Ma la serata non è finita. Tripudio Paternoster

21.10.2021
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Ma cos’è, un sogno? Non abbiamo neanche finito la sbornia del quartetto d’oro che subito dopo ecco anche l’argento di quello femminile e soprattutto un altro oro. Letizia Paternoster campionessa del mondo nell’Eliminazione. Una delle prove più vibranti dell’intero programma della pista.

Letizia sempre guardinga nelle posizioni di testa
Letizia sempre guardinga nelle posizioni di testa

Eliminazione sorniona

Eppure, la gara era partita quasi in sordina. Il francese Grondin aveva vinto lo Scratch e dopo la bolgia i decibel nel velodromo erano scesi. Ma intanto questo gruppo di ragazze girava, girava… Girava e mentre noi con un occhio scrivevamo del quartetto, con l’altro seguivamo la gara appunto. E la maglia azzurra della trentina era sempre davanti.

Eliminata una bielorussa, una norvegese, una lituana… restano in sei, in cinque, in quattro e la Pater è sempre dentro. Ed anche bene…

«Sì – dice Letizia a fine gara – ero in controllo, perché volevo che fosse così. Volevo riprendermi la mia vita. Stavo bene, ho corso bene. Ho cercato di stare sempre davanti e quando poi nel finale sono rimasta da sola con la Kopecky quasi non ci credevo. Mi sono tornati in mente questi due anni orrendi che ho passato e mi sono detta: questa è mia. Devo prendermela questa vittoria».

E così, come un’ex sprinter navigata la Paternoster già prima del suono della campana si è portata in alto sulla curva e poi in avanti. Quando è scesa verso la corda ha guardato la sua avversaria fissa negli occhi per tutto il tempo del rettilineo. All’ingresso dell’ultima curva davanti c’era lei. Ma per tenerla quella posizione serve gamba. La volata è da agonista pura. La belga riesce giusto ad affiancarla ma senza mai arrivarle neanche all’altezza della spalla. All’uscita della curva il vantaggio è netto. Letizia Paternoster è d’oro.

La trentina anche sul podio del team pursuit (argento alle spalle della Germania)
La trentina anche sul podio del team pursuit (argento alle spalle della Germania)

La rinascita

Letizia è visibilmente commossa. Alterna momenti di sorriso, ad altri di pianti a singhiozzo. Ci sta. Sta vivendo un momento di forti emozioni. E soprattutto emozioni contrastanti. Viene da due anni con diverse problemi: cadute, una mano rotta in seguito ad un incidente stradale, il Covid…

«E’ stato davvero fantastico per me. Una liberazione. Ci credevo tanto, lo sognavo tanto e quando ho tagliato il traguardo ero frastornata.

«Questa è la mia rinascita, dopo due anni bruttissimi. Lo dovevo a me stessa con tutto il male che ho passato. Ho vissuto un momento davvero buio che è difficile da spiegare a parole. E’ stato eterno. Ma è scattato quel “clack” in testa già da un mesetto, forse anche un po’ di più. Cosa lo ha fatto scattare? La voglia di riprendere in mano la mia vita».

«Volevo tantissimo questa corsa. Ho iniziato a pensarci dall’Europeo ma forse anche da prima. Dario Broccardo me lo aveva detto: proviamo a farne una ma a farla bene. Avevo l’opportunità della vita. Dino (Salvoldi, ndr) ha creduto in me… – fa una pausa – Dino ha sempre creduto in me e questa la devo a lui, a Dario, al mio ragazzo, a Miki, a Manuel Quinziato il mio mentore… perché sono stati gli unici in questi due anni terribili a starmi vicino. Gli altri se ne sono andati… purtroppo».

Tra quartetto ed eliminazione

Nel pomeriggio, appena iniziata la sessione pomeridiana le ragazze azzurre avevano girato in cinque. Si facevano prove di quartetto. Prove alle quali ha preso parte anche Letizia, nonostante dovesse fare l’Eliminazione. Sembra si stessero verificando le condizioni di Martina Fidanza, alle prese con un raffreddore. Ma una volta che Martina ha dato l’okay Letizia si è potuta concentrare sulla sua prova. 

«Sì – dice la Paternoster – mi avete visto parlare con Salvoldi perché ieri avevo fatto il quartetto con le ragazze, avevo fatto la qualifica e oggi avevo la mia gara. Giustamente abbiamo optato per questo cambio. Al mio posto è entrata Chiara Consonni. Alla fine mi porto a casa un argento e un oro. E’ incredibile!».

Paternoster, la riscossa è iniziata a Grenchen

12.10.2021
4 min
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«Sapevo e ho sempre detto che a Tokyo non potevo essere la miglior Paternoster, per cui ringrazio Salvoldi per avermi dato fiducia. A un tratto ho pensato che non sarei andata. Magari i mondiali saranno un bel momento di riscatto».

Colline del Prosecco

Primo pomeriggio sulle colline trevigiane. A Ca’ del Poggio è stata appena presentata una serie di nuove tecnologie con le quali saranno confezionate le divise delle Fiamme Azzurre. Per questo nel resort in cima al celebre Muro si sono ritrovati gli atleti della Polizia Penitenziaria. Con Letizia, appunto, ma anche l’oro olimpico di Lamon, Scartezzini, Bastianelli, Cecchini e Guderzo.

Manca una settimana all’inizio dei mondiali pista di Roubaix, l’atmosfera è rilassata. E poi, dato che l’azienda che produce le divise ne realizza anche per l’automobilismo, agli atleti è stata offerta la possibilità di un giretto nell’auto di Giandomenico Basso, campione italiano rally. E qui l’adrenalina scorre più copiosa del Prosecco sulle colline che l’Unesco ha inserito nel suo patrimonio

Buio alle spalle?

I campionati europei hanno in qualche nodo segnato la svolta. A Tokyo le cose non sono andate come Salvoldi si aspettava e c’è da capire se la convocazione sia venuta a tutela dell’atleta da cui tanto ci si aspetta o non sia stata piuttosto per lei un’esposizione eccessiva che nel gruppo azzurro ha creato qualche tensione di troppo.

Agli europei un buono spirito di squadra: qui Paternoster gioisce per le compagne del quartetto
Agli europei un buono spirito di squadra: qui Paternoster gioisce per le compagne del quartetto

«Lo ripeto – ammette la trentina – a Tokyo non c’era la miglior Letizia, non sono state le Olimpiadi il punto di ripartenza. Vedo piuttosto i campionati europei di Grenchen delle scorse settimane. Ora finalmente posso dire che il momento nero è finito. E posso dirlo in base alle mie sensazioni. Potrei anche dire che ho svoltato alle Olimpiadi, vista l’importanza dell’evento. Ma non sarebbe vero. Ora invece sono veramente felice e veramente serena. E quando hai queste due cose per la testa, puoi lavorare come vuoi e dove vuoi».

