Malori su Ganna: «Sembrava di vedere Nibali in discesa»

09.05.2021
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Eravamo d’accordo da qualche giorno. La sera della crono ci sentiamo e ci dici cosa te ne è parso. Con Malori avevamo già parlato di Ganna e le sue crono, perciò aveva detto di sì. Così ieri sera, finito di lavorare ai pezzi del giorno, ci siamo attaccati al telefono. Adriano era a casa, con i postumi fastidiosi del vaccino e sua figlia che lo fa diventare matto. Ma per la crono la casa si è fermata.

«Il percorso era molto bello e molto veloce – dice Malori – viste le medie che sono saltate fuori (Ganna ha vinto a 58,748 km/h, ndr). Quando ci sono queste condizioni, con Pippo non c’è storia. Ha avuto una gestione perfetta. Ha dato gas QB, quando basta, fin dove serviva, cioè fino a tutto il falsopiano in cui un po’ tirava, poi alla fine ha aperto tutto e il distacco ad Affini l’ha dato negli ultimi 2 chilometri. Una volta forse si poteva attaccarlo per come guidava, adesso invece è migliorato tantissimo. Per le traiettorie che faceva, è sembrato di vedere Nibali in discesa. Ma a proposito di traiettorie…».

Secondo Malori, Ganna ha anche mostrato grandissime qualità di guida
Ganna ha anche mostrato grandissime qualità di guida
Cosa?

Vi siete accorti che fra gli uomini di classifica non c’è più la minima attenzione alla traiettoria? Gli specialisti cercavano di fare meno strada possibile, tagliando le curve. Mentre i capitani pedalavano costantemente a centro strada, prendevano le curve senza impostarle e alla fine della crono hanno fatto dei metri in più.

Tanto da veder crescere il passivo?

Certo non di minuti, ma anche fossero solo 10 secondi in una crono di 9 chilometri, pochi non sono…

Secondo te che cosa ha pensato Affini quando è arrivato Ganna?

Lo stesso che ho pensato tante volte anche io. Chiunque oggi voglia andare contro Ganna, sa che le possibilità di batterlo sono minime. Come quando mi toccava sfidare Cancellara o Tony Martin. Affini si è tolto il cappello, ma non era troppo dispiaciuto.

Il finale di Ganna era prevedibile?

Prevedibile non so, ma di certo è una sua caratteristica. Ha saputo cambiare ritmo, dando l’ultimo quarto di gas dove sapeva di poter fare la differenza. In pratica è andato per tutta la crono al 99 e cento e poi alla fine ha dato il 110.

E’ parso anche avere quale rpm più degli altri?

Di sicuro girava più rapido, ma non perché avesse rapporti più agili. Probabilmente faceva girare più rapidamente lo stesso rapporto massimo che aveva Affini. 

E di Evenepoel cosa ti è sembrato?

Sono ancora sbalordito! La crono è il regno della forza, del fuori soglia, dell’abitudine alla fatica. E lui dopo 9 mesi che non corre fa una crono in linea con Cavagna che la settimana scorsa ha vinto il Giro di Romandia.

Per Remco Evenepoel il 7° posto a 19 secondi da Ganna: sorprendente, dice Malori
Per Remco Evenepoel il 7° posto a 19 secondi da Ganna
Significa che è forte davvero?

Che fosse forte lo aveva già fatto vedere, ma non credo che possa fare il podio del Giro. Se così invece fosse, sarebbe come guardare Alien.

Cosa hai pensato vedendo il pubblico sulle strade?

Che se si permette a 30mila persone di ritrovarsi in una piazza a Milano per festeggiare lo scudetto, allora bisogna permettere al pubblico del Giro d’Italia di seguire la corsa dalla strada. E comunque ci ho fatto caso. Avevano tutti la mascherina, nessuno si abbracciava, nessuno si è sognato di fare le cose di Piazza Duomo a Milano. Evviva il pubblico del ciclismo.

Giro d’Italia, da Bernal a Ulissi i numeri da imparare

07.05.2021
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La 104ª edizione del Giro d’Italia che scatterà domani a Torino è all’insegna dell’incertezza, ma è un’incertezza di alta qualità: manca il dominatore assoluto, manca anche il velocista capace di chiudere la porta in ogni volata, ma questo rende la corsa rosa ancora più bella, con molti motivi d’interesse.

Il dorsale numero 1 dei 184 a disposizione è stato assegnato dagli organizzatori a Egan Bernal, capitano di quella Ineos Grenadiers vincitrice lo scorso anno con Tao Geoghegan Hart. Il colombiano, partito forte in stagione (straordinarie le sue azioni durante la Strade Bianche a dimostrazione di un talento nella guida maturato nella Mtb) si è poi un po’ nascosto, ma punta senza mezzi termini alla rosa finale, complice una squadra ben attrezzata.

