Scaroni al bivio: spinge sulla forza esplosiva e si tiene la salita

27.12.2023
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ALTEA (Spagna) – Il secondo posto alla Arctic Race of Norway brucia ancora. Sarebbe bastato che nell’ultima tappa la squadra avesse lavorato per lui e con l’abbuono il corridore bresciano si sarebbe portato a casa la classifica. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta dopo i piazzamenti e la vittoria di Gazzoli. Invece Scaroni è finito sesto, con la netta sensazione tuttavia che qualcosa non abbia funzionato.

«Sicuramente ho voltato pagina – racconta Christian – ma quell’episodio mi ha fatto scattare il clic nella testa. L’anno prossimo, come dice Mazzoleni, vedremo uno “Scaro 2.0”. Quella corsa fa parte del passato, peccato non averla vinta».

Il ritiro si è tenuto ad Altea fino al 20 di dicembre e qui abbiamo incontrato Scaroni (foto Astana Qazaqstan Team)
Il ritiro si è tenuto ad Altea fino al 20 di dicembre e qui abbiamo incontrato Scaroni (foto Astana Qazaqstan Team)
Comincia il secondo anno nel WorldTour, a che punto siamo?

Il percorso di crescita sta andando bene. Ora manca soltanto vincere. Quest’anno ho raccolto tanti piazzamenti, probabilmente troppi. Cerchiamo di aggiustare la mira per il prossimo anno.

Che cosa ti è mancato?

Sicuramente un piccolo gradino. Mi sono trovato spesso a giocarmi le corse in gruppetti ristretti, ma per svariati motivi non ce l’ho fatta. Così ora stiamo lavorando sullo spunto veloce, senza però perdere i valori in salita. Questa è sempre stata la mia paura, però sto facendo un buon lavoro e fra poco parlerà la strada.

In che modo si migliora in volata?

Lavorando sulla forza esplosiva. Abbiamo inserito più palestra rispetto allo scorso anno. E poi, tramite il potenziometro, che utilizziamo per verificare se ci sono miglioramenti, abbiamo visto che ho fatto dei passi avanti. Certamente in gara ci saranno tantissime variabili, ma il lavoro che stiamo facendo dà frutti positivi e in salita non ho perso niente.

Dopo il 2° posto in Norvegia, Scaroni ha centrato il 7° posto alla Coppa Bernocchi. Qui in azione al Lombardia
Dopo il 2° posto in Norvegia, Scaroni ha centrato il 7° posto alla Bernocchi. Qui al Lombardia
Solo palestra?

Soprattutto palestra, poi lavori in bici. Parecchie partenze da fermo oppure lanciate. Seduto oppure in piedi. Abbiamo variato molto, ma sempre pensando alla forza esplosiva. Invece per tenere in salita, si fa tanta… salita. Quindi le Sfr e poi i lavori di soglia molto prima del solito, dato che inizio dall’Australia. In realtà l’ho saputo abbastanza tardi. Ero in vacanza, sono rientrato il 12 novembre e ho iniziato subito ad andare in bici. Magari sono un pelo in ritardo e all’inizio mancherà qualcosa, ma la stagione non finisce in Australia.

Hai fatto qualche volata con Cavendish, giusto per prendere qualche misura?

No, per fortuna Mark per tutto il ritiro è uscito in un altro gruppo (ride, ndr), altrimenti mi avrebbe fatto passare la voglia di fare volate. Ne ho fatta una con Lutsenko, che è veloce e ha la volata lunghissima. Nei primi 100 metri siamo stati affiancati e dopo mi ha sverniciato. Ora ci ridiamo sopra, però ci sono stati dei miglioramenti. Sono motivato, quando faccio le volate con corridori più forti di me, non parto battuto.

Che cosa possiamo aspettarci da questo “Scaro 2.0”?

Oltre che sugli sprint, stiamo lavorare anche sull’aspetto mentale. Parliamo molto e i direttori sportivi mi hanno detto che devo imparare ad assumermi di più le responsabilità, a essere più cattivo. Quest’anno mi sono accorto che in qualche frangente mi è mancata la cattiveria per essere più egoista e questo mi ha fatto perdere delle corse. Abbiamo capito che sono un buon corridore, ma devo provare a fare qualcosa di più. Non voglio essere ricordato come uno che fa solo piazzamenti.

