bici.PRO lo scorso 12 ottobre, pochi giorni prima dell’effettiva messa online del sito, per la vittoria agli europei under 23 della corsa a punti a Fiorenzuola. Rimanemmo colpiti quando ci raccontò che alla fine del lockdown, per celebrare quell’insolito ritorno alla vita, prese la bici e partì dalla casa del ragazzo in cui aveva trascorso la clausura e se ne tornò verso Piacenza pedalando. C’era da approfondire e così, durante il ritiro della nazionale sull’Etna a gennaio, raccontammo un’altra interessante fetta della sua storia. A distanza di otto mesi, Silvia è diventata campionessa europea delle under 23 e quel suo urlo sul traguardo di Trento ha mostrato una grinta spesso nascosta dietro il suo sorriso.

«Ho urlato – ride – perché non ero affatto sicura di riuscire a vincere. Blanka Vas mi aveva già battuto, per cui ho lasciato che fosse lei a lanciare la volata dal davanti. Io mi sono messa dietro, sapendo che ho una bella rimonta. E quando effettivamente ci sono riuscita e lei si è piantata, allora ho urlato davvero forte».

L’inizio di stagione non era stato dei migliori, ma assieme al suo allenatore Walter Zini, Silvia è ripartita alla grande
L’inizio di stagione non era stato dei migliori, ma assieme al suo allenatore Walter Zini, Silvia è ripartita alla grande

Fino a ieri, l’atleta della Bepink era a Barcellona per delle gare su pista. E se pure il 26 correrà su strada in Italia, nel suo mirino ora ci sono gli europei elite su pista, cui è certa di partecipare.

Ti aspettavi una stagione così buona?

La verità? No. Non era cominciata benissimo, avevo qualche chiletto di troppo. Poi con il mio preparatore abbiamo fissato degli obiettivi, che erano vincere qualcosa agli europei in pista, a quelli su strada e vincere finalmente una classica su strada. Prima degli europei in pista ho cominciato ad avvertire buone sensazioni. E alla fine gli obiettivi li ho centrati tutti.

Hai detto che l’europeo di Trento vale più di quello su pista.

Perché non avevo mai vinto una grande classica su strada ed era importante dimostrare di poterlo fare. Per me la strada vale più della pista, ma non ho mai avuto un riferimento, qualcuno da seguire. Ero vicina alla Bronzini, che mi ha sempre dato una mano. Seguivo i suoi allenamenti e una volta mi portò dal suo preparatore. Per il resto mi piace Sagan, ma perché è veloce come me.

Foto di gruppo al belvedere di Taormina durante il ritiro azzurro di gennaio. Silvia Zanardi è la prima in basso a sinistra
Foto al belvedere di Taormina durante il ritiro di gennaio. Silvia Zanardi è la prima in basso a sinistra
Qual è il bello di uscire in bici?

Il fatto di poter stare da sola e pensare. Mi aiuta a sfogare il mio stress, che è tanto e pesante. Non si può essere sempre al top, mantenere sempre le aspettative. Io poi mi faccio condizionare molto…

Da cosa?

Dal giudizio della gente. Ci resto male se arriva una critica. Sul momento sembra che non ci faccia caso, invece mi metto a rimuginarci sopra. Per fortuna non sono una grande fan dei social. Leggo e rispondo a chi mi scrive, ma meglio se c’è da commentare una vittoria.

Quanto cambia la tua dimensione dopo la vittoria negli europei?

Direi di nulla, salvo per il fatto che ho più consapevolezza di me stessa. Ora so di essere all’altezza di certi appuntamenti.

Hai mai riguardato il finale degli europei di Trento?

Mi capita spesso e ogni volta mi viene la pelle d’oca. Sul traguardo c’era tutta la mia famiglia, ci tenevo a dimostrare.

Zanardi Pordenone 2021
La vittoria di Silvia Zanardi al Giro Provincia di Pordenone, che l’ha finalmente sbloccata (foto Ossola)
Zanardi Pordenone 2021
La vittoria di Silvia Zanardi al Giro Provincia di Pordenone, che l’ha finalmente sbloccata (foto Ossola)
Ti è dispiaciuto non andare a Tokyo?

Certo, ma ero consapevole che ci fossero delle altre ragazze forti. Adesso voglio andare a Parigi, per cui parteciperò agli europei su pista di Grenchen e poi spero di conquistarmi una convocazione per i mondiali di Roubaix.

Di recente abbiamo dedicato spazio al mondo juniores maschile, ma veniamo tirati da più parti per ficcare il naso nel femminile…

C’è un po’ la tendenza a esagerare. In nazionale pretendono tanto perché abbiamo un potenziale importante, ma non si deve strafare. Lo dico sempre alle ragazze della mia squadra, bisogna crescere senza saltare gli step.

E tu con quella maglia addosso, sei pronta per il WorldTour?

Ancora non so niente, ma certo che mi piacerebbe. Qualcuno mi ha cercato, ma la stagione è ancora lunga.