Bernal Torino 2021
Egan Bernal al via con tante ambizioni e segnali migliori di quelli forniti al Tour 2020
Bernal Torino 2021
Egan Bernal al via con tante ambizioni e segnali migliori di quelli forniti al Tour 2020

Ganna e Moscon, coppia d’attacco

L’obiettivo è partire forte e magari avere subito il simbolo del primato in casa, attraverso l’attesissimo Filippo Ganna (numero 3), al quale i tifosi guardano con tanto entusiasmo pensando al Giro ma soprattutto alla futura avventura olimpica in Giappone. Attenzione poi a Gianni Moscon (5), che dopo le mirabilie mostrate al Tour of the Alps vuole far vedere che non erano state episodiche, anche lui d’altronde ha pensieri a cinque cerchi…

Il principale avversario di Bernal? Probabilmente viene sempre dal Tour of the Alps, è quel Simon Yates (Bikeexchange, numero 181) tante volte protagonista nei grandi giri, ma che non è riuscito ancora a mettere in fila tre settimane perfette. Sarà l’occasione giusta?

Evenepoel Torino 2021
Esordio per Remco Evenepoel, che riparte dopo la caduta del 2020 pensando a Tokyo
Evenepoel Torino 2021
Esordio per Remco Evenepoel, che riparte dopo la caduta del 2020 pensando a Tokyo

Altre squadre si distinguono per aver scelto schemi a più punte, per usare un gergo calcistico: la Deceuninck Quick Step presenta un Joao Almeida (92) 4° lo scorso anno, ma che sembra notevolmente cresciuto e alla sua ombra torna in gara Remco Evenepoel (91, scelta numerica che lo indica come capitano?), alla sua prima uscita dopo lo spaventoso incidente del Lombardia 2020. Vederlo al via è già una gioia per ogni appassionato, difficile chiedergli subito qualcosa, il suo talento è però capace di tutto. Con loro poi c’è un certo Fausto Masnada (97), uscito a palla dal Romandia chiuso al 3° posto e che potrebbe anche essere più di un luogotenente.

Attenti agli spagnoli…

Doppio capitano anche per il Team DSM, con Jai Hindley (191) che vuole cancellare il ricordo della maglia rosa svanita nello scorso ottobre all’ultima tappa e con lui l’esperto Romain Bardet (193), il francese già sul podio del Tour che vuole rilanciarsi. La foto in apertura ritrae proprio lui, che dopo 8 Tour debutterà in Italia. Due spagnoli pronti a tutto alla Bahrain Victorious, Mike Landa (51) e Pello Bilbao (53), se riusciranno a coesistere potrebbero anche far saltare il banco nelle grandi tappe alpine, ma se parliamo di Spagna un occhio di riguardo lo merita Marc Soler (171), i cui risultati al Romandia hanno spinto la Movistar ad affidargli la guida indiscussa della squadra, cosa inconsueta nella storia nel team iberico.

Hindley Giro 2020
Per Jai Hindley l’obiettivo è cancellare la beffa del 2020, facendo leva sull’esperienza
Hindley Giro 2020
Per Jai Hindley l’obiettivo è cancellare la beffa del 2020, facendo leva sull’esperienza

Uno spazio a parte merita la Trek Segafredo: la scelta di Vincenzo Nibali (211, nella foto d’apertura con Ciccone) di schierarsi al via del Giro d’Italia ha entusiasmato i tifosi e costituisce già un record, visto quanto è recente la sua frattura al polso. Il messinese afferma di voler vedere come andrà la prima settimana per capire che ruolo svolgere, la sua presenza è già però un appoggio importante per Giulio Ciccone (213), che con lui e Mollema (216) può legittimamente aspirare a un posto importante in classifica.

Velocisti: qual è il miglior treno?

Capitolo velocisti: manca il Bennett ammazzasette, quindi c’è grande curiosità per capire chi sarà il più forte e soprattutto chi avrà il treno più forte: il tre volte iridato Peter Sagan (71) oppure Elia Viviani (81), finalmente con tutti i “vagoni” al loro posto? L’olandese Dylan Groenewegen (156) oppure il plurivincitore Caleb Ewan (161)? E perché non Giacomo Nizzolo (201) alla ricerca del primo successo al Giro oppure il belga Tim Merlier con ben 3 vittorie nelle prove di contorno della Campagna del Nord?

Come si vede, di carne al fuoco ce n’é tanta. Domani si comincia e arriveranno le prime risposte, le prime righe di un libro tutto da scrivere ma che si leggerà tutto d’un fiato.

Remco a Torino: posizione a tartaruga e una super Shiv

04.05.2021
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Quest’anno non ha mai corso, esce da un terribile infortunio, eppure Remco Evenepoel fa paura. E la fa soprattutto pensando alla cronometro inaugurale del Giro d’Italia di Torino. Il fenomeno belga potrebbe conquistare la maglia rosa. Contro il tempo Remco è formidabile. Ma se delle sue reali condizioni si sa poco o niente, del suo destriero, la Specialized Shiv TT invece qualcosa di più possiamo dirvi.

Per scoprirne i dettagli abbiamo sentito Gian Paolo Mondini, responsabile tecnico di Specialized, colui che fa da “ponte” tra il marchio californiano e i team. E tra quelli che utilizzano Specialized c’è anche la Deceuninck-Quick Step di Evenepoel.

Gian Paolo Mondini
Il responsabile Specialized area racing strada, Gian Paolo Mondini
Gian Paolo Mondini
Il responsabile Specialized area racing strada, Gian Paolo Mondini
Gian Paolo, aiutaci a scoprire la Specialized Shiv TT che userà Remco a Torino.

