L’arte del colpo di reni. A lezione da Silvio Martinello

14.04.2022
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La scorsa domenica Benoit Cosnefroy ha perso l’Amstel Gold Race al colpo di reni. Le immagini al rallentatore evidenziano in modo anche abbastanza netto come Michal Kwiatkowski sia stato più bravo in questo famoso gesto finale. Con un colpo ben assestato il polacco ha guadagnato quella manciata di centimetri che gli hanno consentito di alzare le braccia al cielo.

E il corridore della Ineos-Grenadiers è davvero bravo, pur non essendo un velocista puro, ma avendo corso per anni su pista. Basta ricordare la Sanremo del 2017 vinta in quel mitico arrivo a tre con Sagan e Alaphilippe (foto di apertura). Forse i brevilinei sono più abili nell’eseguirlo. Il vantaggio è che sono più rapidi, lo svantaggio è che hanno meno leva una volta lanciata la bici.

Di questo spettacolare gesto parliamo con Silvio Martinello, grande ex velocista e anche grande ex pistard. Silvio in quanto a tecnica sa il fatto suo. E anche lui ha esaminato bene il finale dell’Amstel.

Amstel 2022. A destra, Kwiato dà un colpo perfetto: sella sullo sterno e sguardo verso Cosnefroy, che a sua volta è molto più statico
Silvio, Cosnefroy ha sbagliato il colpo di reni: è così?

Può starci. Di certo non lo ha fatto bene, questo è fuori di dubbio. Ed è un gesto che può fare la differenza come abbiamo visto.

Nella tua carriera ti saranno capitate situazioni in cui lo hai dovuto fare in modo decisivo…

Tante volte. Ricordo per esempio la mia vittoria al Giro d’Italia del 1991 in volata contro Allocchio a Castelfranco Veneto. Lui era già pronto ad alzare le braccia al cielo e io lo infilai. Stessa cosa ad un Giro del Trentino contro Baffi, sempre nel 1991, quella volta si arrivava a Trento sul pavè. Ma ci sono state anche occasioni in cui ho perso al colpo di reni.

Racconta…

Per esempio al Giro del 1998. Quell’anno feci quattro volte secondo, tre dietro Cipollini e una dietro Magnusson. Si arrivava a Vasto, battei Mario ma Magnusson mi infilò proprio al colpo di reni. Arrivò meglio sulla linea e vinse lui.

“Arrivò meglio sulla linea”: come si capisce dunque il momento per darlo?

Non è tanto una questione di calcolo, ma di feeling, di abitudine col gesto e con le volate. E molto dipende anche da quante energie si hanno e anche dalla posizione durante lo sprint.

La volata vinta da Magnusson (al centro) su Martinello (a sinistra) e Cipollini (a destra) al colpo di reni al Giro 1998 (screenshot da video)
La volata vinta da Magnusson (al centro) su Martinello (a sinistra) e Cipollini (a destra) al colpo di reni al Giro 1998 (screenshot da video)
Posizione?

Se sei davanti o se sei in rimonta. E generalmente al colpo di reni è avvantaggiato chi è in rimonta perché è più veloce, che sia tanto o poco, ma è più veloce e riesce a gettare in modo più rapido la bici sul traguardo, sfrutta l’attimo, perché poi bisogna ricordarlo: quando si dà il colpo di reni si smette di pedalare, quindi devi azzeccare il momento giusto. Non puoi essere né troppo corto, né troppo lungo. Per questo dico che è un gesto che s’impara facendolo, sfruttando le occasioni quando diventa necessario.

Hai detto che chi è rimonta generalmente è avvantaggiato perché più veloce, ma influisce anche il colpo d’occhio? In fin dei conti ci si può regolare non solo sulla distanza dalla linea del traguardo ma anche sull’avversario…

Credo che sia qualcosa di soggettivo. Quando sei davanti per osservare i tuoi avversari guardi sotto le braccia. Io almeno facevo così. Chi vince in rimonta invece deve solo guardare avanti. Però forse sì: calcola un po’ meglio i tempi.

Quanto aiuta essere stati dei pistard?

Molto. Come in tutte le cose in cui serve velocità e destrezza la pista aiuta molto. Aiuta soprattutto nello sviluppare questa abilità motoria, anche perché in pista il colpo di reni è ancora più difficile. Con il rapporto fisso non puoi smettere di pedalare. Di conseguenza non ti puoi buttare con il sedere dietro la sella, altrimenti cadi, ma devi restare più in avanti. E infatti è un colpo di reni diverso. Un colpo se vogliamo meno potente, ma più rapido.

E su strada?

Su strada puoi sprigionare tutta la tua forza in quel gesto. Potendo smettere di pedalare non sei limitato e ti puoi buttare indietro e far arrivare la sella sullo sterno.

A tuo avviso si può anche allenare? Vediamo che oggi i corridori fanno molta ginnastica, curano la mobilitò con fitball, stretching, Trx…

Su questo aspetto non ho l’esperienza diretta e non saprei dire. Ai miei tempi la palestra si faceva una volta ogni tanto. Tuttavia, vedendo il gesto mi verrebbe da dire che non cambia nulla. Ma ripeto: vado un po’ a naso.

Ultima domanda, Silvio: ai tuoi tempi c’era qualche corridore famoso proprio per il colpo di reni?

Mah, di base lo erano un po’ tutti i velocisti. Soprattutto quelli che facevano le volate da soli in rimonta. Mi viene in mente Nicola Minali. Lui era molto bravo in questo tipo di volate, anche se ha vinto corse importanti pur facendo volate di testa, ma era davvero efficace in questo gesto.