Argento preziosissimo

A Grenchen è arrivato finalmente il primo risultato tutto suo: l’argento nell’eliminazione che ha segnato il ritorno su un podio dopo due anni di buio. La risalita è stata lenta e non è ancora completa: il post Covid ha presentato un conto per lei carissimo.

La convocazione a Tokyo forse è stata prematura e ha creato tensioni in squadra
La convocazione a Tokyo forse è stata prematura e ha creato tensioni in squadra

«Faccio fatica a trovare quale sia stato il momento peggiore degli ultimi tempi – dice – ma penso i 40 giorni di febbre col Covid. Non vedevo via d’uscita, ho passato il momento più buio della mia vita. Adesso però si volta pagina e l’inverno che arriva sarà molto importante. Lavorerò con tanta costanza e non vedo l’ora di raggiungere in ritiro la mia Trek-Segafredo per il primo ritiro di dicembre in Spagna. Non toglierò la pista dalla mia vita, ma voglio concentrarmi per bene anche su strada».

Posto da ritrovare

Prima che si concludesse il carosello sull’auto da corsa, che Letizia ha apprezzato davvero tanto perché quando è scesa dalla Skoda bianca aveva gli occhi fuori dalle orbite per la felicità, la trentina ha lasciato la compagnia e si è diretta verso Montichiari, dove le altre azzurre la aspettavano per le sedute pomeridiane di lavoro. Forse si pensava che finito il Covid, il suo valore tornasse a galla rapidamente da solo. In realtà il recupero è stato lungo e solo ora si può cominciare a parlare di un’atleta ritrovata.

Sul finestrino della Skoda da rally, Paternoster e i nomi degli altri atleti presenti
Sul finestrino della Skoda da rally, Paternoster e i nomi degli altri atleti presenti

I mondiali saranno uno step da seguire con attenzione, ma la vera sfida sarà tornare al top il prossimo anno e riconquistare un posto importante in nazionale. Lei lo sa. Sa che nel frattempo altre individualità sono cresciute fino a toccare livelli altissimi.

Sorride. Dispensa serenità. E se fino a pochi mesi fa fa in fondo agli occhi potevi riconoscere il dubbio, ora sembra di scorgere la spensieratezza di un tempo.

Madison nata male, ma “Pater” e Balsamo sono già a Parigi

06.08.2021
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Una madison nata male. Al velodromo di Izu le ambizioni di medaglia di Letizia Paternoster ed Elisa Balsamo sono durate pochi giri. Un sorpasso azzardato di una rivale ha fatto terminare giù la piemontese e a quel punto è stato impossibile tornare in corsa per salire sul primo podio tutto al femminile della disciplina che domani (ore 9,55 italiane, sincronizzate gli orologi) vedrà impegnati Elia Viviani e Simone Consonni, a caccia della seconda medaglia per ciascuno all’Olimpiade di Tokyo.

Inglesi, danesi e russe (con la sigla ROC): il podio della Madison di Tokyo 2020
Inglesi, danesi e russe (con la sigla ROC): il podio della Madison di Tokyo 2020

Podio tutto europeo

Chiaramente deluse le due azzurre perché la medaglia se la sentivano nelle gambe e, invece, hanno dovuto vederle al collo delle colleghe britanniche (oro) Laura Kenny e Katie Archibald, insieme alle danesi (argento) Amalie Dideriksen e Julie Leth e alle russe (bronzo) Gulnaz Khantuntseva e Mariia Novolodskaia.

Prende la parola Letizia, che non nasconde il rammarico: «Siamo state molto sfortunate, l’importante è che Elisa non si sia fatta male. Oggi fin dall’inizio mi sentivo molto bene a livello fisico e ci credevo più che nell’inseguimento a squadre. Speravo in qualcosa di più grande e la sognavo davvero questa medaglia, seppur sapevo che sarebbe stato difficile».

Elisa è sconsolata: «L’irlandese è passata sotto il cambio e mi ha buttato a terra. Ho preso una bella botta, ma per fortuna sto abbastanza bene. Difficile trovare la freddezza per provare a ripartire, purtroppo la gara era già esplosa. Ho battuto la testa sulla nuca e ho strisciato un po’ sulla pista perché non riuscivo a fermarmi. Non fa piacere che qualcuno sbagliando abbia compromesso la nostra gara. E direi che la caduta è successa in un momento in cui non ci voleva e non è stata nemmeno colpa nostra. È stata una madison completamente diversa dalle solite perché è stata tiratissima dal primo metro, è stata un’esperienza anche questa».

Letizia Paternoster dà il cambio ad Elisa Balsamo, alla fine le azzurre hanno chiuso all’8° posto
Letizia Paternoster dà il cambio ad Elisa Balsamo, alla fine le azzurre hanno chiuso all’8° posto

Pensando a Parigi

Letizia guarda avanti verso il futuro più lontano: «L’unico spiraglio che vediamo in questo momento è che fra tre anni a Parigi ritorneremo sicuramente con più voglia e più arrabbiate. Per Tokyo è stato un avvicinamento dopo un anno difficilissimo e se l’Olimpiade fosse stata l’anno scorso, non ci sarei stata. Comunque, per fortuna a Parigi non manca tanto per la rivincita».

Per la rivincita di Elisa, invece, basta aspettare domenica con l’omnium: «Salirò in pista per dare il massimo e l’obiettivo è di uscire dalla pista senza recriminazioni. Vediamo cosa verrà».

Professionisti e amatori, le distanze si riducono

30.07.2021
5 min
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Prima una voce e poi un’altra. L’azienda che produce bici, rimasta fuori dal WorldTour per offerte superiori o per scelta. Il produttore di abbigliamento che si affianca all’organizzatore di Gran Fondo. Il Covid ha messo migliaia di nuove persone in sella e, già nei nostri confronti con i candidati alla presidenza federale, si era parlato a lungo della necessità di intercettare quel pubblico di novelli amatori. Ad ora il presidente Dagnoni ha lavorato molto sull’elite, gettando le basi per la rifondazione delle nazionali, mentre il resto si muove sotto traccia. Così per capire in che modo gli sponsor si stiano attrezzando per intercettare da sé le nuove leve del ciclismo, abbiamo chiesto nuovamente conforto a Emiliano Borgna, responsabile di ACSI Ciclismo, cui fa riferimento un notevolissimo numero di organizzatori e atleti del mondo delle Gran Fondo.

Moser testimonial Cinelli a Nova Eroica con Giancarlo Brocci, motore di Eroica
Moser testimonial Cinelli a Nova Eroica con Giancarlo Brocci, motore di Eroica

Aziende fai da te

Il settore è a sua volta in ripresa dalla pausa Covid. I protocolli permettono lo svolgimento delle manifestazioni. E quelle schiere di ciclisti che inizialmente non sapevano come muoversi, adesso stanno scoprendo il piacere di aggregarsi. Non c’è da stupirsi che i grossi nomi, interessati alla vetrina a soprattutto a vendere, inizio a guardarli con occhio interessato.