Remco ultimamente non ha cambiato molto sulla sua bici da crono. Utilizzerà una ruota Roval 321 dietro, che è la nostra lenticolare, e la Rapide da 64 millimetri all’anteriore. E questa è una buona ruota, molto versatile. Abbiamo visto che riusciamo a farci un po’ tutte le crono. Per quel che riguarda le coperture, avrà dei copertoncini in cotone da 26 millimetri con camera d’aria in butile.

Cosa significa nello specifico che la Rapide è una ruota versatile?

Che si adatta bene alle diverse angolazioni del vento. Le condizioni della galleria del vento nella realtà non esistono praticamente mai, perché il vento non è mai perfettamente dritto rispetto all’avanzamento del corridore e più il vento è laterale e più la nostra ruota apporta dei vantaggi.

La Roval da 64 millimetri che vedremo all’anteriore sulla Shiv del belga
La Roval da 64 millimetri che vedremo all’anteriore sulla Shiv del belga
Manubrio: Remco ha cambiato qualcosa? Magari sulla scia dei 3D che utilizzano gli Ineos…

Si è fatto fare il calco delle protesi da un artigiano olandese. E’ lo stesso manubrio che ha utilizzato pochi giorni fa Cavagna (compagno di Evenepoel e campione francese contro il tempo, ndr). E’ un manubrio totalmente personalizzato che costa sui 5.000 euro.

Dopo l’infortunio Evenepoel ha cambiato qualcosa? Si è dovuto riadattare in qualche modo?

Difficile saperlo con precisione. Posso dire che mentre si disputava la Freccia Vallone lui e Asgreen erano a fare dei test in Germania e qualcosa sicuramente hanno provato. Ma di solito Remco non è uno che cambia molto, che ritocca. Ha la fortuna di essere abbastanza basso e quindi di non avere problemi con le misure imposte dall’Uci per quel che riguarda avanzamento e arretramento. Posso dire che sta svolgendo un grosso lavoro sulla sua posizione in bici.

Cioè?

Sul mettere la testa ben incassata tra le scapole per renderla un tutt’uno col resto del corpo. Noi la chiamiamo posizione “a tartaruga”. Dai test fatti abbiamo visto che si guadagnano 5-6 watt. Li facemmo già con Boonen certi test. Pensate che la posizione con i gomiti appoggiati sul manubrio, quella che l’Uci ha recentemente bandito, con la testa bassa, portava ad un guadagno dai 20 ai 30 watt a seconda della statura del corridore.

Le protesi stampate che ha utilizzato Cavagna al Romandia, le stesse che avrà Remco
Le protesi stampate che ha utilizzato Cavagna al Romandia, le stesse che avrà Remco
Ma è un guadagno enorme!

E infatti è un lavoro che curiamo particolarmente d’inverno con i nostri test metabolici. Sulla base di determinate posizioni cerchiamo d’individuare il punto estremo in cui si perde l’efficienza della respirazione. In quel momento si abbassa la perfomance e in accordo con il preparatore cerchiamo di rinforzare l’atleta affinché possa tenere al meglio quella posizione. E in tal senso Evenepoel è molto preciso. Già da juniores aveva capito quanto fosse importante tutto ciò, che vantaggi desse e ci teneva tantissimo a rispettare la posizione che gli veniva “data”. Poi lui, piccolo com’è, ha un Cx, coefficiente aerodinamico, notevole. Se ci mettiamo anche che riesce a stare basso e che ha tanta potenza si capisce perché vada forte a crono. E più sono dure e meglio è per lui. Per questo punta molto su quella olimpica che si dice sia durissima. E infatti dopo il Giro andrà a Morgan Hill nella nostra sede in California per fare altri test in galleria del vento.

Però! Torniamo alla bici di Torino: cuscinetti, catena… prevedono lubrificazioni particolari?

No, tutto nella norma, ma i prodotti CeramicSpeed hanno già dei trattamenti speciali di loro.

L’ultima crono fatta in gara da Evenepoel è quella dell’Algarve, datata 20 febbraio 2020
L’ultima crono in gara di Evenepoel è datata 20 febbraio 2020 (all’Algarve)
Che rapporti userà?

Di solito usa il 56, all’anteriore e la scaletta con l’11 dietro. Avrei anche ipotizzato un 58 per il Prologo di Torino visto che è pianeggiante e breve, ma il suo meccanico mi ha confermato che userà il 56. Avrà pedivelle da 172,5 millimetri.

Nonostante sia alto solo 1,71 metri? Ma le usa solo a crono, su strada monterà quelle da 170…

No, no, anche su strada.

Bello chiamarsi Evenepoel ed avere tanta potenza! Monterà il portaborraccia?

No, dai test fatti comunque abbiamo visto che praticamente non incide, né quello aero, né quello tradizionale perché resta nel “cono” d’aria della bici.

E i freni?

Chiaramente a disco: 140 millimetri all’anteriore e 120 al posteriore, come su strada.

Remco utilizza spesso la bici da crono?

Sì, una o due volte a settimana. Ha tre bici da crono: una a casa, una sul camion delle corse e una di scorta.