Gli sprint ristretti hanno visto Scaroni in difficoltà, per questo ha lavorato di più sull’esplosività
Gli sprint ristretti hanno visto Scaroni in difficoltà, per questo ha lavorato di più sull’esplosività
Non sei un po’ troppo drastico?

No, voglio salire il gradino che manca, altrimenti sarò un incompiuto per tutta la carriera. E visto che adesso mi sto avvicinando agli anni più importanti in cui la maturazione fisica arriverà al massimo (l’anno prossimo ne avrò 27), voglio raccogliere qualcosa di importante.

Pensi che lo stop della Gazprom ti abbia tolto qualcosa?

Fisicamente no, mentalmente sì. Non dimenticherò mai i momenti passati insieme. Sento spesso Renat (Khamidouline, il team manager della Gazprom-RusVelo, ndr) che ancora adesso mi spiega il punto della causa con l’UCI. Per cui fisicamente ho voltato pagina, mentalmente tutti i corridori, lo staff e la parte dirigenziale sono parte della forza che riesco a ricavare ogni giorno. Da una storia negativa ho tratto qualcosa di positivo, quindi guardo avanti, ma non dimentico.

Programmi per il nuovo anno?

Farò il Giro d’Italia: dei tre è quello più freddo e a me il caldo non piace. Per cui debutterò in Australia, poi Algarve, Parigi-Nizza e un ritiro in altura. Quindi le classiche delle Ardenne e il Giro d’Italia. E’ un programma bello e impegnativo, corse facili non ce ne sono, però la squadra ha bisogno di corridori per le prove WorldTour e io non mi tiro indietro. E’ la mia occasione, se riesco a piazzare una vittoria, potrò dire di aver salito il gradino.

La sua ultima vittoria è stata la tappa di Ascoli Piceno, in volata, alla Adriatica Ionica Race del 2022
La sua ultima vittoria è stata la tappa di Ascoli Piceno, in volata, alla Adriatica Ionica Race del 2022
Tutta la pressione che ti metti è un peso da gestire?

Sono un po’ di anni che convivo con la pressione e diciamo che non l’ho mai sentita più di tanto. A volte anche Mazzoleni e Martinelli percepiscono che non sono tranquillo, però a 26 anni devo imparare a conviverci. Anche perché l’anno prossimo avrò un ruolo abbastanza importante, quindi se non imparo a gestirla adesso, quando ci riesco più?

Ti sei spiegato che cosa non abbia funzionato in Norvegia?

Ho smesso di pensarci, ci ho messo un po’, ma preferisco pensare che sia stata un’incomprensione. In gruppo ci sono tanti corridori, ma non tutti sono uguali. Però ragazzi, davvero preferisco non parlarne più.

Un secondo che ha tolto il sonno a Scaroni

25.08.2023
4 min
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Un secondo. Un solo secondo ha separato Christian Scaroni dalla prestigiosa affermazione nell’Arctic Race, la gara a tappe in Norvegia dove il bresciano è stato fino all’ultimo metro tra i grandi protagonisti. Un secondo che ha un sapore amaro, quello della sconfitta perché Christian fa davvero fatica a pensare alla trasferta scandinava come a qualcosa di positivo, a dispetto della pioggia di piazzamenti conquistati.

«Lo ammetto – racconta – la notte successiva all’ultima tappa non ho chiuso occhio. Ero lì che mi rigiravo per capire dove avevo sbagliato, dov’era che avevo perso quel secondo. Probabilmente nell’ultima tappa non ci siamo intesi bene con Gazzoli. Lui doveva tirarmi, ma a un certo punto ci siamo persi. Lui stesso ha ammesso che qualcosa non ha funzionato. Ho rivisto quella volata più e più volte. E’ stata un’occasione persa».