«Sono mesi intensi – dice Borgna – il settore è ripartito e quando si capirà bene in che modo utilizzare il Green Pass, sarà tutto anche più chiaro. Due settimane fa abbiamo fatto Nova Eroica con bici gravel ed è stata un successone. Confermo che anche aziende importanti si stanno avvicinando al mondo amatoriale. Il professionismo è l’ambizione di tutti, ma a monte serve anche l’anello pagante, che è appunto l’amatore. Così oltre a sostenere le manifestazioni di altri, alcune aziende sono diventate organizzatrici di eventi in cui fanno parlare di sé e magari riescono anche a vendere, facendo sì che l’amatore curioso diventi cliente».

Il potere dei social

Affermazioni molto interessanti che dovrebbero punzecchiare in modo energico i manager del professionismo, che in certi casi pensano di avere per diritto tutte le porte aperte, e anche il mondo dell’informazione, che deve cambiare canali e registro. Il fatto è che le aziende hanno smesso di aspettare e stanno diventando primi attori sulla scena.

«C’è un altro approccio rispetto a prima – conferma Borgna – si vede abbastanza chiaramente. A Nova Eroica è venuta Campagnolo con telai Cinelli. Hanno portato i corridori, fra cui Moreno Moser, hanno prodotto i loro contenuti social e se ne sono andati contenti. Sono cambiati anche i rapporti con la stampa. Ormai più di un articolo funziona l’influencer. Quando alla GF Squali è arrivata Letizia Paternoster, a prescindere dal fatto che abbia vinto o meno grandi cose, c’è stato quasi bisogno del servizio d’ordine. Quando due anni fa venne Nibali, ci fu una follia. C’è ricerca di questi personaggi, in un approccio più godereccio con il ciclismo».

Quando alla Gran Fondo Squali andò Nibali, ci fu l’assalto degli amatori, suoi primi tifosi
Quando alla Gran Fondo Squali andò Nibali, ci fu l’assalto degli amatori, suoi primi tifosi

Pro’ di nuovo… amici

Eppure proprio dagli ultimi esempi si capisce come la differenza fra amatori e professionisti si stia riducendo. Finita l’epoca infausta degli squadroni di corridori disoccupati che imponevano la loro legge in gruppo, i campioni sono tornati modello e ispirazione.

«Quelli di prima – sorride Borgna – venivano guardati con fastidio, ora chi prova a gestirsi a quel modo viene emarginato. Gli altri invece sono oggetto di ammirazione e a loro volta sono sensibili al mondo amatoriale. Sulla pagina ACSI ho postato la foto della maglia gialla avuta in regalo da Pogacar, perché Tadej ha saputo quello che facciamo ed era curioso e interessato, per la sua idea di fare qualcosa per il ciclismo in Slovenia».

Festival della bici

E così il mondo delle Gran Fondo ha riacceso i motori, con l’arrivo del gravel a rianimare la scena: lo conferma il successo di Nova Eroica.

«Le stesse aziende – dice – si sono spostate verso questo il settore degli amatori. Chi fa le bici, chi fa l’abbigliamento. Nascono eventi che uniscono le due anime del ciclismo. Sarebbe bello che attorno alle corse dei professionisti nascessero dei veri festival del ciclismo in cui coinvolgere, come ci siamo detti parecchie volte, anche l’attività giovanile».

Quest’anno a Riccione c’era Letizia Paternoster, per la gioia degli amatori presenti (foto Gf Squali)
Quest’anno a Riccione c’era Letizia Paternoster, per la gioia degli amatori presenti (foto Gf Squali)

L’intuizione di Pozzato

E’ quello che accadrà a metà ottobre in Veneto grazie a Pippo Pozzato e al suo socio Johnny Mole, con il Giro del Veneto il mercoledì, la Serenissima Gravel il venerdì, la Gran Fondo da Venezia a Bassano il sabato e sulle stesse strade la Veneto Classic la domenica.

«E’ una bellissima notizia – conferma Borgna – soprattutto per un anno come questo in cui la partecipazione agli eventi è ancora inferiore all’abituale. Però si riparte. La GF Squali, la prima, ha fatto numeri importantissimi. Altre faticano. Quelli che avevano congelato le quote di iscrizione l’anno scorso le ripropongono quest’anno a costo zero. Salvo qualcuno che ha chiesto il sovrapprezzo. Non una bella cosa, non il modo giusto per farsi voler bene…».

Paternoster Masotti 2021

Fiamme Azzurre: due ragazze, un pistard e il sogno…

13.07.2021
4 min
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La storia delle Fiamme Azzurre nel mondo del ciclismo inizia nel 1992, tanti grandi eventi sono stati quindi vissuti con trepidazione dai dirigenti del gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria, ma è chiaro che le prossime Olimpiadi porteranno con sé grande pathos. Intanto per la loro genesi, poi per tutte le difficoltà che comportano. Infine, dulcis in fundo, per le chance che i ragazzi porteranno con sé. Letizia Paternoster per le gare su pista (nella foto d’apertura con il D.T. del Gruppo Fabio Masotti), Marta Bastianelli per la prova in linea e Francesco Lamon per il quartetto dell’inseguimento.

Guderzo, a destra, resta a casa. Paternoster e Bastianelli voleranno invece a Tokyo
Bastianelli e Paternoster voleranno presto a Tokyo

L’Ispettore Superiore Augusto Onori, che cura il Gruppo Sportivo ciclistico con una passione senza pari, parte dall’aspetto generale, del contingente complessivo per affrontare l’argomento: «In totale sono 20 gli atleti delle Fiamme Azzurre qualificati per i Giochi Olimpici di Tokyo, un record storico per il nostro Gruppo Sportivo, che supera quello di Rio de Janeiro 2016 dove furono presenti 19 rappresentanti del Corpo di Polizia Penitenziaria e nel ciclismo ci presentiamo sulle linee di partenza con tre titolari qualificati, un numero importante in questo contesto che ci riempie di soddisfazione. Non va poi dimenticato che del contingente fa parte anche l’Assistente Capo Carlo Buttarelli, meccanico delle bici azzurre».

Vi aspettavate un numero simile di presenze all’inizio del quinquennio olimpico?

Considerando che la sezione ciclismo di Fiamme Azzurre consta di 6 atleti (2 uomini e 4 donne) penso che l’obbiettivo programmato sia stato ampiamente raggiunto. Come Sezione qualificare tre atleti lo riteniamo un ottimo risultato, sapevamo che il nostro potenziale tra tecnica, qualità ed esperienza è molto alto e aver piazzato questo numero di atleti lo riteniamo un risultato più che positivo.