Editoriale / Il ciclismo è uno sport da grandi

03.05.2021
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Circa due settimane fa, a nove mesi dal drammatico incidente al Giro di Polonia, Groenewegen e Jakobsen si sono incontrati in una piccola stanza ad Amsterdam, prima che Fabio partisse per la Turchia. La notizia è passata inspiegabilmente in secondo piano, mentre avrebbe meritato grande risalto, in quanto ha dimostrato la forza del ciclismo e dei suoi protagonisti.

Lo ha raccontato a Sporza il velocista della Jumbo-Visma che quel 5 agosto del 2020 causò la caduta, subendo a sua volta la frattura della clavicola e la squalifica di nove mesi. Dopo aver lottato fra la vita e la morte, Jakobsen è tornato in gruppo lo scorso 11 aprile appunto al Turchia. Il rientro di Groenewegen avverrà invece sabato al Giro d’Italia.

Nelle settimane successive all’incidente, Patrick Lefevere prima si augurò che Dylan finisse in galera, poi annunciò la sua intenzione di portare la questione in tribunale.

La drammatica caduta che stava per costare la vita a Jakobsen (che vola oltre la transenna)
La drammatica caduta che stava per costare la vita a Jakobsen (che vola oltre la transenna)

Autorizzato dal contesto ad alzare i toni, scese in campo con argomenti piuttosto infantili anche Remco Evenepoel che in un’intervista a Humo dichiarò: «Non credo che Fabio debba parlare con Dylan, la cosa più giusta sarebbe ignorarlo. E penso che nessuno del nostro team debba parlare con lui. Ha fatto male a un nostro compagno e noi non possiamo dimenticarlo».

Groenewegen iniziò a ricevere minacce e richiese la protezione della polizia. Poi fece la sola cosa giusta: affrontò la questione.

Prima ha scritto un messaggio al padre di Jakobsen. E alla fine ha incontrato Fabio. Troppe persone avevano parlato, tranne loro due. Ed era tempo di farlo.

Evenepoel ha 21 anni: gambe da campione, maturità da raggiungere
Evenepoel ha 21 anni: gambe da campione, maturità da raggiungere

Dylan non ha voluto raccontare che cosa si siano detti, si è limitato a spiegare come entrambi abbiano alleggerito i loro cuori. Questo coraggio (reciproco) è una grande lezione. Per i manager, affinché capiscano che concentrarsi su Groenewegen significa ignorare che quelle transenne fossero più criminali della stessa scorrettezza. E anche per Evenepoel e chi lo consiglia. I vent’anni inducono spesso nella tentazione di parlare troppo: tenere a bada simili slanci sarebbe utile soprattutto per il ragazzo. Valga come ottimo esempio la condotta della Trek-Segafredo per le esternazioni politiche di Quinn Simmons. Jakobsen ha insegnato che per affrontare un caso così grave serve anche la bontà di accogliere il dolore degli altri. Il ciclismo è davvero una straordinaria scuola di vita.

Le classiche restano il target della Deceuninck-Quick Step

20.04.2021
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Formazione praticamente inalterata rispetto al 2020, quella della Deceuninck-Quick Step che prosegue nel suo lungo viaggio di trasformazione. Da dominatrice delle gare d’un giorno a squadra in grado di primeggiare anche nei grandi Giri. Un viaggio che nel disgraziato 2020 è stato frenato dal gravissimo infortunio a Remco Evenepoel e la sua lenta ripresa fa presumere che ci vorrà molto tempo per trovare una risposta: il talentuosissimo belga ha scelto di puntare sul Giro d’Italia, al quale è arrivato però soprattutto per fare esperienza e imparare a gestirsi senza aver potuto preparare la stagione appieno.

Julian Alaphilippe vince la Freccia Vallone 2021
Julian Alaphilippe vince la Freccia Vallone 2021

Classiche al top

La squadra resta comunque un riferimento assoluto per le classiche, a cominciare dal campione del mondo, quel Julian Alaphilippe che tuttavia non avrebbe messo da parte, almeno momentaneamente, le sue ambizioni di fare classifica al Tour, avendo appena rinunciato alle Olimpiadi. Il francese non è però l’unica punta, perché Steels, Ballerini, Asgreen, Lampaert sono corridori in grado di sfruttare ogni occasione e fare della Deceuninck la squadra che è sempre la più controllata.

Trenta corridori agli ordini di Peeters e Bramati (foto Wout Beel)
Trenta corridori agli ordini di Peeters e Bramati (foto Wout Beel)