Il podio dell’Arctic Race vinta dal britannico Williams. E’ evidente la delusione di Christian
Il podio dell’Arctic Race vinta dal britannico Williams. E’ evidente la delusione di Christian
Avevi tra l’altro dimostrato di essere a tuo agio in un clima completamente diverso da quello che si viveva in Italia…

Amo il freddo, è il clima nel quale riesco a rendere meglio. Anche se venendo dai 35 gradi dell’Italia all’inizio non è stato facile ambientarsi. E’ una gara che a me piace tanto, con percorsi sempre diversi: c’era la frazione con lo strappo duro che faceva da trampolino di lancio, come quella che invece aveva la salita lunga. Insomma l’ideale per me e poi l’organizzazione era di estrema professionalità.

Che livello era?

Molto buono, con sei squadre WorldTour e altre professional, certamente non come il Polonia dal quale venivo dove c’era veramente il meglio, ma era sicuramente di alta qualità e lo spettacolo regalato nella settimana lo dimostra.

Il Giro di Polonia è stato fondamentale per trovare la giusta condizione
Il Giro di Polonia è stato fondamentale per trovare la giusta condizione
Quanto ti è servito il Polonia per arrivare carico alla corsa scandinava?

Tantissimo. Avevo fatto la preparazione in altura al Pordoi proprio sapendo che in Polonia avrei fatto i lavori utili per rifinire la condizione, quei fuorigiri necessari per salire di livello e le cose ho hanno confermato. Sapevo che in Norvegia avrei raccolto i frutti, anche se speravo in una conclusione diversa per come si erano messe le cose.

Quel secondo posto finale lo vedi quindi più come una sconfitta…

Sì, perché non esprime il valore assoluto della mia prestazione, offusca l’immagine anche perché scaturito da un misero secondo di differenza, che in una corsa a tappe è nulla. Mi dispiace molto, anche ora a distanza di giorni sento un sapore amaro.

Per Scaroni ben 16 top 10 in 62 giorni di gara. Ma manca ancora la vittoria
Per Scaroni ben 16 top 10 in 62 giorni di gara. Ma manca ancora la vittoria
Eppure tu in questa stagione hai accumulato tanti piazzamenti, segno di una condizione che c’è quasi sempre stata e di una costanza di rendimento.

E’ vero, però ormai i piazzamenti sono troppi – ribatte Scaroni – devo capire se è un problema di finalizzazione o mi manca proprio l’ultimo step per raggiungere la vittoria. Lo scorso anno avevo sì fatto tanti piazzamenti, ma erano anche arrivate due vittorie. Ho come l’impressione che appena riesco a trovare la via del successo mi sblocco, anche mentalmente. La stagione è ancora lunga e le occasioni ci sono, spero non diventi una vera ossessione.

Nel ciclismo di oggi chi ottiene tanti piazzamenti porta tanti punti alla squadra, il che è spesso ciò che cercano. L’impressione è che tu abbia però una visione vecchio stampo del ciclismo.

E’ così, capisco che il team guarda ai punti, ma la vittoria dà sensazioni diverse. Io devo anche guardare a me stesso, al mio modo d’intendere il ciclismo. Dicono che tre podi sono meglio di una vittoria, ma io non la penso così, mentalmente non sono mai riuscito ad accettarlo. So che se vinco mi sblocco e potrò affrontare le altre gare più sereno.

All’Astana fanno molto affidamento sul bresciano, per i tanti punti che riesce a portare al team
All’Astana fanno molto affidamento sul bresciano, per i tanti punti che riesce a portare al team
Dove andrai a cercare questo successo?

Mi piacerebbe molto ottenerlo nella trasferta oltre Atlantico, tra Usa e Canada, ma so che lì il livello sarà altissimo, ci sono gare del WorldTour dove ci saranno molti dei big. Sarà un bel banco di prova per capire a che livello sono arrivato, anche paragonandomi a loro. Poi si tornerà in Italia per tutte le gare della seconda parte di stagione, sperando di non risentire del jet lag.

Se guardi al futuro sei ottimista?

Con la condizione che ho voglio esserlo, voglio mettermi alle spalle quella nottata piena di fantasmi e pensare a quel che verrà. So che posso contendere la vittoria a tanti corridori, sono all’altezza, devo solo trovare l’occasione giusta, un pizzico di fortuna e non sbagliare più.

