Romandia, il risveglio di Thomas e Masnada sul podio

02.05.2021
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«Più che altro – dice Thomas – sono stato attento a non sbagliare le curve e a non prendere rischi inutili. Mi è bastata la caduta di ieri. Stamattina sapevo di essere ancora in lotta per qualcosa, per questo alla fine l’ho presa con spirito».

Geraint Thomas ha appena vinto il Giro di Romandia, con il terzo posto nella crono che gli ha permesso di superare Michael Woods, a sua volta graziato ieri dalla goffa caduta del gallese. Cercare di decifrare il movimento per cui a un certo punto Thomas ha perso la presa del manubrio è ancora difficoltoso. Il corridore della Ineos Grenadiers era in testa, ha cercato di cambiare rapporto e quando ha fatto per tirare sulla leva per lanciare la volata, gli è mancata la presa. La mano si è staccata da manubrio, il corpo si è sbilanciato e mentre Woods scattava verso il traguardo, lui è caduto pesantemente sull’asfalto.

«Non avevo proprio sensibilità alle mani – ha spiegato – ho provato a cambiare rapporto, invece ho perso il manubrio. E’ stato davvero frustrante, era meglio non cambiare e arrivare secondo…».

La caduta di Thomas, sul traguardo di Thyon 2000
La caduta di Thomas, sul traguardo di Thyon 2000

Vista la giornata in zona neve, con pioggia e gelo su montagne ancora non sfiorate dalla primavera, la spiegazione è stata subito plausibile. Ma mentre l’anno scorso al Giro la caduta gli è costata il ritiro, questa volta le conseguenze sono state meno severe, forse anche per la velocità più bassa. Thomas cade spesso, per fortuna non sempre si fa male.

Ganna e la rosa

La corsa svizzera è stata la chiusura di un ciclo per quelli che ora penseranno al Tour e la rifinitura per coloro che invece passeranno direttamente al Giro d’Italia. E proprio guardando alla corsa rosa, le prove nell’ultima crono di Caruso e di Masnada (terzo finale) fanno pensare che Landa da una parte e Almeida dall’altra avranno accanto due corridori in grandissima forma. Mentre desta qualche perplessità la prova di Ganna. Il piemontese, atteso a un debutto rutilante sulle strade torinesi del Giro, già nel prologo di Oron aveva ceduto più di 3 secondi a chilometro a Rohan Dennis. Questa volta, nuovamente su un percorso impegnativo, ha perso poco più di 2 secondi a chilometro dal vincitore Cavagna, piazzandosi al 10° posto con un distacco di 37 secondi. Il miglior Ganna digerisce bene anche certe salite, ma evidentemente il piemontese, che non correva dalla Sanremo ed è rientrato al Romandia dopo 37 giorni, ha ancora nelle gambe i carichi di lavoro svolti sul Teide e forse non ha tratto dal freddo degli ultimi giorni i benefici sperati.

Per contro, ugualmente nella crono, buona la prova di Antonio Tiberi, 19 anni. Dodicesimo di tappa, il romano ha pagato 49 secondi dimostrando un buon recupero al termine di una corsa così impegnativa.

Il britannico aveva fatto la differenza in salita con Michael Woods
Il britannico aveva fatto la differenza in salita con Michael Woods

Quasi 3 anni

Non vinceva dal 29 luglio del 2018, quando a Parigi si prese il Tour. Thomas sarà nuovamente uno dei due o forse tre leader del team Ineos Grenadiers in Francia e fino ad ora la sua stagione non era stata esaltante. Dopo le legnate nelle prime corse a tappe, tuttavia, il podio del Catalunya aveva lasciato intravedere qualche sprazzo di condizione che il successivo lavoro in altura ha consolidato.

«Nelle ultime tappe – racconta – le sensazioni sono andate sempre meglio, quello che dovrò fare adesso è rimanere concentrato sull’obiettivo e continuare a migliorare per poter puntare al Tour che, come sappiamo, è super duro da vincere.

«E’ la prima vittoria da quando sono diventato padre – dice Thomas – davvero bello. Ed è la prima volta che vinco dopo il Tour del 2018. Nel frattempo sono arrivato ancora una volta secondo al Tour e sono salito sul podio di corse WorldTour, ma stare sul gradino più alto è meglio. Negli ultimi chilometri ho dato tutto, senza rischiare nelle discese. Sentire gli incoraggiamenti alla radio, quando mi dicevano di andare regolare e di non fare cose stupide, mi ha ricordato quando vinsi il Tour. Ora avrò qualche giorno di stacco con la famiglia e andrò a Tenerife. Poi Delfinato e Tour».

Masnada c’è

Alle spalle di Thomas sono finiti Porte e Fausto Masnada, che ha dato l’assalto al podio proprio nella quarta tappa, quella della caduta di Thomas, ma soprattutto dell’arrivo in salita a Thyon 2000.

«E’ stata una settimana molto dura – dice il bergamasco – soprattutto a causa del tempo, ma sono arrivato qui con una buona condizione dopo il ritiro in altura e sapevo di poter fare qualcosa di buono in classifica generale. Volevo realizzare una crono solida, per questo stamattina sono andato in ricognizione e poi ho seguito Ian Garrison dall’ammiraglia per dare un’altra occhiata al percorso. Quando è arrivato il momento, sono andato a tutta. E’ la mia prova più bella in una cronometro e questo fa ben sperare prima del Giro. Non vedo l’ora che cominci».

Ottima crono per Fausto Masnada, che scala così il terzo gradino del podio
Ottima crono per Fausto Masnada, che scala così il terzo gradino del podio

Buon Giro a tutti

Un suo compagno che al Giro non ci sarà per i motivi che ci ha già detto è Mattia Cattaneo. Settimo nella crono finale, il bergamasco ha conquistato il 12° posto finale a capo di una corsa regolare di altissimo livello.

Con le vittorie di Dennis, Sagan, Colbrelli, Soler, Woods e Thomas, il Romandia va in archivio e lancia la primavera del Giro d’Italia. Le squadre inizieranno a convergere su Torino da mercoledì e giovedì si presenteranno al pubblico. Sta per iniziare un viaggio bellissimo.