Almeida e Bagioli

Nei grandi Giri, in attesa di Evenepoel (che resta pur sempre un corridore in grado di vincere anche nelle classiche come ha già dimostrato) l’uomo di punta è il portoghese Almeida, grande protagonista dell’ultimo Giro, ma attenzione anche ad Andrea Bagioli, che dovrà continuare nella sua opera di crescita che lo ha già messo in evidenza nelle piccole corse a tappe e a Fausto Masnada, che per quel che ha fatto merita di trovare spazio nel team anche come riferimento finale e non solo come aiutante del capitano di turno.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Julian AlaphilippeSaint Amand Fra11.06.19922014
Joao AlmeidaCaldas da RainhaPor05.08.19982018
Shane ArchboldTimaruNzl02.02.19892012
Kasper AsgreenKoldingDen08.02.19952018
Andrea BagioliSondrioIta23.03.19992020
Davide BalleriniCantùIta21.09.19942017
Sam BennettWervikIrl16.10.19902011
Mattia CattaneoAlzano LombardoIta25.10.19902013
Rémi CavagnaClermont FerrandFra10.08.19952017
Mark CavendishDouglasGbr21.05.19852007
Josef CernyFrydek MistekCze11.05.19932016
Tim DeclercqIzegemBel21.03.19892012
Dreis DevenynsLovanioBel22.07.19832007
Remco EvenepoelSchepdaalBel25.01.20002019
Ian GarrisonDecaturUsa14.04.19982019
Alvaro J.Hodeg ChaguiMonterìaCol16.09.19962018
Mikkel HonoréFredericiaDen21.01.19972019
Fabio JakobsenHeukelumNed31.08.19962018
Iljo KeisseGandBel21.12.19822005
James KnoxKendalGbr04.11.19952018
Yves LampaertIzegemBel10.04.19912013
Fausto MasnadaBergamoIta06.11.19932017
Michael MorkovKokkedalDen30.04.19952009
Florian SenechalCambraiFra10.07.19932014
Pieter SerryAalter Bel21.11.19882011
Stijn SteelsGandBel21.08.19892013
Jannik SteimleWeilheimGer04.04.19962020
Zdenek StybarPlanaCze11.12.19852011
Bert Van LerbergheCourtraiBel29.09.19922015
Mauri VansevenantOstendaBel01.06.19992020

DIRIGENTI

Patrick LefevereBelGeneral Manager
Wilfried PeetersBelDirettore Sportivo
Tom SteelsBelDirettore Sportivo
Davide BramatiItaDirettore Sportivo
Brian HolmDenDirettore Sportivo
Klaas LodewyckBelDirettore Sportivo
Ricardo ScheideckerPorDirettore Sportivo
Geert Van BondtBelDirettore Sportivo
Rik Van SlyckeBelDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Il team su cui Specialized ha il maggior controllo e con cui spinge forte sul gas della ricerca. Proprio la Deceuninck-Quick Step ha provato le corse del Nord (e vinto il Fiandre) mettendo via i tubolari e puntando sui copertoncini. I corridori vengono dotati di Tarmac SL7, Roubaix e della Shiv TT Disc per le cronometro.

CONTATTI

DECEUNINCK-QUICK STEP (Bel)

Rue de la Greve 8, 1643 Luxembourg (LUX)

info@decolef.com – www.deceuninck-quickstep.com

Facebook: @deceuninckquickstep

Twitter: @deceuninck_qst

Instagram: deceuninck_quickstepteam

Masnada, cosa fai a Sierra Nevada con i due ragazzini?

06.04.2021
5 min
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Fausto Masnada è a Sierra Nevada in questa sua dimensione di asceta delle alte vette, che prima del Catalunya lo ha visto per due settimane sul Teide. Questa volta è in compagnia di Almeida ed Evenepoel, per l’ultimo blocco di lavoro che li porterà al Romandia e poi al Giro d’Italia (i tre sono insieme nella foto di apertura). Ma Remco non li seguirà nella corsa svizzera: il belga per volere della squadra debutterà direttamente al Giro d’Italia. La sua ultima apparizione fu il disastroso Lombardia dell’infortunio, la ripresa sarà la corsa rosa. Vedremo alla fine dei giochi se la scelta, indubbiamente insolita, avrà dato i frutti desiderati.

Magrissimo come da quando è passato alla Deceuninck-Quick Step, il bergamasco negli ultimi mesi è cresciuto di livello in modo consistente, ma avendo fatto la scelta d’esser gregario non potremo vederlo ad esempio alla Liegi che tanto gli si addice.

Masnada ha iniziato la stagione con lo Uae Tour: 10° in classifica
Masnada ha iniziato la stagione con lo Uae Tour: 10° in classifica
Come stai Fausto?

Bene, siamo arrivati da poco a Sierra Nevada e fa un po’ più freddo che sul Teide. Scendiamo in macchina tutte le mattine verso Granada, perché in alto ci sono 3 gradi, ci alleniamo sotto e poi torniamo su. Ieri siamo risaliti in bici per la prima volta, ma ho idea che nei prossimi giorni sarà sempre così. E’ l’ultimo blocco prima del Giro, c’è da farlo bene.

Al Giro avrai la stessa veste dello scorso anno?

Sicuramente, avendo in squadra Remco e Almeida. Non è detto che non possa giocarmi una tappa, se capiterà l’occasione.

Siete soltanto voi tre a Sierra Nevada?

Noi, il preparatore e il massaggiatore. Siamo amici, si cerca di andare d’accordo. A volte si discute per questioni legate all’allenamento, ma sono cose che si superano. Hanno entrambi voglia di dimostrare qualcosa.

Cosa pensi di Remco che rientrerà… a secco al Giro?