Quel fuoco c’è ancora? Scaroni dice di sì. E rilancia…

28.12.2022
6 min
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Uno dei corridori della Gazprom, che alla Adriatica Ionica Race avevano colpito Martinelli per la grinta in ogni corsa, durante l’estate è passato alla Astana Qazaqstan guidata proprio dal bresciano. E’ Christian Scaroni, che nella corsa di Argentin aveva gli occhi iniettati di sangue e vinse pure due tappe. Alla fine di novembre, il team kazako gli ha rinnovato il contratto per il 2023.

Carboni, Scaroni, Malucelli: Christian ha appena vinto la sua seconda tappa alla Adriatica Ionica
Carboni, Scaroni, Malucelli: Christian ha appena vinto la sua seconda tappa alla Adriatica Ionica

Dal Polonia al Lombardia

Dal Polonia in cui ha debuttato e fino al Lombardia, Scaroni ha lottato con le unghie e con i denti. Così, arrivando nell’hotel della squadra sulla costa del Sud della Spagna, ci siamo chiesti se quel fuoco ci sia ancora o sia cambiato in qualcosa d’altro.

«Il fuoco c’è sempre – sorride – e sicuramente per me avere un anno di contratto qua, rappresenta un’opportunità e darò il massimo, come l’ho dato la passata stagione per meritarmi la possibilità. Ecco, per me è fondamentale far bene. E per quello c’è bisogno del fuoco dentro. Il più grande augurio che posso fare ai miei compagni di squadra è di avere lo stesso slancio. Anche l’anno scorso di questi tempi lavoravamo sereni, poi è successo quello che sappiamo. Speriamo che nel 2023 le cose siano normali».

Sul Grappa ha difeso la maglia di leader della Adriatica Ionica. E quando l’ha persa, ha vinto un’altra tappa
Sul Grappa ha difeso la maglia di leader della Adriatica Ionica. E quando l’ha persa, ha vinto un’altra tappa
Con quali obiettivi riparti?

Ne ho tanti nella testa, anche se ovviamente sono difficili da raggiungere. L’anno scorso, il calendario era un po’ diverso. Ho fatto tante corse in Italia dove il livello era leggermente più basso. Quest’anno partirò ancora una volta dalla Valenciana, ma dopo ci saranno gare toste dove vincere sarà difficile. Se ci saranno corridori in condizioni migliori, sicuramente sarò il primo a mettermi in discussione e darò una mano alla squadra, ma nella testa il primo obiettivo è tornare a vincere.

Anche nel 2021 iniziasti una bella preparazione, avete cambiato qualcosa?

Sicuramente, come tutti gli anni, a dicembre si lavora tanto sulla quantità, ma gradualmente si va anche a recuperare la qualità. A gennaio invece faremo un altro ritiro dove l’impronta sarà soprattutto sulla qualità, per arrivare pronti alle corse. Pronti a vincere, insomma.

Dopo la lunga sosta, Scaroni torna a un foglio firma al Giro di Polonia: è arrivata l’Astana
Dopo la lunga sosta, Scaroni torna a un foglio firma al Giro di Polonia: è arrivata l’Astana
Che cosa possiamo aspettarci?

Penso di poter dire che sono un corridore non del tutto da scoprire, ma ancora con molti margini di crescita. Nella riflessione che ho fatto quest’inverno, ho pensato ai miei tre anni da professionista. Nel primo c’è stato il Covid e ho fatto poche corse. Il secondo anno mi è servito un po’ per ambientarmi: ho raccolto qualche risultato e, per questo, il 2022 sarebbe stato fondamentale. Invece è successo quello che è successo e mi ha condizionato, nonostante le due vittorie e qualche piazzamento prestigioso. Io credo che per me il 2023 sarà ancora più importante e voglio dimostrare che valgo.

Le due vittorie erano figlie della rabbia o del livello raggiunto?

