Ma Ciccone era lì. Ci sarà fino a Milano?

16.05.2021
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E poi c’è Giulio Ciccone. Oggi l’abruzzese ci ha messo di tutto e di più, ci ha messo anche quello che non aveva. Sotto l’arrivo per poco non cade. Il suo addetto stampa, Paolo Barbieri, riesce a stento a tenerlo. Giulio lancia un grido e poi finalmente riesce a sganciare il pedale. Beve e poi tossisce. Ed è più l’acqua che cade in terra di quella che manda giù. Sfinito. Però lo sguardo è di quelli presenti, non è stralunato. Il che ci dice che la base è buona.

Ciccone sorretto dal suo addetto stampa dopo l’arrivo di Campo Felice
Ciccone sorretto dal suo addetto stampa dopo l’arrivo di Campo Felice

Aria di casa

La sua gente lo ha spinto a più non posso. Ieri aveva assaporato l’aria di casa nel passaggio a Chieti. Oggi ha fatto di più. Come un falco, già prima di Rocca di Cambio, ha battezzato la ruota di Bernal, neanche fosse un velocista che si mette dietro allo sprinter che reputa favorito. Sul momento dello scatto del colombiano, ha reagito immediatamente. Poi si è dovuto arrendere alla super potenza dello stesso colombiano.

«E’ stato molto bello correre nelle mie zone. C’era tanta gente. E anche per questo c’era voglia di fare qualcosa. Un secondo posto è difficile da accettare, soprattutto sulle strade di casa. Però la tappa era impegnativa e questo piazzamento conferma che la mia condizione è buona».

In Abruzzo si aspetta Ciccone (e non solo lui) con gli arrosticini di pecora
In Abruzzo si aspetta Ciccone (e non solo lui) con gli arrosticini

Cambio di tattica

E questo suo stare bene lo ha portato a cambiare atteggiamento in gara. Forse, anzi senza forse, neanche Giulio immaginava di stare così. E le sue stesse parole dopo San Giacomo dicono molto: «Non mi aspettavo di essere tanto brillante nell’ultima salita. Col senno del poi seguire Bettiol è stato un errore».

E quindi adesso ha iniziato a correre come un uomo di classifica, quale effettivamente è. In fin dei conti era settimo prima di partire da Castel di Sangro questa mattina ed è quarto questa sera.

«Per ora si corre alla giornata – dice il corridore della Trek-Segafredo – cercando di dare il massimo, poi si vedrà. Anche con Vincenzo (Nibali, ndr) abbiamo fatto un ottimo lavoro. Il Giro è lungo. E continueremo a lottare».

Tratto sterrato: Bernal pronto a partire, Ciccone è concentrato sulla sua ruota
Tratto sterrato: Bernal pronto a partire, Ciccone è concentrato sulla sua ruota

Un finale tremendo

Tanta salita, ancora pioggia, ma in fin dei conti si è deciso tutto all’ultimo, almeno guardando la corsa da fuori. Perché poi da dentro le cose non sono andate proprio così.

«Oggi siamo partiti veramente forte – dice Ciccone – Per i primi 70 chilometri la fuga era sempre lì. Ho anche sofferto molto, non lo nego. E per questo credo che questa tappa resterà nelle gambe. Io sono contento della mia condizione, ho chiuso la corsa con i ragazzi che lottano per la classifica generale.

«Oggi non abbiamo perso tempo ed era una tappa dura. La condizione sta migliorando. Ho provato a seguire Bernal ma era davvero troppo forte. Quando ho visto che ha messo il 53 – fa una pausa e ride – ho provato solo a salire con il mio passo e a dare il massimo».

Ciccone esce così dal suo Abruzzo, e più in generale da questa prima parte di Appennini, decisamente più motivato e fiducioso di come ci era arrivato. L’attacco di Sestola, annullato in quattro pedalate da Landa, il tentativo verso Ascoli, il secondo posto di oggi. Adesso ne abbiamo la certezza. E’ lui il capitano della Trek-Segafredo e punterà alla generale.

«In classifica ho fatto un piccolo passo in avanti – dice Ciccone – e si sono anche un po’ scoperte le carte. Sappiamo che Bernal è quello che va più forte. Adesso la Ineos ha la maglia e ci sarà una gestione della corsa diversa. Noi dobbiamo sfruttare al massimo questa situazione. Vedremo giorno per giorno, senza programmare nulla».