Alejandro Valverde, Vuelta Espana 2020

Unzue deciso: nessuno tocchi Valverde

19.11.2020
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«Credo che il problema di Valverde sia stato lo stesso di Nibali – dice Unzue – e che i processi in questi casi servano a poco».

Il team manager della Movistar molla per un secondo il proverbiale aplomb e fa capire che per difendere il suo capitano è stato già costretto a discutere.

«I veterani si sono trovati scomodi in questa nuova situazione – continua Unzue – ma nonostante questo si sono caricati la squadra sulle spalle. Non hanno vinto, ma hanno garantito un elevato livello sportivo. Quanto ad Alejandro, si è reso conto anche lui di aver chiuso il primo anno senza vittorie. Sto aspettando il 2021 perché torni a prendersi le vittorie sfuggite quest’anno! Ma scherzi a parte, è diventato padre per la quinta volta. Aveva anche altro cui pensare. E poi dopo 25 anni correndo allo stesso modo, allenandosi allo stesso modo e con lo stesso schema di corse, un cambiamento come quello che abbiamo vissuto lo ha destabilizzato».

Pensavi che avreste fatto un calendario così ricco?

Credo sia impossibile fare un bilancio consuntivo, perché quello preventivo era vuoto. La mia lettura di questo anno è molto positiva. Abbiamo corso con il mondo praticamente fermo, dopo lo stress del lockdown e il dramma che i nostri Paesi hanno vissuto. Sono molto orgoglioso del nostro sport, siamo stati esemplari con i nostri protocolli e la severità nell’applicarli. Solo qualche comportamento è stato poco chiaro.

Marc Soler, Enric Mas, Vuelta Espana 2020
Marc Soler ed Enric Mas durante la Vuelta Espana 2020
Marc Soler, Enric Mas, Vuelta Espana 2020
Soler e Mas, Vuelta Espana 2020
Ad esempio?

I ritiri di alcune squadre dal Giro. Comportamenti non compatibili con lo sforzo che tutti avevamo deciso di fare.

Cosa pensa Unzue della stagione Movistar?

Mi sarebbe piaciuto ottenere risultati migliori, ma onestamente è l’anno in cui abbiamo svecchiato la rosa, perdendo in più uomini come Carapaz, Quintana e Landa. Sono venute poche vittorie, ma in corsa abbiamo avuto un atteggiamento magnifico. Lo stile in certi momenti vale quanto una vittoria.

Soler e Mas ti sono sembrati all’altezza dei campioni che hanno rimpiazzato?

Mas si è piazzato quinto al Tour e poi si è ripetuto alla Vuelta. Ha confermato la sua regolarità, che ne è la caratteristica principale. Ha 25 anni, sono certo che migliorerà. Si è sperimentato per la prima volta nel guidare la squadra. Non so se vincerà un grande Giro, ma ho fiducia. Soler invece ha grandi qualità e forse più strada da fare. Ha vinto due corse, bisognerà capire dove collocarlo.

Sono arrivati dalla pista i fratelli Mora…

In certi momenti siamo un team bandiera del Paese e i due ragazzi potrebbero salire sul podio di Tokyo, come Sebastian ha vinto la corsa a punti agli europei.

Miguel Angel Lopez sarà il vostro leader dal prossimo anno?

Hombre, che domande mi fai. Non posso risponderti. Posso dire che ci interessa molto e che stiamo seguendo con grande attenzione il suo recupero dalla caduta del Giro. Entro una settimana si saprà qualcosa. Ma se devo darvi una percentuale, rimarrei fermo su 50 che verrà e 50 che non verrà.