Già l’inverno scorso, quando parlammo a Calpe, mi sentivo pronto per fare questo salto. Sicuramente non pensavo di essere così competitivo alla Adriatica Ionica, perché non correvo dal Giro di Sicilia di due mesi prima. Non sapevo cosa potessi aspettarmi, però diciamo che mi sono difeso bene. Quelle due vittorie mi hanno salvato e mi hanno dato visibilità. E l’Astana mi ha offerto questa occasione che per me è stata fondamentale.

Nel 2019, prima di passare, Scaroni ha corso con la FDJ Continental: forte in salita, veloce allo sprint
Nel 2019, prima di passare, Scaroni ha corso con la FDJ Continental: forte in salita, veloce allo sprint
Davi per scontato il prolungamento del contratto?

Di scontato nel mondo del ciclismo ormai non c’è più nulla. Io ho lavorato come se avessi altri anni davanti, sereno e con la testa lucida, pensando sempre all’obiettivo che era fare risultato, ma anche lavorare per i compagni quando serviva. Tutto il resto è venuto da sé. Parlando con Vinokourov, è venuta fuori la complicità giusta per continuare ancora un anno. Potevano essere già due, ma va bene così. Sono consapevole di quello che posso dare e sono sicuro che i risultati arriveranno.

Hai trovato dei riferimenti in squadra?

Lutsenko mi ha impressionato per come lavora e quanto è determinato. Battistella lo conosco dai dilettanti: averlo in squadra sicuramente è un punto di riferimento anche per me. Poi c’è Luis Leon Sanchez, che a vederlo lavorare ha il suo perché. Diciamo che non ho un riferimento fisso, ma tante persone da cui prendere spunto. Anche Felline, un corridore che cerca di insegnare ai giovani. Ho tanti punti di riferimento.

Adriatica Ionica Race, 1ª tappa: a Monfalcone, il primo centro di Scaroni su Zana in pieno inferno Gazprom
Adriatica Ionica Race, 1ª tappa: a Monfalcone, il primo centro di Scaroni su Zana in pieno inferno Gazprom
Martinelli bresciano è un appoggio in più?

Abita anche abbastanza vicino a me, lo sento spesso, ma non c’è solo lui. Ci sono anche altri direttori, come Zanini e Manzoni. Li sento settimanalmente, quindi diciamo che è un gruppo nel quale siamo tutti integrati e ci sentiamo a nostro agio.

Ti abbiamo visto parlottare a lungo coi meccanici…

Quest’anno ho fatto alcune modifiche alle misure della bici. E con Yeyo Corral, il nostro biomeccanico, abbiamo apportato una modifica importante. Abbiamo cambiato le pedivelle, passando da 172,5 a 170. E’ una prova, ma sono sicuro che può darmi qualcosa in più. Sicuramente sto lavorando anche su questo, ma di base cerco di curare bene tutti i fronti. Non devo perdere in salita perché sennò non mi ritrovo davanti coi corridori importante, ma soprattutto non devo perdere lo spunto veloce.

Ti sembra che il cambiamento funzioni?

A livello di sensazioni, le pedivelle più corte mi danno uno spunto migliore, che già prima era buono. In salita invece vedo un’agilità diversa. Questa prova era già stata fatta anche con altri corridori, io ero al limite, ma adesso abbiamo deciso e vediamo come andrà. Se non mi trovassi bene, sarebbe un attimo tornare alle 172,5. Se ci sono adattamenti, meglio provarli qua. Non ti metti a farli in piena stagione. Per ora sembrano buone, vedremo quando i ritmi e l’intensità di allenamento saranno più alti, se sarà stata una scelta azzeccata.

Canola e Scaroni, con Bugno e Mauro Vegni nella conferenza stampa di Salò al Giro, che parve una farsa
Canola e Scaroni, con Bugno e Mauro Vegni nella conferenza stampa di Salò al Giro, che parve una farsa
Cosa resta del gruppo Gazprom?

Sento specialmente Canola. La sua è una situazione particolare perché forse è l’unico che non ha trovato squadra e questa cosa mi rattrista. Lui era stato il mio faro quando arrivai. Vederlo adesso senza squadra mi mette tristezza. Poi sento anche gli altri compagni di squadra come Carboni, Malucelli, Conci Sento anche loro e sicuramente li incrocerò alle corse.