Non discuto i piani della squadra, ma qui a Sierra Nevada lo sto vedendo veramente in forma, come mai prima. Noi corridori esprimiamo le nostre preferenze, ma la scelta finale non è nostra. Lui è una macchina da guerra, correrebbe sempre. Ma sta facendo lo stesso un ottimo avvicinamento e il Giro è lungo, si valuterà alla fine.

Almeida al Catalunya, primi assaggi di buona condizione. A Sierra Nevada per crescere ancora
Almeida al Catalunya, primi assaggi di buona condizione
Almeida come sta? E’ passato dal partecipare al Giro 2020 quasi per caso a diventare oggetto di mercato…

Sicuramente è un giovane talento. Non è mai uscito dai 10 nelle corse cui ha partecipato e questo significa essere ad alto livello. Al Catalunya era stanco, per cui ha staccato e adesso ha iniziato a costruire la condizione per il Giro. Ci arriva super motivato, ma probabilmente sentirà la pressione.

E tu in mezzo a loro due?

Io cerco di allenarmi al massimo per essere utile a tutti e due, di più non posso fare. Passo più tempo con loro che con la mia ragazza e la mia famiglia, non è sempre facile. Ho il mio carattere, ma bisogna cercare di andare d’accordo.

Evenepoel tornerà in gruppo direttamente al Giro. Ultima corsa, il Lombardia
Evenepoel tornerà in gruppo direttamente al Giro. Ultima corsa, il Lombardia
Anche perché non sempre ti trattano con i guanti. Al Catalunya abbiamo visto Almeida gesticolare in modo un po’ troppo plateale per chiamarti…

Joao fuori dalla corsa è sereno e con lui si scherza, ma in corsa si fa prendere dall’enfasi e dall’adrenalina. E’ successo due volte. Nella tappa di Madonna di Campiglio al Giro e ora al Catalunya. Non è bello vederlo gesticolare in televisione e non è bello neanche per me. So quale lavoro devo fare, ma a volte non si hanno le gambe. Sono ragazzi giovani e forti e non si rendono conto e a volte si innervosiscono.

Remco è fatto allo stesso modo?

Sapete che con lui non ho mai corso ancora? Non lo so, non so di come segua le strategie e come si comporti con i compagni. Dicono i compagni che sa cosa vuole e pretende che la squadra faccia il massimo, come è normale. In un team ben organizzato, ognuno ha il suo ruolo e deve svolgerlo al meglio.

Anche Masnada ha corso il Catalunya, lavorando per Almeida
Anche Masnada ha corso il Catalunya, lavorando per Almeida
Non ti manca poter lottare per le tue chance?

Adesso è così e so di non essere all’altezza di un podio in un grande Giro. Perciò continuo a lavorare seguendo le strategie di squadra, trovando soddisfazione personale nell’essere stato di aiuto per un buon risultato. Però è vero che ci sono le classiche che ho tralasciato per preparare le corse a tappe. In futuro mi piacerebbe andare a una Liegi, che come il Lombardia mi si addice.

Allargando il discorso, cosa pensi della carriera del tuo amico Ciccone, con cui hai corso alla Colpack?

Cicco ha grandi potenzialità, ma deve migliorare sotto certi aspetti per puntare a una classifica. E’ difficile fare il leader e non so quale sarà il suo ruolo al Giro. Però sarà capitano alla Vuelta e dovrà lavorare tanto per la crono. Un po’ mi vedo in lui. E’ arrivato al suo livello gradualmente. Ed entrambi possiamo crescere.

Gilbert, Evenepoel e Froome: qualcosa su cui riflettere

01.04.2021
5 min
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In una lunga dichiarazione piena di tristezza dopo il ritiro dalla Gand-Wevelgem, Philippe Gilbert ha annunciato che si sarebbe preso un periodo di stacco per analizzare la situazione e capire per quale motivo fosse già sfinito e la sua condizione non crescesse.

«Penso che il recupero dall’infortunio al ginocchio – ha detto – mi abbia tolto un’enorme quantità di energia. Il fatto che il corpo dovesse guarire da solo ha richiesto molta più energia di quanto avremmo potuto immaginare. Ho lavorato duramente per provare a tornare e ho fatto grandi progressi dopo il ritiro di gennaio, ma forse è stato un po’ troppo veloce. Ora sto pagando per questo».

Philippe si era fratturato la rotula al Tour del 2018, volando giù da una curva nella discesa del Portet d’Aspet. Lo scorso anno, ugualmente in Francia, si è rotto lo stesso ginocchio nella maxi caduta del primo giorno a Nizza. Era il 30 agosto.

Borra ha seguito anche una bella fetta della carriera di Fernando Alonso in Formula Uno
Borra ha seguito anche una bella fetta della carriera di Alonso

Come Remco

Lo stop di Gilbert ci ha fatto pensare a quello di Remco Evenepoel. Ricordate quanta voglia di rientrare dopo la frattura del bacino? I tempi bruciati. Il ritiro di dicembre in Spagna tirato come per correre. Poi invece un altro stop, così lungo da fargli saltare l’intera primavera. E così ci siamo chiesti se sia possibile che a certi livelli non si riescano a gestire l’infortunio e la rieducazione con tempi certi. Lungi da noi prendere a esempio il mondo del calcio, ma certi campioni sono seguiti come meritano?