Buttarelli 2021
Campionati Italiani di Monopoli: il meccanico Carlo Buttarelli opera gli ultimi ritocchi
Buttarelli 2021
Campionati Italiani di Monopoli: il meccanico Carlo Buttarelli opera gli ultimi ritocchi
Le Olimpiadi arrivano con un anno di ritardo: quanto ha condizionato i ragazzi questa sosta imprevista e così lunga?

Ovviamente noi, come tutto il mondo sportivo dell’alto livello, arriviamo all’appuntamento più importante con molte difficoltà, principalmente dovute nell’ultimo anno. La mancanza di competizioni, con i nostri atleti (purtroppo nessuno escluso) che hanno contratto il Covid-19 con le conseguenze post contagio ha allungato la ripresa.

La Paternoster arriva alle Olimpiadi con mille incognite legate a quanto ha passato nell’ultimo anno. Voi come gruppo sportivo come le siete stati vicini?

Paradossalmente per la Paternoster lo slittamento è stata una fortuna, in quanto ha potuto recuperare da un infortunio che nel 2020 l’avrebbe esclusa dai Giochi. L’infortunio le ha creato non poche difficoltà sotto tutti i punti di vista, psicologico e tecnico. Il recupero comunque procede e questo grazie anche alla collaborazione con i club esterni, che permettono di crescere e migliorare sotto il profilo della performance.

Guderzo Pechino 2008
Il momento più alto della sezione ciclistica delle FF.AA.: il bronzo della Guderzo ai Giochi 2008
Guderzo Pechino 2008
Il momento più alto della sezione ciclistica delle FF.AA.: il bronzo della Guderzo ai Giochi 2008
Quanto c’è di vostro nella gestione della sua ripresa, avete avuto voce in capitolo nella costruzione del cammino per farla tornare abile per i Giochi?

Come Gruppo Sportivo è nostro dovere istituzionale monitorare tutte le fasi dell’atleta, la guarigione è chiaramente l’obiettivo primario. Lo Staff del G.S. Fiamme Azzurre sta sempre vicino all’atleta, autorizza i raduni e le gare che richiede la struttura tecnica federale per prepararci per partecipare e vincere un’Olimpiade. Ritengo che il nostro lavoro abbia contribuito a non affrettare i tempi, dando supporto non solo alla Paternoster, ma a tutti i componenti del Gruppo.

Che cosa rappresenta per voi la presenza della Bastianelli recuperata quasi all’ultimo momento?

Il debutto olimpico della Bastianelli in Giappone, a coronare una lunghissima carriera, è per noi un particolare motivo di soddisfazione. Crediamo proprio che per le sue distintive caratteristiche, secondo i piani tattici del C.T.Nazionale Dino Salvoldi, il suo ruolo sarà di “jolly” qualora si configurasse un arrivo a ranghi compatti dove in questo caso Marta può effettivamente giocarsi legittime chance. Mi resta però un po’ di rammarico per l’assenza di Tatiana Guderzo, con la bellezza di 4 partecipazioni olimpiche e di Michele Scartezzini. Ho parlato tutti i giorni con Michele e so che la preparazione che abbiamo fatto sarà importante per costruire l’appuntamento per Parigi 2024.

Rammarico anche per l’esclusione di Michele Scartezzini, che ha reagito con grande sportività
Rammarico anche per l’esclusione di Michele Scartezzini, che ha reagito con grande sportività
In confronto agli altri sport, quanti saranno gli atleti delle Fiamme Azzurre presenti a Tokyo e che cosa vi aspettate da questa rassegna olimpica?

Il ciclismo targato Fiamme Azzurre ha partecipato ai Giochi ininterrottamente dal 1996: speriamo nelle medaglie su pista contando su un effetto sorpresa con la Bastianelli. Vedremo come andrà, l’importante è che abbiamo la coscienza di aver completato il percorso di avvicinamento, lungo addirittura 5 anni, come meglio non si poteva.

Le magnifiche sei della pista, parole ed emozioni

Giada Gambino
04.07.2021
6 min
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Sono sei le ragazze scelte, sei azzurre che rappresenteranno l’Italia alle Olimpiadi su pista, sei donne forti e combattenti. Ognuna di loro ha una storia diversa, ma sono tutte accomunate da un palmares ricco di traguardi e vittorie. Le magnifiche sei sono: Balsamo, Alzini, Guazzini, Fidanza, Barbieri e Paternoster. Pochi giorni fa questi nomi sono stati comunicati ufficialmente, l’animo delle ragazze è stato inondato da tante emozioni, una tra tutte la tristezza per le compagne di nazionale non convocate. D’altronde passando tanti mesi assieme, si finisce per diventare una famiglia. Il posto per Tokyo è stato sudato e conquistato giorno dopo giorno, nei lunghi mesi di lavoro di quest’anno, sorge spontanea una domanda: cosa avete pensato appena capito che l’Olimpiade non era più solo un sogno

Questa è Rachele Barbieri, emiliana, 24 anni
Ecco Rachele Barbieri, emiliana, 24 anni

Rachele Barbieri

«Sapevo già da qualche giorno di essere tra le azzurre scelte per Tokyo e non vedevo l’ora che venisse fatta la conferenza per poterlo gridare a tutto il mondo. Non ce la facevo più a tenerlo per me. Quando l’ho saputo, però, ho subito chiamato mio padre, il mio preparatore, la mia mental coach e il mio migliore amico… Nessuno mi rispondeva, non riuscivo a crederci. Fortunatamente ero con il mio ragazzo e ho potuto condividere con lui subito questa emozione intensa, poi mi hanno richiamata tutti. E’ stato davvero un bel momento, sono stata contenta di questa scelta.

«Dietro c’è un lavoro tanto duro e difficile che molti nemmeno potrebbero capire, ma grazie al mio crederci sono riuscita ad ottenere ciò che volevo, sapendo di lavorare in un gruppo fantastico. Prima della conferenza non sapevo chi altre sarebbero venute con me e mi dispiaceva per chiunque fosse rimasta a casa. Infatti, una volta usciti i nomi ufficiali, ho scritto un messaggio a tutte perché è anche grazie a loro se sono riuscita in questo sogno. Non è finita, bisogna stringere i denti, sarà un mese di fuoco!».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Ecco Martina Fidanza, 21 anni, bergamasca
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Lei è Martina Fidanza, 21 anni, bergamasca

Martina Fidanza

«Mi sono messa a piangere, poi mi sono sentita piena di energie… Non so nemmeno spiegarlo. Riccardo (Stacchiotti, il suo compagno, ndr) era appena arrivato a casa e sono subito andata ad abbracciarlo, mia sorella non ci credeva. Appena la notizia è stata resa ufficiale, sono stata riempita di affetto e sostegno. Cercherò di dare il meglio anche in questo mese di avvicinamento a Tokyo. Sinceramente non credevo di poter essere convocata, non avevo pensato a nulla è stata una vera e propria sorpresa. Ho un’agenda che mi porto ovunque quando parto, in cui scrivo pensieri ed emozioni e, sicuramente, sarà la prima cosa che metterò in valigia. Ho le giuste motivazioni! In questo momento sono così carica che mi farei persino una maratona a piedi».