Natale a casa?

Esatto, coi parenti, visto che il ritiro ci ha portato via per 16 giorni. Natale a casa per recuperare il tempo perso, poi ai primi di gennaio si ripartirà per le Canarie, in attesa di tornare ad Altea per il secondo ritiro e da lì si comincerà a correre. Alle Canarie vado con altri compagni di squadra come, Martinelli e Riabushenko. Stare a casa è quello che vorremmo tutti, ma allenarsi con zero gradi è difficile e siccome è un lavoro, si cerca di ottimizzare il tempo al massimo.

Scaroni: testa all’Astana e… cuore alla Gazprom

02.08.2022
6 min
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Sulle strade del Giro Polonia tra volate e maglie gialle che passano di consegna c’è una storia che ci sta particolarmente a cuore: quella di Christian Scaroni. Lo avevamo lasciato sulle strade dell’Adriatica Ionica Race dopo due vittorie che gli avevano donato un po’ di speranza. A quella si è aggrappato il corridore ex Gazprom, che da una settimana è passato all’Astana Qazaqstan, dove ha ritrovato la certezza di poter fare il corridore a tutti gli effetti, non dovendosi più preoccupare del futuro, anche se ormai, suo malgrado, più di qualche lezione l’ha imparata.

Scaroni è passato dall’azzurro della nazionale ad un azzurro diverso, quello dell’Astana, vederlo alle corse è bello ed emozionante. Il bresciano classe 1997 riparte dalla Polonia per finire una stagione che era partita con grandi speranze, ma che poi è naufragata nel silenzio di chi lo circondava.

Il foglio firma, una pratica semplice ma che per tanti mesi è mancata nella routine di Christian
Il foglio firma, una pratica semplice ma che per tanti mesi è mancata nella routine di Christian
Ora hai una nuova casa, potremmo dire…

Ora sono all’Astana – ci dice alla partenza della terza tappa – una squadra WorldTour, ancora meglio, ora cercherò di lavorare bene per farmi trovare pronto nelle gare di fine agosto.

Che sensazioni provi nel tornare a correre?

Mancava tutto questo, andare alle corse senza una certezza era duro per la testa. Ora si hanno più motivazioni anche perché conosco il calendario ed è una cosa che quest’anno non avevo ancora provato, sarà più facile allenarsi e rimanere concentrati.

Ti avevamo lasciato con due vittorie all’Adriatica Ionica Race, che periodo è stato quello passato?

Sicuramente lasciare l’ultima corsa con una vittoria ha dato una grande soddisfazione e un po’ più di morale. Dopo il campionato italiano, corso bene anche quello, ho staccato qualche giorno, non mi aspettavo di tornare in corsa così presto. Questa trattativa è stata molto veloce, ha sorpreso anche me il fatto di essere già qui al Polonia. Ringrazierò per sempre il cittì Bennati per avermi dato la possibilità di correre con la nazionale, se sono qui in Astana è soprattutto grazie al suo impegno.

Com’è stato passare dalle vittorie all’incertezza del giorno dopo?

Non so spiegarmelo nemmeno io, perché ero un corridore pronto a fare un salto di qualità, a correre. Aver vinto due tappe all’Adriatica ed il giorno dopo essere a casa, non era facile di testa. Sapevo, però, che se avessi tenuto duro sarebbe arrivata una squadra che mi avrebbe dato una possibilità.

Scaroni riparte dal Polonia e dal numero 26, il primo indossato con la maglia Astana
Scaroni riparte dal Polonia e dal numero 26, il primo indossato con la maglia Astana
I tuoi ex compagni li senti ancora?

Sì, soprattutto i reduci della nazionale: Carboni, Malucelli e Canola. Spero vivamente che riescano a trovare una sistemazione adeguata, se lo meritano. Se non avessi trovato dei compagni come loro non sarei mai arrivato preparato agli impegni con la nazionale. Abbiamo fatto squadra anche se ormai una squadra non c’era più, sono stati dei grandi compagni di viaggio.

E’ un viaggio che è finito o finirà quando anche l’ultimo avrà trovato il suo posto?