Per chiarirci le idee ci siamo rivolti a Fabrizio Borra: un vecchio amico e soprattutto un grande rieducatore di scuola americana, al cui fianco seguimmo passo dopo passo la rieducazione e la ripresa di Marco Pantani. Dato che il romagnolo lavora anche nel basket, nella Formula Uno e in parecchi altri sport, avremo l’occasione di valutare alcune abitudini del ciclismo.

La prima frattura della rotula Gilbert la subì al Tour del 2018
La prima frattura della rotula Gilbert la subì al Tour del 2018
Come si gestiscono la convalescenza e il recupero di un atleta infortunato come Gilbert?

Si fa fatica ovviamente a trovare delle regole generali. Ci sono tre punti. Il primo è stabilire cosa si possa fare durante la rieducazione. Quindi valutare la fase di riatletizzazione, cioè il passaggio dalla riabilitazione allo sport. Infine la ripresa della preparazione. Sono fasi di cui nel ciclismo si tiene poco conto. Mentre ad esempio nel calcio, sono codificate perché oltre alla capacità di correre, ad esempio, c’è da curare la rieducazione al gesto tecnico. Chi rieduca nel ciclismo dà per scontato che da un certo punto in poi sia sufficiente risalire in bicicletta. Come è successo probabilmente con Evenepoel.

Che cosa si dovrebbe fare invece?

Bisogna capire le caratteristiche specifiche dell’atleta e dello sport. Durante la rieducazione va preparata la base perché si possa tornare al gesto motorio corretto, affinché quando un giorno l’atleta tornerà in bici, possa pedalare correttamente. Ma se lo rimetto in sella e per vari motivi usa una gamba più dell’altra, si creano dei compensi che non ti puoi permettere.

Approfondiamo il gesto motorio corretto?

Il corpo ha memoria del trauma e magari anche dopo la rieducazione, qualche muscolo continua a lavorare in modo improprio. Per ricreare lo schema motorio corretto si comincia dalla rieducazione, poi c’è la delicata fase della riatletizzazione, che deve essere graduale. E nel frattempo cerco di capire dai numeri se il corpo mi sta seguendo nel percorso che ho disegnato per lui.

Nella caduta al Lombardia, Evenepoel ha riportato la frattura del bacino
Nella caduta al Lombardia, Evenepoel ha riportato la frattura del bacino
Quali numeri?

Si fanno valutazioni giù dalla bici, valutando la qualità del reclutamento neuro-muscolare e se ci sono inibizioni neuro-muscolari. Partendo da questa base, la ripresa del lavoro atletico deve essere bilanciata ed efficiente. E’ la fase in cui il rieducatore parla con il preparatore. Rialzarsi e montare in bici è nella natura del ciclista, ma c’è una finestra temporale, che nel ciclismo è il mondo di nessuno, in cui si deve fare il raccordo fra rieducazione e preparazione. Anche in bici ci sarebbe da curare il gesto tecnico, invece si fanno bastare i dati del potenziometro per valutare la spinta delle gambe e ad esempio smettono di osservare la risposta della parte superiore del corpo.

Per questo con Pantani si ricominciò a pedalare in acqua?

Esattamente ed è quello che nel nostro centro si fa ancora. Ti metto in acqua, elimino la forza di gravità e impedisco che ci creino dei compensi. Se invece riparti senza essere a posto e magari vai anche a correre, perdi ogni equilibrio. I compensi vengono portati all’estremo e anche se l’ortopedico ha fatto il miglior lavoro possibile, rischi che non sia servito a niente. Con Marco non fu possibile tornare alla perfezione solo perché la gamba era rimasta più corta di un centimetro e dovemmo studiare soluzioni alla luce di questo.

Quindi lo sfinimento di Gilbert?

Potrebbe essere dovuto al fatto che a un certo punto sia tornato in bici senza essere del tutto a posto. Il suo corpo ha attivato compensi che lo hanno portato a spendere troppo. Si è trasformato in una macchina che lavorava con troppi attriti. Mentre la vera cosa da fare era resettare completamente il corpo.

In California, presso il centro high-Performance di Reb Bull, Froome ha resettato il suo corpo
Per Froome in California un supplemento di rieducazione
E come si fa?

L’atleta va valutato giù dalla bici per capire se ci siano situazioni migliorabili e poi si passa a determinare la posizione più efficiente in bici. Se invece riparti, poi sposti le tacchette, aggiungi il plantare, alzi il manubrio e sposti la sella, stai sicuro che entri in un incubo. Sapete quanti corridori mi sono arrivati al termine di questo calvario?

Perché succede?

La mia percezione è che quella finestra di passaggio di cui abbiamo parlato venga sottovalutata. Gli schemi motori sono dei file preorganizzati e quando ho un infortunio, gli equilibri cambiano. Se monto in bici, sapendo che la bici ha 5 punti fissi (la sella, i 2 pedali, le due mani), costringo il corpo a raggiungerli. Ma se si lavora con un rieducatore che conosce il ciclismo, si evita di creare le memorie che provocano conseguenze difficili da superare.