Elisa Balsamo, cuneese, 23 anni
Tre specialità per Elisa Balsamo, cuneese, 23 anni

Elisa Balsamo

«Sono davvero felice! Il primo pensiero è andato a tutti quei sacrifici fatti da tanti anni e ripagati tutti insieme. Sono un po’ scaramantica, fino alla fine non ho mai avuto nessuna certezza, dovevo vedere il mio nome scritto. Questo mese colmo di appuntamenti mi servirà per definire al meglio la mia condizione e poter dare tutta me stessa o anche più. Essere già lì sarà un sogno, l’obiettivo principale è quello di non avere rancore e dare tutto poi… ciò che verrà si vedrà! Sono una ragazza che lavora duramente per realizzarsi, ma dopo che ottengo ciò che voglio mi pongo subito altri obiettivi». 

Martina Alzini, 24 anni, di Legnano
Martina Alzini 2020
Il sorriso di Martina Alzini, 24 anni, di Legnano

Martina Alzini

«Sono state tante emozioni contrastanti, qualche lacrima è scesa. La prima persona che ho sentito è stata mia mamma, lei conosce tutti i miei sacrifici. Lo scorso anno per essere più vicina al velodromo, mi sono dovuta trasferire e stare lontano da casa con la pandemia, non è stato facile. Essere motivo di orgoglio per i miei cari mi dà davvero tanta motivazione. La gioia di indossare la maglia azzurra è tanta. Paura? No, nella vita la paura sta in altro… Sicuramente tanta tensione che, spero, una volta arrivata a Tokyo si trasformi in forza e adrenalina. Adesso tra noi ragazze c’è anche più serenità! La competizione c’è ma, come dico sempre, quest’ultima deve avere una chiave costruttiva e positiva. Ho la fortuna di lavorare con ragazze serie e con la testa sulle spalle, bisogna fare un passo alla volta: il primo, da alcune di noi, è stato raggiunto. Adesso bisogna lavorare bene per puntare anche a una medaglia d’oro. Sono cresciuta in questo ambiente con la visione dell’Olimpiade come una meta nuova e da scoprire, siamo tutte giovani e con un bagaglio di esperienza da riempire». 

Vittoria Guazzini, 20 anni, toscana di Poggio a Caiano
Lei è Vittoria Guazzini, 20 anni, toscana di Poggio a Caiano

Vittoria Guazzini

«Ci ho sempre sperato, appena ho sentito il mio nome e ho davvero realizzato, sono scoppiata a piangere. Ho subito voluto condividere la notizia con le mie amiche e i miei familiari, mi hanno dato tanto loro. I miei genitori sarebbero contenti per qualunque cosa io facessi, ma questa è davvero una grande soddisfazione. Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta, è il simbolo di tutto lo sport, va al di là del solo ciclismo. Sicuramente non bisogna adagiarsi sugli allori per la convocazione, ma bisogna fare del proprio meglio per poter dare davvero tutto a Tokyo. Le ragazze che non sono state convocate? Avranno modo di riscattarsi!».

Letizia Paternoster
E poi c’è Letizia Paternoster, 21 anni, trentina: l’ultima entrata fra le magnifiche sei
Letizia Paternoster
Infine Letizia Paternoster, 21 anni, trentina: l’ultima entrata fra le magnifiche sei

Letizia Paternoster

«E’ stata una grande emozione, soprattutto perché non è stato un anno semplice. La notizia mi è giunta mentre ero con il mio ragazzo, che mi ha sempre sostenuta in questi mesi particolarmente impegnativi. Ho una collanina con una medaglietta, un po’ il mio portafortuna e non potrò non portarla a Tokyo. Partirò con l’ambizione di far bene e dare il massimo, la competizione non mi spaventa. In questi ultimi giorni l’atmosfera tra noi è stata molto pesante, perché sapevamo che qualcuna di noi sarebbe rimasta fuori. Non posso negare che mi sia dispiaciuto in modo particolare per la Consonni e la Confalonieri. Se fossi di un’altra Nazione presente a Tokyo avrei “paura” davvero di tutte: sono e siamo forti». 

Fino al 5 luglio le nostre magnifiche sei saranno la mattina a Montichiari e la sera a Fiorenzuola dove, hanno riattaccato il numero in pista: una gara-allenamento. Il 6 avranno un giorno di stop per poi andare a gareggiare in Belgio dal 7 all’11 per poi dal 13 al 22 fare un ritiro in altura.

Fiorenzuola, verso Tokyo con Balsamo e Paternoster

02.07.2021
5 min
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Non aspettatevi alcun pronostico per Tokyo. Le azzurre della pista – in questi giorni in gara a Fiorenzuola per la 24ª Sei Giorni delle Rose (30 giugno-5 luglio) – non si sbilanciano e vivono in modo schematico l’avvicinamento alla rassegna a cinque cerchi. Anzi, lo fanno con qualche brivido. Infatti Letizia Paternoster nella serata d’apertura è rimasta vittima di una caduta che ha tenuto tutti col fiato sospeso, ma alla fine lo staff della nazionale ha potuto tirare un sospiro di sollievo non appena si è rialzata senza conseguenze.

Sfida madison

La trentina (in apertura nella foto Cantalupi) sta duettando nell’americana con Elisa Balsamo (mentre Rachele Barbieri e Vittoria Guazzini formano l’altra coppia azzurra) e proprio loro due sembrano le più accreditate per la prova olimpica, ma tutto è da decidere. Di sicuro, dopo Fiorenzuola, il programma che riguarderà le ragazze prevede Baloise Ladies Tour in Belgio dall’8 all’11 luglio, ritiro in altura al Passo Maniva, allenamenti nel velodromo di Montichiari e partenza per il Giappone il 21 luglio.

Nel 2020 a Fiorenzuola, la stessa coppie (foto Cantalupi)
Nel 2020 a Fiorenzuola, la stessa coppie (foto Cantalupi)

Logica Balsamo

A fine serata nel box azzurro si alternano tecnici e colleghi a genitori, fidanzati e amici, mentre noi intercettiamo prima Balsamo e poi Paternoster che a loro volta si avvicendano tra defaticamento e cena. 

Elisa hai finito la pasta ed ora ti stai gustando dei mirtilli che sembrano aiutarti a ritrovare sia energia che sorriso.

