Evenepoel, l’apprezzabile arte dell’autocritica

20.06.2022
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Remco Evenepoel si è tolto di dosso i panni di Superman, ma sta lavorando (bene) per indossarli nuovamente. La vittoria della Liegi gli ha ridato fiducia. Il Tour of Norway, con tre tappe vinte su sei, ha confermato che la strada è giusta. Mentre in Svizzera (11° a 4’04” da Thomas) il belga ha conquistato l’ultima crono, ma ha capito che il livello WorldTour in mezzo a quelli che lavorano per la maglia gialla è un’altra cosa. Il suo obiettivo è la Vuelta e sarebbe stato preoccupante essere già al pari di chi fra dieci giorni sarà in lizza per il Tour.

«Tre secondi di vantaggio su Thomas e undici su Kung – ha commentato dopo la vittoria di ieri – sono un bel risultato, l’importante è aver vinto, non il distacco. Tuttavia il più grande avversario è stato il caldo. Terribile. Non sono nemmeno stato in grado di seguire la tabella che ci eravamo dati. Nelle crono, ero già arrivato secondo alla Tirreno e ai Paesi Baschi: vincere è meglio. Soprattutto dopo una settimana faticosa, in cui non ho pedalato al mio massimo livello e ho subìto parecchie lezioni lungo la strada».

A lezione da Thomas

Qualcuno non lo sopportava, perché dopo ogni bel risultato “sbruffoneggiava” da calciatore qual è sempre stato, senza considerare che avesse appena vent’anni. E il belga, che nel frattempo ne ha compiuti 22, ha rimesso i piedi sulla terra.

«Mi riferisco principalmente alla tappa di Novazzano (foto di apertura, ndr) – ha spiegato ai giornalisti il campioncino belga – quando ho perso più di due minuti, su un percorso che ricordava le corse delle Ardenne. Ero troppo rilassato. Pensavo che gli uomini di classifica avrebbero tenuto la corsa e poi Matthews o uno come lui avrebbe vinto lo sprint. Abbiamo sbagliato tutto. Ci siamo concessi un giorno di riposo totale, mentre avremmo dovuto prendere l’iniziativa, così io non avrei perso due minuti e sarei salito sul podio.

«Sotto questo aspetto devo ancora imparare molto da un corridore come Geraint Thomas. Ha sempre la corsa in pugno, è aggressivo e vigile, mentre io quel giorno non ero nemmeno preparato per sopportare il caldo. Ho persino sbagliato a scegliere il casco: dopo l’arrivo ci si poteva friggere sopra un uovo. Non ho nemmeno chiesto di avere del ghiaccio, perché non pensavo fosse necessario. Lo sbaglio più grande della mia carriera. Fortunatamente, imparo velocemente. Non commetterò più gli stessi errori».

Geraint Thomas è sempre stato fra i primi 4 dello Svizzera e nella crono ha conquistato la vittoria
Geraint Thomas è sempre stato fra i primi 4 dello Svizzera e nella crono ha conquistato la vittoria

Le energie sprecate

Zero scuse. Qualcuno avrebbe potuto intervenire, ma il ragazzo si è preso tutte le responsabilità e guarda avanti. Pagina voltata, il giusto atteggiamento. Lucido anche nel commentare il distacco sui traguardi in salita di Mosaalp e Malbun: rispettivamente 3’06” da Denz e 2’30” da Pinot.

«Quei tre minuti – ha spiegato – non mi preoccupano molto. Era la prima volta che salivo sopra i 2.000 metri in gara dopo il ritiro in altura. Questa volta sono stato anche abbastanza intelligente da portare impacchi di ghiaccio (ridendo, ndr). Mi sono accorto però che sopra i 1.800 metri non ho avuto l’accelerazione di corridori come Thomas e Higuita. Forse dopo il Giro di Norvegia sono arrivato al Giro di Svizzera un po’ stanco. Ho recuperato completamente solo alla fine della settimana ed è un’altra lezione. Se mai vorrò vincere queste corse, dovrò gestirmi diversamente

Dopo il Tour of Norway, Evenepoel ha fatto show alla Gullegem Koerse, buttando via un bel po’ di energie
Dopo il Tour of Norway, Evenepoel ha fatto show alla Gullegem Koerse, buttando via un bel po’ di energie

«Devo risparmiare quanta più energia possibile. Sempre e ovunque. Per Thomas è automatico, io devo impararlo. Dopo la Norvegia ho vinto la Gullegem Koerse. Ho esagerato. Ho fatto una cronometro di 170 chilometri e solo dopo mi sono reso conto di aver corso per ore a wattaggi folli. E’ stato stupido, uno spreco di energia. Per questo, visto il passaggio a vuoto di Novazzano, abbiamo deciso di togliere la Vuelta a Burgos dal programma. Voglio essere il più fresco possibile per la Vuelta».

Obiettivo Vuelta

Ora lo aspettano il campionato belga a cronometro, in cui l’anno scorso fu bruciato da Lampaert nonostante pochi giorni prima avesse vinto lui la crono al Giro del Belgio. Poi verrà il campionato belga su strada, quindi Remco tirerà i remi in barca, per preparare l’assalto alla Vuelta.

«Stacco per una settimana – ha riso – nulla di troppo. Starò accanto a “Oumi” (Oumaima Rayane, la sua compagna, ndr) durante gli esami. Durante l’ultimo stage in altura, lei ha cucinato per me, temo che ora sia arrivato il mio turno. Poi farò un altro ritiro in quota, quindi San Sebastian, un altro breve ritiro, e poi finalmente sarà tempo della Vuelta».