La seconda, sono sempre in contatto con loro, mi auguro che tutti e tre trovino una situazione adeguata alle loro potenzialità. Considererò il discorso chiuso quando anche loro avranno una squadra, se lo meritano come me lo sono meritato io.

Cosa ti è rimasto di questa esperienza?

Il fatto di non avere certezze nel futuro, il tempo passava e non si sapeva cosa sarebbe successo, nonostante ciò continuavo ad allenarmi. Nessuna squadra sembrava volerci dare la possibilità di correre, passavano i mesi e non succedeva nulla. L’unico modo per muovere qualcosa era rispondere sul campo facendo risultati. Anche per questo ringrazio la nazionale, senza di loro non avrei avuto modo di rispondere con i fatti.

Adriatica Ionica Race, vittoria di Scaroni nell’ultima tappa: qui in mezzo tra Carboni e Malucelli, i tre sono unitissimi (photors.it)
Adriatica Ionica Race, vittoria di Scaroni nell’ultima tappa: qui in mezzo tra Carboni e Malucelli, i tre sono unitissimi (photors.it)
Quelle dell’AIR erano vittorie di rabbia e di cuore, adesso che emozioni provi?

Mi sento soddisfatto, so di essermi meritato quello che ho, sono state vittorie davvero raccolte con il cuore e con tanti sacrifici. Adesso rimango concentrato, ci sono due mesi davanti ancora, anzi quasi tre per fare bene e voglio dare tutto per dimostrare che non sono qua a caso.

Com’è entrare in una squadra a stagione in corso?

Non è facile di solito, non conosci l’ambiente, è tutto un po’ nuovo però ho avuto la fortuna di trovare tanti connazionali, soprattutto due bresciani: Martinelli e Gazzoli. Anche Battistella lo conoscevo bene, abbiamo corso tanto insieme con la nazionale tra gli under 23. E’ stato un inserimento più facile, devo imparare tante cose su come lavorano ma sono sicuro che con il tempo ci riuscirò.

Canola ha 33 anni, era alla Gazprom dal 2020, anche lui ha sofferto tanto in questi mesi per la chiusura della squadra
Canola ha 33 anni, era alla Gazprom dal 2020, anche lui ha sofferto tanto in questi mesi per la chiusura della squadra
La firma è arrivata solamente 7 giorni fa e sei già in corsa, un battesimo di fuoco…

Esatto, non me lo aspettavo minimamente di venire subito qui, ma la squadra non aveva moltissimi uomini a disposizione. La preparazione non è ancora al top ma sono qui anche come allenamento e per dare una mano a Battistella e per cercare una gamba che mi permetta di fare risultato nelle prossime gare.

Ti hanno scritto i tuoi ex compagni della Gazprom?

Sì, prima che uscissero i primi articoli ci ho tenuto particolarmente ad avvisarli di persona della firma in Astana. Ritenevo giusto avvertirli prima che lo venissero a sapere dai giornali, visto quel che abbiamo passato insieme.

Per Scaroni l’ambientamento nella nuova squadra è stato più facile viste le conoscenze fra corridori e tecnici
Per Scaroni l’ambientamento nella nuova squadra è stato più facile viste le conoscenze fra corridori e tecnici
Che effetto ti fa essere così vicino alla guerra che ha scatenato il domino che vi ha travolto?

Ci ho pensato ieri, quando siamo passati a 10 chilometri dal confine, anche se questo non mi ha fatto pensare all’effetto domino che ci ha coinvolti. Ho pensato a tutto quello che ho passato in questi mesi: da quando la squadra ha chiuso, alle corse con la nazionale, fino ad oggi che sono qui con una nuova maglia.

Bennati lo hai sentito?

Mi ha fatto i complimenti per il passaggio qui all’Astana, è contento per me, ne abbiamo fatti di giorni insieme. C’è un rapporto speciale tra me, lui e tutti i miei compagni di nazionale.