La frutta per me è una salvezza, specialmente d’estate. Poi la mia nutrizionista dice di mangiare sempre frutta colorata che serve per recuperare.

Passiamo all’aspetto agonistico. Dopo le convocazioni, come stai vivendo queste serate a Fiorenzuola?

Dopo aver raggiunto il primo step, ovvero quello di essere chiamata per Tokyo, bisogna cercare di arrivarci col massimo della condizione e adesso questo è l’obiettivo principale.

Sarai piuttosto impegnata tra americana e nell’inseguimento a squadre.

Nel quartetto dovrei esserci sicuramente, spero che sia così anche nella madison, ma io sono qui anche a giocarmi un posto per l’omnium e il mio secondo obiettivo è poter fare tutte e tre le specialità.

A questo punto dovresti fare i conti con tante gare ravvicinate.

In realtà, rispetto a un europeo o mondiale, sono distribuite piuttosto bene (inseguimento a squadre 2-3 luglio, americana 6 luglio e omnium 8 luglio, ndr) e avrei dei giorni di recupero. Se arriviamo là al massimo della condizione, possiamo recuperare più facilmente.

Prendendo spunto da quello che ci ha detto Salvoldi, la coppia Balsamo-Paternoster dà qualche garanzia in più, reduce dal bronzo mondiale a febbraio 2020. Tu cosa ne pensi, hai una preferenza?

Se me lo concedete, devo dire che onestamente è una domanda un po’ velenosa (ride, ndr) ed è il cittì che deve decidere indubbiamente. Non correvo con Letizia da più di un anno ed è stato un modo per ricominciare insieme, ma credo comunque che alle Olimpiadi debbano correre le due ragazze che vanno più forte.

Da qua a Tokyo cosa manca ad Elisa Balsamo?

Finiamo questa Sei Giorni, poi andremo in Belgio per una corsa a tappe, poi ritiro sul Maniva con gli allenamenti a Montichiari, sperando che la condizione cresca.

Brivido Paternoster

Poco più in là c’è la Paternoster, che si disseta ed ha già pronta una bella vaschetta di pasta in bianco con olio e formaggio, la stessa che stanno mangiando sia Barbieri che Guazzini.

Letizia partiamo da quella caduta di mercoledì. Cos’hai pensato in quegli istanti?

Ho provato un grande brivido e mentre stavo volando via mi sono detta: «Ecco, ho già finito tutto. Sei Giorni e Olimpiadi, ancor prima di iniziare». Ho tirato un bel sospiro di sollievo, era la prima madison che facevo dopo Berlino di un anno e mezzo fa e all’inizio ero molto spaesata. Ho battuto la testa e ho finito la gara un po’ intontita, però già il giorno dopo stavo meglio malgrado gli acciacchi.

Può essere stata una sorta di scossa questa caduta in vista delle Olimpiadi?

E’ senz’altro un punto di passaggio dell’allenamento, nel fare fatica, nel migliorare e nel portare al massimo la mia condizione.

Balsamo gira in alto in attesa di scendere e dare il cambio a Paternoster (foto Cantalupi)
Balsamo gira in alto in attesa di scendere e dare il cambio a Paternoster (foto Cantalupi)
Arrivi da un periodo un po’ incolore, dovuto anche da problemi fisici. Ti aspettavi questa convocazione?

Ho passato un anno brutto, forse il peggiore in assoluto della mia vita, e arrivare alle Olimpiadi è un grande traguardo, un grande successo. Che tuttavia non si ferma qui. Per come sono fatta, quando attacco il numero sulla schiena, parto per vincere. E anche quando non sono in forma, ci spero sempre e ci metto sempre l’anima. Oggi essere qui ad inseguire il mio sogno è un’emozione grandissima. Sto dando tutta me stessa per arrivarci al meglio.

Cosa ti aspetti da questa Sei Giorni?

Mi aspetto che la mia condizioni aumenti dopo Fiorenzuola e la gara in Belgio, pronta poi per andare in altura. Sembra che manchi poco ma abbiamo ancora tempo per crescere, anzi…

Cosa?

Proprio in questi giorni parlavo con Elia Viviani. Mi diceva che prima della partenza per Rio non andava avanti e mi sono tirata su di morale, sperando poi di andare come fece lui. Cercherò di stargli vicino così mi trasmette un po’ di onde buone (ride, ndr).

E’ il momento del cambio, Balsamo si lancia (foto Cantalupi)
E’ il momento del cambio, Balsamo si lancia (foto Cantalupi)
A noi il cittì ha detto che se ritrovi la giusta forma potrai riprenderti il posto nel quartetto.

Se succederà, sicuramente sarò io la prima a dire che non sono pronta. E a quel punto diventerò la prima tifosa delle mie compagne. Naturalmente non voglio che succeda questo e voglio essere una pedina importante nel gruppo.

Dietro questa tua rinascita cosa c’è?

Sono diventata più forte mentalmente, ho più fame di fare bene e risultato. Lo stimolo di poter andare alle Olimpiadi è stata l’arma vincente, la forza più grande in assoluto. Se non fosse stato Tokyo, sarebbe stato più avanti ma dovevo inseguire il mio sogno di bambina. E la stagione non è finita, poi riparto con la mia Trek-Segafredo.

Salvoldi, nomi e ruoli per le sfide di Tokyo

29.06.2021
5 min
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Le ragazze l’hanno saputo sabato. Venerdì hanno fatto l’ultimo allenamento in pista, poi il cittì Salvoldi si è preso un giorno per riflettere e l’indomani ha comunicato i nomi per Tokyo delle atlete azzurre del gruppo pista e quelle della strada, per le quali ovviamente il percorso di selezione è stato diverso.

Il problema di base è l’abbondanza. Salvoldi aveva iniziato a dircelo ai primi allenamenti a Montichiari, alla ripresa dopo il lockdown, rendendosi conto che il gruppo era cresciuto in qualità e quantità. E alla fine di tutte le osservazioni, non è che ci fossero differenze così abissali da rendere la scelta obbligata.

Paternoster assieme a Elisa Balsamo, nella madison di bronzo ai mondiali di Berlino
Paternoster assieme a Elisa Balsamo, nella madison di bronzo ai mondiali di Berlino

«La scelta per la pista – dice il tecnico azzurro – è stata parecchio difficile. Fra le ragazze che hanno preso gli ultimi posti, le differenze sono zero. Non ci sono motivazioni evidenti, per cui comunicarlo è stato comunque pesante. Sono ancora giovani e avranno tempo di rifarsi a Parigi, ma sono con noi da quando erano ragazzine. E poi mi chiedo perché si debbano dare i nomi un mese prima…».

Non ha un gran senso tecnico?

