Tiberi è pronto: «Ultimi dettagli e poi si parte per la Vuelta»

06.08.2022
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Antonio Tiberi plana verso la Vuelta Espana, sua prima grande corsa a tappe, una bella prima esperienza per un ragazzo giovane ma che si è meritato la convocazione sul campo. Appena 21 anni, con alle spalle già una stagione tra i professionisti in casa Trek Segafredo.

Si è costruito questi buoni risultati grazie alla costanza del lavoro fatto lo scorso anno. Tanti piccoli gradini che lo hanno portato vicino al bordo, pronto per spiccare il volo e planare sulla Vuelta. 

Tiberi si è guadagnato la convocazione alla Vuelta grazie alla costante crescita, il passo decisivo la vittoria al Tour de Hongrie
Tiberi ha vissuto una crescita costante, il passo decisivo è stato la vittoria al Tour de Hongrie

In cerca del ritmo

Antonio lo incontriamo al Tour de Pologne e approfittiamo della sua gentilezza e disponibilità per parlarci quasi ogni giorno. D’altronde il bello delle corse è poter guardare i corridori negli occhi, cogliendo ogni smorfia del loro volto.

«E’ stata la prima gara dopo un periodo di assenza dalle corse – dice – l’ultima corsa era stata il campionato italiano. Nel mezzo c’è stato il classico periodo di altura dove si è lavorato per richiamare la condizione.

«In Polonia mi sono riabituato ai ritmi di gara. Agli sforzi massimali che in allenamento ovviamente non riesci a fare. Sfrutto questa gara per avvicinarmi al meglio alla Vuelta».

Al Polonia il corridore laziale (classe 2001) ha rifinito la condizione per la Vuelta
Al Polonia il corridore laziale (classe 2001) ha rifinito la condizione per la Vuelta

Gli ultimi passi

Prima di partire alla volta di Utrecht (quest’anno le prime tre tappe della Vuelta si correranno in Olanda) Tiberi ha mosso gli ultimi passi per arrivare pronto e carico. 

«Ad essere sincero – dice Antonio – ho fatto anche un po’ di stacco, per recuperare le energie, fisiche e mentali, tre settimane di corsa non le ho mai fatte, è un bel banco di prova. Il fatto di aver intensificato gli allenamenti, soprattutto quelli lunghi e di aver fatto un bel po’ di corse a tappe mi ha aiutato. E’ la prima esperienza, si impara anche facendo. Poi sono andato in altura dove ho fatto lavori di qualità, con qualche salita ma anche tanta cronometro (il laziale ha vinto il mondiale di specialità nello Yorkshire, nel 2019, categoria juniores, ndr).

«Qui in Polonia ho fatto un po’ di lavori di rifinitura. E poi… Si parte! Non sono ancora in preda all’emozione. Ci penserò sicuramente da oggi, cioè nelle tre settimane tra la fine del Tour de Pologne e l’inizio della Vuelta».

Antonio ha curato molto anche la cronometro, una disciplina che gli piace molto e con la quale si è tolto grandi soddisfazioni
Antonio ha curato molto anche la cronometro, una disciplina che gli piace molto

Obiettivi e ambizioni

Parlare di ambizioni e di obiettivi può sembrare paradossale, ma un corridore professionista, in quanto tale, si pone dei traguardi da raggiungere, proporzionali all’età e alle capacità.

«Non abbiamo ancora parlato nello specifico di quel che farò – spiega Tiberi – la squadra mi ha già accennato che dovrò andare lì con la massima tranquillità. Questo è anche uno degli aspetti positivi del team, mi lasciano lo spazio per crescere e fare esperienza, senza pressioni.

«Il fatto di aver lavorato abbastanza sulla crono in altura è dovuto un po’ al fatto che ce ne saranno due belle lunghe in Spagna (54 chilometri complessivi, ndr). Poi è una disciplina che mi piace molto, di conseguenza cerco sempre di curarla un po’. E infatti speravo di fare bene nella cronoscalata».

Purtroppo, proprio nella cronometro, Tiberi è stato vittima di una caduta che ne ha compromesso la prestazione finale.

«Oltre ad avermi lasciato dei bei segni sul corpo – dice Tiberi – ho dei segni sulle gambe, un bell’ematoma sulla schiena ed uno anche sul fianco. Speriamo non comprometta il mio avvicinamento alla Vuelta, ma c’è tempo per rimettersi in sesto»

Il ritorno in gara di Antonio prosegue spedito, qui dopo l’arrivo della terza tappa vinta da Higuita
Il ritorno in gara di Antonio prosegue spedito, qui dopo l’arrivo della terza tappa vinta da Higuita

Pendenze toste

Nell’arrivo della terza tappa del Tour de Pologne, Sergio Higuita ci aveva raccontato come le pendenze incontrate sullo strappo finale (1,5 chilometri con punte al 13 per cento) siano molto simili a quelle che si troveranno alla Vuelta. Motivo per cui molti corridori che correranno la corsa a tappe iberica, passano dalla Polonia per affinare la gamba. Come si è trovato Tiberi su queste pendenze?

«Allora diciamo che mi trovo anche abbastanza bene – ride per un attimo e poi risponde – ma su salite un po’ più lunghe. Con strappi così brevi e sforzi massimali un po’ li soffro perché sono strappi adatti a gente esplosiva.

«La Polonia è stata un bel banco di prova, ci sono tanti corridori competitivi e forti. Vi faccio un esempio: nella tappa che dice Higuita (la terza, ndr) l’anno scorso ho fatto 21° a 25 secondi dal primo. Ieri sulla stessa salita sono arrivato 34° sempre a 25 secondi. Però va bene anche così, sono venuto qui per fare un po’ di fuori giri e di fatica. Nei giorni che mi separeranno tra la fine del Tour de Pologne e la Vuelta non farò molto a livello di preparazione, oramai il più è fatto».