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Scaroni ritrova Scaroni e adesso punta a vincere

18.12.2021
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Probabilmente non al livello di Baroncini, che è arrivato al professionismo dopo aver vinto il mondiale U23, ma anche Christian Scaroni si era presentato nel mondo dei grandi con le credenziali per lasciare il segno. La sua scelta, insolita per il periodo, era stata di andare a correre alla Groupama Continental: una decisione che il bresciano non rinnega, anche se la squadra francese, giunta al dunque, non gli diede la possibilità di salire nel WorldTour. E Scaroni dal 2020 è passato alla Gazprom.

«Negli ultimi 2-3 mesi – dice finalmente con un bel sorriso – ho dimostrato che le aspettative di partenza erano giuste. Il primo anno è stato faticoso, tra il Covid e la difficoltà di ambientarmi. Non me la sono passata benissimo. Non riuscivo a trovare più la personalità che avevo. Quasi non riuscivo a finire le corse e non sapevo come spiegarmelo. Poi finalmente ne sono venuto fuori e negli ultimi tempi mi sono ritrovato davanti nelle corse…».

L’ultima corsa di stagione è stata la Veneto Classic, chiusa al 10° posto
L’ultima corsa di stagione è stata la Veneto Classic, chiusa al 10° posto

L’hotel di Calpe ha la hall in penombra, con corridori misti a turisti del Nord che sorseggiano birre in continuazione. Fuori la temperatura si è abbassata, ma durante il giorno, si pedala a 18 gradi ed è proprio un bell’andare.

Come mai tanta fatica?

Serve pazienza. Non tutti si inseriscono bene, può servire un anno o anche due. C’è chi matura prima, chi dopo. Ma tornerei in Francia, perché mi hanno cresciuto come uomo. Mi hanno insegnato a essere un professionista e questo è stato decisivo per la mia maturazione. Ho imparato l’inglese e il francese. E’ stato un anno guadagnato.

Come hai fatto a sbloccarti?

E’ stato uno scatto mentale. Le persone intorno continuavano a ripetermi che ero sempre lo stesso, dovevo lavorare sull’aspetto mentale.

Ti sei rivolto a un mental coach?

Me l’hanno consigliato amici e compagni di squadra. Mi ha sorpreso, perché sono bastati due mesi di sedute. Adesso ho capito che la testa è la parte più importante del discorso, per cui spero di confermarmi e dimostrare che questo teorema è valido. Sono molto motivato.

Fatica alla Milano-Torino, chiusa dopo la 30ª posizione
Fatica alla Milano-Torino, chiusa dopo la 30ª posizione
Nel frattempo la squadra ha cambiato faccia…

Sedun ha portato la sua grandissima esperienza e sa quello che fa. Sembra che tutto stia migliorando e secondo me quando le cose iniziano a girare bene per tutti, arrivano anche i risultati.

Che impressione hai del nuovo capo?

Non lo conoscevo. Vuole coinvolgere i corridori e dare una bella spinta morale. Se prima rischiavo di sentirmi solo, ora capisco di fare parte di un progetto.

Che inverno è stato?

Ho staccato molto tardi, dopo la Veneto Classic, sono stato fermo circa tre settimane, con qualche giorno a Livigno con la ragazza. Un periodo di relax, poi ho ripreso piano piano con bici e relax. E qui in Spagna abbiamo cominciato a fare ore. Siamo arrivati il 4 dicembre, ce ne andiamo il 21.

Al Giro di Sicilia ha conquistato la maglia dei Gran Premi della Montagna
Al Giro di Sicilia ha conquistato la maglia dei Gran Premi della Montagna
Pensi di partire subito forte?

L’idea è quella, i primi tre mesi saranno importanti per confermare le sensazioni di fine stagione e puntare alla vittoria. Correre bene e ritrovarsi nelle prime posizioni. E’ tutto un fattore mentale. Rivedi la testa della corsa e ti viene anche più voglia di andare in bici. Comincerò alla Valenciana e poi a Murcia e tutto il blocco spagnolo. Poi penso che saremo a Laigueglia…

Non sono tanti 18 giorni di ritiro?

Probabilmente sì, ma si sta meglio qui che a casa. Con i compagni ti passa di più, conosci lo staff, si crea un ambiente bello. Anche se sei lontano da casa e anche se all’inizio non hai mai voglia di partire, una volta che ci sei, finisce che ti diverti…