In parte è successo anche a Froome, che è rimontato subito in bici, invece in California durante l’inverno alla Red Bull lo hanno resettato…

Era la cosa da fare subito. L’atleta giovane risponde più in fretta di quello meno giovane, ma il risultato si raggiunge lo stesso. E pensate che adesso la ricerca lavora sulla plasticità cerebrale proprio per valutare anche i tempi di risposta.

L’eremita Remco è sceso dal Teide e si prepara a tornare

26.03.2021
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Ma che fine ha fatto Remco Evenepoel? Lo avevamo lasciato dopo la terribile caduta al Giro di Lombardia, la conseguente frattura del bacino e il recupero. Un recupero che sembrava lampo.

Tanto che già prima di Natale parlammo di un Remco super pimpante e molto magro al primo ritiro della sua squadra in Spagna.

Le immagini di Evenepoel in seguito alla caduta nella discesa dal Sormano
Le immagini di Evenepoel in seguito alla caduta nella discesa dal Sormano

Remco eremita

Poi però per lui nessuna corsa. In Deceuninck-Quick Step avevano dichiarato che il giovane fenomeno fosse pronto a gareggiare, ma anche che era lui a voler partire più tardi. Paure? Insicurezze? Tutt’altro, Remco ha in mente Olimpiadi e campionati del mondo (in casa), quindi vuole arrivare a fine stagione, con le batterie cariche. E per questo inizierà a gareggiare al Giro d’Italia.

A chiarire poi le cose ci ha pensato il general manager stesso della Deceuninck, Patrick Lefevere: «Remco sta bene. È tornato in Belgio qualche giorno fa. Sono anche andato a trovarlo a Tenerife, dove in pratica ha stazionato per quasi venti giorni. E’ stato come un’eremita. In quel posto dell’isola, sul monte c’era solo e soltanto il suo hotel. Sembrava fosse sulla Luna!».

Deceunick Quick Step
Remco (e Alaphilppe) in ritiro a gennaio, il belga si è visto poco pubblicamente
Deceuninck Quick Step
Remco (e Alaphilppe) in ritiro a gennaio, il belga si è visto poco pubblicamente

Al Giro ma con calma

«Dopo una lunga base, Evenepoel sta iniziando a lavorare per essere competitivo al Giro – ha detto Lefevere – Ci andiamo con calma, non vogliamo sbagliare. Andrà in Italia con uno stato d’animo diverso rispetto all’anno scorso. Nel 2020 sarebbe andato alla corsa rosa per vincere, stavolta per fare bene ma non sappiamo dove potrà arrivare».

Magari si vuole gettare acqua sul fuoco o effettivamente Remco non è al 100%. Okay che, come abbiamo scritto in questi giorni, i giovani soprattutto quella ristretta cerchia di cui lui fa parte, sanno prepararsi al meglio e sono competitivi anche senza fare gare, ma certo iniziare a gareggiare a maggio con gli altri che hanno tre mesi di gare nelle gambe non è cosa scontata. Neanche se ti chiami Evenepoel.

Esperienza Evenepoel

Il suo allenatore, Koen Pelgrim, che lo ha seguito proprio sul Teide, ha detto di un Remco finalmente sereno. In effetti qualche piccolo fastidio era emerso dai primi ritiri spagnoli, specie in quello di gennaio in cui si cominciava a fare qualcosa in più. Adesso però il belga sembra definitivamente a posto.

«Quello che gli è successo quest’inverno – ha detto Pelgrim all’Het Nieuwsblad – è stata una lezione. Remco ha imparato che a volte è meglio stare un po’ più calmi. Sta anche facendo molti progressi allenandosi di meno. E’ ancora lontano dai suoi standard migliori ma grazie al suo talento può progredire più velocemente di altri». 

In altura con Evevenpoel sono andati anche Fausto Masnada e Mikkel Frolich Honoré. In particolare il danese è diventato il suo uomo di fiducia. Remco sembra abbia “sbattuto i pugni sul tavolo” per averlo con sé anche lo scorso anno nei vari ritiri. Insomma, il ragazzo seppur giovane ha un bel carattere.

Remco Evenepoel e Mikkel Frolich Honoré in ritiro sul Teide
Evenepoel e Honoré in ritiro sul Teide

A Tokyo per la doppietta

Ed Evenepoel cosa dice? Il campioncino fiammingo, come sempre non usa giri di parole, specie quando parla del Giro.

«Io sto bene – ha dichiarato anche lui all’Het Nieuwsblad – la preparazione è filata liscia. Certo, la caduta al Lombardia qualche conseguenza psicologica l’ha avuta. Sono andato da uno psicologo, per via di quel volo e perché ero andato un po’ nel panico in discesa già prima di cadere. Ma adesso va bene. Ho letto anche dei libri per essere più forte mentalmente. 

«Sarò al Giro per prepararmi. Se ci sarà occasione punterò a qualche tappa. Prima di tutto vengono i Giochi (a tal proposito il cittì belga, Sven Vanthourenhout lo ha convocato anche per la crono insieme a Van Aert, ndr) e poi il resto. Alla fine se ci si pensa il mio cammino sarà lo stesso di quello dello scorso anno, ma in più avrò il Giro nelle gambe».