Ai mondiali puoi fare prove gara fino a tre giorni prima. Qui si sono fatte scelte in prospettiva, senza sapere che cosa succederà e senza poi poter cambiare. Su strada ad esempio mi avrebbe fatto molto comodo vedere un po’ di Giro d’Italia…

Le prove cronometrate fatte in pista la settimana scorsa sono state importanti?

Non tanto per la selezione, quanto come indicazione per vedere se chi era tanto lontana dalle altre ha colmato il gap. E per verificare se a parità di condizione, una ragazza potrà occupare più di una casella, fare più di una sola specialità.

Alzini e Guazzini, la prima potrebbe lanciare il quartetto, la seconda è un riferimento del trenino
Alzini e Guazzini, la prima potrebbe lanciare il quartetto, la seconda è un riferimento del trenino
Scelte tutte difficili allo stesso modo?

Confalonieri e Valsecchi erano un po’ troppo lontane come velocità di punta nel quartetto. A quel punto, dando per sicuri i nomi di Balsamo e Guazzini, al quartetto mancano due posti. Se Paternoster recupera, si riprende il suo secondo posto e posso scegliere fra tre per trovare quella che lancerà il quartetto. Se invece la “Pater” non recupera, allora Rachele Barbieri può sostituirla benissimo e per il lancio sceglierò fra due.

Mentre la coppia Balsamo-Paternoster nella madison vale più di Balsamo-Guazzini?

Quando Letizia sta bene, come abilità è superiore a Guazzini. E’ vero che Balsamo-Guazzini hanno vinto l’europeo a Plovdiv, battendo le inglesi, però è anche vero che c’erano solo 10 coppie. Invece Balsamo-Paternoster hanno preso il bronzo ai mondiali di Berlino 2020, contro 18 coppie. Le medaglie non sono tutte uguali, lo sappiamo bene.

Le hai chiamate una per una?

A Silvia Valsecchi lo avevo comunicato di persona andando via dal velodromo. La scelta di Maria Giulia Confalonieri era maturata da tempo. Quella che forse non se lo aspettava è stata Chiara Consonni, ma per prestazioni aveva tutte le strade chiuse.

L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai campionati italiani di Castellana Grotte (foto Ossola)
L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai campionati italiani di Castellana Grotte (foto Ossola)
Paternoster è tornata al suo top?

Non è ancora lei, sta crescendo giorno dopo giorno. Ora correrà a Fiorenzuola e poi farà la corsa a tappe in Belgio e quel lavoro sarà determinante.

Alla fine, è stata Rachele Barbieri a scombussolare gli equilibri…

Andando fortissimo. A inizio anno non lo avrei detto, ma si è conquistata il posto senza mollare mai un metro.

E veniamo alla strada…

Ho fatto valutazioni di coerenza con quanto detto a inizio stagione, quando individuai il periodo in cui avrei voluto avere dei segnali. E poi non dimentichiamo che io il percorso l’ho visto e so di cosa c’è bisogno. E se la Longo Borghini non si discute, ad ora le uniche due che danno garanzie sono Soraya Paladin e Marta Cavalli, che si sta riprendendo dalla caduta in Spagna e dal virus che l’ha frenata ai tricolori.

Soraya Paladin si è conquistata il posto anche con l’argento ai tricolori crono di Faenza
Soraya Paladin si è conquistata il posto anche con l’argento ai tricolori crono di Faenza
Si corre in quattro, manca un posto e ci sono in ballo Guderzo e Bastianelli.

Sono convinto che ci starebbe bene un’atleta veloce che tiene in salita. Altrimenti si rischia di andare con quattro ragazze dalle caratteristiche identiche. Guardando in giro, tutti stanno portando l’atleta veloce, me ne sono accorto leggendo i nomi. Alle Olimpiadi contano tre risultati, per cui sarebbe bello avere un’indicazione dal Giro.

Prevedi l’arrivo in volata?

Non credo. Ma se arriva un’olandese da sola e dietro si fermano, può essere utile averne una veloce per giocarci la medaglia in volata.

Quindi più Bastianelli che Guderzo?

Marta è stata coinvolta nel progetto dall’inizio, ma a primavera non ha dato grandissimi segnali. Però mi piacerebbe vederla crescere. E se così fosse, potrebbe essere lei la quarta.

Tour de Suisse 2021, a Fraunfeld, Marta Bastianelli ha vinto la 2ª tappa del Giro di Svizzera
Tour de Suisse 2021, a Fraunfeld, Marta Bastianelli ha vinto la 2ª tappa del Giro di Svizzera
Lasciando fuori Guderzo?

L’ho seguita in moto all’italiano, ero in moto. Tatiana ha fatto tre Olimpiadi con me, l’ho portata ai mondiali in Danimarca su un percorso che non era adatto a lei. C’è sempre stata, ma non ci sono convocazioni di diritto. Anche questa sarà però una scelta dolorosa.

Quando partirete?

Il gruppo strada andrà via il 17 luglio, quelle della pista il 25. Io partirò il 20, mentre Elisa Balsamo partirà il 21, per avere una riserva su strada, casomai succedesse qualcosa in extremis. Insomma, ormai ci siamo. Mancano le rifiniture e l’ultima scelta.

Martinello a raffica da Ganna a Nibali, aspettando i Giochi

09.06.2021
6 min
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Anche se si potrebbe andare avanti parlando delle elezioni federali perse sul filo di lana al primo turno poi inevitabilmente nel secondo, dei sorprendenti voltafaccia e dei singolari comportamenti di cui racconta, con Silvio Martinello si ragiona un gran bene di Giochi Olimpici. Tokyo è alle porte. E anche se sul piano tecnico le specialità sono irriconoscibili, ci sono dinamiche ben chiare per chi c’è stato dentro e in un giorno d’estate, sia pure lontano, chinandosi dal podio ha infilato la testa nel nastro di una medaglia d’oro. Nel frattempo con la riapertura delle palestre, anche il suo centro di Selvazzano si è rimesso in movimento e dentro c’è un gran lavoro da fare per sistemare carte e strutture. 

Viviani Rio 2016
Viviani commosso dopo l’oro dei Giochi di Rio 2016 nell’omnium: ora Elia fa rotta su Tokyo
Viviani Rio 2016
Viviani commosso dopo l’oro dei Giochi di Rio 2016 nell’omnium: ora Elia fa rotta su Tokyo
Europei cancellati, si arriva alle Olimpiadi senza alcun riferimento…

Sarebbero serviti, in effetti. Finché parliamo di discipline fondate sul cronometro, i valori sono quelli e si riuscirà a fare la selezione anche stando a casa. I tecnici lavoreranno tenendone conto. Credo anche che le squadre italiane, maschile e femminile, abbiano l’esperienza che serve. Dovremmo essere coperti e mi sembra che ci sia un motivato ottimismo. Semmai ci sarà da curare i dettagli, anche i più piccoli. Una disciplina come il quartetto si gioca soprattutto su quelli.

