Il quartetto, il recupero e un gap da colmare

05.06.2021
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Diego Bragato, colui che sta dietro alla preparazione dei nostri pistard, ha ormai un quadro abbastanza chiaro della situazione. Il quartetto dell’inseguimento deve essere un’orchestra così ben affiatata, che avere alcuni membri reduci dal Giro d’Italia e altri che non corrono da chissà quanto rischia di essere un bel problema. Soprattutto ora che gli europei di giugno sono stati rinviati e che, come si diceva ieri con Vittoria Guazzini per le ragazze, mancherà un importantissimo momento di verifica e confronto.

«Sarebbero stati un bel test per misurarci a livello internazionale – dice – e mettere un po’ d’ordine in vari aspetti tattici. Ognuno ha il suo ruolo, ma è chiaro che atleti come Ganna, Viviani e Consonni hanno nelle gambe il grosso volume del Giro e non avranno paura di sostenere i tanti lavori di intensità che andremo a proporgli, mentre gli altri avranno bisogno di un’integrazione di corse su strada. Per questo, Ganna farà i campionati italiani a cronometro, il Giro di Sardegna e poi andrà a Tokyo. Gli altri, Elia compreso, faranno la Adriatica Ionica Race, poi il Sardegna e andranno a Tokyo».

Per Viviani dopo il Giro buoni numeri, ma pochi picchi: c’è da lavorare
Per Viviani dopo il Giro buoni numeri, ma pochi picchi: c’è da lavorare
Al momento i ragazzi sono a Livigno: quale la loro… missione?

Lavorare per rialzare la frequenza di pedalata che il Giro d’Italia inevitabilmente ha abbassato, lavori di forza facendo partenze da fermi ed esercizi in palestra per recuperare il massimale. Un’altra fase di lavoro su strada sarà fatta nelle corse appena dette, mentre i lavori specifici ad alta intensità li faremo invece in pista a Montichiari.

Che cosa gli avevate chiesto vedendoli partire per il Giro?

Che con il passare delle tappe ci dessero dei feedback con le loro sensazioni e cosa eventualmente mancasse alla loro preparazione. Ganna lo abbiamo visto tutti, Consonni ha finito in crescendo, Viviani non ha vinto ma non ha mostrato problemi di condizione.

Con quali obiettivi correranno alla Adriatica Ionica Race e in Sardegna?

Non abbiamo più bisogno di salite lunghe, mentre prendere il vento in faccia nelle tappe nervose e vallonate sarà molto utile.

Il quartetto è formato da individualità che si dovranno uniformare. Qui Viviani, Lamon, Ganna, Scartezzini e Bertazzo
Il quartetto è formato da individualità che si dovranno uniformare
Il Giro offre davvero una base così buona su cui impostare la preparazione?

La differenza è evidentissima, si nota soprattutto la prima volta che un atleta affronta una gara di tre settimane. Ti accorgi che assimila i carichi di lavori con una facilità di recupero che gli altri non hanno. Penso a Ganna, che a Tokyo farà la crono e poi dovrà recuperare per la pista. Oppure a Viviani e Consonni che potrebbero fare il quartetto e poi correre le prove di gruppo. Per tutti loro, aver fatto il Giro sarà un grosso vantaggio.

Il Tour non sarebbe stato altrettanto prezioso?

Se ragionassimo di una prova secca, un pezzo di Tour e poi una serie di lavori specifici potevano essere una soluzione. Ma il regolamento non lo consente, chi fa le prove veloci deve far parte anche del gruppo degli inseguitori.

Consonni ha chiuso il Giro in crescendo: ottimo segnale, dato che l’inizio di stagione era stato sofferto
Consonni ha chiuso il Giro in crescendo: ottimo segnale, dato che l’inizio di stagione era stato sofferto
Hai detto che Viviani ha una buona condizione, ma al Giro è parso un po’ indietro…

Elia ha sempre avuto bisogno di correre tanto per trovare la condizione. Il lockdown, il 2020 con la caduta e le poche corse e quest’anno con l’intervento al cuore e la relativa pausa non lo hanno aiutato. Al Giro non ha mai rischiato di andare a casa, ma non aveva la brillantezza dei tempi migliori.

Per questo correrà la Adriatica Ionica Race?

Ci sono dei lavori che deve fare. Non dimentichiamo che anche su strada ha raggiunto il suo livello grazie a quello che faceva su pista e che dopo Tokyo ha smesso di fare per almeno due stagioni. Non è un caso che non abbia più ritrovato quella brillantezza e ora quelle sono le sensazioni che sta cercando. I numeri ci sono, ma le gare non si vincono con i numeri. Al Giro gli è mancata la testa, in certi momenti la squadra e la capacità o la fortuna di cogliere i momenti che in certi finali fa la differenza.

Marco Villa, Francesco Lamon
Marco Villa e Francesco Lamon: il veneto è il primo uomo del quartetto
Marco Villa, Francesco Lamon
Marco Villa e Francesco Lamon: il veneto è il primo uomo del quartetto
Al di là del peso che forse era ancora da limare, i 32 anni possono essere un problema?

La teoria dice che con l’età si perdono i picchi e per questo servirà un lavoro importante di intensità che faremo. Comunque Elia è ancora giovane fisiologicamente. Quattro anni fa avrebbe avuto bisogno di due settimane per mettersi a posto, questa volta servirà più tempo. Lui è uno di quelli che dall’europeo avrebbe tratto tanto vantaggio.

Quindi nei giorni degli europei sarete in pista simulando le gare?

Esatto, faremo delle simulazioni dormendo in quota al passo Maniva e scendendo per allenarci. Da giovedì però saremo insieme a Livigno. Ci aspetta proprio un bel compito.