Non solo Tour de France. Sono molti i grandi campioni che si stanno preparando per affrontare al meglio la seconda parte di stagione. Tra questi spicca senza dubbio Vincenzo Nibali. Lo Squalo si trova in altura a Livigno.
Il lavoro da fare è tanto e il corridore dell’Astana Qazaqstan vuol chiudere in bellezza questo scorcio di carriera. E da quel che si vede dai social sembra affrontare con grande voglia questo (presumibile) ultimo stage in quota.
Santo Giro
Nibali ha avuto una primavera molto difficile. Anche per lui il Covid si è fatto sentire. La condizione stentava ad arrivare e per un momento il Giro d’Italia è quasi stato a rischio. Poi per fortuna non solo Vincenzo è volato a Budapest, ma ha anche disputato un’ottima corsa rosa tanto da essere quarto a Verona.
Aver corso il Giro è stato fondamentale per quel che riguarda la sua preparazione. Il lavoro fatto in quelle tre settimane gli è servito per rimettersi in linea con la tabella di marcia e iniziare l’estate con una condizione più che buona.
Adesso sì che la base è quella giusta per allenarsi potendo pensare ai risultati.
«In quel periodo prima del Giro – dice il suo coach, Maurizio Mazzoleni – abbiamo valutato molto attentamente con Martinelli il suo rientro post Covid. Ancora non si sapeva bene come avrebbe reagito il fisico.
«E’ stato centrale il ritiro fatto sul Teide. Lassù abbiamo lavorato bene. Da lì Vincenzo è andato al Giro di Sicilia, che non era previsto, proprio per cercare di fare bene nelle Ardenne e al Giro stesso. E la cosa bella è che è andato in crescendo. Dal penultimo sabato di Torino a quello della Marmolada ha fatto delle prestazioni importanti.
«E infatti – continua Mazzoleni – al campionato italiano, nonostante lo stacco per il recupero post Giro non è andato male».
Dal Teide a Livigno
Da altura ad altura, dunque. Dalla primavera all’estate. Ancora una volta la quota potrebbe essere il momento chiave per dare una svolta alla stagione.
«Dopo il campionato italiano – spiega il preparatore lombardo – Nibali ha iniziato subito a lavorare per portare la condizione in crescita in vista del ritiro di Livigno, così da poter affrontare la quota subito in un certo modo, per la Vuelta… E per il Giro di Lombardia. La Vuelta è stata inserita soprattutto pensando al Lombardia».
E quando dovrebbe tornare in gara? Nibali, che ha recentemente aperto il suo canale “Squalo Tv”, vuol comunicare da quella fonte il suo calendario ufficiale.
Tuttavia dando una sbirciata alle starting list provvisorie delle gare, si può affermare con una certa sicurezza che lo Squalo ripartirà dalla Spagna.
A tutta Spagna?
L’opzione Giro di Polonia (30 luglio-5 agosto) sembra essere scartata dunque. Ma visto il caldo che imperversa su quella parte di Europa, le cose potrebbero anche cambiare all’ultimo minuto. Non tanto per preservare Nibali, che alla soglia dei 38 anni sa bene come gestirsi, ma per eventuali tagli o annullamenti delle corse in virtù del protocollo sugli eventi climatici estremi a tutela dei corridori.
E in tal senso un caso c’è stato nel Sud della Francia qualche settimana fa. La seconda tappa della Route dell’Occitanie è stata ridotta ad appena 33,6 chilometri.
Al termine del Tour infatti torna prepotente il calendario iberico. Si inizia con la Prueba Villafranca – Ordiziako Klasika (25 luglio), per proseguire poi con il Giro di Castiglia e León (27-28 luglio) e La Vuelta Burgos (2-6 agosto), per arrivare quindi alla Vuelta (19 agosto-11 settembre). Tra queste la più accreditata per il rientro dello Squalo sembra essere la Vuelta Burgos.
Ma come ci si va a questa Vuelta? La corsa spagnola è stata il suo primo grande Giro messo nel sacco. Era il 2010, da allora ne è passata di acqua sotto i ponti.
«E chiudere lì – spiega Mazzoleni – crediamo abbia anche un certo valore simbolico, crediamo sia un bel modo di concludere con i grandi Giri».
Ma conoscendo Nibali non sarà una passerella.
«Per la classifica ci sarà Miguel Angel Lopez – spiega Mazzoleni – e Nibali potrà essere al suo supporto. Al supporto, ma senza dimenticare che lui e gli altri ragazzi avranno la libertà di puntare a qualche tappa. E questo sarebbe molto importante per noi, ma anche per i ragazzi stessi».