E’ la prima volta che tanta parte del quartetto corre il Giro d’Italia: un vantaggio?

In effetti è una bella novità. Anche il quartetto di Atlanta andò bene, ma erano tutti dilettanti. Non so come Marco abbia conciliato i due tipi di preparazione, perché ora è il momento di mollare tutto e concentrarsi sull’evento. So ad esempio che in quest’ottica Viviani farà la Adriatica Ionica Race. Ero con Argentin a fare sopralluoghi quando lo ha chiamato Marco Villa dicendogli questa cosa.

Letizia Paternoster
Letizia Paternoster in rotta verso le Olimpiadi dopo un anno davvero faticoso, fra problemi di salute e sfortuna
Letizia Paternoster
Letizia Paternoster in rotta verso le Olimpiadi dopo un anno davvero faticoso
A proposito di Viviani, sia lui sia Letizia Paternoster sono da un po’ i riferimenti del nostro movimento, ma arrivano a Tokyo senza il gusto della vittoria in bocca, come la mettiamo?

Sono due soggetti molto sicuri di sé. Due atleti abituati a certi palcoscenici, con l’esperienza per sapersi ascoltare. Al momento giusto sapranno dire cosa sono in grado di dare. Sono convinto che entrambi speravano in un miglior avvicinamento, perché vincere aiuta. Diciamo che questa può essere una fase critica da gestire.

Quanto critica?

Paternoster fa parte del quartetto e punta all’omnium, in cui è sempre stata fra le prime. Difficile però che in questo anno tribolato sia riuscita a colmare il gap di prestazione e di struttura fisica, per il quale ha solo bisogno di crescere. Mentre Viviani un’Olimpiade l’ha già vinta e ripetersi è complicatissimo. Anche perché non mi pare lo stesso atleta degli anni alla Deceuninck-Quick Step. Nella madison correrà con Consonni, che ha dato segnali importanti. Anche quella è una specialità che Villa ben conosce e su cui dovrà lavorare con molta attenzione. Li ho osservati, finché si è potuto, qualche errorino ancora lo fanno. Gli europei a loro sarebbero serviti più che agli inseguitori.

Jonathan Milan, Liam Bertazzo, Montichiari, 2020
Jonathan Milan è l’ultimo arrivato nel quartetto e ha portato un sostanzioso valore aggiunto
Jonathan Milan, Liam Bertazzo, Montichiari, 2020
Jonathan Milan è l’ultimo arrivato nel quartetto e ha portato un sostanzioso valore aggiunto
In più c’è da dire che l’omnium è cambiato…

E questo non è necessariamente un male. Di sicuro avrà addosso gli occhi di tutti, ma se prima l’omnium aveva tre specialità di prestazione in cui il più forte era sicuramente privilegiato, ora ci sono quattro specialità di situazione.

Viviani e Paternoster non al top possono incidere sul clima delle rispettive squadre?

Elia è preminente fra gli uomini per esperienza e amalgama, ma come qualità e motore si divide il ruolo con uno che non sarà ancora campione olimpico, ma è 5 volte campione del mondo (uno nella crono e 4 nell’inseguimento, ndr): Filippo Ganna. Letizia è sempre stata vista come il gioiellino, che però nel frattempo si ritrova con un’Elisa Balsamo che è cresciuta tanto ed è molto considerata. Forse la gente vede ancora davanti l’immagine di Letizia, ma la vera ledaer da quanto si capisce è Elisa. Sono tutti ragazze e ragazzi intelligenti, troveranno modo di fare gruppo e fare squadra.

Credi che Viviani farà il quartetto?

Non ho parlato di questo con Villa, ma ho qualche dubbio. Dovessi fare i nomi, direi Lamon, Consonni, Ganna e Milan. Dai riscontri che ho, Elia è stato per diverso tempo lontano dalle piste e non sarà semplice fare quei tempi. Tempi che peraltro non ha mai fatto neppure quando era sempre in pista.

Ai Giochi di Sydney nell’americana corsero con il 49×14: i rapporti si stavano allungando
Ai Giochi di Sydney nell’americana corsero con il 49×14: i rapporti si stavano allungando
Ci sono analogie fra Nibali a rischio su strada e Viviani su pista?

Non sono casi simili, anche se potrebbe sembrare. Su strada, Vincenzo non ha dimostrato di essere in condizione, come altri che invece volano. Parlo di Caruso, Moscon, Bettiol e Ulissi. Mi sorprende semmai l’ipotesi di coinvolgimento di Formolo. Al di là dei toni che ha usato anche questa volta, credo che Cipollini abbia nuovamente fatto approfondimenti di sostanza. Solo chi non capisce il mondo del professionismo non se ne accorge e invece di guardare alla luna, si focalizza sul dito che la indica.

A cosa ti riferisci?

Mario può non essere simpatico, però non è stupido e sa di cosa parla. Parlando di Nibali, non ha criticato l’eventuale scelta di lasciarlo fuori, ma il modo in cui ci si è arrivati. Elia al confronto ha molte più possibilità, perché partecipa a tre prove e al confronto di Nibali, avrà meno rivali. Però non mi sorprenderebbe se fosse lasciato fuori dall’omnium.

Addirittura?

Ci può stare, Villa deve fare le sue scelte, che saranno di natura tecnica e non si baseranno sui rapporti personali. Se Viviani dovesse essere mezzo e mezzo, varrebbe la pena scegliere un altro.

Viviani è fuori dal quartetto da qualche anno: saprà rientrarci in tempo per i Giochi?
Viviani è fuori dal quartetto da qualche anno: saprà rientrarci in tempo per i Giochi?
Tornare in pista dopo un oro è così difficile?

In realtà io arrivai a Sydney con valori migliori di Atene, ma successe qualcosa che non valutammo a dovere.

Che cosa?

Ai mondiali del 1999, l’anno prima, capimmo ma non abbastanza che c’era in corso una svolta nella scelta dei rapporti. Ad Atlanta avevo vinto l’individuale a punti a più di 54 di media, usando il 52×15 e gomme da 19. Adesso con quel rapporto non stai dietro ai pedali. Così a Sydney feci la corsa a punti con il rapporto sbagliato e non portai a casa nulla. Il giorno dopo c’era l’americana e proposi a Villa di usare il 49×14, mai usato prima, che ora farebbe ancora ridere. Marco era preoccupato, ma alla fine venne il bronzo.

Oggi vanno molto più duri…

Oggi nell’individuale usano il 52×14. L’inseguimento a squadra si fa con dei padelloni, difficili da lanciare, ma poi chi li ferma? I ragazzi fanno palestra e pressa, che prima non sapevamo cosa fossero. E’ un mondo che cambia. Basta allontanarsi un attimo e non trovi più la strada…